† Crossovers Revolution † - FanFictions, FanArts, Progetto Hagaren Revolution, Immagini, Video

Un nuovo nemico

« Older   Newer »
  Share  
Panchito
CAT_IMG Posted on 1/12/2009, 23:55




PROLOGO
Era una mattina come tante al Villaggio della Foglia. La primavera stava per arrivare con il suo carico di rinnovata vitalità e come a conferma di questo gli alberi erano già carichi di timide gemme pronte a sbocciare, l’erba rinverdiva e l’aria si faceva man mano sempre più calda, rendendo il gelo del brusco inverno solo un lontano e, per niente rimpianto, ricordo.
L’enorme portone che interrompeva le altrettanto enormi mura difensive del villaggio era spalancato, permettendo cosi a qualunque viaggiatore di entrare liberamente a patto di non aver intenzioni ostili.
In una piccola postazione ai lati del cancello, due ninja, mai di livello inferiore al Chunin, sorvegliavano costantemente la strada, controllando qualunque visitatore sospetto, e pronti ad allertare il resto del villaggio nei casi di emergenza.
Si trattava certamente di un compito di grande importanza e infatti soltanto i guerrieri che avevano dato prova di indubbie capacità in battaglia venivano scelti per eseguirlo.
Chiunque fosse ritenuto all’altezza di diventare guardiano del cancello del villaggio sapeva bene di ricevere un grande onore a cui ogni ninja aspirava. Si trattava di un compito di grande responsabilità e immensa importanza di cui andare fieri.
Izumo e Kotetsu, le guardie del cancello di quella mattina, cominciavano a sospettare che la realtà fosse leggermente diversa.
Kotetsu sbadigliò vigorosamente, mettendo bene in mostra tutte le corde vocali.
“ Quanto manca alla fine del turno?” chiese annoiato al suo compagno.
“ Un ora” rispose Izumo, schizzando distrattamente sul retro di un documento, ormai inutilizzabile, una discreta riproduzione dei cinque volti degli Hogake, scolpiti nella montagna che sovrastava il villaggio.
Kotetsu appoggiò il lato della testa sul bancone di legno con un sospiro.
“ Che noia” disse distrutto “ Oggi non passa nessuno, a che serve stare qui?”
Izumo osservò critico il naso del terzo Hogake e lo modificò, arrotondandolo un poco:
“ Sorvegliare le porte del villaggio è un compito fondamentale e dobbiamo essere onorati di questo” disse con voce stentorea, quasi come una cantilena ripetuta fino alla nausea.
“ E’ la stessa cosa che ha detto Tsunade, quando ci ha assegnato l’incarico” fece notare Kotetsu.
“ Se te lo ricordi, allora ricordati pure quello che ha fatto a quei due che avevano abbandonato il posto per andare a comprarsi un tè” disse Izumo, finendo di disegnare i capelli del Primo Hogake.
Kotetsu rabbrividì. Ci aveva messo due settimane per riuscire a non avere incubi, dopo aver visto delle condizioni pietose delle vittime della furia del Quinto Hogake .
Davvero non voleva finire come loro.
Stava per rassegnarsi ad aspettare, quando un rumore di passi attirò la sua attenzione e quella di Izumo. Entrambi rimasero in ascolto qualche istante, mentre il suono si faceva via via più forte, come se qualcuno si stesse avvicinando.
Kotetsu si affacciò per vedere di chi si trattasse, ma la strada era deserta.
Non fece i tempo a chiedersi cosa stesse succedendo che una figura umana apparve proprio nel punto dove stava guardando.
L’uomo, se di questo si trattava, era vestito in modo estremamente semplice. Un mantello grigio svolazzante copriva le sue fattezze, lasciando scoperto solo il braccio destro e le gambe fino a metà dei polpacci. Sulla testa calcava un largo cappello di paglia che gli copriva completamente il volto, rendendolo irriconoscibile.
Nella mano libera, l’uomo stringeva un lungo bastone nero che terminava in una curva nodosa e appesa a questa una coppia di campanelli che suonava ad ogni passo, rendendo la sua camminata quasi ipnotica.
Lo straniero si fermo sulla soglia del portone e fece scorrere lo sguardo sul panorama che gli si parava davanti.
“ E’ bello essere di nuovo a casa” mormorò con un sorriso beffardo. La sua voce era lenta e calma, eppure carica di soddisfazione, la voce di chi ha finalmente ottenuto ciò che cercava. Si voltò appena verso Izumo e Kotetsu che lo osservavano stupefatti.
“ Voi non mi avete visto, chiaro?” ordinò burbero e senza aggiungere nient’altro varcò il portone, svanendo all‘interno.
Kotetsu battè le palpebre un paio di volte e si strofinò gli occhi. Si rivolse al suo amico.
“ L’hai visto anche tu?” chiese ancora turbato.
Izumo gli lanciò uno sguardo perplesso.
“ Di che stai parlando? Non è passato nessuno”
Kotetsu si grattò la nuca. Improvvisamente non si ricordava più di cosa stava parlando. Si spremette le meningi per ricordare qualcosa che sapeva essere veramente, ma non gli venne in mente nulla.
Gettò uno sguardo verso la strada principale che portava all’interno del villaggio.
“ Deve essere il caldo” si disse e con uno sbadiglio tornò ad aspettare con impazienza la fine del suo turno.

Nel frattempo tre Jonin camminava lungo una delle tante strade che attraversavano il villaggio, diretti all’Ufficio dell’Hogake a seguito di un improvvisa comunicazione.
“ Cosa vorrà la vecchia Tsunade cosi d‘improvviso?” chiese un uomo biondo con una lunga treccia dietro la nuca.
“ Magari ha finito il saké e vuole che andiamo a ricomprarglielo” scherzò il secondo, un uomo molto grasso e dalla lunga capigliatura rossa che praticamente sovrastava gli altri due dal petto in su.
“ O magari le serve qualcuno da mettere a compilare scartoffie” ipotizzò scherzosamente l’uomo biondo.
L’energumeno scoppiò in una risata tonante, mettendosi una mano sul pancione per contenere le risate.
“ E tu che ne pensi, Shikaku?” chiese l’uomo biondo.
L’uomo chiamato Shikaku si riscosse dai suoi pensieri. Portava una corta barbetta sul mento e i capelli messi in modo da assomigliare vagamente ad un ananas
“ Eh? Ecco… veramente non ne ho proprio idea, Inoichi”
Capendo che non aveva sentito nulla di quello ch avevano detto, Inoichi inarcò un sopracciglio:
“ Che ti prende? E’ da quando che ci siamo incontrati che sembri avere la testa tra le nuvole”
L’uomo grasso li interruppe, riempiendo di nuovo l‘aria con la sua risata fragorosa.
“ Ormai dovresti conoscere Shikaku, Inoichi, lui è sempre con la testa tra le nuvole”
“ Solitamente ti avrei dato ragione, Chouza, ” ribattè l’uomo biondo, scuotendo la testa “ Ma stavolta è diverso, Shikaku è preoccupato per qualcosa”
L’interpellato rise, divertito “ Non ti si può nascondere proprio nulla, eh?”
“ Certo, sono uno Yamanaka in fondo” si vantò Inoichi, gonfiando il petto.
“ Già, impiccione come tutti quelli della tua famiglia” lo prese in giro Shikaku.
Inoichi si alterò. Anche se non sembrava aveva un senso dell’onore estremamente sviluppato.
“ Brutto….”
Fortunatamente Chouza lo bloccò tra le sue enormi braccia, prima che potesse fare mosse avventate.
“ Buono, buono” disse l’omone, mentre il suo amico di vecchia data cercava di liberarsi, agitando furioso le braccia e strillando come un ossesso. Si rivolse a Shikaku “ Allora cosa ti preoccupa? Non sarà un altra scusa per non andare?“ insinuò.
“ Niente affatto, è solo che…” Shikaku cercò le parole adatte “ E’ questa missione, non era mai successo che Tsunade ci convocasse cosi d’urgenza e come posso dire…Ho davvero un brutto presentimento” concluse alla fine.
Chouza lo guardò perplesso, anche Inoichi si era calmato. Shikaku non aveva mai espresso dubbi su una missione, era un genio, senza dubbio, faceva obiezioni su obiezioni, ma in tanti anni non lo avevano mai visto cosi allarmato. Stava per dire qualcosa, quando sentì una voce:
“ Scusate, gentili signori”
Tutti e tre si voltarono nella direzione della voce e videro che a parlare era stato un uomo con il volto completamente coperto da un grosso cappello di paglia in testa e un bastone in mano.
Shikaku si chiese come avesse fatto a non sentirlo arrivare, ma rispose ugualmente:
“ Cosa vuole?” Per qualche motivo parlò con più sgarbatezza di quanto avesse voluto, quel uomo gli ispirava una brutta sensazione.
“ Oh, una semplice informazione” disse quello, il suo tono di voce era gentile. Anche troppo.
“ Vorrei solo sapere dove posso trovare Villa Hyuga”
Shikaku si impose di non sussultare. Villa Hyuga era una tenuta enorme che si trovava nel centro di Konoha in cui abitava il Clan più antico, rispettato e potente del Villaggio “
“ E cosa la porta da quegli scorbutici degli Hyuga?” chiese Inoichi con un fare insolitamente cortese che sorprese Shikaku.
I campanelli che pendevano dal bastone dell’uomo misterioso, suonarono, emettendo un rintocco sinistro.
“ La mia intenzione è di rapire la primogenita di Hyashi Hyuga”
Calò un istante di silenzio, mentre i tre jonin assorbivano quelle parole.
Inoichi e Chouza scoppiarono a ridere fragorosamente, seguiti dal basso ridacchiare dell’uomo nascosto. Solo Shikaku non ci trovava niente di divertente, anzi trovava inquietante tutta quella situazione.
“ Ahahahah, che battuta” riuscì a dire Chouza tra le lacrime “ Lei è proprio una sagoma”
Senza smettere di ridere, Inoichi indicò la strada dietro di sé “ Per Villa Hyuga deve proseguire per questa strada fino alla fine e poi svoltare a destra, ahahahaha, che ridere”
L’uomo mascherato ringraziò, abbassandosi un poco l’ampio cappello.
“ Vi ringrazio, e ora se volete scusarmi”
Con tranquillità sorpassò Chouza e Inoichi che ancora ridevano, ma si ritrovò la strada sbarrata da Shikaku che lo guardava freddamente.
“ Non so chi tu sia, ma…” le parole morirono in gola al Jonin, appena lo sguardo dell’uomo mascherato si posò su di lui. Per un istante vide un occhio nero come la pece scrutarlo minaccioso e leggere nelle profondità della sua anima come un libro aperto. Sotto quello sguardo che di umano aveva ben poco si sentì come un piccolo insetto pronto per essere schiacciato.
La sua forza di volontà si spezzò e senza sapere il perché, si fece da parte per lasciar passare l’uomo misterioso.
Lo straniero continuò lungo la sua strada, lasciandosi dietro quei tre Jonin che ripresero tranquillamente a parlare, senza più ricordo del suo arrivo.
“ Stupidi, patetici esseri umani” mormorò l‘uomo, prima di sparire nella polvere del primo pomeriggio.
Un tintinnio sinistro risuonò nell’aria, perdendosi nel cielo splendente di inizio primavera.

Sono stanco. Ho sonno. Non mi va di dire niente. La vita fa schifo. Lavatevi i denti, sennò vi vengono le carie e poi vi si tarla la testa. Buonanotte.
 
Top
0 replies since 1/12/2009, 23:55   22 views
  Share