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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 42

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 5/5/2012, 15:07




Hell yeah.
Commenti? Opinioni? Accettiamo tutto!

CAPITOLO 42 – Verso la fine
Il treno che arrivava dall’est fece capolinea a Central City quando si era appena fatto giorno. I quattro soldati della scorta scesero dal treno con la cassa al seguito, ma invece di andare a fare rapporto si limitarono a scivolare fuori dalla stazione con nonchalance e a imboccare Dark Avenue, il vecchio ghetto dei Celes, dove erano quasi sicuri di non trovare nessuna pattuglia dell’esercito. Lì Edward fece uscire il fratello dalla cassa e i cinque si consultarono per decidere il da farsi.
“Il passaggio per il rifugio di Dante si trova in una chiesa abbandonata nella parte vecchia della città” spiegò Hohenheim. Ci dirigeremo là, scenderemo nella Città Sommersa e una volta arrivati alla villa Matthew rimarrà fuori ad aspettarci.” Si rivolse direttamente al figlio maggiore. “Se non dovessimo riuscire a tornare fuori entro due ore... vattene. Con le tue capacità sei perfettamente in grado di sparire senza che Sarah ti trovi.”
L’Homunculus sbuffò ma non rispose.
“E se invece riusciamo ad andarcene dalla villa sani e salvi?” chiese Reina con aria determinata.
Hohenheim rimase in silenzio per qualche istante.
“A quel punto non dovremo più preoccuparci di nulla. Mai più.”
“Hai già in mente la strategia da mettere in pratica nella parte di piano che va da “entrate nella villa” a “uscite vittoriosi dalla villa”, oppure no?” chiese sarcasticamente Envy.
“Sono sicuro che Sarah ci sta aspettando, perciò avrà preparato un qualche tipo di trappola. Oltre a lei ci saranno Lust, Gluttony, Wrath e probabilmente anche Pride e Sloth. So che lo scontro non è alla pari, ma nella nostra squadra ci sono due Pietre Filosofali e due Alchimisti di Stato...”
“Dì pure ex Alchimisti di Stato” lo rimbeccò Ed. “Inoltre, Al non deve usare l’alchimia, non sappiamo cosa potrebbe succedere.”
“Nella peggiore delle ipotesi l’alchimia consumerà il suo corpo fisico come ruggine. Potrebbe riuscire a eseguire anche una decina di trasmutazioni di media potenza prima che...”
“Ho detto di no!” lo interruppe Ed. “Al, limitati a tenerli a bada col combattimento corpo a corpo, al resto ci pensiamo noi.”
“Va bene” sospirò il ragazzino.
I cinque si mossero. Sia Hohenheim che Envy conoscevano la strada, ma nessuno dei due si sarebbe mai aspettato che ad attenderli ci sarebbe stata un’amara sorpresa: la chiesa era stata completamente rasa al suolo. Sia l’altare che la vetrata che servivano per aprire il passaggio erano sepolti sotto le macerie, e anche con l’alchimia sarebbe stato ormai impossibile ritrovare l’entrata.
“Maledetta!” gridò Edward, dando un calcio a una statua distrutta. “È opera sua, non è vero?”
“Probabilmente vuole che usiamo l’altro passaggio” rifletté Envy.
“Quale altro passaggio?” chiese subito Hohenheim.
L’Homunculus scoppiò in una risata quasi isterica.
“Ma certo, è ovvio!” Scosse la testa. “È davvero furba...”
“Spiegati meglio” insistette Ed.
Envy incrociò le braccia.
“L’altro passaggio finisce direttamente all’interno della villa di Dante” spiegò dondolandosi sui talloni.
“Ma se vieni con noi e Dante ha davvero preparato una trappola, ci finirai dentro anche tu!” obiettò Reina.
“Non sono poi così sicuro che ci sarà davvero una trappola ad aspettarci: proprio per il fatto che se vengo con voi finirò anche io nel rifugio sarebbe inutile, non credete? No, se proprio volete che io non partecipi allo scontro, mi nasconderò da qualche parte nella villa. La conosco come le mie tasche, Dante non ha fatto quasi nessun cambiamento. Anche il sotterraneo c’é ancora” aggiunse, lanciando un’occhiata significativa a Hohenheim.
“Dove si trova questo passaggio?” intervenne Al.
Envy fece un verso seccato.
“Nell’ufficio del Comandante Supremo, ovviamente.”
Nel gruppetto cadde il silenzio.
“Stai dicendo che dovremo penetrare all’interno del quartier generale di Central City senza farci beccare e come se non bastasse dovremmo pure fare irruzione nell’ufficio di King Bradley?!” sbottò Ed.
“Esatto. Perciò consiglierei prima di passare a casa Bradley a ritirare un certo oggetto. Potrebbe essere determinante nel momento in cui affronteremo il Comandante Supremo...”
“Dovremmo pure andare a trovare la signora Bradley e chiederle gentilmente di darci questo fantomatico oggetto declinando cortesemente il suo invito a restare per un té?!” La voce di Ed si era fatta acuta.
Envy alzò le spalle e annuì.
I cinque si lanciarono un’occhiata.
“Non vedo perché no...” disse infine Ed.
“In fondo abbiamo fatto cose peggiori...” disse Al.
“E dato parecchi grattacapi all’esercito...” aggiunse Reina.
“Cos’é che avreste fatto, voi?!” chiese subito Hohenheim.
“Volete darvi una mossa?!” esplose Envy.
I cinque si diressero verso casa Bradley con aria determinata. Avrebbero tentato il tutto per tutto.

Tara sbatté le palpebre un paio di volte.
I proiettili che avrebbero dovuto giustiziarla erano rimasti bloccati a mezz’aria a una trentina di centimetri da lei, collegati alle canne dei fucili per mezzo di lunghe strisce di aria ghiacciata. Sentì che alle sue spalle qualcuno atterrava agilmente dopo essere saltato giù dalla cima del muro alto tre metri che recintava il cortile, e si voltò.
“Tenente colonnello, deve sempre cacciarsi nei guai mentre io non ci sono?” chiese divertito il nuovo arrivato.
Tara spalancò gli occhi, incredula: era Fye. Indossava una redingote nera con un fazzoletto da collo bianco, e sulle spalle, bloccato da un’elegante catena dorata, portava un mantello nero con la fodera rossa. La benda sull’occhio aveva un fregio che Tara ricordava di aver visto nel ciondolo che portavano al collo i vampiri Kamui e Subaru a Tokyo. E, cosa più importante, era vivo.
“Cosa diavolo...” cominciò il capitano responsabile del plotone di esecuzione mentre i suoi uomini guardavano stupiti le loro armi congelate.
Fye intanto spezzò le manette di Tara con un colpo dei lunghi artigli affilati.
“In questo momento sono molto, molto arrabbiato” disse sorridendo. “Vi consiglio di starvene lì buoni mentre porto via la principessa, perché non vi conviene farmi arrabbiare ancora di più.”
“Fye...” cominciò Tara.
King Bradley si alzò, scavalcò con un balzo il parapetto del suo palco d’onore e si avventò contro il vampiro a spada sguainata. Fye spinse Tara dietro di sé e parò il colpo col braccio nudo. La manica si lacerò e il sangue colò dalla ferita, ma il vampiro non parve farci caso.
“Comandante Supremo, per lei farò un’eccezione” disse sorridendo di nuovo. “Anche se lei stesse fermo e buono, credo che l’attaccherei comunque, visto quello che ha fatto alla mia principessa...”
Con uno scatto afferrò la spada di Bradley per la lama, incurante delle ulteriori ferite che si stava procurando, e la spezzò con una ginocchiata.
Bradley estrasse la seconda delle sue spade e fece un affondo, che Fye deviò ancora a mani nude. Dopodiché allungò i suoi artigli e contrattaccò, obbligando il suo avversario a passare in difesa. Tara si accorse che lo stile di combattimento del ragazzo era cambiato: era molto più aggressivo, ma anche più elegante. Inoltre non aveva ancora usato la magia nemmeno una volta.
Con un colpo particolarmente veloce e preciso, Fye riuscì a lacerare la benda che Bradley portava sull’occhio.
“Piacere di conoscerti, Pride!” lo salutò quando l’uomo alzò lo sguardo su di lui: un’occhio era nero, l’altro era completamente bianco e portava nel mezzo il simbolo rosso dell’Ouroboros.
Un proiettile sfiorò la spalla di Fye, seguito da un altro che per poco non lo colpì a una gamba. I soldati si erano ripresi dallo shock, avevano scongelato i loro fucili e avevano preso a sparare su di lui.
“Accidenti, la mia alchimia è peggiorata! Credevo che il trucchetto del ghiaccio sarebbe durato un po’ di più...” disse tra sé e sé.
Con una velocità sovrumana afferrò Tara tra le braccia e spiccò un salto così alto che superò il muro del cortile e scomparve.
Bradley rinfoderò la spada e fissò il muro come se avesse voluto farlo esplodere e dare inizio all’inseguimento. Poi si voltò verso la sua segretaria.
“Il piano rimane invariato. Dobbiamo far evacuare il quartier generale” disse.
La donna gli fece un cenno con la testa. Dopodiché i due si allontanarono in direzione dell’uscita del carcere verso il quartier generale, lasciando il plotone di esecuzione stupito e confuso.

Envy, ancora con le sembianze del soldato di Amestris, bussò alla porta di casa Bradley. Ad aprire fu un altro soldato, uno di quelli assegnati alla scorta personale della famiglia del Comandante Supremo. L’Homunculus gli spezzò il collo prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, quindi fece un cenno agli altri, nascosti tra le siepi, che si affrettarono a entrare in casa e a richiudersi la porta alle spalle. Envy afferrò il cadavere del soldato e lo sbatté senza troppe cerimonie nello stanzino delle scope.
“Perché lo hai fatto?” chiese una voce.
Tutti si girarono contemporaneamente, pronti a combattere, ma si accorsero che si trattava di un bambino.
“Fermi” disse Ed, poi si avvicinanò al piccolo con un sorriso rassicurante. “Ciao, tu sei Selim, giusto? Il figlio adottivo del Comandante Supremo.”
“Ha ucciso la guardia” disse il bambino senza smettere di tenere gli occhi fissi su Envy. “Era una brava persona, giocava con me a carte e a scacchi...”
“Mi dispiace, gli avevo detto di non uccidere nessuno” disse Ed tra i denti lanciando un’occhiata di fuoco all’Homunculus, che per tutta risposta gli fece il dito medio. “Volevamo solo prendere una cosa che serve a tuo padre.”
“Siete amici di papà?” chiese subito il piccolo.
“In un certo senso sì.”
“Non è vero, conosco tutti gli amici di papà, invece voi non vi conosco per niente. Se volete fargli del male, andrò a chiamare le altre guardie!”
“Oh, ma che rottura, non possiamo semplicemente metterlo nello sgabuzzino insieme al cadavere?” sbuffò Envy.
“Smettila!” lo riprese Reina. Poi si avvicinò al bambino, che la guardò con espressione determinata. “Selim, hai mai pensato a tuo padre come a una persona cattiva?” gli chiese.
“Certo che no, il mio papà è il migliore del mondo!” esclamò il bambino con impeto. Si frugò in una tasca e ne tirò fuori una chiave dorata, abbastanza piccola da poter essere quella di una cassaforte. “Questa me l’ha data stamattina prima di uscire per andare a lavorare. Mi ha detto che apre il nascondiglio che contiene il suo più grande tesoro, e che io devo prendermene cura! Ha detto che si fida di me e che è molto orgoglioso di essere mio padre! Se fosse una persona cattiva direbbe queste cose?”
Reina non seppe cosa rispondere. Guardò Envy, il quale sbuffò di nuovo. Con un movimento velocissimo si avvicinò al bambino e gli strappò di mano la chiave. Quando Selim cercò di protestare, gli puntò alla testa la pistola d’ordinanza.
“Adesso ti insegno una cosa, pivello. Vedi quella ragazza?” disse, accennando a Reina. “Pensa che io sia una brava persona. Lo stesso vale per quella grande armatura di metallo. Vedi quell’altro ragazzo, quello biondo? Lui ci ha messo un po’, ma adesso anche secondo lui io sono una brava persona.” Caricò la pistola. “Beh, in questo momento però io non sono affatto una brava persona. Lo stesso vale per il Comandante Supremo: per te potrà anche essere un buon padre, ma per molte altre persone è la personificazione del Male, soprattutto per gli Ishbariani e i Celes, nonché per il suo stesso Paese. Vedi?” Lanciò la chiave a Hohenheim. “ È solo questione di punti di vista. E adesso mostraci dov’é che tuo padre tiene il suo tesoro.”
Il bambino ubbidì in silenzio.
Poco dopo i cinque stavano uscendo da casa Bradley. Hohenheim teneva in mano un fagotto che conteneva un oggetto rotondo. Erano già praticamente fuori quando il bambino li rincorse.
“Aspettate! State andando a fare del male al mio papà?” chiese, disperato.
Nessuno dei cinque rispose.
Mentre si allontanavano sotto gli occhi pieni di lacrime di Selim, Envy scosse la testa.
“Anche questo tipo di dolore è stato creato da Dante” commentò amaramente.

Alla frontiera meridionale di Amestris, al confine con Aerugo, le truppe comandate da Roy Mustang combattevono contro i soldati di re Elliot. Il re era in una delle tende circondato dai suoi generali, e tutti erano chini su una cartina che mostrava la disposizione delle truppe. Leo se ne stava in disparte senza perdere nemmeno una mossa del suo padrone. Questo era visibilmente irritato, sebbene le miniature delle truppe sulla cartina indicasse che per il momento si trovavano in vantaggio.
“Non fanno altro che dichiarare guerra, maledetti Amestriani!” esclamò, sbattendo una mano sul tavolo con rabbia. Alcune miniature si rovesciarono. “E ogni volta è per uno scopo più futile di quello precedente!”
Leo si limitò a guardarlo da dietro le lenti degli occhiali con un’espressione indecifrabile.
Dall’altra parte del campo di battaglia, in una delle trincee, Armstrong si avvicinò a Mustang, seduto al suo tavolo con davanti una cartina molto simile a quella di Elliot e il cappello calcato in testa, e ai suoi uomini.
“Siamo completamente circondati” li informò con tono grave.
Mustang non reagì. Breda si fece una risata.
“Beh, c’era da aspettarselo... Il piano del nostro colonnello faceva acqua da tutte le parti!”
“Il piano di Mustang prevede che noi rimaniamo qui a guadagnare tempo senza farci ammazzare” precisò Armstrong. “Nel frattempo lui sistemerà ogni cosa a Central City.”
A quel punto, Roy Mustang si alzò il piedi di scatto e si tolse la parrucca nera, rivelando i suoi capelli biondi: era Jean Havoc.
“Maggiore, è sicuro di tutta questa messinscena? Io non sono il colonnello Mustang, farmi recitare una parte del genere, soprattutto con il braccio ancora fuori uso, io non so se...”
Armstrong gli sorrise bonario.
“Coraggio, fatti forza! Io sono sempre qui accanto a te!” Si strappò la parte superiore della divisa e gli posò una mano sulla spalla. “Non ti senti al sicuro?”
Havoc sospirò, depresso.

A Central City, all’ospedale militare, il sottotenente Havoc si stava riabbottonando la camicia. Aveva già raccattato tutte le sue cose e stava per andarsene.
In quel momento entrò l’infermiera, che quando lo vide fuori dal letto trasalì.
“Signor Havoc, non deve alzarsi!” esclamò.
Gli si avvicinò, decisa a rispedirlo a letto, ma quando il sottotenente si voltò la donna si accorse che aveva gli occhi scuri, non azzurri. L’uomo si tolse la parrucca che indossava e i capelli neri gli ricaddero sulla fronte.
“Posso contare sul tuo silenzio, vero?” disse Roy all’infermiera guardandola negli occhi. “Devo andare, ho una faccenda da sbrigare, capisci? Una ragazza bella come te dev’essere anche molto intelligente...”
L’infermiera arrossì.
“Colonnello, lei mi lusinga...” Lui le prese la mano e le sfiorò il dorso con le labbra. “Oooh... Dev’essere una faccenda di grande importanza...” mormorò.
“Esattamente. È una missione segreta.” Roy le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Deve restare tra te e me.”
All’infermiera brillarono gli occhi.

“Qui dovremmo essere al sicuro” disse Fye sbirciando oltre l’angolo. Si erano nascosti in un vicolo vicino al quartier generale, dove c’erano scarse probabilità che li sarebbero venuti a cercare. “Tutto bene, principessa?” chiese poi rivolto a Tara.
Lei lo fissò per qualche istante con un’espressione indecifrabile, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime e la donna scoppiò a piangere, lasciando che lui la prendesse tra le braccia.
“Ma tu sei morto a Reole...” disse lei tra i singhiozzi. “Perciò devo essere morta anch’io...”
“Non sei morta, principessa” la rassicurò lui accarezzandole la testa. “E non sono morto neppure io. Appena prima di essere raggiunto dalla trasmutazione, ho aperto un Portale dimensionale e mi ci sono tuffato. Purtroppo non ho avuto il tempo di scrivere alcuna formula, perciò mi sono affidato alla fortuna e sono finito in una Dimensione sconosciuta. Non ho fatto in tempo a fare un passo che mi sono trovato davanti un ragazzino con gli occhiali che assomigliava all’aiutante della Strega delle Dimensioni, Kimihiro Watanuki: lui mi ha detto che poteva farmi tornare a Shambala dietro equo pagamento, ma che anche se fossi tornato immediatamente, per colpa del diverso scorrere del tempo tra i vari Mondi, sarei arrivato quando tu ormai eri già stata giustiziata. Avrei dovuto pagare un prezzo aggiuntivo per tornare indietro nel tempo e salvarti, e questo prezzo sarebbe stato la mia magia residua. Pagando questo prezzo mi sarebbero rimasti solo i poteri da vampiro: per questo motivo il ragazzino mi ha detto che il pagamento includeva il suo aiuto per riuscire a incontrare coloro i quali mi hanno reso un vampiro, Kamui e Subaru. Sono rimasto con loro per qualche mese in modo che mi insegnassero come padroneggiare completamente i miei poteri. Quando mi sono sentito pronto ho contattato di nuovo quel ragazzo, ho pagato il prezzo e sono tornato a Shambala in tempo per salvarti.”
Tara si sciolse dall’abbraccio e fissò l’occhio di Fye: pensava che fosse diventato color oro e con la pupilla verticale per via dell’eccitazione dovuta al combattimento, invece ora sapeva che non sarebbe mai più tornato azzurro.
“Ma Fye, senza la tua magia non sarai più in grado di Viaggiare” osservò.
Lui alzò le spalle.
“A me sta bene così. Non avrei più viaggiato comunque, e quando il tuo esilio qui a Shambala terminerà, chiederò a quel Mago delle Dimensioni di esaudirmi un’ultimo desiderio e tornerò a Selece con te.”
Tara gli sfiorò l’abito con un gesto che sembrava una carezza.
“Non sai come mi sono sentita quando credevo di averti perso...” mormorò.
“Accidenti, principessa, ti ho fatta piangere! Se tuo padre lo viene a sapere, potrebbe anche revocarmi il titolo di mago! Ah, già, tanto dovrà farlo comunque, visto che non ho più un briciolo di magia...”
“Sei comunque un ottimo guerriero, vedrai che troverà qualcos’altro da farti fare” lo rassicurò lei. “Nel frattempo, ho bisogno di te per smascherare pubblicamente King Bradley.” Lo aggiornò velocemente su ciò che era successo dal momento in cui era stato attivato il cerchio alchemico di Reole fino alle rivelazioni di Hohenheim Elric. “Ho tentato di parlarne con le alte cariche dell’esercito, ma il generale Hakuro ha rivolto tutto contro di me permettendo a Bradley di accusarmi di tradimento e calunnia.”
Fye, che aveva ascoltato senza interromperla, socchiuse l’occhio, pensieroso.
“Credo di avere un piano...” mormorò.

Ed, Envy, Reina e Hohenheim, con addosso ancora la divisa militare e i camuffamenti, erano arrivati davanti ai cancelli del quartier generale. Al era tornato nella cassa. I quattro si lanciarono un’occhiata ed entrarono. Avevano appena salito le scale quando incrociarono il sottotenente Havoc. Ed si irrigidì, temendo che l’uomo potesse riconoscerli e inavvertitamente fare o dire qualcosa che avrebbe potuto farli scoprire, ma l’uomo nel vederli si bloccò, quindi li squadrò velocemente e fece loro un cenno con la mano invitandoli a seguirlo. Loro ubbidirono, sorpresi.
Havoc li condusse all’ufficio vuoto di Roy Mustang e li fece entrare, poi richiuse la porta alle sue spalle.
“Non posso dire di essere sorpreso di vedervi” disse togliendosi la parrucca.
“Fratellone!” esclamò Reina.
Lui accennò agli occhiali che indossava.
“Hai scelto una montatura davvero orrenda, Rei, ma devo dire efficace.” Guardò Ed, che aveva appena fatto tornare biondi i suoi capelli. “Lo stesso vale per te, Ed: coi capelli neri sei irriconoscibile. Se non avessi riconosciuto il signor Hohenheim vi avrei lasciati passare senza vedervi...”
Ed colpì il padre con un pugno sul braccio.
“Ti avevo detto di camuffarti un po’ meglio!” lo riprese.
“Fratellone, ma Winry ci ha riferito che eri stato mandato al confine di Aerugo” disse Reina, confusa. “Cosa ci fai qui?” Lanciò un’occhiata alla parrucca. “Non mi dire...”
“Chissà come se la sta cavando il sottotenente, laggiù ad Aerugo” rifletté Roy con un sorrisetto. “Spero che non mi stia facendo sfigurare, ho una reputazione da mantenere...”
“È una conversazione molto piacevole, ma avremmo un lavoro da fare” intervenne Envy, spazientito. “A proposito, tu cosa diavolo ci fai qui al quartier generale?” chiese a Roy.
“Volevo affrontare King Bradley. Avevo saputo che questa mattina sarebbe stato nel suo ufficio, ma quando ho fatto irruzione l’ho trovato vuoto. La stessa cosa vale per il resto dell’edificio: Bradley lo ha fatto evacuare, c’era una nota sulla sua scrivania.”
Gli altri si scambiarono un’occhiata.
“Sento puzza di trappola” commentò Reina.
“Già, è come se ci stesse facendo evitare gli ostacoli. Deve aver raggiunto Sarah, e con lui ci sarà sicuramente anche Sloth...” disse Hohenheim.
“Così gli avversari saranno sei” rifletté Edward.
“Di cosa state parlando?” chiese Roy.
Ma Reina gli afferrò un braccio e lo guardò negli occhi.
“Roy, ascolta: io e gli altri stiamo per fare irruzione nel covo di Sarah Dante. Sai anche tu di quali crimini orrendi si è macchiata quella donna... Vieni con noi?”
L’uomo annuì.
“Da che parte si va?”
“Nell’ufficio del Comandante Supremo. C’é un passaggio nascosto dietro la libreria.”
“Ingegnoso...”
Il gruppetto uscì dall’ufficio di Mustang e si diresse in quello del Comandante Supremo. Una volta dentro si avvicinarono alla libreria. Envy la fece scorrere di lato rivelando uno spazioso ascensore pronto a scendere. Sembrava quasi un’invito a gettarsi tra le fauci della bestia.

I membri dell’esercito costretti a evacuare il quartier generale si erano comportati diversamente a seconda del loro rango: i soldati semplici e gli Alchimisti di Stato erano tornati a casa propria, le cariche di livello medio si erano divise tra l’imitarli e il rimanere nei paraggi del quartier generale, mentre le alte cariche si erano riunite in un locale poco distante. Avevano fatto uscire tutti i clienti e si erano seduti al bancone a parlare tra di loro sorseggiando un bicchierino.
Improvvisamente il bagliore di una trasmutazione alchemica illuminò la stanza. Le porte e le finestre furono sigillate e il locale fu isolato completamente dall’esterno.
“Cosa diavolo sta succedendo!” sbraitò uno dei generali.
“Mi dispiace molto, signori, ma era l’unico modo per farmi ascoltare da voi” disse una voce.
Tutti si voltarono e videro che apparteneva a Tara, la quale, seguita da Fye, si stava avvicinando ai militari.
“Voi restate pure lì buoni e tranquilli” disse il vampiro rivolto ai baristi e al proprietario del locale, che si erano barricati dietro il bancone con aria terrorizzata.
“Tu! Dovresti essere rinchiusa nel carcere numero 2!” esclamò un generale puntando un dito contro Tara, lo stesso generale che si era dimostrato poco tollerante nei confronti dei Celes.
“Se è per questo avrei anche dovuto essere giustiziata circa un paio d’ore fa. Strano come le cose non vadano mai secondo i piani...” Tara aprì la cartelletta che aveva in mano e ne tirò fuori alcuni fogli. “Vi chiedo di perdonare i modi bruschi, ma c’é una questione che vorrei porre alla vostra attenzione. In effetti c’entra col motivo per il quale sono stata accusata di calunnia e immediatamente condannata a morte.” Sollevò uno dei fogli al quale era allegata una fotografia di King Bradley vecchia e ingiallita. “Vorrei che osservaste questa fotografia del Comandante Supremo. Notate qualcosa di strano?”
Seppur titubanti, i generali si avvicinarono alla donna.
“No, cosa dovrebbe esserci di strano?” fece uno di loro dopo aver osservato la foto.
“Guardi la data” gli suggerì Fye.
L’uomo ubbidì e sussultò: la foto risaliva a settant’anni prima.
“Non è possibile...” boccheggiò.
“E non è tutto. Qui ci sono le prove che il Comandante Supremo in realtà è un essere umano artificiale, un cosiddetto Homunculus, in vita da almeno un centinaio d’anni. E che a manovrare lui e di conseguenza tutto il Paese è la stessa persona che lo ha creato.”
Lasciò che i generali sfogliassero il fascicolo e si consultassero tra loro per qualche minuto, poi riprese a parlare.
“Quello che vi chiedo è di intervenire immediatamente e in forze per catturarlo e neutralizzarlo. Occorre un piano ben studiato: non è assolutamente un avversario da sottovalutare.”
Il generale Hakuro si schiarì la voce.
“Tenente colonnello T’ylhanhem... Prima di tutto le faccio le mie scuse per aver causato il suo arresto” disse. Tara non rispose né gli fece alcun cenno, così l’uomo proseguì lievemente imbarazzato. “Questo materiale che ci ha fornito è a dir poco agghiacciante... Come se lo è procurato?”
Tara lo fissò col suo miglior sguardo glaciale.
“La ricerca è stata la causa della morte del suo autore. Un uomo straordinario che ha fatto tanto per molti, inclusa me. Si tratta del generale di brigata Maes Hughes, l’uomo più gentile che io abbia mai conosciuto. Se oggi sono qui, lo devo a lui. Se oggi anche voi siete qui, lo dovete a lui. È anche per onorare la sua morte che dobbiamo assolutamente intervenire e fermare King Bradley a ogni costo e con ogni mezzo... prima che sia troppo tardi.”
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 8/5/2012, 12:01




Evviva! Fye is alive! Yay!*-*
Ok, il come si è salvato dovevo un pò aspettarmelo.
Selim bambino-vero(oddio così sembra che sto parlando di Pinocchio...-.-") è agghiacciante...ò_ò No, non ce la faccia vederlo come un bambino, è un pò come immaginarmi un Envy buono. Vado in corto circuito. Lo preferisco come quello str...umento per sevizie di Pride. Non mi è mai andato giù quel suo pseudo-lieto fine in FMA con la moglie di Bradley...ma questo non c'entr niente con la vostra storia è solo un parere personale, se la storia fila(e questa parte fila) va benissimo così.
Grandioso comunque, aggiungiamo trauma psicologico indotto in tenera alla lista di crimini che stanno perpetrando il nostro gruppo di 'eroi'...ò_ò
Ecco tutta la parte finale dell'esercito ravveduto mi sa un pò di strano, cioè tutto qui? Mostra un paio di foto e loro ci credono subito? Seriamente?
Ragazze, Tara è una ricercata messa a morte, parte di una stirpe che non è vista di buon occhio dal comando di Amestris e che ha mosso accuse assurde al Comandante Supremo. Il minimo che potrebbe prendersi è l'axccusa di tentare un colpo di stato e di essere una psicopatica terminale.
Un paio di foto non dovrebbero cambiare niente. esiste una cosa chiamata contraffazione e se è fatta bene necessita di molti controlli, molti riscontri e molto tempo per essere provata.
Ammesso che la ascoltino lei verrebbe comunque sbattuta in prigione mentre le indagini sono portate avanti, questi processi sono generalmente lunghi e burocratici.




Ps: Non c'entra niente ma in Drug&Drop, la ripresa dell'abbandonata storia Lawful Drug, appare Watanuki nelle vesti di propietario del negozio!*-* Dio, mi era mancato.
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 8/5/2012, 17:49




Con ordine...
Beh, noi vogliamo bene a Fye. E' un mio Uomo Inesistente, e non potrei mai accettare di fargli deliberatamente del male, se non per un bene supreiore... XD
Selim dell'anime a me piaceva, Era puccioso. Un po' cretino, ma puccioso. Aveva solo bisogno d'amore... Ora, io non so a cosa si fosse ispirata la BossaH, ma io per scrivere quella parte avevo in mente Davros che dice al Dottore: "The man who abhors violence, never carrying a gun, but this is the truth, Doctor: you take ordinary people and you fashion them into weapons..."

CITAZIONE (Yue Hikari @ 8/5/2012, 13:01) 
Ecco tutta la parte finale dell'esercito ravveduto mi sa un pò di strano, cioè tutto qui? Mostra un paio di foto e loro ci credono subito? Seriamente?
Ragazze, Tara è una ricercata messa a morte, parte di una stirpe che non è vista di buon occhio dal comando di Amestris e che ha mosso accuse assurde al Comandante Supremo. Il minimo che potrebbe prendersi è l'axccusa di tentare un colpo di stato e di essere una psicopatica terminale.
Un paio di foto non dovrebbero cambiare niente. esiste una cosa chiamata contraffazione e se è fatta bene necessita di molti controlli, molti riscontri e molto tempo per essere provata.
Ammesso che la ascoltino lei verrebbe comunque sbattuta in prigione mentre le indagini sono portate avanti, questi processi sono generalmente lunghi e burocratici.

Contavo sul fatto che nel mondo di FMA non è così semplice contraffarre delle fotografie. Se però ti sembra troppo debole, sarà una delle cose che sistemerò nella versione advanced. :)
Yue, sai che in effetti manca 1 capitolo e l'epilogo?! Non sei contenta? E c'é di più: la BossaH ha una sorpresa in concomitanza con l'uscita dell'ultimo capitolo...
:rock:
 
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2 replies since 5/5/2012, 15:07   41 views
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