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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 29

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 25/1/2011, 21:51




Capitolo nuovo!
Commentate, mi raccomando! :shifty:

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 29 – La cattura di Al
All’insaputa di Envy, era stato proprio l’Homunculus a far scoprire Reina: il movimento del cespuglio era stato infatti notato da una chimera altissima e dalla faccia piatta, che si era avvicinato annusando come una bestia.
““Una donna!”” esclamò entusiasta quando si accorse di Reina, che tentò invano di farsi piccola piccola. Greed, che si stava allontanando, torno sui suoi passi.
““Cosa succede, Urchi?””
““Io adoro le donne!”” esclamò con aria da pervertito, afferrando malamente la ragazza per il braccio e trascinandola fuori dal nascondiglio. ““Posso tenerla, signor Greed?”” chiese, ma Reina fu più sveglia: batté le mani e creò uno spuntone di roccia che colpì l’uomo allo stomaco, costringendolo a lasciarla andare.
La ragazza fece per correre via, ma Greed la prese per un polso, sollevandola da terra.
“Lasciami!” esclamò lei agitandosi, senza molto successo. “Du Idiot, lass mich sofort runter!” ruggì quindi in tedesco.
Greed inclinò la testa di lato: per lui quelle parole erano assolutamente senza senso. Perciò, con aria profondamente convinta, disse la cosa che gli sembrava più simile a quei suoni:
““Auf wiedersehen!””
Questa volta fu Reina a inclinare la testa da un lato e a guardarlo con aria sorpresa. Poi, quando capì che in realtà Greed non aveva la più pallida idea di quello che le aveva appena detto, si rimise ad agitarsi.
“Lasciami andare!” gli disse decisa, ma lui non le stava più prestando attenzione.
Da dietro le sue spalle, infatti, si stavano avvicinando di corsa alcuni degli uomini dell’Homunculus.
““Capo, l’abbiamo preso!”” esclamò la chimera con la spada, massaggiandosi la testa.
Dietro di lui c’era l’uomo massiccio con in spalla Alphonse, legato mani e piedi con una catena.
“AL!” chiamò la ragazza ma Greed le diede un colpo secco sulla nuca che le fece perdere i sensi, poi la lanciò alla chimera con la spada.
““Tienila tu, Dolcetto, la portiamo con noi.””
““Eh? Ah, sì…”” fece lui, leggermente imbarazzato, mettendosi la ragazza svenuta sulla spalla, poi seguì il resto del gruppo che si stava allontanando, compreso Urchi che lo guardava con invidia.

Edward aprì gli occhi. La testa gli pulsava e la mascella gli faceva malissimo. Massaggiandosi il mento si alzò a sedere e lentamente mise a fuoco quello che lo circondava: si trovava ancora nel giardino della villa di Dante, ma gli uomini che lo avevano aggredito erano scomparsi. Accanto a lui, mise a fuoco una sagoma familiare: si trattava di Matthew. Edward rabbrividì: il ragazzo non lo guardava, ma fissava qualcosa davanti a sé con uno sguardo colmo d’ira che non gli aveva mai visto.
“…Che cosa… Matthew?” mormorò l’alchimista.
Matthew si girò verso di lui, con espressione più normale.
“Sei sveglio, Alchimista Imbranato?”
“Ma che…?!” Edward si alzò in piedi. “Che cosa è successo?”
“Se proprio lo vuoi sapere, hanno rapito il tuo fratellino” gli disse. “E Reina” aggiunse poi con rabbia.
“AL?!” esclamò, come se della ragazza gli importasse poco. O, perlomeno, fu questa l’impressione che Envy ebbe. “Quelle persone che mi hanno aggredito… Sono state loro?” Envy annuì. “Maledetti bastardi… Ma perché?!” Envy aprì bocca per parlare, ma fu interrotto da una voce stanca che chiamava Edward: si trattava di Dante, sorretta da Lyra, che avanzava verso di loro. “Signora Dante, hanno attaccato anche lei?” esclamò Edward, preoccupato, raggiungendola.
“Il loro obiettivo… era tuo fratello” disse lei, mettendogli in mano qualcosa. “Hanno lasciato questo.”
Edward guardò l’oggetto che la vecchia gli aveva dato: era un pacchetto di fiammiferi vuoto, con la scritta “Devil’s Nest”.
“Devil’s Nest? Il nido del diavolo?”
“Ricordo un locale con quel nome nella Downtown…” continuò la donna. “Vai da tuo fratello, Edward!”
Ed strinse il pacchetto nel pugno e annuì con decisione. Aveva fatto pochi passi in direzione del cancello della villa, quando si accorse di essere solo. Si voltò verso Matthew, che era rimasto immobile.
“Tu non vieni?” gli domandò. “Reina è anche tua amica, o mi sbaglio?”
Matthew lo guardò con aria neutra, poi annuì e andò incontro all’alchimista.
“Ho fallito nel mio compito di proteggerla” disse molto piano. “Ma questo non vuol dire che non farò nulla per salvarla.”
Detto questo, lo superò e oltrepassò i cancelli della villa.
Ed lo guardò allontanarsi, incuriosito da quelle parole, però non si fermò a fare domande e si incamminò verso la città insieme a lui.

Mentre Ed e Matthew erano in città, chiedendo in giro informazioni su quello che sembrava essere un locale fantasma, Dante aveva mandato a chiamare Izumi per informarla di ciò che era successo, e ora le due donne stavano parlando nel giardino, mentre la padrona di casa sorseggiava un tè.
“E poi che cos’è successo ai due ragazzi?” chiese Izumi.
“Alphonse è stato portato chissà dove da quelle persone, e mi è parso di capire che abbiano preso anche la ragazza. Edward è con Matthew alla loro ricerca in città.”
Izumi assottigliò gli occhi.
“Lei non c’entra niente in tutta questa storia, vero?”
Dante sorrise leggermente.
“Beh, se c’entrassi, non l’avrei fatto rapire qui in casa mia, non ti pare?”
Izumi non rispose, ma continuò a fissare l’anziana donna negli occhi. Fu quest’ultima a distogliere per prima lo sguardo, spostandolo verso il bosco.
“Al di là del bosco, in tutto il mondo, continuano ancora ad esserci conflitti” cominciò. “Sono lotte alimentate dal fuoco della cattiveria degli uomini, un fuoco che purtroppo cresce e si estende sempre di più. Ma perché la gente non prova una buona volta di mettere fine alle ostilità?”
Izumi la guardò per alcuni istanti, sorpresa da quelle parole, quindi rispose, con aria quasi beffarda:
“Non sono mica tutti come lei, che se ne sta rinchiusa nel suo bosco e non pensa ad altro che alla sua alchimia!”
Dante si voltò lentamente a guardarla.
“Se quei due continueranno a cercare la Pietra, prima o poi vedrai che la sventura piomberà anche su di loro, Izumi. Perché non tenti di fermarli?”
“Devono trovare le loro risposte da soli, con le loro forze e senza il mio aiuto. E sono fermamente convinta che queste risposte, qualunque esse siano, saranno diverse da quelle che piacerebbero a me… o a lei.”
“Con questo vuoi dire che ancora oggi non mi credi” constatò la vecchia con la voce velata di malinconia.
“Noi siamo diverse. Diverso è il nostro modo di vivere. E diversa è la nostra alchimia” rispose Izumi, chiudendo gli occhi.
Dopodiché, senza aggiungere altro, diede la spalle all’anziana maestra e si allontanò.
“Addio, Izumi” disse Dante, troppo fiocamente perché potesse sentirla. “Penso che non ci incontreremo mai più...”

Il Devil’s Nest era un locale sotterraneo, e il suo ingresso non aveva né insegne né cartelli: sembrava un qualunque ingresso ad una qualunque cantina. E c’era una buona ragione per tenerlo nascosto: a frequentare quel locare non era gente normale. Anzi, in quel posto, in quell’unico posto, i “normali” erano considerati feccia. In quel posto era “normale” trovare il bancone affollato da uomini di Ishbar e da Celes, ma non solo: il luogo era zeppo di gente che aveva le mani palmate o zampe di capra, servita tranquillamente al banco da una barista che aveva le orecchie da gatto e una lunga coda grigia ornata di campanellino. C’erano decine di chimere semiumane, vampiri e vari fallimenti di natura alchemica… i “diversi”, insomma.
Ed era in quel luogo, un paio di piani più in basso, che Greed e i suoi avevano stabilito il loro “quartier generale”.
Dolcetto, la chimera con la spada, stava guidando Reina attraverso i corridoi scarsamente illuminati. La ragazza non era legata in alcun modo, ma sapeva che se avesse provato a scappare l’avrebbero bloccata con facilità. Inoltre, le faceva ancora male la testa per la botta ricevuta.
““Eccoci”” disse lui finalmente, aprendole una porta metallica dall’aria piuttosto pesante.
La stanza sembrava un magazzino ed era vuota, se non per la presenza di alcuni scatoloni e, seduto in un angolo, di Al.
“Alphonse!” esclamò lei correndogli incontro. Arrivò di fronte a lui e si sedette a terra. “Tutto ok?”
“Aha…” disse lui annuendo. “Non sono stati troppo scortesi, solo la signorina Martel è rimasta dentro di me…” disse.
““Abbi pazienza!”” la voce della donna con i capelli corti venne da dentro l’armatura di Al, e Reina quasi fece un salto. ““Se mi trovo qui è perché devo tenerti d’occhio”” spiegò Martel. ““Posso capire che ti dia la nausea avermi dentro di te, ma cerca di resistere.””
Al abbassò la testa, rivolgendosi ad un punto imprecisato all’altezza del suo stomaco.
“Non c’è problema, ormai mi sono abituato. Cerchi solo di non toccare il sigillo di sangue. Se si cancellasse, io scomparirei da questo mondo.” Il suo tono tranquillo fece rabbrividire Reina.
“Perché ci avete rapito?” domandò, rivolta a Dolcetto. “Non sembrate persone malvagie…”
L’uomo si sedette su uno scatolone e si accese una pipa.
““Beh, forse siamo stati un po’ rudi… Il fatto è che il nostro capo, il signor Greed, voleva chiedere qualcosa ad Alphonse Elric.””
“Ed io, allora?”
Dolcetto rimase sovrappensiero.
““Sicuramente non eri nei piani, non so dirti il motivo per cui ti abbia voluto portare qui. Mi sa che ti conviene chiederlo a lui.””
Reina sbuffò.
“Ecco, lo dicevo io. È solo un pervertito” disse. Poi guardò di nuovo l’uomo. “La gente di questo posto… è strana. Neanche voi siete umani, non è così?”
Dolcetto tirò una boccata di fumo dalla pipa.
““Già. Siamo chimere.””
“Chimere?!” esclamarono insieme Al e Reina, la ragazza fece un sorriso sghembo. “Ok, di cose strane ne ho viste abbastanza da crederci…”
“E come sareste diventati delle chimere?” chiese Al.
Dolcetto sorrise.
““Devi sapere che una volta eravamo dei soldati: siamo rimasti feriti nella guerra dell’Est, eravamo tra la vita e la morte, e siamo stati portati nei laboratori di ricerca dell’esercito e usati come cavie.”
“Nel laboratorio numero 5…” mormorò Al.
““Esattamente”” intervenne Martel. ““Fino a che una persona non ci ha tirato fuori di lì…”” Il suo tono si addolcì. ““Indovina un po’ di chi si tratta? Del signor Greed...””
“Greed…” mormorò Reina.
““Quell’uomo ci ha ridato la dignità di avere un luogo dove poter stare!”” esclamò Dolcetto mentre la porta di ferro si riapriva.
Sulla soglia comparve proprio Greed. Alle sue spalle c’era un gruppo di reietti, tra i quali un uomo robusto con addosso un soprabito chiaro, un cappello e occhiali tondi che riflettevano la luce con bagliori sinistri.
““Qui sono radunati quelli che, per una ragione o per l’altra, non possono più vivere alla luce del sole come fa la gente normale”” disse l’Homunculus, entrando insieme agli altri.
L’uomo massiccio cercava ad ogni costo di restare dietro agli altri, e fu questo suo comportamento che catturò l’attenzione di Al, che lo fissò più attentamente.
“Il signor Tucker?!” esclamò sconvolto, riconoscendo l’uomo-chimera. “Signor Tucker, che cosa ci fa qui?!”
Tucker sobbalzò.
““Non fraintendere, Alphonse”” si affrettò a difendersi. ““Non sono qui perché l’ho voluto: il fatto è che sono l’unico in grado di curare le chimere...””
Al avrebbe voluto replicare, ma Greed fece qualche passo verso di lui. Passando di fianco a Reina, l’uomo le lanciò un’occhiata e le sorrise.
““Ciao, mia regina!”” la salutò, con tono vagamente ironico. La ragazza aggrottò la fronte, confusa. Greed agitò una mano. ““So benissimo che non sei quella là, ma le somigli talmente tanto che non ho potuto fare a meno di portarti con me!””
“Spiegati meglio” esclamò la ragazza, ma Greed non le dava più retta.
Si era chinato su Alphonse e lo guardava da dietro le lenti scure
““Piacere di conoscerti, ragazzo. Il mio nome è Greed, come saprai. Cerchiamo di essere amici, ti va?”” gli disse, con aria amichevole.
Ma Al era di tutt’altro avviso. Con un cenno della testa indicò la mano dell’uomo, sul quale era tatuato un Ouroboros.
“Lei è un Homunculus. So cosa fate, ho già incontrato i suoi compagni...”
Greed si lasciò scappare un sibilo.
““Più che compagni, sarebbe meglio definirli miei nemici”” commentò. Al alzò la testa, sorpreso, ma l’uomo lo fissò dritto negli occhi e non gli lasciò il tempo di chiedere nulla. ““Dimmi, Al: come ci si sente ad essere un’anima dotata di un corpo che non può morire? Con l’anima legata ad un oggetto esterno, non si soffre mai la fame, non ci si stanca mai, non si invecchia mai!”” Si avvicinò, finché Al non riuscì a vedersi riflesso nelle iridi viola dell’uomo. ““La tua comunemente viene chiamata vita eterna...”” Si alzò in piedi e strinse i pugni. “Io sono avido, lo dice anche il mio nome. Voglio tanti soldi, voglio tante donne, la gloria, il potere! Voglio conquistare tutto il mondo! E poi... voglio la vita eterna!”” Si chinò di nuovo sul ragazzino, sorridendo. ““Hai capito, Al? Anche tu puoi aspirare a tutto questo, lo sai? Basta soltanto che collabori...”” Il sorriso si trasformò in una smorfia cattiva. “Ma se non lo farai, ti ridurrò in pezzi finché non avrò in pugno il segreto della tua anima. E sappi che questa volta nessuno verrà a tirarti fuori da questa situazione: ci ho pensato io a mettere KO tuo fratello...””
“Questa è la conferma che anche lei è cattivo come gli altri!” esclamò il ragazzino.
Mentre Greed parlava, era riuscito a disegnare un cerchio alchemico nella polvere, lo toccò e creò un pugno di pietra che colpì l’Homunculus allo stomaco. Il colpo gli fece volare via gli occhiali, e avrebbe steso qualunque essere umano... ma Greed non era un essere umano. Con un sorrisetto sul volto, spezzò il pugno di roccia a mani nude, quindi si lanciò contro Al e lo scaraventò violentemente a terra.
““E adesso datti una calmata...”” sibilò. Poi spalancò gli occhi. ““Oh! Mi dispiace molto, Martel! Mi ero dimenticato che eri lì dentro...”” esclamò, sincero, ma la chimera lo sentì appena: la botta l’aveva lasciata mezza svenuta. Poi l’uomo tornò a rivolgersi ad Al. ““In genere mi piacciono le persone risolute, ma in questo caso non va affatto bene esserlo.”” Si alzò e si avvicinò al gruppo di chimere che era rimasto a guardare in silenzio. ““E poi, se vuoi sconfiggermi... devi fare di meglio.””
Improvvisamente la chimera armata di martello sollevò l’arma e colpì Greed alla testa, staccandogliela di netto. Mentre il corpo dell’Homunculus cadeva a terra davanti agli occhi esterrefatti di Al e Reina, la ragazza ebbe un flash, e un ricordo si sovrappose all’immagine che aveva di fronte agli occhi: a cadere non era Greed, ma suo padre.
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L’uomo tese la mano verso la moglie, aiutandola a rialzarsi. Vicino a loro c’erano i rottami di un velivolo e tanto fumo da rendere l’aria irrespirabile. Non si accorse del soldato che gli arrivava alle spalle, sollevava il fucile tenendolo per la canna e gli assestava un colpo violentissimo alla testa.
“ANDREJ!” gridò la donna.
L’uomo non riuscì a voltarsi in tempo e il colpo gli spacco il cranio; spalancò solamente gli occhi, come se fosse rimasto sorpreso. E mentre Reina gridava, suo padre si accasciava a terra senza vita.
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Reina si prese la testa tra le mani e gridò. Al si voltò a guardarla, preoccupato, e con lui anche tutte le chimere presenti. Poi la ragazza scoppiò a piangere, continuando a gridare tra i singhiozzi. Ad Al sembrò di riconoscere le parole “Mutter” e “Vater”.
““Quanto chiasso!”” esclamò la voce di Greed. Al si voltò verso il corpo dell’uomo, e, con sua grande sorpresa, vide che era di nuovo in piedi: la testa gli si stava rigenerando ad una velocità spaventosa! Quando anche i capelli furono di nuovo al loro posto, Greed fece scricchiolare le articolazioni del collo e abbassò lo sguardo verso Al, che era rimasto senza parole. ““Come hai potuto osservare, sono appena morto”” disse con un sorrisetto. ““E tu, la prossima volta, fallo in modo più discreto! Hai traumatizzato la ragazzina!”” aggiunse poi, rivolto alla chimera col martello. ““Beh, pazienza... Qualcuno la porti via, per favore...”” Uno dei tizi grandi e grossi che era entrato con Greed si fece avanti, si caricò Reina sulla spalla e uscì dalla stanza, senza prestare ascolto alle proteste di Al. ““Non ti preoccupare, te l’ho detto che mi piacciono le donne, no? Non le verrà fatto alcun male”” lo rassicurò l’Homunculus. ““Dunque, dov’eravamo rimasti? Ah, sì! Vedi, questo corpo è notevole, ma non è veramente immortale...””
Le sue parole furono interrotte da un tremolio del terreno. Alle sue spalle la parete cominciò a brillare di energia alchemica, poi fu trasmutata in un portone a doppio battente. Greed si voltò appena per affrontare la nuova seccatura, mentre Al si sporse in avanti.
“Fratellone!” esclamò.
Ma non fu Edward a spalancare la porta... bensì Izumi.
“Salve, è permesso?” esclamò la donna, con aria poco amichevole.
““Ooh... E lei chi sarebbe, mia bella signora?”” chiese Greed, interessato, cercando di non notare che la donna si trascinava dietro una delle sue guardie più grosse e cattive.
La sbatté da un lato come un sacco della pattumiera e indicò sé stessa.
“Sono una casalinga!” esclamò.

Edward e Matthew stavano ancora correndo per la città in cerca del Devil’s Nest, ma senza successo. Ed sbirciò dietro un angolo e vide un gruppo di militari che bloccava la via.
“Che succede?” fece Matthew, raggiungendolo.
“Soldati” fu la risposta di Ed. “Andiamocene...”
“Edward, aspetta” lo chiamò una voce conosciuta.
I due si bloccarono, e videro che Tara si era staccata dal gruppo di soldati e stava correndo verso di loro.
“Tara? Cosa ci fai qui?” chiese Ed, sorpreso.
“Siete alla ricerca di Alphonse, non è così?” chiese loro la donna, senza rispondere.
La verità colpì Ed come un pugno.
“Ci stavi pedinando! Hai visto che portavano via Al e non hai mosso un dito?!” gridò, aggressivo.
Tara non batté ciglio.
“Anche noi siamo sulle tracce di quelle persone. Stiamo per sferrare un attacco a sorpresa al covo delle chimere, suppongo che ci troveremo anche Al...”
“E Reina” intervenne Envy, cupo.
“Il covo delle chimere? Intendi il Devil’s Nest?” esclamò Ed. “Dove si trova?”
Tara si voltò verso il gruppo di militari.
“Ice Alchemist, vieni qui” chiamò. Fye si avvicinò di corsa, ma prima che potesse anche solo alzare la mano per salutare Ed e Matthew, Tara gli si piazzò di fronte. “Guidali al Devil’s Nest” gli ordinò, secca. “E anche voi, cercate di fare attenzione.”
I tre annuirono.

Al locale, intanto, Izumi aveva messo KO tutte le chimere che avevano osato attaccarla. Restavano in piedi solo Tucker, che era rimasto a tremare in un angolo, e Greed
““Ehi, ehi, ehi, calma!”” esclamò questo. ““Con che diritto si presenta qui a farla da padrona?””
“Immagino che sia tu il capo” disse lei, senza rispondere. “Ti ringrazio per esserti preso cura del ragazzo, ma adesso lui torna a casa con me.
““Temo che non sia possibile”” rispose l’uomo, alzando le spalle.
“Ah, no?”
Izumi tirò indietro il braccio e colpì l’uomo alla mascella con un pugno poderoso. Fu però lei a gemere di dolore.
““Scusi se glielo dico, ma lei è troppo impetuosa!”” commentò Greed. Al contrario di Izumi, non sembrava aver accusato il colpo. ““Se non sbaglio, le sue dita si sono rotte... Non è così?””
La donna arretrò, tenendosi la mano ferita, e si accorse che la guancia di Greed, nel punto in cui l’aveva colpito, era ricoperta da delle specie di scaglie di colore nero. Mentre l’Homunculus ridacchiava, le scaglie scomparvero.
“Hai un corpo decisamente bizzarro” commentò la donna, stringendo i denti per non mostrare la sua sofferenza.
““Diciamo... che non è molto facile farmi del male...”” rispose lui.
“Ah, capisco... Allora comincerò anch’io a fare sul serio!”
“Maestra, dov’è mio fratello?” chiese Al.
“Già, mi piacerebbe saperlo... È così difficile fare una commissione senza mettersi nei guai?!” sbottò lei. Poi fulminò il ragazzino con lo sguardo. “Penserò dopo a darvi una bella lezione... Intanto preparati!”
Al sussultò, terrorizzato.
Izumi tornò a dedicare la sua attenzione a Greed. Batté le mani e lo attaccò con l’alchimia, imprigionandolo in un blocco di pietra.
“Non reagisci?” chiese lei, sorpresa.
““Non è nel mio stile fare a botte con una donna”” rispose lui, sornione. Quindi si voltò verso Al. ““La sola cosa che voglio è conoscere qual è il segreto della sua trasmutazione... E a quel punto... avrò la vita eterna! E tutto quanto sarà mio!””
Izumi lo guardò inarcando un sopracciglio, poi scosse la testa.
“C’è poco da discutere con te...” sospirò.
Batté le mani e creò un pugno di roccia (molto simile a quello creato dal suo allievo), col quale colpì Greed al volto, ma di nuovo senza risultato.
““Mi sembrava di averlo già detto: il mio corpo non può essere ferito tanto facilmente...”” sospirò l’uomo.
Le chimere circondarono Izumi, mentre Greed spezzava il pugno di roccia con le mani. A guardare bene, anche quelle ora erano ricoperte di scaglie nere. La donna squadrò i suoi avversari con occhi duri, ma improvvisamente fu colta da uno dei suoi malori, che la fece crollare sulle ginocchia, sputando sangue.
“Maestra!” gridò Al, preoccupato.
Greed si avvicinò a grandi passi alla donna.
““Insomma, non è salutare che lei faccia tutti questi sforzi!”” disse con tono preoccupato. L’afferrò per il bavero e la tirò in piedi. ““Non mi piace fare la parte del cattivo, ma se continua ad attaccarmi le farò molto male...””
“Levale subito quelle manacce di dosso!” gridò una voce.
L’uomo si voltò. Dal portone spalancato erano appena entrati Edward e Matthew. Il primo, quello che aveva gridato, si mise in posizione di guardia, il secondo perlustrò tutta la stanza con lo sguardo, e non vedendo Reina, digrignò i denti.
Greed batté le mani.
““Fantastico, è arrivato anche il fratello! Mi basta che m’insegni come si lega un’anima ad un oggetto, e poi...”” A quel punto, Envy scoppiò a ridere. Irritato, Greed lo guardò, senza riconoscerlo. ““Beh? Che c’è da ridere?”” sbottò.
“Salve, Scudo Perfetto!” lo salutò l’altro. “Avevo sentito che ti eri liberato, complimenti! Tanto Lei ti sigillerà di nuovo… Scusa se sono scoppiato a ridere, ma sentire proprio te parlare di anima... A proposito, che ne hai fatto del teschio?”
Greed lo fissò per qualche secondo, poi lo riconobbe.
““Ah, sei tu. Felice di rivederti… Uhm... A te come piaceva essere chiamato? Mostro Perfetto, giusto?”” Sorrise. ““Il teschio l’ho distrutto, che razza di domande!””
Sebbene continuasse a sorridere, Greed manifestò un leggero nervosismo verso l’argomento. Matthew non smise di fissarlo.
“Menti. Devi averlo nascosto piuttosto bene se puoi permetterti di scherzarci sopra” concluse infine.
Ed guardava ora l’uno, ora l’altro, senza capirci nulla.
“Eh? Eh?!”
““E tu che diavolo ci fai qui, sentiamo? Ah, giusto, immagino che tu sia qui per conto di Quella Persona…”” continuò Greed.
“Quella Persona?” fece ancora Ed, confuso.
“Ti sbagli. Non ho più intenzione di collaborare con lei” ribatté Matthew.
Greed lo guardò sorpreso poi scoppiò a ridere.
““Sei il terzo Homunculus a tradirla! Non avrei mai pensato che ne avresti avuto il fegato!””
“HOMUNCULUS?!” gridò Ed guardando Matthew, il quale sorrise maliziosamente.
“Ma come, non mi dire che ti sei già scordato di me…” disse, tornando all’aspetto che aveva al laboratorio numero 5, anche se non cambiò i vestiti che indossava ““…Piccoletto d’Acciaio!””
“E… ENVY!”
““Che memoria… d’acciaio!”” rise lui. ““Avevo immaginato questo momento in maniera differente. Beh, pazienza, le cose non vanno mai come uno crede...”” Senza più ascoltarlo, Edward trasmutò l’automail in una lama e gli si avventò contro. Envy, fulmineo, gli bloccò il braccio con facilità. ““Non mi è mai andata molto a genio l’idea di aiutarti… Anzi, se fosse per me…”” il suo volto assunse un espressione inquietante ““...Ti ammazzerei volentieri, e nel modo più doloroso che possa trovare!”” Ed rabbrividì: altro che le chimere, quello era un avversario pericoloso. Così come si era trasfigurato, il viso dell’Homunculus tornò normale, anche se serio. ““Comunque, come ho detto, non sono più disposto a collaborare con gli altri. Si da il caso che per il momento siamo alleati, e ti conviene sfruttare questa possibilità…””
“Come potrei collaborare con un essere senz’anima?!” domandò Ed, furioso.
“No, fratellone, lui ha un anima!” esclamò Al. Sia Ed che Envy lo guardarono stupiti. “Sapevo che Matthew in realtà era un Homunculus, ma gli ho promesso di non dirtelo perché sono sicuro che lui ha un anima. So che è difficile da credere, ma è la verità!”
“Ma che…” sfuggì a Ed.
La chimera armata di martello approfittò dell’attimo di distrazione che seguì le parole di Alphonse per attaccare. Mirò ad Envy, che sembrava un avversario più pericoloso rispetto agli alchimisti. L’Homunculus si voltò e sollevò una mano per parare il colpo, ma ad intercettarlo non fu lui: veloce come un fulmine, Fye si frappose tra il ragazzo e il martello, bloccandolo con una mano.
“Non mi sembrava il momento più opportuno per fare certe rivelazioni, Matthew, ma in effetti non potevo pretendere che Ed ci arrivasse come c’ero arrivato io...” disse tranquillo, toccandosi il naso. La chimera spalancò gli occhi nel vedere un ragazzo mingherlino parare il suo enorme martello. “Ah, Ed, sappi che la prossima volta credo che disobbedirò ai tuoi ordini: non mi piace essere lasciato fuori ad aspettare mentre voi vi divertite.”
Detto questo, afferrò con entrambe le mani il martello, al quale era rimasta aggrappata la chimera, e lo scaraventò via. Poi si lanciò contro Dolcetto, sfoderando gli artigli. Gli fece volare via la spada e lo ferì alla guancia, costringendo l’ex-soldato a saltare via per evitare di essere trafitto.
Ed e Al fecero tanto d’occhi: era la prima volta che lo vedevano fare sul serio.
““Impressionante...”” commentò Envy. ““Quindi il biondino è un vampiro. Ora capisco come ha fatto a riconoscermi...””

“Squadre 5 e 7: bloccate la porta di servizio. Squadre 3 e 9: circondate l’edificio.”
“Strada bloccata: tutto ok.”
Sotto lo sguardo di Tara e del tenente colonnello Archer, i soldati di Amestris si preparavano a fare irruzione nell’edificio.
“Non vedo Ice Alchemist... Ha forse mal di stomaco?” chiese Archer, senza guardare Tara.
“Sta eseguendo degli ordini” rispose la donna, anche lei senza guardarlo. “Ordini che coinvolgono la sicurezza dei fratelli Elric, per la precisione.”
Archer la sbirciò, ma in quel momento si avvicinarono anche il maggiore Armstrong e uno dei suoi soldati.
“Noi siamo pronti, signori” disse il militare, facendo il saluto ai suoi superiori.

Dolcetto aveva recuperato la spada, ma non poteva fare altro che difendersi mentre Fye lo attaccava senza sosta. Vedendo che se la cavava piuttosto bene, Ed si voltò verso Izumi. La donna aveva riaperto gli occhi e fissava Greed con odio, quindi lo afferrò per l’abito e, con una leva, riuscì a scaraventarlo via e a liberarsi dalla sua stretta.
“Maestra!” gridò il ragazzo, correndo da lei
Insieme, i due eseguirono una trasmutazione che creò degli spuntoni di roccia che imprigionarono l’Homunculus.
Visto che la situazione sembrava sotto controllo, Envy oltrepassò la porta a lato della stanza, dove supponeva avessero portato Reina. Sistemò tutte le chimere che trovò sulla sua strada, incluse quelle che stavano a guardia della porta, e fece irruzione nella stanza. La ragazza era in piedi davanti alla finestra e gli dava le spalle, ma appena lo sentì entrare si voltò. Aveva ancora gli occhi rossi per il pianto di prima.
“Matthew!” esclamò.
Lui corse da lei e l’abbracciò forte, poi la prese per le spalle e la osservò. Le sfiorò la guancia umida e strinse gli occhi.
““Quel bastardo di Greed ti ha fatto del male?”” le chiese, furente. ““Se è così, lo farò a pezzi con le mie mani.””
La ragazza non rispose e chinò il capo.
A quel punto, Envy si rese conto che stava dando troppo peso a quella faccenda: in fondo, Reina era solo un’alchimista. Che somigliasse a Karasu poteva essere una semplice coincidenza. Invece aveva preso tutto un po’ troppo sul serio, e, se andava avanti così, le cose potevano sfuggirgli di mano.
++++++
“Mi raccomando, proteggi quella piccola Regina…”
++++++

Quel ricordo lo ossessionava. Non poteva farci niente.
““Andiamocene da qui”” le disse, prendendole la mano. ““Se ne occuperanno i fratelli Elric e il biondino. Per oggi direi che tu ne hai viste abbastanza.””
Reina, però, oppose resistenza.
“Non possiamo andarcene così! Dobbiamo aiutare Ed!”
Envy grugnì.
““Va bene, va bene... Ci penso io. Tu resta qui e non ti muovere, tornerò a prenderti.””
Detto questo, corse verso la porta e se la chiuse alle spalle.

Una delle trasmutazioni di Ed e Izumi colpì il muro, che esplose. Le tubature si spaccarono, allagando la stanza. Fye ne approfittò immediatamente: disegnò nell’aria un cerchio luminoso, col quale sollevò una colonna d’acqua che lanciò contro Greed, solidificandola in un blocco di ghiaccio non appena toccò l’Homunculus, che rimase imprigionato.
“Finalmente!” esclamò il mago. “Era davvero un osso duro.”
Approfittando dell’attimo di stallo, Ed si diresse verso il fratello con l’intenzione di liberarlo, ma uno scricchiolio e uno schianto li informò che Greed era riuscito a spaccare il ghiaccio nel quale era bloccato. L’Homunculus si lanciò di peso contro Fye, bloccandolo a terra con le braccia aperte. Il mago tentò di liberarsi, ma Greed si era nuovamente ricoperto le mani e le braccia di scaglia nere e lo teneva stretto.
““Adesso sono davvero arrabbiato”” disse.
Izumi strinse i pugni, pronta ad aiutare Fye, ma un’improvvisa fitta di dolore la fece accasciare a terra tossendo sangue.
“Maestra!” gridò Ed, facendo un passo verso di lei.
““Faresti meglio a preoccuparti per te stesso, Edward Elric”” lo richiamò Greed. Aveva scaraventato via il vampiro come fosse un pupazzo di stracci e si era alzato in piedi. Fece scricchiolare il collo e sciolse i muscoli delle spalle, poi fissò Ed. ““Immagino che dovrò fare sul serio...””

Kimbly, che non appena era iniziato lo scontro tra Greed e gli alchimisti aveva pensato bene di dileguarsi, camminava lungo il corridoio sotterraneo. Scavalcò una delle chimere neutralizzate da Envy ed entrò nella stanza di fianco a quella in cui avevano portato Reina: erano le camere private del proprietario. Si avvicinò alla parete, nella quale era incassata una cassaforte, e la osservò come si potrebbe osservare un giocattolo nuovo.

““Non amo farmi vedere quando mi trasformo, divento brutto...”” disse Greed, togliendosi il giubbotto senza maniche che indossava. Lo lasciò cadere a terra, e le scaglie che ricoprivano le sue braccia gli risalirono lungo il corpo, ricoprendolo interamente. ““C’è un motivo se mi chiamano lo Scudo Perfetto, sai?””
“Cosa diavolo...” mormorò il ragazzo.
Il suo avversario ora sembrava molto più grosso e pericoloso di prima: i muscoli ricoperti di scaglie nere erano più sviluppati, le mani erano dotate di artigli e aveva una chiostra di zanne affilate che gli deformavano il volto in un ghigno animale.
““È l’aspetto delle grandi occasioni”” spiegò. Quindi si mise in posizione. ““Forza, fatti avanti!””
Edward non se lo fece ripetere. Gli corse incontro, saltò e gli afferrò la testa con le gambe, quindi lo sbatté a terra con tutte le sue forze. L’Homunculus colpì il pavimento con tanta violenza da riempirlo di crepe, ma si rialzò dopo pochi secondi.
““Non mi hai fatto niente”” lo canzonò, mentre Ed lo guardava scioccato. ““Eppure il nostro corpo ha la stessa struttura e gli stessi elementi.”” Gli scoccò un’occhiata critica. ““Scommetto che non hai mai ucciso nessuno. Ti manca lo spirito giusto per questa sfida: se non attacchi con l’intenzione di uccidere, non riuscirai mai a sconfiggermi, e tantomeno sconfiggerai gli altri Homunculus.”” Il ghigno sul suo volto si fece ancora più terrificante. “Ma ti farò venire io lo spirito giusto...””
Detto questo, si lanciò su Ed con l’intenzione di restituirgli il colpo di prima. Ma un secondo prima che la mano dell’Homunculus lo sbattesse violentemente a terra, qualcuno lo afferrò e lo spinse di lato, spostandolo dalla traiettoria del colpo. Ed alzò la testa e i suoi occhi s’incrociarono con quelli viola di Envy.
““Ora hai un debito con me, Piccoletto d’Acciaio”” gli disse lui, beffardo.
“Non avrò nessun debito, tu non t’immischiare: è una faccenda tra me e Greed” rispose Ed, rialzandosi.
““Giusto, Mostro Perfetto, tu non immischiarti”” intervenne Greed. ““Vedere un Homunculus ed un alchimista schierati dalla stessa parte è una bella novità, e io adoro le novità, ma ai fini del combattimento è indifferente quanti siate: non avete speranza di scalfirmi.””
“Ma insommaaa…” cantilenò una voce.
Alle spalle di Greed, quasi apparso dal nulla, c’era Fye, che reggeva con aria annoiata un enorme masso di roccia. Lo sbatté con violenza sul cranio di Greed, disintegrandolo.
“Lei è davvero scortese” disse il vampiro sorridendo malignamente. “Forza, signor Greed, gioca ancora un pochino con me!” aggiunse, mettendosi in posizione d’attacco, l’occhio color oro.

Ad un segnale del tenente colonnello Archer, i soldati fecero irruzione al Devil’s Nest. Gli ordini erano di sparare su chiunque opponesse resistenza. Facendosi spianare la strada in questo modo, Archer, seguito da Tara e dal maggiore Armstrong, entrarono nel locale. Tara riconobbe tra i cadaveri alcuni Celes e rabbrividì, ma non si fermò. I soldati proseguirono lungo i corridoi sotterranei, arrivarono di fronte ad una porta chiusa e la buttarono giù, facendo irruzione. Dentro trovarono Kimbly, che aveva fatto esplodere la cassaforte e ne aveva tirato fuori un oggetto di forma sferica avvolto in un panno. Quando udì la porta abbattersi a terra, l’uomo si voltò tranquillamente.
“Ehilà!” esclamò.
I soldati, riconoscendolo, rimasero spiazzati.
“Ma guarda un po’…” sorrise Archer. “Piacere di rivederti, Alchimista Scarlatto Zolf J. Kimbly” esclamò, facendo il suo ingresso nella stanza insieme agli altri. “Non mi aspettavo di trovarti qui, ma ho giusto una proposta da farti...”
La voce di un soldato nel corridoio li fece girare entrambi.
“Ehi, tu! Non ti muovere!” lo sentirono gridare, poi il bagliore di una trasmutazione illuminò l’ingresso e una ragazza vi sfrecciò davanti.
Tara la rincorse, e quando la raggiunse l’afferrò per il braccio. Quella tentò di divincolarsi, ma senza successo.
“Lasciami andare! ...Tara?!” esclamò la ragazza: era Reina.
“Ho trovato Reina Mustang” gridò Tara per farsi sentire da Archer. Poi fissò l’amica. “Per favore, non fare nulla di stupido...”

““Signor Greed!”” esclamò una chimera, entrando a capofitto nella stanza in cui l’Homunculus stava affrontando i suoi avversari. “Siamo nei guai! L’esercito è...”
Un colpo di pistola lo colpì alla testa, uccidendolo all’istante. L’uomo si accasciò a terra in una pozza di sangue. Dolcetto e un’altra chimera si affrettarono a chiudere e sbarrare le porte create da Izumi.
““Signor Greed!”” esclamò Dolcetto, agitato, mentre dei colpi dall’altra parte indicavano che i soldati erano già lì.
““Non spaventatevi: non c’è nessuno nell’esercito che ci possa fare qualcosa...”” disse lui, tranquillo, ma le sue parole furono interrotte da un boato.
La parete esplose, sollevando una cortina di fumo, e quando si diradò, i presenti videro il responsabile dello scoppio: Zolf J. Kimbly. Al suo fianco c’erano Frank Archer e Tara, che aveva una mano sulla spalla di Reina. La ragazza teneva in mano l’involto di panni che Kimbly aveva prelevato dalla cassaforte. Archer la spinse in mezzo alla stanza con poca cortesia in modo da farla avvicinare a Greed, che a quella vista ritirò il suo scudo.
““Maledetto! E così mi hai tradito!”” gridò, rivolto all’Alchimista Scarlatto.
L’uomo si limitò a sorridere con aria cattiva.
La chimera col martello colpì la parete dall’altra parte, sfondando il muro.
““Presto, signor Greed!”” urlò.
Dopo un’ultima occhiata ostile verso il traditore, l’Homunculus si voltò e fuggì attraverso l’apertura nel muro, seguito da Dolcetto e dalla chimera col martello, che si era caricato Al in spalla.
“Non vi lascerò scappare!” gridò Ed, facendo un passo verso di loro.
In quel momento, Archer fece un cenno ai suoi soldati, che fecero irruzione coi fucili spianati e aprirono il fuoco a raffica. Ed si buttò per terra, imitato da Fye, mentre Envy corse verso Reina, che, in mezzo alla stanza, era sulla traiettoria degli spari. Le si buttò addosso, proteggendola col suo corpo, e strinse i denti quando alcune pallottole andarono a segno e lo colpirono alla schiena.
Dall’altra parte della stanza, Archer osservava la scena con un sorrisetto malizioso dipinto sul volto, senza curarsi di Tara, che gli stava gridando di smetterla. Solo quando fu soddisfatto sollevò una mano, facendo segno ai suoi uomini di smettere di sparare, e quelli obbedirono. Quindi si avvicinò ad Envy e Reina, estraendo nel frattempo la pistola. Quando fu ad un passo dai due, puntò la sua arma contro Envy. Il ragazzo, che aveva appena finito di rigenerarsi, sollevò la testa e lo guardò con uno sguardo carico d’odio.
“Sei un Homunculus, se non sbaglio” disse l’uomo, tranquillo come se si trovasse nel suo salotto di casa. Fece un altro cenno ai suoi uomini, che circondarono i due e li tennero sotto tiro con le armi. “So bene che i proiettili con te non funzionano... ma per la ragazza è diverso.” Spostò la sua arma in modo che fosse puntata su Reina. “Perciò, se non fai esattamente come ti dico...” La voce dell’uomo si abbassò. “...Farò in modo che sia lei a pagare.”
Envy si alzò di scatto, con l’intenzione di saltare addosso ad Archer, ma i soldati aprirono il fuoco, crivellandolo di colpi.
“Matthew!” gridò Reina, ma venne afferrata per un braccio e trascinata al sicuro da uno dei soldati, sotto lo sguardo di malcelato piacere di Archer.
Envy crollò a terra, incapace di rigenerarsi alla velocità con cui veniva ferito. Quando gli spari cessarono, sentì che qualcuno lo afferrava per le braccia e gliele legava strette dietro la schiena con una catena, e non oppose più resistenza. Mentre lo trascinavano via, sentì Reina gridare di nuovo, trattenuta dai militari. Si voltò verso di lei e le sorrise.
““Non preoccuparti, piccola regina... Ci rivedremo presto”” le disse.
Poi fu strattonato via, e l’ultima cosa che vide prima di sparire oltre le porte furono Ed e Izumi che venivano rimessi brutalmente in piedi e Archer che raccoglieva l’involto di stracci.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 30/1/2011, 20:15




Si pestano tutti in sto capitolo...xD
Ufffaaaa, che è sta storia della Regina???
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 1/2/2011, 18:05




Eh eh eh eh eh eh eh eh...
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 3/2/2011, 20:30




Sono quasi 30 capitoli che la menano con sta Regina...o.o
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 4/2/2011, 21:48




CITAZIONE (Yue Hikari @ 3/2/2011, 20:30) 
Sono quasi 30 capitoli che la menano con sta Regina...o.o

Fidati ce n'è ancora per un po'...XD
Beh, in realtà qualcosa lo si svela già in questa fanfic, ma le domande su Reina sono l'asse portante della saga!
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 5/2/2011, 16:57




...Spero ke la cosa non ti stia annoiando, darling...
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 6/2/2011, 19:51




Più frustrata che altro. giusto un pochino...
xD
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 8/2/2011, 23:37




Prima o poi tutto ti sarà chiaro... Aspetta e abbi fede... XD
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 10/2/2011, 20:58




...
XxxHolic ha avuto la fine PEGGIORE che le clamp abbiano mai concepito.
Sono delusissima, non si è risolto un tubo!!!
<.<
Nuuuuuuuuuuuuuuuu...sono sconvolta...ç_ç
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 10/2/2011, 21:32




Ma perchè si è arrivato a parlare QUI di holic?
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 11/2/2011, 19:23




Perchè QUI(beh, non qui qui ma sempre in un capitolo dei vostri...) parlando del vostro Watanuki avevo commentato che avevo il sesto senso che, dovendo uscire a febbraio l'ultimo capitolo di Holic avevo predetto che le CLAMP avrebbero fatto uno scatafascio di fine.
Cosa che untualmente hanno fatto.
ç____ç












Sorry per l'OT...
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 14/2/2011, 18:34




Secondo me fanno il seguito. Non è dalle CLAMP lasciare una storia così in sospeso. Voglio dire: l'avessero interrotto, come X e Lawful Drugstore potrei capire, ma così sembra proprio che manchi qualcosa.
Poi boh, magari sbaglio -___-

Per tornare OT, se consideriamo che in teora tutto partì dai tre fratelli maghi, sì, in effetti HR spunta da xxxHolic.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 14/2/2011, 19:26




SPOILER (click to view)
Si ok, ma non mi possono piazzare così a tradimento il propronipote di Doumeki e chiuderla lì come se fosse niente!!!<.<


CITAZIONE
Per tornare OT, se consideriamo che in teora tutto partì dai tre fratelli maghi, sì, in effetti HR spunta da xxxHolic.

Che non ho ancora capitò chi diavlo sono...ò_ò
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 14/2/2011, 22:59




Eheheh... CLAMP. Basta come motivazione? XD
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 15/2/2011, 21:38




NO.
-__-
 
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14 replies since 25/1/2011, 21:51   57 views
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