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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 23

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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 25/7/2010, 18:54




Ciao a tutti, faccio in fretta: d'ora in poi, salvo inconvenienti, gli aggiornamenti saranno mensili: ogni 25 del mese.
Grazie e buona lettura! ^^

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 23 – Un nuovo inizio
“Treno in partenza per South City! Portarsi al binario tre!” annunciarono gli altoparlanti. Sebbene fossero solo le sei di mattina, la stazione di Central City era già gremita di gente che si affrettava verso i vari binari, mentre venditori abusivi ne approfittavano per vendere le cose più disparate Era difficile non perdersi di vista in quel caos.
“Presto, Reina! È il nostro!” chiamò Watanuki agitando le braccia e alzando la voce, nonostante si trovasse appena a pochi metri di distanza dalla ragazza. Accanto la lui, Doumeki si tappava le orecchie con aria indifferente.
“Tranquillo, Watanuki. Qui non siamo in Giappone, i treni non sono così puntuali…” sorrise lei, senza spostarsi dall'ingresso. Allungò il collo per cercare di vedere al di sopra della folla, stringendo in mano i quattro biglietti che avrebbero portato lei, i due giapponesi e l'Homunculus a Rush Valley, dove sperava di riuscire a raggiungere i fratelli Elric. La ragazza cominciava a disperare: forse si era illusa quando aveva sperato di essere riuscita a convincere Envy a venire con loro dopo solo quel breve dialogo. Ancora si domandava perché si fosse comportata così con lui: in fondo, era un assassino e un mostro, cosa c'era nell’Homunculus che l'aveva spinta a fidarsi di lui? Una persona con più senno di lei non avrebbe esitato quando lui le aveva detto che era libera di colpirlo... Non che sperasse di vendicare Hughes con quel gesto, ma sicuramente si sarebbe sfogata. E invece era riuscita a perdonarlo. Inoltre aveva creduto alla sua promessa di farla finita con la vecchia vita, e stava per salire su un treno in compagnia dell’assassino di un suo caro amico! Nel momento in cui ripensò a Hughes, sentì un groppo in gola e le lacrime minacciarono di tornare a scorrere. Aveva le idee confuse, due sentimenti sovrapposti che mal si conciliavano l'uno con l'altro e che rischiavano di lacerarla. E intanto il treno stava per partire e di lui nessuna traccia…
Improvvisamente sentì una mano batterle sulla spalla da dietro e, colta di sorpresa, sobbalzò: chi la guardava con aria sorpresa era un ragazzo di circa vent'anni, con corti capelli blu raccolti sotto un basco e gli occhi grigi, vestito con una camicia a mezze maniche verde scura sopra una maglietta rossa e jeans chiari.
“Ti ho spaventata?” le chiese, sorpreso dalla reazione della ragazza: doveva avere proprio la testa tra le nuvole per non capire che era lui, Envy! Visto che lei non rispondeva, continuò: “Lo so, sono in ritardo… Il treno è già partito?”
Finalmente Reina sorrise, riconoscendolo.
“Credevo che non saresti più venuto…”
“In effetti ero sul punto di…” cominciò, ma prima che potesse finire la frase, risuonò nuovamente l’annuncio di partenza.
“Sarà meglio andare!” esclamò Reina, prendendo la mano del ragazzo e trascinandolo verso i due giapponesi. A Watanuki e Doumeki presentò Envy come un proprio amico, ma quello che la sorprese di più fu che, invece di dare un nome falso, lui stesso si presentò con il proprio vero nome, Matthew.

“Caaaaaaaaaldo!” esclamò Fye appena scese dal vagone. Si tolse immediatamente la giacca, restando in camicia e pantaloni. Tara non sembrava essersi nemmeno accorta del cambiamento di temperatura.
La piccola stazione, con soli due binari, non era tanto piena di gente, tuttavia lo era la città che si intravedeva appena fuori. All’uscita, sulla strada principale, svettava un cartello con la scritta: “Benvenuti A Rush Valley!”.
“Ehi, senti, Signor Acciaio!” Fye richiamò l’attenzione di Edward che si stava già dirigendo nella direzione del cartello. “Com’è che siamo ai primi di Febbraio e fa così caldo?!”
“Eh? Ma è normale, no? Siamo più a sud!”
Fye lo guardò sorridendo e annuendo, con l'aria di chi non ha palesemente capito un emerito tubo e aspetta spiegazioni. Edward sbuffò e si voltò verso di lui:
“Bene, la Terra è una sfera, sfeeera…” sottolineò le parole con i gesti. “Ai poli i raggi del sole arrivano più obliqui e fa più freddo! Qui siamo pressappoco in corrispondenza dell’equatore e fa più caldo, d’ora in poi se si va più giù o più su farà sempre più fresco! Questa maledetta città è la più calda di Amestris! Ecco perché non ci volevo venire!” così dicendo gli diede le spalle riprendendo a camminare verso la città, dove Winry si era già fiondata, seguita da Al con passo più lento.
“Ma… Scusa, Tara, ci saremo spostati di meno di mille chilometri, o le mie percezioni della distanza sono andate in tilt?!”
“Ottocento, per la precisione" rispose lei tranquillamente.." Capisco che tu sia confuso, ma il mondo di Shambala ha un volume minore della maggior parte degli mondi, che invece seguono i parametri fisici del Mondo Reale. Te l’avevo spiegato quando mi avevi fatto una domanda simile a proposito di Selece, no?” spiegò mentre si incamminavano insieme a poca distanza dai fratelli Elric.
“Aaah… Ora ho capito!”
Rush Valley era una città molto particolare, costruita interamente all’interno di un largo canyon. Le alte mura naturali impedivano al sole impietoso di colpire la città intera, se non a mezzogiorno, quando raggiungeva lo zenit. Al centro della tortuosa via principale scorreva un fiumiciattolo di acqua trasparente, che arrivava tramite tubature, in tutti gli edifici. La maggior parte di questi erano piccoli negozi di automail, i più grandi si limitavano al municipio, la scuola, un vecchia chiesa in rovina e "Museo dell’automail”. A quell’ora la maggior parte delle botteghe era in procinto di aprire, ma la gente per strada non mancava e non c’era tra loro persona che non avesse un arto meccanico. Sia Edward, quindi, che Alphonse (creduto da tutti un armatura composta di automails) potevano passare praticamente inosservati. Winry, dal canto suo, era agitatissima: correva da un negozio all’altro con un taccuino in mano, dove annotava con frenesia qualunque particolarità o tecnica interessante. Dietro di loro Tara teneva d'occhio la gente, come le imponeva il suo ruolo di gurdia del corpo, mentre Fye, che le arrancava a fianco, tentava disperatamente di non sciogliersi.

Nel frattempo, a Central City, Roy, Riza e Maria Ross stavano chiudendo i conti con l'ospedale per quanto riguardava la degenza dei fratelli Elric e di Reina. Le spese, essendo tutti e tre alchimisti, di cui due al servizio dell'esercito, sarebbero state pagate dallo Stato, anche se Roy non capiva perché sua sorella si fosse fatta portare un gigantesco coniglio di peluches rosa...
Improvvisamente la porta della stanza si spalancò sbattendo contro la parete, e sulla soglia comparvero due figure decisamente fuori dall'ordinario: una donna alta e magra con i capelli rasta e ai piedi un paio di ciabatte da casa invece che delle scarpe e un omone gigantesco che, in quanto a mole, poteva fare a gara con il maggiore Armstrong, con la sola differenza che questo ostentava una pancia piuttosto grossa e sembrava più... pericoloso. Riza portò automaticamente la mano alla pistola.
“I fratelli Elric si trovano qui?!” abbaiò la donna, guardando male i militari all'interno della stanza, i quali, da parte loro, rimasero a fissarli sbalorditi. Infine Maria Ross replicò con decisione:
“Non ci sono.”
“Dove si trovano?!” domandò ancora la donna, con aria aggressiva.
"Beh, veramente noi..."
Intanto l’uomo si era avvicinato alla cartina appesa al muro, dove si notava ancora il segno rosso a forma di cuore che Winry aveva fatto su Rush Valley prima di andare via. La strappò dalla parete.
“Ehi!” fece l’omone, attirando l’attenzione della donna, che sorrise.
“Mitico come sempre!” esclamò con il pollice alzato. “Andiamo!”
I due uscirono dalla stanza senza dire una parola, lasciando i tre militari con una grossa gocciolona sulla nuca.

“ACCORRETE! ACCORRETE, SIGNORE E SIGNORI! COMINCIA LA GARA DI BRACCIO DI FERRO DI RUSH VALLEY!”
Un folto gruppo di persone si accalcò intorno ad un tavolo posizionato nel mezzo di un incrocio tra due vie. Accanto ad esso stavano due persone: un giovanotto mingherlino e un uomo muscoloso che aveva al posto delle braccia due giganteschi ed imponenti automail. Si scommetteva denaro, e la somma per il vincitore era piuttosto alta, in soldi d’oro ammonticchiati sopra un tavolino più piccolo.
Incuriosito, anche il gruppo capitanato dai fratelli Elric si avvicinò, facendosi largo tra i curiosi e assistendo appena in tempo al primo incontro: il campione stracciò il suo avversario in pochissimi secondi, spaccando persino il tavolo.
Fye fece un fischio di ammirazione.
“Notevole… Certo che con un braccio d’acciaio cambiano molte cose…" Si voltò verso Tara. "Ehi, che dici, pensi che riuscirei a batterlo anche senza avere uno di quei cosi meccanici?” le chiese.
Winry lo fissò con aria arrabbiata.
“Ma che dici?! È una sfida tra automail!"
"Ma scusa, si parla comunque di forza muscolare, no?"
Winry scosse la testa.
"In realtà la forza di un automail, per quanto grande, non dipende dalla massa muscolare dell’individuo, soprattutto se parte dalla spalla, ma dalla robustezza dei materiali e una buona azione dei cuscinetti. Insomma, chi compete non è il portatore di automail, ma il costruttore: meglio è fatto un automail, più è forte la sua potenza. Non ha semplicemente senso sfidare una persona senza automail!”
Fye alzò le mani in segno di resa.
“Va bene, va bene, scusa!” Si voltò verso Alphonse e disse sottovoce: “Un vera patita…”
“Già…” sospirò l'armatura, mentre il terzo avversario veniva battuto… e il terzo tavolo distrutto. “Fratellone, hai visto?” disse al fratello, chinandosi.
Edward fece un cenno affermativo.
“Per forza vince sempre...”
Il quarto sfidante si fece avanti. Era una donna, poco più che una ragazza, con la pelle scura e i capelli legati sulla nuca in un codino corto.
“Poverina!” un grido si alzò dalla folla. “Quella lì indossa un automail del vecchio Dominic!” Come avesse detto una cosa spassosissima, l’intera folla scoppiò a ridere, ma la ragazza era seria. Fu dato il via alla sfida e questa volta per alcuni secondi sembrò che la ragazza avesse la meglio. Improvvisamente il tavolo si ruppe e l’omone la sbatté a terra. Sotto le grida di scherno della folla e del campione, la ragazza fuggì a testa bassa.
“Benissimo! Non c’è più nessuno sfidante?!” esclamò l’ometto. Si guardò intorno, poi indicò Al. “Tu mi sembri molto forte, vuoi provare?”
“Eh?Ah? Io?!” balbettò Al, preso alla sprovvista. “No, grazie!”
“No? Allora potrebbe venire…” il suo sguardo si posò su Ed, ma si fece divertita. “Ma che dico! Quello è un soldino di cacio!”
La venuzza sulla fronte di Ed ebbe un guizzo.
“Le parole maledette…” sussurrò Tara. Fye sghignazzò, mentre Edward partiva all’attacco.
“CHI SAREBBE IL SOLDINO DI CACIOOO?!”
Fortunatamente Al lo afferrò al volo impedendogli di compiere una strage.
“Oh! Il soldino di cacio sprizza energia da tutti pori!" esclamò il tipo smilzo. "Sarebbe pronto per la sfida... peccato che il suo automail sia una schifezza!”
Winry, che stava ridendo per la reazione di Ed, si sentì ferita nell'orgoglio e fece una faccia furiosa tale e quale a quella dell’alchimista.
“Ehi, Al... Mollalo, lascialo andare..." ordinò. Aveva una faccia così spaventosa che il ragazzino non poté fare altro che ubbidire. Poi la ragazza si rivolse a Edward. "Fagliela vedere! Non devi assolutamente perdere, capito?!"
"Con piacere!"
Ed afferrò la mano dell'avversario, e, appena fu dato il via, tirò con tutte le sue forze. Il braccio dello sfidante si spezzò letteralmente in due, e Edward gettò il moncone alle sue spalle.
"Scusa tanto, gli spazzini oggi avranno da lavorare di più!" disse con aria sorniona.
La folla, dopo un attimo di stupore, si scatenò in grida e applausi. Fye si mise a fischiare e ad agitare le braccia, mentre Ed e Winry sorridevano soddisfatti. I due organizzatori non poterono fare altro che consegnare al gruppetto la vincita, che non era per nulla scarsa!
Mentre camminavano per la città, Winry non la smetteva di gongolare.
"510000 cents qui nelle mie mani!" esultò la ragazza stringendo il sacchetto con la vincita. Poi si mise a blaterare di tutte le cose che avrebbe potuto comprarsi, ovviamente relative a nuovi pezzi di automail. I quattro alchimisti erano rimasti un po' più indietro per lasciarla sfogare senza venir coinvolti.
Improvvisamente davanti al gruppetto si pararono i due della sfida, il mingherlino e quello grosso, che indossava un automail sostitutivo.
"Molto bravi, complimenti per la gara... Ma adesso, se non volete farvi male, restituiteci subito i soldi!" disse il roimo con aria aggressiva.
"Scordatelo! Li abbiamo vinti regolarmente!" esclamò Winry, mentre gli altri quattro la raggiungevano.
"Chiudi il becco, sappiamo benissimo che quel soldo di cacio ha barato!" gridò lo smilzo.
"Ah sì? E voi non avete forse usato l'alchimia per battere gli avversari?!" sbottò Ed.
"E allora?! Tu non hai fatto lo stesso?!"
Winry ci rimase male.
"Ed... Hai usato l'alchimia?!"
"Ahi..." sussurrò Fye.
"Sì" rispose Ed.
"E tu lo sapevi, Al?" chiese ancora Winry.
"Ehm... Beh, sì" rispose lui, incerto.
"Capisco..." fece Winry, abbassando lo sguardo, stranamente calma.
"Ahi, ahi, ahi..." fece ancora Fye, mettendosi dietro a Tara, che stava scuotendo la testa.
"Io ve l'avevo detto di dirglielo subito" disse la donna.
Winry sollevò un'enorme chiave inglese, tirata fuori da chissà dove (Il ritorno della tasca della quarta dimensione!NdGreen),e colpì prima Ed, poi Al e poi i due della sfida, infine, senza dire una parola, si allontanò da sola.
"Tara ve lo aveva detto..." disse Fye, punzecchiando con un rametto ciò che restava di Edward.

A Central City, Roy era andato alla cabina telefonica dove era stato ucciso Hughes. Mentre fissava il punto in cui era stato trovato il cadavere del suo migliore amico, sentì qualcuno avvicinarsi. Si voltò e vide che si trattava del tenente Hawkeye e del maggiore Armstrong, che aveva fatto convocare. I tre si spostarono in un vicolo isolato per discutere.
"Sì, un'idea di chi siano quelli che hanno ucciso il generale di brigata Hughes ce l'abbiamo..." stava dicendo Armstrong.
"Allora perché non li avete ancora arrestati?" lo incalzò Roy.
"Ho detto che abbiamo un'idea... non che sappiamo chi siano di preciso" replicò il maggiore.
"Spiegati un po' meglio."
"Non posso."
Roy non si aspettava una risposta del genere, e il suo tono si fece duro.
"Sono un colonnello, e come tuo superiore, ti ordino di parlare!"
"Non posso parlare" ripeté il maggiore.
Roy lo fissò per qualche secondo, poi chinò la testa.
"Basta così. Vattene." Armstrong fece il saluto militare e si allontanò. Riza si voltò verso Roy, il quale stava riflettendo. "Il maggiore ha detto "quelli che hanno ucciso Hughes", perciò... significa che i nemici sono più di uno. E se non ha potuto rispondere alla domanda che gli rivolgeva un colonnello, vuol dire che qualcuno più in alto di me gli ha espressamente dato ordine di tenere la bocca chiusa." Riza annuì. "Inoltre, se i fratelli Elric hanno deciso di muoversi a titolo personale tenendomi all'oscuro di tutto, come ci ha detto il sottotenente Ross, ne deduco che le autorità militari hanno a che fare con la Pietra Filosofale. Spero solo che mia sorella non rimanga troppo coinvolta da tutta questa faccenda."

Winry camminò fino a sera inoltrata. Non aveva meta, voleva solo stare il più lontana possibile da Ed e Al. E pensare che era così felice che Ed avesse vinto con l'automail che lei stessa gli aveva costruito! Invece aveva usato uno sporco trucco, e l'aveva ingannata. Mentre rimuginava tristemente su questi pensieri, vide la ragazza che aveva partecipato alla gara di braccio di ferro e aveva perso. Si stava controllando l'automail, che cigolava. Spinta dal suo spirito di meccanica, si avvicinò.
"Ti hanno rovinato il braccio?" le chiese. "Ti ho vista alla gara di braccio di ferro..."
"Che figuraccia, eh?" fece lei.
"Posso sedermi qui?"
"Prego..." disse l'altra, facendole spazio. Mentre si muoveva, Winry riconobbe il suono metallico di altri due automail.
"Anche le tue gambe sono degl automail!" esclamò, sorpresa.
"Come hai fatto a capirlo?"
"Sono un'esperta, perché li costruisco e li vendo!" rispose lei, sedendosi. "Posso dare un'occhiata al tuo braccio?" L'altra ragazza annuì e le porse l'automail. Winry lo tastò per un po', affascinata, complimentandosi col costruttore. "La cosa migliore" concluse "è fartelo controllare da chi l'ha costruito."
"Sì, ma vedi..." cominciò la ragazza, ma s'interruppe e sospirò. "Sono rimasta vittima di un incidente ferroviario quand'ero piccola" raccontò. "Ho perso le gambe e un braccio, e visto che ero rimasta sola, mi sono ritrovata a mendicare per la strada, desiderando solo di morire. Poi... il signor Dominic mi ha raccolta dalla strada e mi ha dato il braccio e le gambe. Oggi alla gara volevo solo dimostrare che i suoi automail sono fantastici... E invece..."
Winry annuì: comprendeva benissimo quella ragazza. Improvvisamente le venne un'idea.
"Basterebbe trovare un'altra occasione per dimostrare quanto sono forti quegli automail!" esclamò. Poi sussurrò qualcosa all'orecchio della ragazza, che annuì.
"Comunque io mi chiamo Paninya" disse la ragazza con gli automail.
"E io sono Winry."
Le due si alzarono, dirette al laboratorio del signor Dominic, dove la meccanica voleva provare ad aggiustare l'automail della ragazza, quando si sentì battere una mano sulla spalla.
“Ehm, scusa…” chiese una voce femminile. Lei si voltò: era una ragazza mora dall'aria familiare. “Tu sei…Winry, giusto?”
“Ah, sì! E tu sei… Ehm... Eri al compleanno di Elicia…” rispose la meccanica. Non riusciva a ricordare il suo nome. Paninya si sporse, incuriosita.
“Sono Reina."
"Ah, scusami, Reina..."
"Non importa. Senti, sai per caso dove posso trovare Ed e Al, sempre che non siano già partiti?”
“No, non lo so.” Winry si imbronciò. “Non so dove siano, ma di certo sono ancora in questa città.”
“Ah…” sorrise Reina. “Sentito, sono ancora qui!” esclamò, voltandosi.
Watanuki e Doumeki, che erano rimasti un po' in disparte, le si avvicinarono.
“Bene, almeno andremo in fretta alla ricerca di un albergo… Il viaggio è stato estenuante!”
“Già!”
“REINA MUSTANG!” chiamò una voce poco distante. “SI PUÒ SAPERE PERCHÉ LE VALIGIE DEVO PORTARLE IO?!”
Reina si voltò ridendo.
“Perché tu sei un cavaliere… e io una debole donzella!” esclamò. Envy, intanto, arrancava verso di loro con le tre valige dei ragazzi in mano. Ovviamente aveva ancora l'aspetto del ragazzo coi capelli blu e gli occhi grigi.
La ragazza gli andò incontro.
“Scusa, Envy…” sussurrò, prendendo la sua valigia dalle mani dell'Homunculus. “Comunque, grazie del favore…”
“Seee… seee…” disse lui. "Non è ora di andare? È piuttosto tardi, non avete sonno?"
"Hai ragione. Scusa, Winry, ma ora dobbiamo proprio andare. È stato un piacere rivederti!"
"Aspettate!" esclamò Paninya. "Se avete bisogno di un posto dove stare, posso ospitarvi io. Il negozio del signor Dominic è abbastanza grande per tutti e sei."
"Sarebbe gentilissimo da parte tua!" esclamò Reina, raggiante. "Ma sei sicura che non disturbiamo?"
"Figuratevi! Se vi accontentate di due divani..."
"Per me non c'è problema. Per voi, ragazzi?"
Nessuno ebbe nulla da obiettare, così il gruppo si spostò all'officina.

Il mattino seguente Winry si mise a capo del gruppo di ricerca dei fratelli Elric e guidò gli altri per le vie di Rush Valley, di cui aveva praticamente imparato a memoria la topografia. Li trovarono seduti su una panchina, apparentemente intenti a non fare nulla, con Tara ritta alle loro spalle, e Fye intento a sventolarsi con un foglio di carta già di prima mattina.
"Ehi!" chiamò la bionda, allungando il passo. Paninya la seguì, mentre gli altri preferirono avvicinarsi più lentamente, in particolare Envy. Quando arrivarono, Winry si stava scusando per aver fatto preoccupare i fratelli.
"Sai, Ed era così in pensiero che è stato fuori tutta la notte a cercarti" disse Al. "Non siamo nemmeno andati a prendere una stanza... Ahi!" esclamò quando il fratello lo colpì sull'elmo. Era tutto rosso in viso.
"Ti avevo detto di tenere la bocca chiusa" ringhiò.
"Ma fratellone!"
Winry sorrise, senza farsi notare da Ed.
Il ragazzo si voltò a guardare i nuovi arrivati.
“Reina, già qui?!” esclamò Ed. “Non dovevi restare con tuo fratello?”
“Ehm… Ho... trovato il modo di affidare a lui tutto il lavoro!”
“Beh, hai fatto proprio bene, per una volta Mustang sarà costretto a darsi una mossa... Ah, e tu sei la ragazza della sfida di ieri!" esclamò poi.
"Esatto. Mi chiamo Paninya" si presentò lei, alzando una mano in segno di saluto.
Ed annuì, poi guardò gli altri tre.
"E voi...?”
Fu Tara a rispondere.
“Kimihiro Watanuki, lavora presso mia madre… Ha capacità sensitive.”
Il giovane abbozzò un inchino.
“Piacere…”
“E Shizuka Doumeki, a quanto ne so, è un suo compagno di scuola. Sinceramente, non capisco cosa ci faccia qui…”
“INFATTI! Non lo capisco neanche io! Ma perché poi Yuuko ha insistito a farmi venire qui con lui, poteva farmi accompagnare da Himawari, la dolce Himawari…. Ma no! Deve sempre…” e andò avanti alcuni minuti a lamentarsi del fatto di esser stato messo in coppia con Doumeki, il quale aveva approfittato del tempo morto per stringere la mano a tutti quelli che non conosceva. Poi Watanuki si interruppe, ricordandosi improvvisamente il motivo per cui era lì. “Ah! Comunque, devo consegnare una messaggio importante in privato a Tara-san…”
“Potevi dirlo prima!" esclamò Tara, irritata. Poi si voltò verso i fratelli Elric e diede loro un bigliettino. "Prendete una stanza in questo albergo, vi raggiungerò là. Fye, resta con loro.”
“Uffi! E se tu avessi bisogno di aiuto?”
"So badare a me stessa, e poi, se resti, i fratelli Elric rimarranno senza scorta!"
"Sigh..."
“Ah, veramente…” intervenne Watanuki, tirando fuori dalla valigia un piccolo fagotto avvolto da un drappo rosso “...Ho qui l’oggetto richiesto da Fye D. Flowright.”
“Ah! Giusto!” Il mago si avvicinò in un due salti e prese con delicatezza l’oggetto, che a quanto pareva era fragile.
“Si…” Watanuki si schiarì la voce. “Yuuko richiede un pagamento adeguato.”
“Certo, certo…” Fye estrasse da una tasca interna del soprabito un oggetto circolare, uno specchio: la superficie però non sembrava riflettere, quanto aveva l’apparenza di una superficie di mercurio liquido. Watanuki annuì, lo prese tra le mani e lo ripose con cura nella valigia.
Il gruppo aveva osservato lo scambio senza proferire parola e con aria rapita: solo Tara fissava Fye accigliata, soprattutto perché non aveva idea di cosa fossero quegli oggetti.
"Possiamo andare. Voi due, cercate di non combinare guai!" disse la donna, rivolta ai fratelli. "Reina, mi raccomando, tienili d'occhio."
"Fidati di me!"
Quando i due giapponesi si furono allontanati insieme a Tara e Fye, Ed si rivolse a Reina:
“Scusa, ma… quello che si è nascosto dietro agli scatoloni è sempre amico tuo?”
Reina si voltò, sbuffando.
“MATTHEW! Si può sapere che diavolo stai facendo?!” gli gridò correndo verso di lui. "È tutto a posto, non..." Si fermò di botto a poca distanza da lui: gli occhi erano tornati color ametista e con la pupilla verticale, ora sottilissima, e fissava Edward e Alphonse con le mani strette a pugno, respirando affannosamente. Reina gli si avvicinò. “Cos’hai?” gli chiese dolcemente.
Lui sembrò rilassarsi un poco.
““Mi dispiace, non posso. Non posso sul serio… non senza rischiare di far del male a loro e anche a te…””
Reina lo guardò male, poi, senza preavviso, gli diede un calcio in faccia che lo mandò gambe all'aria. L’Homunculus la guardò costernato: in quanto a maniere, quella ragazza decisamente non somigliava a Karasu!
“Basta storie! Hai detto che volevi una nuova vita, no?” sbraitò. Poi il tono della sua voce si addolcì. “Allora fai il primo passo… o vuoi che io pensi che Earth Alchemist sia un codardo?” disse in un soffio.
L’Homunculus si rialzò in piedi togliendosi la polvere di dosso.
“Va bene, va bene…”
"Tutto ok?" chiese la voce metallica di Al. L'alchimista si era avvicinato e li fissava. Envy cambiò velocemente il colore dei propri occhi, facendoli tornare grigi, ma era in ritardo di un secondo: Al se n'era accorto.
-Ho già visto quegli occhi...- pensò il ragazzo. -Ma dove?- Rifletté un attimo, poi gli balenò nella mente un ricordo. -Possibile che sia... No, come avrebbe fatto a ingannare Reina... Però sembra proprio lo sguardo di uno di quegli Homunculus...-
Improvvisamente vide una mano tendersi verso di lui. Alzò lo sguardo e il ragazzo che lo guardava sorridendo.
“Mi chiamo Matthew, piacere di conoscerti!” esclamò allegramente.
Al lo fissò inebetito per alcuni secondi poi gli strinse la mano.
-No, non può essere un Homunculus… Ha un sorriso troppo sincero per un essere senz’anima…-
I tre si avvicinarono al resto del gruppo, e Envy si presentò anche agli altri, stringendo la mano a tutti. La crisi di poco prima sembrava completamente dimenticata, con gran sollievo di Reina, che era rimasta sorpresa dal suo comportamento. In quel momento si accorse che l’amica di Winry, Paninya, aveva preso l’orologio di Ed.
"Che diavolo..." fece il biondo.
"È una gara, Ed" spiegò Winry. "Se riuscirai a raggiungere Paninya prima che raggiunga il banco dei pegni, avrai vinto tu."
"Ma che razza di scherzo è?!"
"Sembra interessante. Se non vado errato, sia Edward che Paninya hanno un'automail al braccio e alla gamba... Paninya a entrambe le gambe. La sfida è praticamente alla pari" rifletté Watanuki.
"Sì, ma non ha senso!" esclamò Ed.
"Se non la insegui subito, il tuo orologio verrà impegnato, caro il mio alchimista" disse Winry, serafica.
Paninya corse via, seguita a ruota da Edward, ben deciso a recuperare il suo orologio.
“Fratellone!” esclamò Al, cercando di seguirli, ma fu bloccato da Matthew, che lo prese per il braccio e lo tirò verso di sé.
""Tu non sei stupido come il piccoletto"" disse, mentre i suoi occhi tornavano viola con la pupilla verticale. Al sussultò.
"Ma allora è vero, tu sei..."
Envy si mise un dito davanti alla bocca intimandogli di fare silenzio.
““Puoi mantenere un segreto?”” chiese.
“Non quello di un… mostro!” esclamò Al, facendo per liberarsi, ma Envy lo tenne ancora più stretto, quasi piegando il metallo.
““Alphonse… Elric! Posso osare chiederti un minimo di fiducia?!”” disse tra i denti. Al si fermò. ““Non posso dirti perché mi trovo qui ma… ho deciso di pensare con la mia testa, una volta tanto. Non farò del male né a te, né al piccoletto d’acciaio…””
"E pretendi pure che ti creda?!"
““L’ho promesso a Reina”” disse, mentre in un piccolo lampo di luce cambiava di nuovo il colore dei suoi occhi, senza smettere di tenerli fissi nelle due tenui luci rosse che rappresentavano gli occhi di Alphonse. ""Se dovessi mancare alla promessa e dovessi mettere in pericolo te, tuo fratello o chiunque altro, allora sarai libero di dire a tutti chi sono veramente.""
"A quel punto probabilmente saremo tutti morti" constatò Al.
""Non è detto... Forse non tutti...""
Al diede uno strattone al braccio che l'Homunculus ancora stringeva.
"E credi pure che io ti reggerò il gioco, visto quello che hai appena detto? Fratellone!" gridò poi, ma Envy lo afferrò per la spalla e lo tirò più vicino a sé.
""Hai ragione, siamo partiti col piede sbagliato e io sono l'ultima persona di cui tu possa fidarti... ma te lo chiedo per favore. Fallo per Reina.""
"Che vuoi dire?"
""Io e lei siamo... legati"" buttò lì il mutaforma.
"Reina... e te?"
""Non posso spiegarti ora, ma ti prometto che un giorno te lo dirò, sia a te che a Edward. Potrei anche rivelarvi qualcosa in più a proposito della pietra filosofale"" aggiunse poi, come se gli fosse venuto in mente solo in quel momento.
Al non rispose, ma si vedeva che stava riflettendo.
"Giuri di non fare del male a nessuno?" chiese ancora.
""Sulla mia lunghissima vita"" fu la risposta.
Alphonse sospirò e fece un cenno affermativo con la testa.
-
Nel frattempo, sui tetti, Ed inseguiva Paninya. Entrambi avevano un'ottima resistenza, ma Ed era intenzionato a vincere. Riuscì a spingere la ragazza in un vicolo cieco, ma questa non si diede per vinta e, con l'aiuto di un piccolo cannone inserito all'interno della gamba destra, riuscì a sollevare un polverone e a far perdere le proprie tracce.
-
"Hughes... è...?"
"Purtroppo sì."
Tara guardò Watanuki negli occhi, ma vi lesse solo sincerità. Si prese la testa tra le mani.
"Non sono riuscita ad avvertirlo" disse. "Una persona dovrebbe percepire quando c'è qualcosa che non va con una persona che ama, giusto? E invece..."
"Tara..." mormorò Fye, allungando il braccio come per consolarla, ma lei si tirò su di scatto, e lui ritrasse la mano.
"I fratelli Elric e Winry Rockbell non devono saperlo" disse, col suo solito tono di voce calmo.
"Perché?" chiese Watanuki, confuso.
"Perché è meglio così. Quei ragazzi hanno già abbastanza problemi, preferisco che lo vengano a sapere in un altro momento."
"Sono d'accordo" disse Fye, serio. Poi sorrise. "Ora, però, dobbiamo tornare dai nostri clienti! Il lavoro di guardia del corpo è proprio impegnativo, eh? Spero che quei due non si stiano mettendo nei guai..."
Proprio in quell'istante, risuonò un'esplosione.
Tara sospirò e corse verso il punto dove avevano lasciato i fratelli Elric, subito seguita da Fye e , dopo un attimo di esitazione, da Watanuki e Doumeki.
-
Paninya era preoccupata di aver esagerato. Quel cannone aveva una potenza piuttosto devastante, ne era la prova il macello che aveva combinato. Decise di non pensarci e stava cercando di capire da che parte fosse il banco dei pegni, quando una figura si catapultò fuori dal fumo e riuscì ad afferrare l'orologio.
"Preso!" esclamò. Era Ed.
Paninya fece un passo indietro verso il bordo del tetto, ma la gamba le cedette e lei cadde giù con un grido. La sua corsa s'interruppe tra le braccia di Fye, che la prese galantemente al volo. Anche Ed scese giù dal tetto, e si avvicinò alla ragazza, ancora tra le braccia del mago.
"Non riesco a capire per quale ragione tu mi abbia sfidato, ma sappi che non è ancora nato chi riesce a battere i miei automail!" disse il biondo con aria sicura.
Winry arrivò appena in tempo per sentire quelle parole, e arrossì di gioia. Al, Reina e Matthew li raggiunsero poco dopo, mentre Paninya spiegava il piano che aveva architettato con Winry.
Fye lanciò un'occhiata a Matthew, e sussultò. La sensazione che gli dava quel ragazzo... era diversa da quella che davano i normali esseri umani. Anche l'odore del suo sangue, che, essendo un vampiro, riusciva a percepire anche attraverso la pelle, era strano: sembrava artificiale. Aveva già provato qualcosa di simile quando si era scontrato con Lust e Gluttony al laboratorio numero 5, perciò questo poteva voler dire solo una cosa: anche quel ragazzo era un Homunculus! Scoccò un'occhiata a Reina e aguzzò le orecchie, ma non avvertì nulla di anomalo in lei, né battiti del cuore accelerati, né pupille dilatate: quel ragazzo non l'aveva manipolata in alcun modo, perciò o lei non era consapevole della sua vera identità, oppure lo sapeva e, per qualche ragione che Fye non riusciva a comprendere, lo accettava tra di loro. Spostò di nuovo lo sguardo su di lui, e Envy se ne accorse. Capendo di essere stato scoperto, aprì la bocca per dire qualcosa, ma il vampiro sorrise con aria furba e disse solo:
"Certo che... le cose si stanno facendo molto, molto interessanti!"

A Central City, Sheska era riuscita a ottenere un appuntamento con Roy Mustang e si trovava nel suo ufficio. Insieme a loro c'era anche Riza Hawkeye.
"La prego, colonnello" stava dicendo. "Deve trovare a tutti i costi quei criminali vigliacchi che hanno ammazzato il generale Hughes! Io farò di tutto per aiutarla."
Roy le dava le spalle, e non si voltò a guardarla.
"L'indagine sulla morte in missione del generale Hughes... è già stata archiviata" disse con voce ferma.
Sheska sussultò. Stava per replicare, ma la porta si aprì e fece il suo ingresso il generale Hakuro, lo stesso che era rimasto coinvolto nell'incidente sul treno assaltato dai terroristi qualche anno prima, e che era stato salvato dall'intervento di Ed, Al e Tara nelle sembianze di Arya. Mustang si voltò e fece il saluto militare.
"Instancabile come sempre, eh Mustang?" fece il generale. "A proposito, si parla di un tuo trasferimento a Central City... Ma sai com'è, è sempre possibile che la cosa venga revocata..."
A quel punto, Roy fece qualcosa che andava contro a tutti i suoi ideali e al suo carattere: s'inchinò profondamente davanti al generale Hakuro.
"Se lei appoggia il mio trasferimento, lavorerò per lei anima e corpo" disse, gli occhi rivolti a terra. "Spero di poter contare presto sulla sua saggia guida."
Hakuro sorrise soddisfatto.
"Molto bene, è questo l'atteggiamento giusto" disse, prima di uscire.
Sheska era rimasta a fissare incredula il colonnello, mentre le lacrime le salivano agli occhi. S'inchinò velocemente e corse via senza dire una parola.
Roy, finalmente, si sollevò dall'inchino: il suo sguardo era duro.
"Io devo raggiungere la vetta" disse al tenente Hawkeye, che era al suo fianco. "Sei con me?"
"...C'è bisogno di chiederlo?" fu la risposta della donna.
Roy annuì.
"Le ricerche degli assassini di Hughes... non le interromperò, anche se tutti dovranno credere che l'ho fatto." Il suo sguardo si fece ancora più duro. "Voglio trovare quei bastardi e ucciderli con le mie stesse mani..."

Reina entrò nella saletta comune al pianterreno dell'albergo dove avevano preso le stanze. Come aveva previsto, Envy era lì, seduto su una poltrona di vimini con le ginocchia al petto e gli occhi chiusi. Aveva un libro in grembo.
“Non stai dormendo, vero?” domandò Reina.
Per tutta risposta, lui aprì gli occhi e alzò la testa.
“Io non dormo” disse laconico.
“Oh, beh, lo immaginavo...” La ragazza si sedette accanto a lui. “Dunque…” cominciò. “Com’è stata la tua prima giornata tra gli esseri umani?” Envy non rispose, limitandosi a lanciarle un occhiata annoiata. Reina capì che non era il caso di fare domande stupide e si zittì. L’Homunculus tornò a chiudere gli occhi. “A volte… sei diverso” disse ancora lei, dopo alcuni secondi. “A Central, quando hai deciso di lasciarti il passato alle spalle… e prima, quando hai stretto la mano ad Al… Che ti è preso, tutto d’un tratto?”
Inaspettatamente, Envy ridacchiò.
“Te ne sei accorta?”
Reina lo guardò, perplessa, ma lui non aggiunse altro, posò il libro e si allontanò. La ragazza lo fissò per alcuni secondi, cercando di capirci qualcosa, senza successo, poi lo seguì.
-
Alphonse era uscito un attimo perché gli era sembrato di sentire miagolare in strada, e infatti aveva trovato un bel gattone bianco che faceva le fusa e si era fermato ad accarezzarlo. Quando si era rialzato per tornare dentro, però, aveva visto qualcosa che lo aveva immobilizzato dal terrore: la donna coi rasta e l'omone che a Central City erano sulle loro tracce. Corse dentro l'hotel e si fiondò su per le scale verso la stanza sua e del fratello.
In quella stanza, intanto, Winry cercava di convincere Ed a tornare con lei a Reesenbool per farsi sostituire gli automail, che ormai erano un po' piccoli, ma Ed fece un grugnito di diniego. Winry abbassò la testa.
"Vuoi a tutti i costi sbarazzarti degli automail, vero?" disse tristemente. "io... farò del mio meglio, te lo prometto... Troverò il modo di eliminare il fastidio che ti da indossarli... Perciò... Perciò..."
"Winry..." mormorò Ed, vedendo che la ragazza stava piangendo. "Ti capisco, ma... noi... rivogliamo i nostri corpi veri. È questo che desideriamo prima di tutto."
Avrebbe aggiunto anche qualcos’altro, ma la porta si spalancò e fece il suo ingresso Al, agitatissimo.
"Fratellone, siamo nei guai!" strillò.
Sulla soglia apparvero anche Tara e Fye, che stavano facendo la guardia (e inavvertitamente avevano ascoltato il dialogo tra Ed e Winry). Sentirono un passo pesante provenire dal corridoio, e Tara si portò la mano alla pistola d'ordinanza, mentre Fye piegava il capo da un lato con le braccia incrociate: si stava avvicinando l'uomo enorme che stava in compagnia della donna coi rasta. Tara e Fye si guardarono, indecisi su cosa fare.
L'omone si affacciò sulla porta e fissò Edward con uno sguardo impassibile, mentre l'atmosfera nella stanza si faceva gelida.


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EDIT: in seguito alle vostre segnalazioni sono state apportate modifiche al capitolo! Meglio?

Edited by GreenArcherAlchemist - 25/8/2010, 09:40
 
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Shoki"Akuma
CAT_IMG Posted on 25/7/2010, 20:00




Fi-finalmente *_* Non vedo l'ora di leggerlo!
*fugge* ...tra qualche ora. *trepid*
_______

Dunque! Oh che bel capitolo *_* Eccoci infine a Rush Valley!
E se fin ora erano mancate le occasioni per dare del fagiolino/piccoletto/scricciolino a Ed, eccone una! La gara di braccio di ferro di Rush Valley!
E qualcuno metta Fye in frigo, diamine!
Ma andiamo ad Envy. :saw: In un capitolo mezzo mondo ha scoperto la sua vera natura XD Adoro il pg, e mi piace come si sta sviluppando.
Insomma, tutte le idiozie che ho scritto si possono riassumere in un: Complimenti davvero, ottimo lavoro anche stavolta *___*! (*depress* anche se come al solito il chappy si conclude sempre sul più bello! ç__ç) Se non altro, almeno la data è certa <3 Il 25 vi aspetterò al varco U_U [cit.]
Oh ecco, volevo anche aggiungere il Kamui *_* è la prima volta che lo vedo! :kamui:

Edited by Shoki"Akuma - 26/7/2010, 03:39
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 26/7/2010, 20:40




Che belloooo! Riesco a leggere il capitolo prima di partire,urra!!!*-*
*saltella per la gioia*

CITAZIONE
Nel frattempo, a Central City, Roy, Riza e Maria Ross stavano chiudendo i conti con l'ospedale per quanto riguardava la degenza dei fratelli Elric e di Reina. Le spese, essendo tutti e tre alchimisti, di cui due al servizio dell'esercito, sarebbero state pagate dallo Stato, anche se Roy non capiva perché sua sorella si fosse fatta portare un gigantesco coniglio di peluches rosa...
Improvvisamente la porta della stanza si spalancò sbattendo contro la parete, e sulla soglia comparvero due figure decisamente fuori dall'ordinario: una donna alta e magra con i capelli rasta e ai piedi un paio di ciabatte da casa invece che delle scarpe e un omone gigantesco che, in quanto a mole, poteva fare a gara con il maggiore Armstrong, con la sola differenza che questo ostentava una pancia piuttosto grossa e sembrava più... pericoloso. Riza portò automaticamente la mano alla pistola.
“I fratelli Elric si trovano qui?!” abbaiò la donna, guardando male i militari all'interno della stanza, i quali, da parte loro, rimasero a fissarli sbalorditi. Infine Maria Ross replicò con decisione:
“Non ci sono.”
“Dove si trovano?!” domandò ancora la donna, con aria aggressiva.
"Beh, veramente noi..."
Intanto l’uomo si era avvicinato alla cartina appesa al muro, dove si notava ancora il segno rosso a forma di cuore che Winry aveva fatto su Rush Valley prima di andare via. La strappò dalla parete.
“Ehi!” fece l’omone, attirando l’attenzione della donna, che sorrise.
“Mitico come sempre!” esclamò con il pollice alzato. “Andiamo!”
I due uscirono dalla stanza senza dire una parola, lasciando i tre militari con una grossa gocciolona sulla nuca.

Izumi Ruleggia!xDDDD
CITAZIONE
Winry sollevò un'enorme chiave inglese, tirata fuori da chissà dove (Il ritorno della tasca della quarta dimensione!NdGreen)

Muahahahhahaha!xD
CITAZIONE
"Tara ve lo aveva detto..." disse Fye, punzecchiando con un rametto ciò che restava di Edward.

Cliche. Ma c'e' un motivo per cui i cliche diventano tali....xD
CITAZIONE
“REINA MUSTANG!” chiamò una voce poco distante. “SI PUÒ SAPERE PERCHÉ LE VALIGIE DEVO PORTARLE IO?!”
Reina si voltò ridendo.
“Perché tu sei un cavaliere… e io una debole donzella!” esclamò. Envy, intanto, arrancava verso di loro con le tre valige dei ragazzi in mano. Ovviamente aveva ancora l'aspetto del ragazzo coi capelli blu e gli occhi grigi.

Envy facchino... c'e' qualcosa di estremamente malfeficamente piacevole e contemporaneamente debilitant ein tutto ciò...o___ò
CITAZIONE
“Kimihiro Watanuki, lavora presso mia madre… Ha capacità sensitive.”

Come sua madre?!?!O_O
Non puoi spararmi certi shock cosi di punto in bianco!!!!
CITAZIONE
Reina lo guardò male, poi, senza preavviso, gli diede un calcio in faccia che lo mandò gambe all'aria. L’Homunculus la guardò costernato: in quanto a maniere, quella ragazza decisamente non somigliava a Karasu!

Reina sta riprendendo qualche punto. u_u
Chiunque prenda a calci in facciua Envy prende punti.
CITAZIONE
""Tu non sei stupido come il piccoletto"" disse, mentre i suoi occhi tornavano viola con la pupilla verticale. Al sussultò.
"Ma allora è vero, tu sei..."
Envy si mise un dito davanti alla bocca intimandogli di fare silenzio.
““Puoi mantenere un segreto?”” chiese.
“Non quello di un… mostro!” esclamò Al, facendo per liberarsi, ma Envy lo tenne ancora più stretto, quasi piegando il metallo.
““Alphonse… Elric! Posso osare chiederti un minimo di fiducia?!”” disse tra i denti. Al si fermò. ““Non posso dirti perché mi trovo qui ma… ho deciso di pensare con la mia testa, una volta tanto. Non farò del male né a te, né al piccoletto d’acciaio…””
"E pretendi pure che ti creda?!"
““L’ho promesso a Reina”” disse, mentre in un piccolo lampo di luce cambiava di nuovo il colore dei suoi occhi.
Al non rispose, ma fece un cenno affermativo con la testa.

E Alphonse invece ne sta perdendo!O_o
Ma gli e' dato di volta il cervello?! Lo accetta cosi'?
CITAZIONE
Fye lanciò un'occhiata a Matthew, e sussultò. La sensazione che gli dava quel ragazzo... era diversa da quella che davano i normali esseri umani. Anche l'odore del suo sangue, che, essendo un vampiro, riusciva a percepire anche attraverso la pelle, era strano: sembrava artificiale. Aveva già provato qualcosa di simile quando si era scontrato con Lust e Gluttony al laboratorio numero 5, perciò questo poteva voler dire solo una cosa: anche quel ragazzo era un Homunculus! Scoccò un'occhiata a Reina, ma non avvertì nulla di anomalo in lei: quel ragazzo non l'aveva ingannata, lei era consapevole della sua vera identità.

E la miseria!O_o che intuito ai raggi X!
CITAZIONE
Spostò di nuovo lo sguardo su di lui, e Envy se ne accorse. Capendo di essere stato scoperto, aprì la bocca per dire qualcosa, ma il vampiro sorrise con aria furba e disse solo:
"Certo che... le cose si stanno facendo molto, molto interessanti!"

Questa reazione dato il carattere di Fye e' gia piu comprensibile ma io rivedrei quella di Alphonse,come quella di Reina nel capitolo scorso sa un po di forzato...

 
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Panchito
CAT_IMG Posted on 30/7/2010, 13:26




*arriva a cavallo di un lama*
Eccomi, argh, sono qua, pant, ce l'ho fatta ad arrivare, gosh.
Mi sbrigo, dato che ho già i minuti contati.
Non ne posso più.
*si sgonfia*
*si rigonfia*
Dunque, è un buon capitolo, davvero niente da dire, anzi qualcosa da dire c'è, state diventando sempr epiù brave.
Le descrizioni sono più dettagliate e la lettura è molto più piacevole dei capitoli iniziali, come è più scorrevole il sistema delle frasi.
Tanto lo so che avete venduto l'anima al diavolo, non mi fregate XD
Anche i caratteri sono piùà che ottimi, però, concordo con Yue riguardo al comportamento di Envy (è diventato buono Impossibile, dev'esserci un errore) e a quello di Alphonse. Sopratutto riguardo al secondo, non credo che Alphonse si sarebbe fidato cosi velocemente di Envy, piuttosto si sarebbe messo a uralare e a correre in tondo come una gallina impazzita XD
E un altro appunto.
Lungo il capitolo rivelate tanti dettagli importanti in modo troppo "rilassato", provate a soffermarvi di più sulle implicazioni.
Lo so, sono pedante, ma qua "tempus fugit" e la prova è che mi metto anche a dir ei proverbi in latino.
Continuate cosi comunque, siete veramente brave.
Al prossimo capitolo!
*cavalca via, svanendo nel tramonto*
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 6/8/2010, 12:55




Ci lavoreremo quando saremo gomito a gomito sui monti. Visto che c'è tempo fino al 25 per il prossimo capitolo possiamo prendercela comoda e lavorare di più su questo... La reazione di Al era ancora meno sorpresa nella prima stesura, qui già c'era un impercettibile passetto avanti, ma a quanto pare non è abbastanza. Rileggendolo a distanza di un paio di mesi in effetti non suona benissimo... L'ho sistemato, ma ho bisogno dell'ok della BossaH.
Per le rivelazioni a manetta... non so cosa fare! Anche qui urge Entaconsulta con BarBossaH (che non è il pirata puzzone di Pirati dei Caraibi, ma la capa degli Ent scrivani)...

Grazie dei consigli e dei complimenti, siete sempre un pubblico meraviglioso!!! *Si commuove* :al: (povero Al)

Edited by GreenArcherAlchemist - 6/8/2010, 15:41
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 30/8/2010, 09:43




CITAZIONE
""Tu non sei stupido come il piccoletto"" disse, mentre i suoi occhi tornavano viola con la pupilla verticale. Al sussultò.
"Ma allora è vero, tu sei..."
Envy si mise un dito davanti alla bocca intimandogli di fare silenzio.
““Puoi mantenere un segreto?”” chiese.
“Non quello di un… mostro!” esclamò Al, facendo per liberarsi, ma Envy lo tenne ancora più stretto, quasi piegando il metallo.
““Alphonse… Elric! Posso osare chiederti un minimo di fiducia?!”” disse tra i denti. Al si fermò. ““Non posso dirti perché mi trovo qui ma… ho deciso di pensare con la mia testa, una volta tanto. Non farò del male né a te, né al piccoletto d’acciaio…””
"E pretendi pure che ti creda?!"
““L’ho promesso a Reina”” disse, mentre in un piccolo lampo di luce cambiava di nuovo il colore dei suoi occhi, senza smettere di tenerli fissi nelle due tenui luci rosse che rappresentavano gli occhi di Alphonse. ""Se dovessi mancare alla promessa e dovessi mettere in pericolo te, tuo fratello o chiunque altro, allora sarai libero di dire a tutti chi sono veramente.""
"A quel punto probabilmente saremo tutti morti" constatò Al.
""Non è detto... Forse non tutti...""
Al diede uno strattone al braccio che l'Homunculus ancora stringeva.
"E credi pure che io ti reggerò il gioco, visto quello che hai appena detto? Fratellone!" gridò poi, ma Envy lo afferrò per la spalla e lo tirò più vicino a sé.
""Hai ragione, siamo partiti col piede sbagliato e io sono l'ultima persona di cui tu possa fidarti... ma te lo chiedo per favore. Fallo per Reina.""
"Che vuoi dire?"
""Io e lei siamo... legati"" buttò lì il mutaforma.
"Reina... e te?"
""Non posso spiegarti ora, ma ti prometto che un giorno te lo dirò, sia a te che a Edward. Potrei anche rivelarvi qualcosa in più a proposito della pietra filosofale"" aggiunse poi, come se gli fosse venuto in mente solo in quel momento.
Al non rispose, ma si vedeva che stava riflettendo.
"Giuri di non fare del male a nessuno?" chiese ancora.
""Sulla mia lunghissima vita"" fu la risposta.
Alphonse sospirò e fece un cenno affermativo con la testa.
-

La pausa tra il nome di Alphonse e il suo cognome mi da da pensare...*uhm mode on*
Apprezzo il cambiamento...e' piu verosimile. complimentoni. u_u
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 30/8/2010, 21:33




Grazie, carissima! :D La pausa ti dà da pensare? In che senso?
 
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6 replies since 25/7/2010, 18:54   70 views
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