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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 26

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 25/10/2010, 13:14




Sono assurdamente influenzata (a quanto pare sta facendo il giro), ma, puntuale come un orologio a cucù svizzero, vi presento il prossimo capitolo di HR FMA Reload!
Sperando di aver migliorato il migliorabile, attendiamo umilmente il vostro giudizio...

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 26 - Scambio equivalente
Tra gli alti grattacieli di Tokyo, la bassa e graziosa villa sembrava un topolino in mezzo a tanti giganti, quasi rassegnata a starsene lì intrappolata per l'eternità. Ma nessun passante ci faceva caso: per loro l’alta staccionata di legno non esisteva, la villa tantomeno. Solo le persone che avevano bisogno di entrare in quell'edificio potevano vederlo, ed erano molto poche.
Nel cortile assolato, due bambine molto strane giocavano con un tubo dell’acqua: di viso erano identiche, ma una aveva i capelli lunghi e ricci di un colore blu chiaro, legati in due codini, mentre l’altra aveva una pettinatura a caschetto rosa. Insieme a loro saltellava uno strano animale nero con lunghe orecchie, una specie di coniglio con una gemma blu sulla fronte. I tre smisero di giocare, quando dal terreno si alzò una sorta di bolla argentea, che quando scoppiò rivelò le tre figure di Fye, Watanuki e Doumeki.
“Watanuki!” “Watanuki!” esclamarono l’una dopo l’altra le bambine, saltando al collo del ragazzo, che quasi cadde dalla sorpresa.
“Maru! Moro!” esclamò,abbracciandole. “Sono tornato. C’è Yuuko-san?”
“Yuuko non c’è!” “Non c’è!” fecero, di nuovo parlando come uno stereo mal sincronizzato. Solo in quel momento sembrarono notare Fye. “Un cliente?” “Un cliente?” chiesero, inclinando la testa di lato.
“Non è un cliente” rispose Watanuki portando la valigia sotto il portico della villa. “Piuttosto, se Yuuko non è ancora tornata, allora la villa è rimasta incustodita?” chiese.
“Figurati” rispose una voce fredda come il ghiaccio. Da una delle porte scorrevoli uscì la figura di un giovane: apparentemente sembrava più piccolo di Watanuki, poteva avere 15 o 16 anni, ma aveva un’aura inquietante. I capelli erano castano scuro, più lunghi di quelli del giapponese, e gli occhi erano blu, da occidentale. Non appena uscì, le bambine smisero di giocare, e Fye strinse gli occhi. “Mia sorella mi ha lasciato a badare al negozio…” spiegò.
“A…Ares-sama…” balbettò Watanuki, quasi intimorito. “Non pensavo ci fosse lei al negozio. Di solito, Eriol-sama…” cominciò, ma il ragazzo lo interruppe.
“Anche lui è a Shambala” disse sedendosi. “Mi chiedo proprio cos’abbia quella dimensione di tanto interessante, di recente…” borbottò, poi notò Fye. “Per quanto mi riguarda, non concedo desideri. Mi dispiace, ma dovrai tornare quando…”
“Basil Leed, o sbaglio?” domandò Fye, dopo un po’. Il vampiro aveva riconosciuto il Mago che aveva dato il potere di Viaggiatore a quel Kyle che gli aveva strappato un occhio a Tokyo, tanto tempo prima. Ares strinse gli occhi a sentirsi chiamare col suo vero nome, ma non disse nulla, aspettando invece che fosse Fye a parlare. “Non sono venuto a chiedere qualcosa. Volevo solo incontrare la Strega” disse infatti il biondo. Ares inclinò appena la testa di lato, in ascolto. “Il Portale è stato aperto da Shambala" disse semplicemente il mago. "Due volte. E da persone che nemmeno hanno a che fare con la magia.”
Watanuki si voltò stupefatto, mentre Ares non mutò espressione.
“Ne sono al corrente” disse dopo un po’. “Probabilmente è per questo motivo che Clow e YonHua sono laggiù: in quel mondo… fin troppe persone hanno avuto a che fare con il Portale.”
-
Al confine tra Amestris e Aerugo, il gruppo di Ishbaliani di cui faceva parte anche Scar entrò nella città in cui, prima di loro, si erano già rifugiati molti sopravvissuti della guerra. I bambini corsero subito via ad esplorare le strade polverose, mentre Scar si guardava intorno: intorno a lui non c'era altro che povertà e desolazione. Come si erano ridotti quegli uomini un tempo così fieri!
"Dobbiamo fare qualcosa, mi rifiuto di marcire in questa discarica per il resto della mia vita!" esclamò qualcuno dietro di lui.
"E cosa vorresti fare, sentiamo" disse un altro vicino a lui.
"Attaccare. Uccidere quei maledetti di Amestris e riprenderci la nostra terra!" rispose il primo, abbassando la voce. "Siamo in tanti, possiamo farcela!"
Subito si scatenò un brusio concitato. Scar si voltò per guardare in faccia l'uomo che aveva parlato, ma la sua attenzione fu attratta da un'altra persona. Un uomo palesemente non di Ishbar, vestito di nero come un corvo, coi capelli mossi altrettanto scuri e gli occhi dorati, fissava il gruppetto di cospiratori. D'istinto Scar si irrigidì, ma l'uomo sospirò e si avvicinò a loro con tranquillità. Questi si zittirono immediatamente.
"Non voglio sentire altro" disse, mettendosi una mano in tasca e tirando fuori un pacchetto di sigarette. "Non abbiamo intenzione di rifugiare voi Ishbaliani per scatenare un'altra guerra, ma per prevenirla."
"Chi è quell'uomo?" chiese Scar ad un altro Ishbaliano, accennando all'uomo vestito di nero, che si era appena acceso la sigaretta.
"È Raven" rispose quello. "Raven Nightray. È stato lui ad avere l'idea di costruire questa città."
-
Il bambino correva a perdifiato per le strade di Dublith, utilizzando l'alchimia ogni volta che si trovava davanti ad un vicolo cieco. Edward gli era sempre alle calcagna, ma quel ragazzino usava tecniche che nemmeno lui conosceva e continuava a guadagnare terreno. Era peggio di quando aveva dovuto rincorrere Paninya a Rush Valley...
Al negozio dei coniugi Curtis, intanto, Frank Archer e Alex Louis Armstrong stavano parlando con Shigu. Cercavano Izumi e i fratelli Elric, ma ciò che ottennero furono solo i prezzi dei prodotti del negozio. L'uomo, infatti, non aveva la minima intenzione di svelare a due militari dove fossero la moglie e i ragazzi. Da dietro la porta che dava sul retro, Reina e Winry spiavano i tre uomini.
"Ma quello è il maggiore Armstrong!" esclamò Winry sottovoce.
"Già. L'altro soldato invece non credo di averlo mai visto..."
"Siamo in missione per conto dell'esercito," stava dicendo quest'ultimo "non è necessario mantenere segreti."
Shigu, impassibile, continuò col suo elenco.
"Il signor Shigu è una forza" commentò Reina. "Lo avevo giudicato male, di primo acchitto, invece è sorprendente come sua moglie!"
A quel punto, Armstrong fece un passo avanti.
"Lasci stare, a lui penso io" disse al colonnello Archer.
Si mise di fronte al macellaio e si tolse la giacca della divisa, rimanendo a torso nudo. Poi cominciò a gonfiare i muscoli come un body-builder, nel tentativo di intimidirlo, ma questi non cambiò espressione. Il teatrino del maggiore continuò finché ad un certo punto anche Shigu si mise a gonfiare i muscoli, tanto da distruggere la maglietta che aveva addosso. I due colossi andarono avanti così a fronteggiarsi, dimentichi di tutto il resto, mentre le due ragazze li guardavano, sbigottite. Fu per questo che non si accorsero che Archer si era avvicinato e le guardava dal basso verso l'alto.
"Allora?" disse freddamente. Le due trasalirono. "Dove sono i fratelli Elric, signorine?"
Prese alla sprovvista, le due balbettarono qualche frase sconnessa a proposito di un bambino e del fatto che i due lo stavano inseguendo per tutta la città. Soddisfatto, il militare le ringraziò, richiamò il maggiore, che nel frattempo aveva fatto amicizia col marito di Izumi, colpito dai muscoli dell'avversario, e i due uscirono dal negozio.
Non ci misero molto a trovare i due ragazzi, bastava seguire le scintille di energia alchemica. Quando li raggiunsero, Ed stava riprendendo fiato.
"Maggiore, quanto tempo!" esclamò Al. Il fratello, invece, li guardava con aria ostile.
"Vi presento il tenente colonnello Archer, il responsabile del tribunale militare" disse Armstrong, senza accorgersi dello sguardo di Ed.
"Che siete venuti a fare fin quaggiù?" chiese quest'ultimo, irritato da questa nuova perdita di tempo.
"Il tribunale militare è lo stesso dove lavora il tenente colonnello Hughes" rifletté Al. "Lui come sta, bene?" chiese.
Armstrong si irrigidì, non sapendo cosa dire.
"Al, per favore, non è proprio il momento" sbottò Edward, voltandosi per aprire un buco nell'ennesimo muro. "Andiamo" disse poi, e i due si misero a correre alla ricerca del ragazzino, lasciandosi alle spalle i due militari.
Lo trovarono che camminava su un tetto con equilibrio pericolosamente instabile, e si affrettarono a seguirlo. Appena in tempo, perché ad un certo punto il ragazzino inciampò e scivolò giù, e i fratelli furono costretti a formare una catena umana per acchiapparlo al volo.
I tre si sedettero sul ciglio del tetto, ansimanti. Quando ebbe ripreso fiato, il bambino si osservò le mani, una più chiara e una più scura. Poi guardò le braccia di Ed, coperte dalla giacca e dai guanti, e quelle di Al, grosse e metalliche, e poi fissò di nuovo le sue.
""Sapete dirmi perché le mie mani sono così diverse dalle vostre?"" chiese.
Ed abbassò lo sguardo sulla sua mano destra.
"Vedi, questa... questa in realtà non è la mia vera mano."
Il bambino lo guardò, confuso.
""Se quella lì non è tua, cos'è successo alla tua vera mano?""
"Cosa?" fece Ed, colto alla sprovvista. "Ehm, ecco..." ma le parole non vennero fuori.
""Dov'è finita?"" insistette il bambino.
Ed non rispose.
"Senti..." intervenne Al. "Ti ricordi dove ti sei fatto questa ferita alla spalla?"
Il bambino la fissò come se la vedesse per la prima volta.
""Non... lo so"" ammise alla fine.
I fratelli si guardarono.
"E se fosse solo una coincidenza?" disse Al poco dopo, lontano dalle orecchie del bambino, che era rimasto a dondolare i piedi di colore diverso dal bordo del tetto.
"Naaah, non dire stupidaggini!" lo zittì il maggiore.
"Dai, stammi a sentire: hai perso il braccio e la gamba in uno scambio equivalente, allora perché adesso sarebbero qui? È strano, non trovi?"
Ed si voltò a guardare il bambino.
"Hai ragione... Per essere strano, è strano... Ma pensaci un attimo: se lui è riuscito a portar fuori dal Portale il mio braccio e la mia gamba, probabilmente... è anche possibile... recuperare il tuo corpo!"
I due rimasero a riflettere su quest'ultima ipotesi, ignari del fatto che, da terra, Armstrong ed Archer li stavano spiando. Quest'ultimo, grazie al mirino di un fucile, osservò il bambino, bloccandosi quando vide il suo piede destro.
"Siamo vicini al segreto del laboratorio numero 5" disse, abbassando l'arma. "Dobbiamo catturarlo."
"E i due fratelli Elric?" chiese subito Armstrong. "Li lasciamo perdere...?"
"Abbiamo trovato qualcuno più interessante di loro" fu il laconico commento dell'uomo. "Andiamo."
-
""COSA?! Come sarebbe a dire che il bambino è scappato?!"" gridò Envy. Reina era andata da lui appena i militari erano usciti dal negozio, preoccupata del fatto che, nella foga di trovare i fratelli, facessero del male al piccolo.
"Mi dispiace..." disse lei, imbarazzata. "Volevo dirtelo prima, ma poi sono arrivati quei due dell'esercito e..."
""E tu e la meccanica avete spifferato tutto quello che sapevate, eh? Brave!"" la interruppe lui. Era fuori di sé.
"Non possono essere troppo lontani, andiamo a cercarli..." provò a dire la ragazza.
""No, io vado a cercarli, tu resti qui. Hai fatto abbastanza danni per oggi."
Detto questo, il ragazzo corse fuori dal negozio, sperando che i due soldati non avessero ancora raggiunto il terzetto.
-Non voglio... anzi, non posso permettere che certe informazioni cadano in mano all'esercito...- pensò, agitato.
"Aspetta!" gli gridò dietro Reina, e si gettò al suo inseguimento.
-
Un enorme proiettile colpì il comignolo del tetto su cui si trovavano Ed, Al e il ragazzino, mandandolo in frantumi. Un secondo fece esplodere le tegole a poca distanza dai tre. Ed alzò lo sguardo, e attraverso il fumo vide il responsabile del bombardamento: il maggiore Armstrong. Questi lanciò contro di loro un altro proiettile alchemico, che per poco non prese in pieno i tre. Investito dallo spostamento d'aria, il ragazzino perse l'equilibrio e cadde nel vuoto. Né Ed né Al riuscirono ad intervenire in tempo, e il bambino finì tra le braccia del maggiore. Lo spavento gli aveva fatto perdere i sensi.
Edward si arrampicò giù dal tetto e atterrò a pochi passi dai due militari.
"Maggiore! Quel bambino ha perso la memoria, abbiamo già avvertito la polizia!" disse concitato. Non poteva permettere che quei due lo portassero via proprio ora che aveva degli indizi!
Archer prese il bambino dalle braccia del maggiore Armstrong e se lo caricò in spalla.
"Lo portiamo al quartier generale del sud" disse. "Scommetto che anche tu hai già visto da qualche parte lo stemma che ha sotto il piede..." e così dicendo sollevò il piede destro del ragazzino in modo che Ed vedesse il simbolo tatuato sulla pianta: un uroboros.
Ed sussultò, mentre Al, che era rimasto sul tetto, si sporse per vedere meglio.
"Quel bambino... è un Homunculus!"
-Ma allora avevamo ragione!- disse poi mentalmente.
"È una creatura collegata a quelle che hanno distrutto il laboratorio numero 5" spiegò Archer, poi voltò loro le spalle e s'incamminò in direzione del quartier generale. Ed rincorse i militari per un tratto e si parò davanti ad Armstrong.
"Qualche anno fa io sono stato morso da una volpe... su questa spalla" disse, serio, toccandosi il braccio metallico. "Sulla spalla di quel bambino c'è la stessa cicatrice. Anche la sua gamba sinistra sembra non appartenere veramente al suo corpo."
"Stai forse dicendo che i suoi arti in realtà csono i tuoi?" chiese il maggiore, divertito. "Ma andiamo, è assurdo!"
Edward aprì le braccia.
"Non capisco nemmeno io, è per questo che voglio controllare!"
Armstrong lo fissò in silenzio per qualche secondo, gli occhi azzurri ora privi di emozione.
"Lascia perdere" disse freddamente, e si voltò, deciso ad andarsene.
A quel punto Alphonse saltò giù dal tetto e fece un passo verso il maggiore.
"Non possiamo! Abbiamo viaggiato tanto per vederci chiaro!"
Armstrong si fermò e si girò di nuovo verso di loro, incrociando le braccia sul petto.
"Ammettiamo che procediate con la verifica, anche se francamente non so come potreste riuscirci, e scopriate che quelli sono davvero il braccio e la gamba di Edward... Che fareste?" I due sussultarono: non ci avevano pensato. "Dimmi, Edward, glieli strapperesti e glieli porteresti via?" chiese l'uomo, acido.
Quella domanda così improvvisa e diretta lasciò il ragazzo senza parole per qualche secondo.
"Non... dica sciocchezze!" riuscì a rispondere.
"In questo caso... è meglio non sapere niente" concluse Armstrong, poi si voltò e seguì Archer, che ormai era lontano, mentre i fratelli rimaserò lì in mezzo alla strada a riflettere sulle parole del soldato.
"Fratellone..." cominciò a dire Al, ma Ed lo interruppe.
"Quel bambino è un Homunculus. Dobbiamo dire alla maestra di stargli lontana, o le succederà qualcosa di brutto. Andiamo, Al!" esclamò poi, e i due tornarono di corsa al negozio. Non si accorsero della figura veloce e silenziosa che sfrecciava sui tetti all'inseguimento dei militari: se si fossero fermati ad osservarla, avrebbero riconosciuto Envy.
Una volta al negozio videro che Izumi era tornata, e se ne stava in piedi in salotto. Non si voltò quando entrarono.
"Che cosa gli avete fatto?" chiese subito.
I fratelli capirono che, ovviamente, si riferiva al bambino.
"Assolutamente niente" rispose Ed.
"Lei, piuttosto" intervenne Al. "Perché ha così a cuore quel bambino?" Izumi si voltò appena a guardarlo. "L'esercito potrebbe riuscire a scoprire la sua identità" continuò l'armatura. "Oltretutto lui è un..."
"Al!" lo zittì Ed, intuendo cosa stava per dire il fratello, ma questo continuò.
"Lui non è un essere umano." Izumi tremò, ma non disse nulla. "Forse lei non mi crederà," proseguì Al "ma noi abbiamo già incontrato i cosiddetti Homunculus, gli uomini artificiali. Loro..." ma a questo punto si dovette interrompere, perché Izumi gli si avvicinò e gli diede una spinta che gli fece fare un passo indietro, mandandolo a cozzare contro il muro.
"Sì, tu parli tanto, ma almeno hai idea di come nascono gli Homunculus?" disse la donna, con voce triste. "Pensavate... pensavate che io non me ne fossi resa conto? Che non sapessi cos'é quel bambino?!"
Probabilmente avrebbe aggiunto altro, ma in quel momento fu colta da un altro dei suoi malori, che la fece accasciare a terra. Suo marito corse subito da lei, la prese in braccio e, constatato che la crisi era peggiore delle altre volte, la portò di corsa in ospedale, seguito a ruota dai fratelli Elric e da Winry, mentre Tara rimaneva al negozio.
"Perché non la portiamo in un ospedale di Central City? Forse lì potrebbe guarire!" disse Winry, mentre il gruppo si trovava nella sala d'aspetto.
"Temo che purtroppo sarà molto difficile" disse qualcuno dietro di loro. I tre si girarono e videro che era un medico.
"Perché ne è così sicuro? Senza offesa, ma questo è solo un ospedale di campagna!" insistette Winry.
"Forse... è una malattia che non può essere curata..." disse piano Ed.
Il medico li portò nel suo studio e mostrò loro la ricostruzione dell'interno di un corpo umano. Indicò gli organi che andavano dallo stomaco all'utero.
"Vedete, i suoi organi interni da qui fino a qui... non ci sono più" spiegò.
Winry spalancò gli occhi.
"Non ci sono... più?!"
"Sì, è come se fossero stati tagliati via. Tutti gli altri organi si sono collegati in modo molto complesso e mantengono le loro funzioni. Non capisco come possa essere ancora viva" concluse l'uomo, scuotendo la testa.
"Si direbbe proprio che glieli abbiano... portati via" mormorò Ed.
Al si voltò verso di lui.
"Allora... significa che anche lei, come noi... ha fatto una..." ma in quell'istante un'infermiera spalancò la porta.
"Dottore!" esclamò. "La donna appena arrivata qui col marito... Sono scomparsi, tutti e due!"
Ed, Al e Winry si alzarono subito e corsero nella camera della maestra, ma era vuota. Il vento agitava la tenda della finestra dalla quale si erano calati. Ed chinò il capo, sentendosi in qualche modo colpevole.
-
Izumi e Shigu erano di fronte al quartier generale del sud. L'uomo stringeva ancora un braccio intorno alla vita della moglie per sostenerla.
"Ti ringrazio, tesoro, adesso sto meglio" disse lei. Shigu scosse la testa, ma la donna non smise di fissare l'edificio davanti a sé con sguardo duro. "Voglio andare lì dentro da sola."
"In quel frangente non sono stato in grado di fare niente per te, ma stavolta" cercò di dire l'uomo, ma lei scosse la testa.
"Ti prego... Non voglio che tu veda... quello che farò tra poco."
-
Al tornò di corsa al negozio: voleva spiegare a Tara la situazione e chiederle di aiutarli. Spalancò la porta d'ingresso e la chiamò a gran voce, ma non ci fu risposta. Allora chiamò Reina, ma nemmeno lei era lì. Il ragazzino si stava già preoccupando, quando vide un biglietto attaccato sul bancone col nastro adesivo. Era di Tara. Diceva: "Sono stata richiamata al quartier generale, dicono di aver bisogno di me. Non so quando tornerò. Cercate di non combinare guai in mia assenza. Tara."
"Accidenti!" imprecò Al.
-
Ed e Winry raggiunsero di corsa il quartier generale, sperando di riuscire a bloccare la maestra prima che entrasse nell'edificio, ma quando videro i bagliori azzurri di una trasmutazione e la facciata dell'edificio che si deformava, capirono che era troppo tardi: la donna aveva già iniziato a combattere. Ed si soffermò poco ad osservare tutta quella devastazione, perché riprese a correre ed entrò nell'edificio, mentre Winry rimase fuori. La ragazza si avvicinò al marito di Izumi, che aveva esaudito la richiesta della moglie e non era intervenuto.
"Winry!" chiamò qualcuno dietro di loro.
I due si voltarono e riconobberò Reina, che correva verso di loro.
"Rei! Sei passata dal negozio? Ti ha mandata Alphonse?" chiese Winry.
"No, ero in giro per conto mio a cercare Matthew, ma non l'ho trovato. Poi ho visto i bagliori di una enorme trasmutazione e sono corsa qui. Che diavolo sta succedendo?!"
"Non lo so" rispose la bionda. "Nessuno mi dà mai spiegazioni."
Mentre le reazioni alchemiche si susseguivano, arrivò anche Al.
"Oh, no..." mormorò.
"Al, che diavolo succede?!" chiese ancora Winry, ma il ragazzino si voltò verso Reina e la prese per le spalle.
"Reina, quel bambino... è un Homunculus!"
-Proprio come Matthew- aggiunse mentalmente, ma sapeva che Reina avrebbe capito.
Infatti la ragazza spalancò gli occhi.
"Un... Homunculus?"
"Sì, ha il simbolo dell'uroboros tatuato sotto il piede!"
-Anche quel bambino...- rifletté Reina. -Perché Envy non me l'ha detto?-
"Adesso dovete scusarmi, ma io devo andare..." disse poi Al, correndo anche lui verso il quartier generale.
"Aspetta, Al! Dimmi cosa sta succedendo!" gridò Winry, ma il ragazzo era già scomparso, inghiottito dall'edificio. "Perché a me non date mai spiegazioni?!" gridò ancora la ragazza, ma nessuno le rispose.
"Io non... non ne sapevo nulla" disse Shigu, dopo un po'. Le due ragazze lo guardarono, ma lui fissava il quartier generale devastato. "Lei mi ha chiesto scusa tante volte... ma quando si è trattato di scegliere tra la sua vita e quella del bambino, ho scelto la sua. Sono io che ho deciso così, ma lei da allora ha continuato a scusarsi per non aver potuto far nascere il bambino..."
"Aspettava... un figlio" disse piano Winry. "Adesso capisco..."
"Io non mi ero reso conto di quanto avesse sofferto... di quanto quel rammarico la tormentasse..." continuò l'uomo. "E mai avrei immaginato che arrivasse a fare quella cosa..."
"Quale cosa?" chiese Reina.
"La stessa... che hanno fatto Ed e Al."
Le due ragazze rimasero di sasso.
"Una... trasmutazione umana?!" mormorò Winry.
"Ha cercato di riportare in vita il bambino..." rifletté Reina.
Shigu annuì.
"Ha fatto tutto quanto da sola. Che cosa abbia visto laggiù, non lo so, ma quando è tornata a casa la sua pancia era completamente priva di organi, e mi ha detto che in quelle condizioni non avrebbe più potuto avere figli... e mi ha chiesto ancora una volta scusa."
I tre fissarono l'edificio, che subì una nuova trasformazione. All'interno, Izumi era infatti riuscita a raggiungere la stanza dove tenevano il bambino, dopo aver neutralizzato i soldati che presidiavano i corridoi. Intorno al letto al quale era legato il bambino c'erano Archer, Armstrong e due medici. Izumi batté le mani e fece sprofondare il pavimento sotto i piedi dei quattro, dopodiché trasmutò in abiti le cinghie di cuoio che tenevano bloccato il bambino, che corse ad abbracciarla. La donna poi prese il bambino in braccio e corse fuori dalla stanza. Archer e Armstrong riuscirono ad issarsi fuori dalla voragine nel pavimento e si lanciarono all'inseguimento, ma un'esplosione scosse l'intero edificio , costringendoli a fermarsi per non essere colpiti dai calcinacci in caduta. Dall'altra parte del quartier generale, Edward si complimentò con sé stesso per essere riuscito a neutralizzare dieci soldati con una sola trasmutazione. Quando il palazzo smise di tremare, i due militari tornarono a inseguire Izumi, ma ad un certo punto Armstrong si fermò di botto e fece il saluto militare. Archer si fermò a sua volta per vedere chi fosse, e si ritrovò davanti il Generale Supremo King Bradley.
""Ma guarda, guarda"" fece l'uomo, gioviale come sempre. "Quanta vivacità c'è da queste parti!"
Poco lontano, Izumi girò cautamente un angolo, ma si trovò faccia a faccia con Edward.
"Maestra, lasci quel bambino e se ne vada da qui immediatamente" disse lui con voce ferma. Poi fece un sorriso amaro. "Vede, maestra? Adesso sono diventato un cane dell'esercito."
La donna non fece nemmeno in tempo a rispondergli che, dall'altro lato del corridoio, giunsero Archer, Armstrong e Bradley. La strada era sbarrata da entrambi i lati.

Scar era in fila per ricevere il pasto dalla mensa gestita dai Nightray. Tutti dicevano che il cibo era davvero buono, ma lui non ci avrebbe creduto finché non lo avesse assaggiato. Quel posto sembrava leggermente meglio degli altri rifugi per sopravvissuti in cui era stato, ma l'uomo che lo dirigeva, Raven, gli aveva lasciato una strana sensazione. In fila davanti a lui c'era il suo maestro, mentre poco distante notò un uomo coperto da capo a piedi da un mantello nero con cappuccio.
"Maestro, quell'uomo laggiù era un abitante della città di Ishbar come noi, vero?" disse, riconoscendolo.
"Non ti devi avvicinare a lui" disse il maestro, senza rispondere alla domanda. "Non l'hai capito vedendo i tatuaggi sul suo volto? Quello è un vile peccatore, è andato contro gli insegnamenti del nostro Dio, ed è stato bandito da Ishbar per sempre."
Scar si voltò a guardarlo comunque: quei tatuaggi gli ricordavano qualcosa.
Dopo aver mangiato, sicuro che il suo maestro non se ne sarebbe accorto, l'uomo penetrò all'interno della baracca dove viveva l'eretico. Si guardò intorno, e vide che sui muri erano dipinti diversi cerchi alchemici. Uno di questi era uguale a quello che Scar aveva tatuato sul braccio destro.


Mi scuso se ci sono errori...
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 25/10/2010, 19:52




CITAZIONE
“Ne sono al corrente” disse dopo un po’. “Probabilmente è per questo motivo che Clow e YonHua sono laggiù: in quel mondo… fin troppe persone hanno avuto a che fare con il Portale.”

Yon-chiiiii?O_o
CITAZIONE
Subito si scatenò un brusio concitato. Scar si voltò per guardare in faccia l'uomo che aveva parlato, ma la sua attenzione fu attratta da un'altra persona. Un uomo palesemente non di Ishbar, vestito di nero come un corvo, coi capelli mossi altrettanto scuri e gli occhi dorati, fissava il gruppetto di cospiratori. D'istinto Scar si irrigidì, ma l'uomo sospirò e si avvicinò a loro con tranquillità. Questi si zittirono immediatamente.
"Non voglio sentire altro" disse, mettendosi una mano in tasca e tirando fuori un pacchetto di sigarette. "Non abbiamo intenzione di rifugiare voi Ishbaliani per scatenare un'altra guerra, ma per prevenirla."
"Chi è quell'uomo?" chiese Scar ad un altro Ishbaliano, accennando all'uomo vestito di nero, che si era appena acceso la sigaretta.
"È Raven" rispose quello. "Raven Nightray. È stato lui ad avere l'idea di costruire questa città."

Nooooooooooooooo!!! Non ci credoooo!*-*
Gil!*_*
Per chiunque non conosca PH non si faccia ingannare, è l'uomo più adorabilmente moe che esista sulla faccia della terra benchè fisicamente sia così sexy da farmi sbarellare ogni vbolta che lo vedo...*ççç*
*la Yue è partita per la Terra dei Viaggi Mentali*
CITAZIONE
"Lasci stare, a lui penso io" disse al colonnello Archer.
Si mise di fronte al macellaio e si tolse la giacca della divisa, rimanendo a torso nudo. Poi cominciò a gonfiare i muscoli come un body-builder, nel tentativo di intimidirlo, ma questi non cambiò espressione. Il teatrino del maggiore continuò finché ad un certo punto anche Shigu si mise a gonfiare i muscoli, tanto da distruggere la maglietta che aveva addosso. I due colossi andarono avanti così a fronteggiarsi, dimentichi di tutto il resto, mentre le due ragazze li guardavano, sbigottite. Fu per questo che non si accorsero che Archer si era avvicinato e le guardava dal basso verso l'alto.
"Allora?" disse freddamente. Le due trasalirono. "Dove sono i fratelli Elric, signorine?"
Prese alla sprovvista, le due balbettarono qualche frase sconnessa a proposito di un bambino e del fatto che i due lo stavano inseguendo per tutta la città. Soddisfatto, il militare le ringraziò, richiamò il maggiore, che nel frattempo aveva fatto amicizia col marito di Izumi, colpito dai muscoli dell'avversario, e i due uscirono dal negozio.

Epic win dell'amicizia nata dai muscoli di Shigu e Alex e epic fail di Winry e Reinache cantano come fringuelli senza che gli sia fatto niente...
CITAZIONE
"Mi dispiace..." disse lei, imbarazzata. "Volevo dirtelo prima, ma poi sono arrivati quei due dell'esercito e..."
""E tu e la meccanica avete spifferato tutto quello che sapevate, eh? Brave!"" la interruppe lui. Era fuori di sé.

Per una volta sono daccordo con lui...
CITAZIONE
Izumi e Shigu erano di fronte al quartier generale del sud. L'uomo stringeva ancora un braccio intorno alla vita della moglie per sostenerla.
"Ti ringrazio, tesoro, adesso sto meglio" disse lei. Shigu scosse la testa, ma la donna non smise di fissare l'edificio davanti a sé con sguardo duro. "Voglio andare lì dentro da sola."
"In quel frangente non sono stato in grado di fare niente per te, ma stavolta" cercò di dire l'uomo, ma lei scosse la testa.
"Ti prego... Non voglio che tu veda... quello che farò tra poco."

Inbquietante....O.o
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 27/10/2010, 13:15




Non sono riuscita ad afferrare se questo capitolo ti sia piaciuto o meno...XD
Comunque GRAZIE per essere sempre la prima a commentare! ^^
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 28/10/2010, 13:14




Carino carino.^^
Sono solo io o lo stile mi sembra davvero diverso?O_o
Non mi ricordo più chi grabdu è Archer...mi sa che urge una ripassata delle puntate precedenti...<__<"
E poi c'è Giiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiillll!!!!*-*
Avete reso questa fung---donna!, donna felice!^o^
 
Top
GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 21/11/2010, 22:09




E' tenente colonnello, come Hughes prima della dipartita...
 
Top
Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 22/11/2010, 21:09




ah ok...
 
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5 replies since 25/10/2010, 13:14   103 views
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