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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 27, Il Peccato

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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 25/11/2010, 20:54




Rieccoci qua! non c'è molto da dire...sto lavorando poco di recente...
La Green si è immersa in un'altra fanfic di HR che leggerete mooooolto avanti, quindi sono SOLAAAHHH! (lamentele false)
Beh, buona lettura.
Comment, please!

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 27 - Il Peccato
Il quartier generale del sud era nel caos più completo. Quando la Celes era arrivata sembrava che fosse ancora tutto a posto: aveva seguito il soldato che era venuta a prenderla fino all’ufficio del tenente colonnello Archer e si era seduta sulla poltrona degli ospiti per aspettarlo, ma prima che l’uomo potesse farsi vedere era scoppiato un putiferio e un enorme esplosione aveva scosso l’intero edificio. La ragazza si era precipitata fuori nel corridoio, cercando di evitare i calcinacci che cadevano dal soffitto crepato. Non aveva dubbi su chi poteva essere stato a combinare quel disastro.
Questo era uno di quei momenti in cui avrebbe desiderato trovarsi in vacanza.
-
Ad Aerugo, Scar fissava stupefatto il cerchio alchemico disegnato sulla parete della catapecchia. Sollevò il suo braccio e lo confrontò: non che lui se ne intendesse di alchimia, ma i due cerchi, se non erano proprio identici, erano comunque molto simili. Proprio in quell’istante, il vecchio con i tatuaggi sul volto che aveva incrociato nella fila per il cibo scostò la tenda e fece il suo ingresso nella propria malridotta dimora. Scar si voltò di scatto a guardarlo, abbassando il braccio e sperando che il vecchio non ci avesse fatto caso, invece l’anziano guardò stupefatto prima il cerchio sul muro, poi quello sul suo braccio. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma dalle sue labbra uscì solo un debole:
“Ma tu…”
-
“Comandante Supremo… King Bradley?” fece Edward, stupefatto, non appena vide l’uomo in compagnia dei due soldati che già conosceva. Per quanto ne sapeva, l’uomo più importante del paese raramente si muoveva da Central City, la situazione doveva essere incredibilmente grave per necessitare del suo intervento, oppure…
“Salve, Alchimista d’Acciaio!” esclamò l’uomo, allegro. Poi, senza perdere il sorriso, si rivolse a Izumi. “Signora, le dispiace consegnarci quel bambino? Non si preoccupi, non gli faremo del male: la sua vita è molto importante per l’esercito e il Paese. Per questo motivo deve essere affidato a me in persona.”
Izumi non si mosse, limitandosi a scoccargli un’occhiata furiosa e a stringere ancora di più a se il piccolo.
“La prego, maestra, faccia come dice” la incitò Edward, avvicinandosi a lei lentamente, quasi fosse una tigre furiosa pronta a difendere il proprio piccolo con le zanne e con gli artigli.
La donna non si fece persuadere e, invece di consegnare il bambino, attaccò il proprio allievo con un calcio che lo sbatté per terra, liberando una via di fuga in cui si lanciò. Tuttavia, fece appena in tempo a girare un angolo che le si parò davanti una figura che la bloccò afferrandole il braccio che non stringeva il ragazzino: si trattava di Tara.
“Cosa sta succedendo qui, signora Izumi?!” esclamò. “Quel bambino…”
“Lasciami!” si divincolò lei, riprendendo a correre. Superò una diramazione del corridoio, ma improvvisamente qualcosa di fulmineo e tagliente che proveniva da quella direzione le ferì le braccia, facendole allentare la presa sul piccolo. Una donna vestita di nero sbucò dal corridoio secondario e glielo strappò dalle braccia. Il bambino strillò e tese spaventato le mani verso Izumi, ma la donna in nero, stringendolo forte, lo portò via di corsa.
“No, ferma!” esclamò Izumi, correndole dietro, ma dietro le sue spalle comparve il maggiore Armstrong.
“Affidarlo ad una complice è un piano losco, ma ammirevole” tuonò.
Izumi si fermò, voltandosi a guardarlo.
“Cosa succede adesso?” esclamò Bradley arrivando con Archer da dietro l’angolo. Non appena il Comandante Supremo vide che Izumi non stringeva più il bambino, il suo sorriso si spense. “Dov’è il ragazzino?!” domandò ad Armstrong.
“L’ha affidato ad una complice, Comandante Supremo!” rispose l’Alchimista Nerboruto.
“Una complice?”
“Non era una complice, razza di deficienti con l’uniforme!” sbraitò Izumi, voltandosi di nuovo e riprendendo il suo inseguimento, ma Armstrong la bloccò trasmutando da alcuni detriti dei proiettili di pietra, che andarono ad infrangersi sul muro, sollevando un polverone che costrinse la donna a fermarsi di nuovo.
“Comandante?” fece Archer, in attesa di nuovi ordini. Non aveva mai visto il Comandante Supremo con un’espressione così accigliata.
“Lei e il Tenente Colonnello T’ylhanhem …” disse, riferendosi a Tara, che in fondo al corridoio stava soccorrendo Edward “…andate alla ricerca della complice. E bloccate tutte le uscite, non devono lasciare il quartier generale!”
Archer annuì.
“Lei, signore, cosa ha intenzione di fare?”
“Io?” chiese Bradley, con un sorriso soddisfatto.“…Io credo che andrò nel mio ufficio a bermi un tè.” Passò di fianco a Tara ed Edward, poi scomparve dietro un angolo.
Fuori dallo sguardo di chiunque, Envy abbandonò le sembianze del Comandante Supremo e tornò ad assumere quelle del ragazzo con i capelli blu. Furioso, batté il pugno sul muro, che si crepò.
“Lust…” disse tra i denti. “Me l’hai fatta, bastarda!”
Poco lontano, Armstrong si strappò di dosso la camicia e la giacca, restando a petto nudo, pronto a combattere la donna, che però era altrettanto determinata e si mise in posizione di guardia.
“Se quei due cominciano a combattere, c’è la possibilità che l’edificio non regga…” disse Tara al malconcio Edward, che si stava rialzando da terra.
“L’edificio?” ribatté lui. “Io direi piuttosto l’intera città…”

Lust posò il bambino tremante a terra, il quale slittò subito nell’angolo più lontano del magazzino dove era stato portato, terrorizzato. La donna chiuse la porta della stanza a doppia mandata, prima di tornare a fissare il piccolo.
““Il Bimbo d’Acciaio ha detto che hai tu il suo braccio e la sua gamba, giusto?”” Il bambino annuì debolmente. ““E così hai attraversato da solo il portale...”” disse poi. Il piccolo sembrò non capire, ma improvvisamente assunse un espressione terrorizzata: quella parola, “Portale”, gli richiamava immagini spaventose e piene di dolore. ““Stai calmo”” lo tranquillizzò lei. ““Da questo momento non sarai più da solo.””
Lust prese il sacchetto grigio che portava legato ad un fianco ed estrasse alcune piccole pietruzze irregolari di colore rosso, che mandavano un debole bagliore: ognuna di esse somigliava alla Pietra Filosofale di Cornello.
““Mangia”” ordinò la donna. Il piccolo esitava, così lei ne prese una e lo guardò con aria dolce. ““Per favore, piccolo, mangia. Ti assicuro che dopo starai meglio.”” Il bambino la prese, se la rigirò tra le mani e poi se la mise in bocca, spezzandola tra i denti. Subito la pietra si tramutò in un liquido incandescente che gli penetrò nei tessuti, facendolo gridare e piangere di dolore. Lust lo zittì chiudendogli la bocca con una mano e continuando a porgergli le pietre con l’altra. Il bambino si calmò e allungò una mano verso le pietre, afferrandone una mezza dozzina che si portò in bocca: la strana sensazione diventava sempre meno dolorosa e sempre più piacevole.
““Bravo, assaporale pezzo per pezzo”” disse l’Homunculus con malcelata soddisfazione. ““Al loro interno sono contenute decine e decine di vite umane…””
Sentendo queste parole, il piccolo, spaventato, gettò a terra quelle che ancora non aveva mangiato e fissò la donna ad occhi spalancati.
Lust sbuffò e raccolse le piccole pietre.
““Bene, se è questo che vuoi, non mangiarle. Non posso obbligarti. Lasciati pure catturare dal Bimbo d’Acciaio e restituiscigli il braccio e la gamba, oppure fatti esaminare e tagliuzzare da quelli dell’esercito.””
Fece per allontanarsi, ma il bambino la attaccò con l’alchimia, creando uno spuntone di cemento dal pavimento. Per scansarlo, Lust fece cadere le Pietre Rosse, che il bambino si precipitò a raccogliere e a mangiare.
““Sai…”” continuò la donna, come se non fosse successo niente, anzi, quasi con tono ammirato ““...il fatto che tu possa usare l’alchimia… è sorprendente. Chissà se sai fare altro oltre a questo.””
““Tu non puoi?”” domandò il piccolo, guardandola.
““No. Nessuno di noi può. Noi non siamo umani, noi siamo meglio di loro. Noi siamo Homunculus!””
Non appena Lust finì di parlare, il bambino cadde carponi. Sentiva il suo corpo pervadersi di una forza che non aveva mai provato, gli occhi gli bruciavano e nella sua testa vide delle immagini familiari. Già, familiari, perché quelli erano i suoi ricordi perduti: ricordava Edward bambino, che si era lasciato strappare un braccio e una gamba, che lui si era preso; e ancora prima ricordava Izumi, sotto la pioggia, stesa a terra in una pozza di sangue, che alzava lo sguardo verso di lui e lo guardava terrorizzata, e lui piangeva, piangeva, perché si sentiva pervadere dal dolore, quasi gli scorresse nelle vene al posto del sangue; Izumi lo aveva preso in braccio, per un attimo lui aveva sperato che lei lo avrebbe liberato da quella sofferenza, invece la donna aveva riaperto il Portale e lo aveva offerto ai tentacoli neri che ne fuoriuscivano, come un agnellino sacrificale. Lui piangeva di dolore ma anche di rabbia per essere stato abbandonato. Udendolo ancora, la donna aveva teso una mano verso di lui, ma era troppo tardi e le porte nere si erano richiuse.
Mentre questi ricordi tornavano alla mente del bambino, i suoi occhi cambiarono: da quel bel colore azzurro che avevano divennero violetti, e la pupilla si allungò, come quella di un gatto, come quella dell’Homunculus che sorrideva soddisfatta guardandolo dall’alto.

Izumi arrancava per i corridoi dell’edificio. Non aveva ferite gravi, ma era comunque indebolita, sia dallo scontro che dalla sua debole costituzione. Tuttavia era determinata a trovare il bambino, il suo bambino, che per lei era così prezioso.
Uno strano rumore la attirò in direzione di un magazzino, la cui porta era socchiusa. Non fece tempo ad avvicinarsi abbastanza per aprirla che questa si spalancò e ne uscì di corsa il ragazzino in lacrime.
“Ehi!” chiamò Izumi. Il piccolo la notò e le corse incontro, abbracciandola forte. Izumi ebbe un attimo di esitazione, ma ricambiò l’abbraccio con tenerezza. “Bambino mio…” mormorò. Mentre era in quella posizione lanciò quasi per caso un occhiata all’interno del magazzino, e quello che vide la fece sussultare: c’era una figura stesa a terra all’interno, coperta di sangue. Era la donna vestita di nero che poco prima le aveva strappato il bambino dalle braccia.
-
Tara aveva seguito gli ordini del Comandante Supremo di malavoglia e aveva fatto in modo di bloccare tutte le uscite, mentre Archer, con un piccolo manipolo di soldati, setacciava stanza per stanza il quartier generale. Anche Edward aveva provato a sua volta a cercare il bambino, ma senza risultato. Sembrava scomparso nel nulla. Ad un certo punto, svoltando un angolo, il ragazzo si ritrovò in un corridoio ingombro di detriti, quasi ci fosse passata una mandria di bufali impazziti, sempre che i bufali usassero l’alchimia… Seduto su un pezzo di muro crollato a terra, stava il Maggiore Armstrong, coperto di ferite ma apparentemente in forma, che quando vide Edward si portò una mano al fianco destro e assunse un espressione di agonia.
“Oh! Che dolore indicibile! Ho riportato una brutta ferita!” disse con aria sofferente. “La tua insegnante, Edward Elric, è degna di te e tuo fratello!”
Edward non poté fare a meno di sorridere.
“Grazie, Maggiore. Avevo intuito che sarebbe andata così…” Armstrong alzò lo sguardo, non capendo a cosa potesse riferirsi il ragazzo. Ed indicò la ferita del Maggiore. “Si sta tenendo il fianco sbagliato.”
La ferita del soldato, in effetti, era sul fianco sinistro, ed era assai superficiale.
“Oh.” Capendo che la sua messa in scena era stata smontata, l’uomo si alzò in piedi. “Comunque sia, Edward Elric, è meglio per te allontanarti dal quartier generale. Per le faccende burocratiche, non preoccuparti: non sono tutti tuoi nemici, qui.” Ammiccò, facendo sorridere Edward.
“Ah, ah! La ringrazio, però dubito che sarà facile: le uscite sono tutte bloccate a seguito dell’ordine del Comandante…” cominciò, ma si interruppe perché alle spalle del Maggiore vide arrivare una figura familiare.
“Matthew?!” chiamò Edward. “Si può sapere cosa ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?”
Envy, che era già abbastanza nervoso di suo, strinse gli occhi.
“Conosco un passaggio segreto che porta ad una cantina poco lontano da qui. Se davvero vuoi andartene, come ho capito, credo che faresti meglio a seguirmi” gli disse, senza fermarsi né cambiare passo. Edward guardò il Maggiore Armstrong, che gli fece un cenno affermativo con la testa, poi corse dietro all’Homunculus.
“Senti, come mai tu conosci un passaggio del quartier generale del sud? Chi diavolo sei tu?”
Envy si limitò a sorridergli.
Il passaggio non era altro che un corridoio illuminato da fioche luci di emergenza, che li portò a sbucare in una sala piena di botti che mandavano un odore terribilmente forte di birra scadente. Tramite una scaletta, sbucarono da una porticina di legno che si apriva su un vicolo; a pochi metri da loro, la recinzione del quartier generale.
Quando uscirono dal vicolo, Ed sentì una voce che lo chiamava, si voltò e vide Al che correva verso di loro, seguito a poca distanza da Reina. Quando arrivarono da loro, Reina mandò un’occhiata preoccupata ad Envy, che però le sorrise.
“È tutto a posto” la rassicurò.
Lei annuì.
“Fratellone!” cominciò Al, agitato. “Abbiamo appena visto la maestra Izumi uscire da un porta di servizio…” disse indicando la suddetta porta di legno... completamente scardinata. “Aveva con sé quel bambino.”
“Il signor Shigu ha detto che c’è un solo posto dove potrebbe essere andata” si intromise Reina.
-
“Beh, ringrazio per tutta l’ospitalità che mi avete mostrato. Resterò per un tè la prossima volta che passo” disse Fye, con tanto di quel sarcasmo che avrebbe potuto raccoglierlo in un secchio.
Watanuki ridacchiò tra sé: Ares non l’aveva né invitato ad accomodarsi, né offerto nulla di che, come peraltro faceva praticamente con tutti, ma il mago non aveva smesso un secondo di sorridergli.
“Sarà meglio che torni alla svelta. Il tempo di questo mondo scorre molto velocemente, non mi va di tornare troppi giorni dopo che sono partito!” commentò Fye, inchinandosi un’ultima volta.
“Senta, Fye-san!” esclamò Watanuki, prima che il mago potesse cominciare a scrivere sull’aria le solite formule. “A Shambala ho incontrato uno spettro, un militare. Mi ha dato una specie di avvertimento: “tra i vostri amici c’è un assassino”, ha detto. Avevo intenzione di dirlo direttamente a Reina, ma con il fatto di essere partiti così di punto in bianco…”
Fye ci pensò un po’ su, poi sorrise.
“Non c’è nulla di cui preoccuparsi” disse, tranquillo.
“Ma…”
“Quell’uomo ha detto: tra i vostri “amici”, non è così?”
Watanuki annuì, perplesso.
“Se avesse detto “compagni”, ci saremmo potuti preoccupare. Ma con una frase del genere, è sottinteso che volesse dire che in un certo senso, è dalla nostra parte.” Fye non aveva dubbi che, con quelle parole, quello spettro si riferisse a Matthew. “Comunque, cercherò di tenerlo d’occhio.”
“Sa chi è?” chiese Watanuki, ma Fye aveva già iniziato a scrivere le sue formule e il Portale si aprì: la struttura dei mondi si deformò, e lui fu inghiottito dalla bolla che si formò, scomparendo poi con la stessa rapidità con cui era apparsa.
Watanuki chinò lo sguardo a terra. Nonostante le parole di Fye, non poteva fare a meno di sentirsi in ansia.
“Cos’hai ancora?” sbottò di punto in bianco Ares, che sedeva sotto il porticato sorseggiando del liquore.
“Non lo so. Non riesco a non preoccuparmi. Ancora non capisco: quella frase voleva essere un avvertimento o semplicemente voleva che io lo sapessi?”
Ares gli scoccò un’occhiata carica di superiorità.
“Spesso il sovrannaturale ha delle regole tutte sue, no? Non puoi pretendere che si esprima sempre con un linguaggio comprensibile ai mortali.”

In un altro mondo, dal terreno comparve una grossa bolla cangiante, che s’infranse dopo pochi secondi, facendo uscire Fye. Era sera inoltrata. Il mago si guardò intorno per capire in che punto della città fosse finito, e sospirò di sollievo quando riconobbe la collina dove avevano seppellito la gatta della piccola Manny. Si affrettò a scendere e a dirigersi verso la casa dei coniugi Curtis. Quando aprì la porta, trovò Shigu intento ad affettare un enorme pezzo di carne e Winry seduta su una sedia con aria triste.
“Salve, signor Shigu! Cia Winry!” salutò, allegro. “Siete da soli?” chiese.
“Sì. Quando sarà tutto finito torneranno qui, e voglio esserci per aprir loro la porta...” rispose Winry senza alzare lo sguardo.
Il volto di Fye si fece serio.
“Cos’è successo mentre non c’ero?”
Shigu smise di affettare la carne e si voltò verso di lui. Raccontò brevemente degli avvenimenti successivi al ritrovamento del bambino sull’isola di Yok, del suo successivo rapimento da parte dell’esercito e della decisione di Izumi di attaccare il quartier generale del sud per recuperarlo. Fye non si lasciò sfuggire che il signor Shigu non aveva accennato al fatto che il bambino era un Homunculus, ma decise di lasciar correre.
“Adesso non possiamo fare altro che stare qui al negozio ad aspettare che ritornino” intervenne Winry, mentre l’uomo si voltava verso il tagliere, dando le spalle al mago.
“Andrò al quartier generale del sud” disse Fye, aprendo la porta. “Voglio vedere com’è la situazione, e magari riesco anche a sapere dove si trova Tara.”
Detto questo, uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Shigu si rimise ad affettare la carne senza voltarsi, Winry si prese la testa tra le mani.

“Allora noi due andiamo. Voi cosa avete intenzione di fare?” chiese Ed. Lui e Al avevano rubato una piccola barca a remi, con la quale avevano intenzione di raggiungere l’isola, dove erano sicuri che avrebbero trovato la maestra Izumi. Insieme a loro c’erano Reina e Matthew, che li avevano seguiti fino al lago.
“È meglio se noi torniamo al negozio dal signor Shigu. Vi aspetteremo là” rispose Reina. “Mi raccomando, tornate con la maestra!” esclamò, con uno sguardo pieno di preoccupazione.
“Stai tranquilla, Rei. Ci vediamo dopo!” la rassicurò Ed, prima di spingere la barca nell’acqua e saltarci a bordo. La sagoma dell’imbarcazione scomparve nelle tenebre.
“Sai che sei davvero una brava attrice?” disse Envy dopo un po’. “Hai anche una gran faccia tosta!”
Reina gli scoccò un’occhiataccia.
“Ma se sei stato tu a suggerirmi di dire ai fratelli che tornavamo al negozio!”
“Sì, e tu sei stata davvero convincente. Brava! Adesso andiamo anche noi.”
Silenziosamente, i due s’infilarono nella rimessa dove i fratelli Elric avevano rubato la barca e ne presero una anche loro. Mentre l’imbarcazione scivolava leggera sull’acqua, Reina si strofinò le braccia.
“Hai freddo?” le chiese Envy.
“No, sono solo spaventata di quello che troveremo sull’isola.” Lo guardò. “Quel bambino... è come te.”
Envy distolse lo sguardo.
“Già. Inoltre, credo proprio che ora sia dalla parte di Quella Persona...”
“Quella che controlla gli Homunculus?”
Envy annuì senza guardarla.
“Cosa te lo fa pensare?” domandò la ragazza.
“Il fatto che abbia parlato con quella puttana di Lust.”
“La donna col tatuaggio sul petto?”
“Proprio lei. Era al quartier generale del sud.”
Tra i due cadde il silenzio. Dopo un po’, Reina si azzardò a parlare di nuovo.
“Quella Persona... è la stessa che tu hai tradito, giusto?”
“Sì.”
“E secondo te quel bambino... cosa vuole fare alla maestra Izumi?”
Envy finalmente la guardò negli occhi.
“Alla persona che l’ha creato? Sicuramente non ha buone intenzioni, credimi” disse, ridendo amaramente.
“Stai dicendo che proverà ad ucciderla?”
“Sì, perché è quello che farei io.” Strinse il remo con tanta forza che il legno per poco non si spezzò. “Se lo riterrò necessario, interverrò, altrimenti rimarrò semplicemente a guardare” disse dopo una pausa.
“Envy...”
“Siamo arrivati” disse l’Homunculus, troncando ogni ulteriore discorso.
La piccola imbarcazione toccò terra, e i due si affrettarono a scendere e a dirigersi nella foresta. Envy aveva appena fatto pochi passi che udì un rumore alle sue spalle, come di acqua in movimento, ma non era possibile: il lago era perfettamente piatto. Si voltò, e vide che, a qualche decina di metri dalla riva, una piccola onda increspava l’acqua.
“Rei, allontanati da qui!” disse concitato. “Precedimi nella foresta, io ti raggiungo subito.”
“Ma...”
“Ti spiego dopo! Ora vai!”
Sebbene titubante, la ragazza ubbidì e scomparve tra gli alberi.
Envy si voltò con l’intenzione di trasformarsi nel ragazzo coi capelli verdi, ma era troppo tardi, perché l’onda era già arrivata a riva e si stava sollevando dall’acqua per acquistare fattezze umane. Quando se la trovò di fronte, Envy incrociò le braccia sul petto e la scrutò maliziosamente.
“Ma guarda, la segretaria personale del Comandante Supremo! Cosa ci fa qui, signora? E soprattutto, come diavolo ha fatto a comparire da un’onda?”
Juliet Douglas gli scoccò un’occhiata indecifrabile.
““Sei Envy, vero?”” chiese, anche se aveva più il tono di un’affermazione.
“Accidenti, e io che credevo che non mi avresti riconosciuto! Mi ero camuffato così bene!” disse Envy, con aria di finto dispiacere.
““Dovresti tenere la bocca chiusa, se davvero vuoi che nessuno sappia chi sei”” rispose la donna con tono annoiato.
Envy si fece scuro in volto.
“Sei qui per conto di Quella Persona? Ti ha mandato a cercarmi?” chiese.
““Non credere di essere così importante, e poi non manderebbe mai me a cercare un Homunculus fuggiasco”” rispose la Douglas senza scomporsi. ““Sono qui per il bambino. Lei lo vuole.””
-
Izumi era in piedi di fronte al cerchio di pietre nella radura, e teneva per mano il bambino Homunculus. Tutti e due fissavano quel luogo, al quale erano entrambi indissolubilmente legati.
++++++
Un lampo squarciò il cielo in due, mentre la pioggia si rovesciava sulla figura china di Izumi Curtis. Davanti a sé aveva disegnato un cerchio alchemico, e tra le braccia aveva il corpicino del suo bambino. Lo strinse a sé un’ultima volta, poi lo depose al centro del cerchio con delicatezza. Fissò il cadaverino per un breve istante, poi appoggiò le mani sul cerchio.
Quando riprese conoscenza, Izumi era a terra vicino al cerchio, nello stesso punto in cui era caduta. Si tirò su a fatica, senza capire cosa fosse successo. All’improvviso una fitta di dolore le attraversò il corpo come un fulmine, e sputò una boccata di sangue. Rimase a fissarla, rossa sulle pietre chiare, mentre la pioggia la lavava via, quindi spostò lo sguardo sul neonato al centro del cerchio. Si muoveva. Izumi sorrise, ma il sorriso si spense quando un movimento del piccolo fece scivolare via il cappuccio che aveva sul capo: il bambino non era umano. Era un mostro. E piangeva, piangeva, con la sua voce mostruosa.
++++++
Izumi stringeva tra le mani l’esile collo del bambino Homunculus, ma quelle stesse mani tremavano, incapaci di stringere più forte. Il bambino era immobile di fronte a lei.
““Che succede?”” le chiese tranquillo. Izumi alzò lo sguardo, e vide che il bambino la fissava con un’espressione di odio puro. ““Vedi di sbrigarti a farlo, altrimenti sarò io che dovrò uccidere te”” disse, mostrando i denti.
Izumi non riuscì a muoversi, nemmeno quando il ragazzino le saltò addosso facendola cadere per terra. E quando fu lui a stringerle il collo tra le mani, non si difese.
“Maestra!” gridò Edward, saltando fuori dal sottobosco. Raccolse una pietra e la scagliò addosso al bambino gridando: “Lasciala!”
Per evitare la pietra, il bambino fece un balzo indietro e lasciò andare la donna, che ricadde a terra, tossendo. Vedendo la sua maestra a terra, Ed partì all’attacco, trasmutando l’automail in una lama, mentre Al correva in soccorso della donna. Il bambino schivò il colpo senza troppo sforzo e si portò a distanza di sicurezza.
“Combatti, bastardo!” gridò Ed, pronto per un nuovo attacco, ma la voce di Izumi lo bloccò.
“No, fermati, Edward! Questo bambino... l’ho creato io, purtroppo.” Edward rimase senza parole. Izumi continuò: “Ho preso il cadavere di mio figlio, ho aggiunto altri materiali... e ho tentato una trasmutazione umana. Quello che ne è nato... lo sai perfettamente anche tu.”
“Non... Non era un essere umano...” mormorò il ragazzo.
Izumi abbassò lo sguardo.
“Quando vidi ciò che avevo creato, provai paura. Così... aprii di nuovo il Portale. Edward, tu dall’altra parte che cosa hai visto?” chiese la donna.
“Tutta l’alchimia” rispose lui, dopo un istante. “Tutta la conoscenza di questo mondo. Era come se fosse entrata in me, e mi scorresse dentro. Laggiù... c’era la Verità.”
“La Verità? A me è sembrato l’inferno...” rispose Izumi, tristemente. “Ed è lì che ho lasciato quel bambino. L’ho teso verso il Portale, e delle piccole mani nere me lo hanno portato via. Mentre il Portale si richiudeva... l’ho sentito piangere.” La donna s’interruppe, la voce incrinata. “Mi è bastato uno sguardo per capire che questo bambino era il mio. Se mio figlio fosse cresciuto, adesso avrebbe la sua stessa età. Ma la cosa più importante è che se un Homunculus è apparso qui, non può trattarsi di altri che del mio bambino.”
“Ma lo ha appena detto, quello è un Homunculus! È un essere umano artificiale! È stato costruito da qualcuno!” sbottò Ed.
“Sì, tu parli tanto, ma almeno hai idea di come nascono gli Homunculus?” disse Izumi, la stessa cosa che aveva detto quando aveva ammesso di conoscere l’identità del bambino.
“D’accordo, non lo so” ammise Ed. “Forse nello stesso modo in cui creano le chimere, in un laboratorio come quello che c’è a Central City...”
““No...”” rispose il bambino, facendo voltare tutti verso di lui. ““Stupidi umani come voi provano la trasmutazione umana per pura e semplice curiosità, e quello che nasce da quegli esperimenti sono degli esseri imperfetti che hanno ricevuto un corpo e una mente, ma non possiedono un’anima. E questi esseri imperfetti li avete chiamati Homunculus!””
Izumi chinò il capo.
“E tu come fai a sapere tutte queste cose?” chiese Edward, poco convinto.
““Una persona mi ha aiutato a ricordare tutto. Il suo nome è Lust.””
“Lust?! Vuol dire che l’hai incontrata?”
““Esattamente. Lei, proprio come tutti i suoi compagni, è nata anni fa perché qualche essere umano idiota ha voluto provare a portare a termine una trasmutazione. Ecco perché loro vogliono diventare umani. Però non ti sei completamente sbagliato: in effetti esiste anche un altro tipo di Homunculus, creato con il preciso intento di ottenere un essere umano artificiale, ma ce ne sono solo due. Li conosci entrambi: uno è Gluttony, l’altro è Pride.””
“Pride?” ripeté Al.
““Ah, già, che stupido... Voi non sapete ancora che è lui è Pride... E non sarò certo io a rovinarvi la sorpresa!”
Nascosta tra i cespugli, anche Reina aveva ascoltato la conversazione.
-Gli Homunculus sono... trasmutazioni umane fallite! Envy...-

““Allora, Envy, dov’è Wrath?”” chiese la Douglas.
“Wrath? Intendi il ragazzino?” Il ragazzo alzò le spalle. “Mah, credo proprio che sia col Bimbetto d’Acciaio.”
““Come sarebbe a dire? Wrath era l’esca che avrebbe dovuto indurre quei due a rimettersi a cercare la Pietra Filosofale!””
“Non sono stato io a dargli le Pietre Rosse...”
““Sì, ma perché non sei comunque intervenuto? Mi era sembrato di capire che ora tu stessi dalla parte di quei due...””
“Io non sono dalla parte di nessuno, o se proprio devo schierarmi, sto dalla mia parte” rispose Envy, seccamente. “E poi... volevo vedere la sua faccia” I suoi occhi diventarono viola con le pupille verticali sottilissime. “Volevo vedere il figlio di quel maledettissimo bastardo tremare di terrore come una foglia!” esclamò, scoprendo i denti in un ghigno sadico. “Volevo vederlo soffrire e disperarsi, impotente di fronte a qualcosa di più grande di lui!”
Sloth lo guardò con poco interesse, senza nemmeno chiedergli a quale dei due Elric si riferisse.
““Vado a cercarli. Non dirò nulla a Quella Persona, come ti ho detto, trovarti non è compito mio. Cerca solo di non intralciarmi”” disse poi, voltandogli le spalle e allontanandosi.
Envy rimase ancora qualche secondo coi pugni serrati e lo sguardo perso nel vuoto, poi tornò in sé e si accorse che la Douglas non c’era più. S’inoltrò velocemente nel bosco in cerca di Reina, e dopo un po’ la vide, accucciata tra i cespugli, con un’espressione shockata in volto.
“Rei...” le sussurrò, mettendosi di fianco a lei.
Reina lo guardò e gli strinse un braccio.
“Ora so come vengono al mondo gli Homunculus” disse.
“Fantastico...” fu il commento sarcastico del ragazzo. “Qualche altra bella notizia?” “So…perché tu soffri tanto...”
Envy fece un verso di stizza.
“Chi mi ha creato ha fatto anche molto peggio di quanto tu possa immaginare. Inoltre mi ha abbandonato due volte: una volta da umano e una volta da Homunculus. Sono sicuro che la storia di quel bambino, in confronto alla mia, sembra un romanzo rosa. Per non parlare della storia di Edward Elric e del suo adorato fratellino...” aggiunse, digrignando i denti.
“Perché odi tanto Ed?” gli chiese Reina.
Envy si rabbuiò.
“Somiglia troppo all’uomo che mi ha creato...” mormorò.
Reina lo guardò, aspettando un seguito a quelle parole, ma Envy fissava ostinatamente lo scontro incombente.
Wrath continuava a raccontare: ““Dall’altra parte del Portale non potevo fare niente di niente tranne che aspettare. E allora ho aspettato, e aspettato. Piano, piano il mio corpo cresceva sempre di più. Poi un bel giorno è arrivato un vero idiota. Quell’imbecille è venuto a lasciare nella nostra parte un braccio e una gamba.”” Edward sussultò. ““Urlava qualcosa del tipo “Ridatemi mio fratello!”, e così ho preso io il suo braccio e la sua gamba. E poi... dopo parecchio tempo... ho aperto il Portale... e finalmente sono uscito!”” gridò infine.
Edward era rimasto immobile, in preda allo shock.
“Non può essere...” mormorò.
Il ragazzino si voltò verso di lui, un ghigno a distorcergli il volto.
““Grazie per il braccio e la gamba”” gli disse. Si voltò verso Izumi. ““Grazie per avermi dato questa vita imperfetta.”” La sua espressione si fece ancora più cattiva. ““Il mio odio... non è sufficiente a mostrarvi quanto sono grato a entrambi. Forza!”” disse, voltandosi di nuovo verso Ed. ““Adesso dammi tutto il tuo corpo! In questo modo diventerò un essere umano!”” gridò, prima di prendere la rincorsa e spiccare un salto verso Edward, il quale non riuscì a reagire in tempo.
Alphonse corse verso di lui e lo scaraventò di lato, quindi si voltò verso l’Homunculus e parò il suo attacco, respingendo il ragazzino, che fece una capriola all’indietro e atterrò poco lontano.
““Lo sai che mi hai fatto male?”” disse, rialzandosi. ““Ma non è il tuo corpo che voglio...””
“Fratellone” disse Al, senza raccogliere la provocazione dell’Homunculus. “Se non lo fai tu, allora lo farò io. So che quel bambino è il figlio della maestra Izumi... ma il suo braccio destro e la sua gamba sinistra sono quelli che tu hai perso per salvare me. Ed è per recuperare quel braccio e quella gamba che noi abbiamo lasciato la nostra casa.”
Detto questo, si lanciò contro il ragazzino.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 26/11/2010, 20:28




CITAZIONE
“Lei, signore, cosa ha intenzione di fare?”
“Io?” chiese Bradley, con un sorriso soddisfatto.“…Io credo che andrò nel mio ufficio a bermi un tè.” Passò di fianco a Tara ed Edward, poi scomparve dietro un angolo.
Fuori dallo sguardo di chiunque, Envy abbandonò le sembianze del Comandante Supremo e tornò ad assumere quelle del ragazzo con i capelli blu. Furioso, batté il pugno sul muro, che si crepò.
“Lust…” disse tra i denti. “Me l’hai fatta, bastarda!”

O_O
Ma cos'è, acchiapparella?
CITAZIONE
Poco lontano, Armstrong si strappò di dosso la camicia e la giacca, restando a petto nudo, pronto a combattere la donna, che però era altrettanto determinata e si mise in posizione di guardia.
“Se quei due cominciano a combattere, c’è la possibilità che l’edificio non regga…” disse Tara al malconcio Edward, che si stava rialzando da terra.
“L’edificio?” ribatté lui. “Io direi piuttosto l’intera città…”

Io oltre alla città compatisco Armstrong...xD
CITAZIONE
“Oh! Che dolore indicibile! Ho riportato una brutta ferita!” disse con aria sofferente. “La tua insegnante, Edward Elric, è degna di te e tuo fratello!”
Edward non poté fare a meno di sorridere.
“Grazie, Maggiore. Avevo intuito che sarebbe andata così…” Armstrong alzò lo sguardo, non capendo a cosa potesse riferirsi il ragazzo. Ed indicò la ferita del Maggiore. “Si sta tenendo il fianco sbagliato.”
La ferita del soldato, in effetti, era sul fianco sinistro, ed era assai superficiale.
“Oh.”

Muahahahahah!
Epic Fail.

Le cose si fanno caldeeeee

 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 26/11/2010, 23:16




CITAZIONE (Darkrystal Sky @ 25/11/2010, 20:54) 
Rieccoci qua! non c'è molto da dire...sto lavorando poco di recente...
La Green si è immersa in un'altra fanfic di HR che leggerete mooooolto avanti, quindi sono SOLAAAHHH! (lamentele false)

*La Green fuma tranquillamente*
Tesoro, io faccio solo ciò che la BossaH ordina... Prenditela con te stessa medesima... :rotfl:

La Yue che come sempre commenta per prima! :hug:
CITAZIONE (Yue Hikari @ 26/11/2010, 20:28)
O_O
Ma cos'è, acchiapparella?

In realtà si chiama: Fai Impazzire Envy Fregandogli Il Bambino.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 27/11/2010, 18:01




CITAZIONE
La Yue che come sempre commenta per prima!

Yup! *si fa coccolare*
CITAZIONE
In realtà si chiama: Fai Impazzire Envy Fregandogli Il Bambino.

Mica solo Envy, anche Izumi, Archer, Lust, Ed, Armstrong e ChiPiuNeHaPiuNeMetta.
In altre parole, sembra acchiapparella col bambino al posto della micidiale manata spezza-ossa... image
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 29/11/2010, 18:55




CITAZIONE (Yue Hikari @ 27/11/2010, 18:01) 
CITAZIONE
In realtà si chiama: Fai Impazzire Envy Fregandogli Il Bambino.

Mica solo Envy, anche Izumi, Archer, Lust, Ed, Armstrong e ChiPiuNeHaPiuNeMetta.
In altre parole, sembra acchiapparella col bambino al posto della micidiale manata spezza-ossa... image

Diciamo che Envy è quello che ci resta peggio... XD In effetti pensandoci a posteriori sarebbe stato divertente essere presenti alla scena con QUESTA CANZONCINA in sottofondo...
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 1/12/2010, 19:51




CITAZIONE (GreenArcherAlchemist @ 29/11/2010, 18:55) 
CITAZIONE (Yue Hikari @ 27/11/2010, 18:01) 
Mica solo Envy, anche Izumi, Archer, Lust, Ed, Armstrong e ChiPiuNeHaPiuNeMetta.
In altre parole, sembra acchiapparella col bambino al posto della micidiale manata spezza-ossa... image

Diciamo che Envy è quello che ci resta peggio... XD In effetti pensandoci a posteriori sarebbe stato divertente essere presenti alla scena con QUESTA CANZONCINA in sottofondo...

...
IO lo sapevo che era ridicolo metterci sia Envy che Lust!!! ç____ç

Però carina la canzoncina! XDD
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 1/12/2010, 21:32




CITAZIONE
Diciamo che Envy è quello che ci resta peggio... XD In effetti pensandoci a posteriori sarebbe stato divertente essere presenti alla scena con QUESTA CANZONCINA in sottofondo...

Oddioooooooooooooo ci starebbe alla grande!!!
xDDDDD
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 2/12/2010, 22:55




CITAZIONE (Darkrystal Sky @ 1/12/2010, 19:51) 
CITAZIONE (GreenArcherAlchemist @ 29/11/2010, 18:55) 
Diciamo che Envy è quello che ci resta peggio... XD In effetti pensandoci a posteriori sarebbe stato divertente essere presenti alla scena con QUESTA CANZONCINA in sottofondo...

...
IO lo sapevo che era ridicolo metterci sia Envy che Lust!!! ç____ç

Però carina la canzoncina! XDD

Massì, un po' di umorismo in questo covo di deprimenza! *Detto da una con un avatar simile, fa anche più effetto* :elle:
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 5/12/2010, 19:20




Dimenticavo di dire!!!
Non ci sarà il capitolo il giorno di Natale, ovviamente. Sarà pubblicato tra il nove e il 10 di Gennaio, dopo la fine delle vacanze!!!
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 21/12/2010, 10:14




Cambiamento di programma: il capitolo 28 sarà pubblicato domani, mercoledì 22 Dicembre!
 
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9 replies since 25/11/2010, 20:54   30 views
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