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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 30

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 27/2/2011, 21:54




Chiedo umilmente perdono per i due giorni di ritardo, è colpa mia e della mia memoria corta (un po' anche dei 3 esami dati durante la settimana, orsù). Ad ogni modo, ecco a voi fresco di giornata il capitolo 30 di FMA Reload!
I commenti sono sempre graditi!

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 30 – Greed
Fye si avvicinò con passo leggero a Tara, cercando di dare il meno possibile nell’occhio. Archer aveva portato via Edward, la sua insegnante e Reina, ma lì intorno era comunque pieno di militari che ogni tanto sbirciavano il colonnello T’ylhanhem e il maggiore Armstrong, gli ufficiali di grado più alto. Quando fu sicuro che nessuno stava facendo caso a lui, si fermò alle spalle della donna.
“In fondo, mi sono divertito” le sussurrò, sorridendo. “In particolare nella parte in cui ho pestato quell’Homunculus tutto nero...”
“Quello che ti ha pestato a sua volta?” commentò la donna, spostando con la punta dello stivale un mucchietto di detriti.
“Spiritosa, colonnello” commentò lui, sempre sorridendo. Poi abbassò ulteriormente la voce. “Non pensi che sia ora di smetterla di prendere ordini come un cagnolino? Cosa direbbe tuo padre, se lo sapesse? C’erano dei Celes tra i clienti di questo locale, e intendo tra i clienti defunti...”
Tara chiuse gli occhi.
“Quando sono arrivata era già successo, non avevo idea che ci fossero altre persone oltre al gruppo di Greed, e così non mi sono opposta agli ordini di Archer. Comunque…” disse guardando Fye “non sto appoggiando le idee di Archer senza un motivo” concluse. “Ho un obiettivo, per raggiungerlo dovevo arrivare qui. Ti assicuro che è qualcosa per cui vale la pena ingoiare bocconi amari.”
Fye la guardò incuriosito.
“Dimmi tutto.”

Nel frattempo, Ed, Reina e Izumi erano stati portati al Quartier Generale, e stavano cercando di spiegare ai militari che trattenerli lì era inutile, perché tutto quello che sapevano lo avevano già detto. Ed, in particolare, scalpitava per andarsene: ogni istante perso lo allontanava di un passo da suo fratello. I soldati, però, erano impotenti: avevano ricevuto l’ordine di trattenerli direttamente dal tenente colonnello Archer.
Quest’ultimo, un po’ in disparte, era occupato con Kimbly e Tucker.
“Io la mia promessa l’ho mantenuta” stava dicendo l’Alchimista Scarlatto. “Ora tocca a te.”
“Sì, lo so. Non dovete preoccuparvi di nulla” rispose l’altro con sicurezza. “Vi posso garantire che sarete al sicuro. Parola del tenente colonnello Frank Archer.”
““Saremo... al sicuro?”” ripeté Tucker.
“Esattamente. E lei potrà tornare nell’esercito e continuare le sue ricerche... Alle mie dirette dipendenze...”
““Potrò continuare le mie ricerche!”” esclamò la chimera, felice.
Archer gli lanciò un’occhiata che avrebbe voluto essere di benevolenza, ma tradiva un certo disgusto per l’essere che aveva di fronte. D’altro canto, aveva bisogno di lui: con l’Alchimista Intrecciavite alle sue dipendenze, poteva creare quante chimere voleva da mandare in battaglia. Altro che quei rifiuti che aveva sterminato.
Voltò la testa verso i soldati.
“C’è un cambiamento di programma” li informò. “Nessuna pietà per chi fa resistenza: eliminate tutte le persone che utilizzavano il Devil’s Nest come rifugio.”
I soldati sembrarono sorpresi dagli ordini ricevuti, ma fecero comunque il saluto militare e si allontanarono.
““Ehm, tenente colonnello Archer...”” La voce di Tucker suonò più spaventata del solito. ““Cosa intende fare... del signor Greed?””
Archer sollevò l’involto di stracci davanti al volto della chimera.
“Fino a quando avrò questo, neanche Greed potrà alzare un dito su di noi” lo rassicurò.
““Meno male... Quegli Homunculus... sono davvero spaventosi...”” disse Tucker, sollevato. ““Anche se il più pericoloso di tutti è quello che avete catturato... Envy...””
Improvvisamente Archer era interessato alle parole dell’alchimista.
“E per quale motivo?”
Tucker spalancò gli occhi dietro le lenti degli occhiali.
““Il suo potere è terrificante. Può assumere qualunque aspetto desideri ed è colui che si occupa di eliminare chi sta scomodo ai loro piani o chi semplicemente sa troppo. È stato lui ad uccidere il suo predecessore al Tribunale Militare, il tenente colonnello Maes Hughes...””
Archer si accarezzò il mento, soddisfatto.
-Questa informazione posso usarla a mio vantaggiò- rifletté. -In questo modo ce l’ho in pugno... Devo solo informare una certa persona...-
La voce di Reina interruppe i suoi pensieri.
“Se ha finito di parlare coi suoi nuovi amici, potrebbe avere la decenza di dirmi dove avete portato Matthew?!” sbottò la ragazza, avvicinandosi.
Archer si voltò lentamente verso di lei.
“È al sicuro” rispose, fissandola dritta negli occhi. “In una cella di massima sicurezza nei sotterranei di questo palazzo. E ci tengo a precisare che non ha opposto alcuna resistenza. A quanto pare ci tiene davvero molto a te...”
Reina non poté fare a meno di arrossire, e Archer sorrise con aria viscida.
-Che sorpresa! Questo significa che ho in pugno anche la ragazzina!-
“Cosa ha intenzione di fare con lui?” chiese ancora Reina, cercando di tornare normale.
Il sorriso di Archer si fece più ampio.
“Tutto questo interessamento non fa che stuzzicare il mio desiderio di giustizia... Quindi, ho una mezza idea di informare il colonnello Mustang di ciò che riguarda te e l’Homunculus. Nel frattempo...” L’uomo allungò una mano e con un movimento secco le staccò dal passante della gonna la catenella dell’orologio d’argento. “...Questo è sequestrato.”
“Ehi!” protestò la ragazza.
“Ti consiglio di startene qui buona e di pensare a qualche bella argomentazione per tuo fratello... Ho come l’impressione che ne avrai bisogno...”

A Central City, nell’ufficio di Roy Mustang, squillò il telefono.
“Qui Roy Mustang...” disse formalmente, alzando la cornetta.
“Salve, colonnello. Qui è il tenente colonnello Frank Archer da Dublith.”
Roy si accigliò: quell’uomo non gli piaceva per niente.
“Desidera?” chiese semplicemente.
“Volevo informarla delle ultime novità riguardanti sua sorella…” disse Archer, con tono viscido. “Vede, è rimasta coinvolta in una faccenda... particolare. Ed essendo lei un suo superiore, oltre che suo fratello, mi sono sentito in dovere di telefonarle.”
“Parli pure, ma sia breve: ho molte cose da fare” rispose lui, fissando le scartoffie che aveva sulla sua scrivania, destinate a rimanerci ancora per un sacco di tempo, a dispetto delle sue parole.
“Non si preoccupi, ho tre notizie importanti da darle, le ruberò solo pochi minuti” rispose, senza cambiare tono di voce. “La prima è che la suddetta Reina Mustang sembrerebbe coinvolta in una relazione con un ragazzo…”
“Non sono qui per ascoltare pettegolezz… COSA?!” urlò Roy.
Dall’altra parte del filo, Archer sorrise: aveva toccato la corda giusta.
“Ha capito bene. La seconda è che questo ragazzo… ecco, non è un essere umano… È uno di quegli esseri che si fanno chiamare Homunculus…” continuò.
Roy non riuscì a ribattere.
“Ma che…” boccheggiò.
“E terzo…” incalzò il tenente colonnello. “Sembra che quest’Homunculus sia il responsabile della morte del generale di brigata Maes Hughes…” disse, aggiungendo ciò che gli era stato riferito poco prima da Tucker. Dall’altra parte del filo tutto taceva. “Tutto qui, ho finito. Arrivederci” concluse Archer con un sorriso soddisfatto stampato sul volto. La miccia era accesa, ora era sufficiente aspettare.
Tornò nella stanza dove aveva lasciato Reina e gi altri, e la ragazza lo accolse sempre più arrabbiata.
“Che cos’è successo?!” lo aggredì.
“Nulla, ho solo informato il tuo fratellone delle ultime novità riguardanti te e chi frequenti, come ti ho detto… E ora se non vi dispiace…” disse dirigendosi verso le scale che portavano ai sotterranei “…ho qualcosa di importante da fare” concluse.
Scese le scale e si diresse verso la cella in cui era rinchiuso Envy.
Il ragazzo era seduto a terra con la schiena contro al muro, le mani legate in alto da delle catene di ferro. Quando sentì la porta aprirsi, alzò lo sguardo.
““Ma guarda chi c’è! Il tenente colonnello rompiscatole!”” disse con una nota di scherno. ““Vuole scaricarmi addosso un altro caricatore della sua stramaledetta pistola?””
L’uomo non batté ciglio, limitandosi a sorridergli con aria superiore.
In quel momento Envy notò l’orologio d’argento nella mano dell’uomo.
““Quello di chi è?!”” chiese allarmato.
“Della tua amichetta, no? Quasi tutti nell’esercito sanno che ha ricevuto dei favori dalle cariche più alte, altrimenti una ragazzina non sarebbe mai riuscita ad entrare nell’esercito…”
““E per l’Alchimista d’Acciaio non è forse lo stesso?!”” rispose Envy.
Archer fece un gesto annoiato.
“Tsk… Lei è una ragazza, è una cosa diversa… Le donne, a parer mio, non dovrebbero stare nell’esercito…” disse, mettendosi l’orologio in tasca.
Envy lo guardò male.
““Maschilista…”” commentò, quindi mise le mani a pupazzetto davanti a sé. ““Oh, Frank, tesoro, sposami!”” disse con tono femminile, muovendo la mano destra come fosse una bocca. ““Non posso, sono un maschilista all’ennesima potenza…”” esclamò con la voce del militare che gli stava di fronte, muovendo la mano sinistra.
“EHI!” esclamò Archer.
Ma Envy non aveva ancora finito.
““Ti prego! Io senza di te muoio!”” disse con la voce di donna. ““Allora schiatta!”” disse con la voce di Archer.
“FINISCILA!” sbottò di nuovo, ma s’interruppe. “Ehi… Da quando hai le mani slegate?!” esclamò, notando che il metallo delle manette che ancora pendevano dal muro era deformato.
Envy smise il suo gioco guardando maliziosamente l’uomo. Con uno scatto fulmineo si alzò e lo spinse contro il muro opposto, strappandogli un mugugno di dolore.
““Mi dispiace, tenente colonnello rompiscatole, ma ora…”” disse, prendendo l’aspetto dell’uomo “…devo occuparmi di alcune cosette!”
Afferrò Archer per il bavero, lo sollevò in aria e lo scaraventò violentemente sul pavimento.
“Bastardo…” mormorò il militare, dolorante, mentre Envy lo afferrava di nuovo, lo trascinava verso la parete con le manette e, piegando nuovamente il metallo, gliele sistemava intorno ai polsi. Prima di andarsene gli infilò una mano in tasca e recuperò l’orologio di Reina.
Una volta fuori, chiuse a chiave la cella, mentre l’uomo faceva un gran fracasso con le catene, quindi salì le scale lungo le quali era stato trascinato e fece il suo ingresso nella stanza dove c’erano Ed, Izumi e Reina. Quest’ultima gli si parò davanti con aria aggressiva.
“Cosa gli ha fatto?!” chiese infuriata.
“Non preoccuparti, piccola regina, sta bene…” le disse con un sorriso, restituendole l’orologio.
Dopo alcuni secondi di sbigottimento, la ragazza cominciò a ridere. Ed e Izumi si guardarono senza intuire cos’era successo. In quel momento arrivò Armstrong con alcuni sottoposti.
“Tenente colonnello, è successo qualcosa?”
“No, non si preoccupi… Vi consiglio solo di non entrare nella cella almeno fino a domani sera. Il prigioniero è più subdolo e pericoloso di quanto non sembri: ha preso il mio aspetto per tentare di confonderci, direi che una giornata senza cibo gli farà solo bene!” disse.
Armstrong rimase immobile per un po’, poi fece il saluto militare.
“Certo! Ai suoi ordini!” esclamò sorridendo sotto i baffi (letteralmente =_=’’ NdLadyGreedy) (Non credo sia possibile farlo sorridere sopra i baffi XD NdGreen). Anche lui aveva intuito che chi si trovava di fronte non era Archer, ma vedendo che Reina ridacchiava aveva capito che non era una persona pericolosa, quindi si allontanò insieme agli altri militari.
Quando furono nuovamente soli, Envy tornò al suo solito aspetto.
“ARGH! ERI TU!” gridò Edward.
““E chi altri…”” fece Envy, stancamente. ““Adesso andiamocene da qui! Greed ha ancora Alphonse con sé…””

Nelle fogne, le chimere combattevano ancora per la loro sopravvivenza. I soldati le avevano seguite fin là, e non si davano per vinti, sparando a vista. Solo Greed, Roa, Dolcetto e Martel, ancora nascosta all’interno di Al, erano riusciti ad arrivare fino alla fine delle condutture e ad uscirne vivi. Erano fuggiti in direzione del bosco, e prima di sera avevano trovato una vecchia capanna abbandonata dove rifugiarsi.
Greed si accese nervosamente una sigaretta e guardò fuori dalla finestra.
-E adesso cosa facciamo?!- si ritrovò a pensare.
““Forse dovresti smetterla di fuggire... ma il mio consiglio arriva tardi.””
L’Homunculus si voltò di scatto, udendo la risposta alla sua domanda inespressa, e vide che sulla soglia della capanna erano comparsi Lust e Gluttony. Le chimere si alzarono, impugnando le loro armi, ma Greed fece loro il gesto di aspettare.
““Immagino siate anche voi degli Homunculus, ma... con chi ho il piacere di parlare?”” chiese, gettando a terra la sigaretta e spegnendola sotto la scarpa.
““Questo è Gluttony”” rispose la donna, posando una mano sulla spalla del grassone, quindi indicò sé stessa. ““Io invece sono l’attuale Lust.””
Greed fece una smorfia contrariata.
““Oh, ma per favore! Dici sul serio? Che squallore! La prima Lust era molto più bella, tu sei vecchia!””
La donna finse di non averlo sentito.
““Vengo subito al dunque, Greed. In questo momento hai due strade davanti a te: o ti fai sigillare un’altra volta, o ti fai distruggere adesso. Nonostante tu sia un Homunculus, hai osato ribellarti a Quella Persona... e Quella Persona ora è molto arrabbiata. Poniamo fine a questa storia, che ne dici?”” concluse, con un sorrisetto.
Gluttony aprì la bocca mostrando i denti.
Dopo aver scambiato una rapida occhiata con Roa, Dolcetto sfoderò la spada e con un colpo deciso spezzò le catene che legavano i polsi di Al. Il ragazzino lo guardò, sorpreso, mentre la chimera rinfoderava la spada.
““Ti chiediamo scusa, ragazzo, ma abbiamo bisogno di te”” disse.
““Prenditi cura di Martel”” aggiunse Roa. Quindi si rivolse al suo capo. ““Vada via da qui, signor Greed.””
““Non si preoccupi, sistemiamo noi quei due”” intervenne Dolcetto.
Poi si frapposero tra Greed e gli Homunculus.
““Ragazzi, non so se...””
““Non possiamo permetterci di perderla adesso, signore”” lo interruppe Roa, trasformandosi. Sulla fronte gli spuntarono un paio di lunghe corna, mentre le braccia gli divennero più forti e muscolose. Mentre le unghie gli si affilavano come artigli, gettò via il martello. ““Signor Greed, ci pensi lei a vendicare tutti gli altri...”” disse infine.
““Se volete proseguire, dovrete passare sui nostri corpi”” concluse Dolcetto, sfoderando la spada.
““No, aspettate!”” protestò Martel dall’interno dell’armatura.
Greed guardò i suoi due sottoposti, poi guardò Lust, mordendosi il labbro. Non voleva abbandonare i suoi uomini, ma non aveva altra scelta.
““Andiamo!”” gridò ad Al, e i due si lanciarono fuori dalla finestra della capanna.
““Fuggire è completamente inutile...”” rise la donna, facendo un passo avanti, ma in quel momento, Roa e Dolcetto attaccarono.

Quando furono abbastanza lontani dalla capanna, Greed e Al si fermarono per riprender fiato, per lo meno l’Homunculus.
““Accidenti a te... Devo dire che sei davvero un bravo ragazzo...”” commentò, guardando Al. ““Avresti potuto benissimo scappare prima, quando ti hanno liberato...””
Al abbassò la testa.
“Sì, avrei potuto... Ma...”
Greed lo interruppe con una risata amara.
““Lascia stare...”” disse. Poi si rivolse alla ragazza, ancora all’interno dell’armatura. ““Ehi, senti, Martel: resta dentro di lui fino a domani mattina”” le ordinò. ““E se all’alba non mi vedrai ritornare... allora... scappa da sola”” aggiunse. ““Siamo intesi?””
““Signor Greed, cosa vuol fare?!”” esclamò la ragazza, ma Greed si allontanò di corsa. ““Fammi uscire!”” gridò allora, tentando di far saltar via l’elmo di Al, che lo afferrò con entrambe le mani per impedirglielo. ““Ti ho detto di farmi uscire, accidenti!””
“Non posso! Il signor Greed vuole che lo aspetti fino a domani!” esclamò Al.
Greed, intanto, aveva rallentato l’andatura fino ad una tranquilla camminata.
““Ecco, e alla fine sono tornato un’altra volta in questo luogo”” commentò, quando vide profilarsi davanti a lui la villa di Dante. Il suo sguardo si fece cupo. ““Forse sono qui per implorare di risparmiarmi la vita... O forse, invece...””
Alzò le spalle e riprese a camminare.
-
Nella capanna nel bosco, Dolcetto fece un balzo all’indietro. Aveva un profondo morso alla spalla destra e non riusciva più a reggere bene la spada. Da parte sua, Roa era stato trafitto più volte da Lust, e faceva fatica a respirare.
““Avete intenzione di prolungare la vostra sofferenza ancora per molto?”” chiese Lust, leccandosi le lunghe unghie nere.
Roa ringhiò.
Gluttony si scagliò contro Dolcetto con le fauci spalancate, deciso a mangiarselo, ma uno spuntone di ghiaccio spuntò da sotto il suo corpo, trafiggendolo. Lust fu inglobata fino alle spalle in un blocco di ghiaccio, e la donna voltò la testa per vedere chi fosse il responsabile.
“Signora, i suoi passatempi sono davvero discutibili” disse Fye, facendo il suo ingresso nella capanna, un grande sorriso stampato in faccia.
““Oh, l’affascinante giovanotto del laboratorio numero 5...”” disse la donna, riconoscendolo. ““E non sei solo, a quanto vedo...””
Da dietro le spalle del vampiro, infatti, era spuntata Tara.
“Se vi chiedo di arrendervi, immagino che non lo farete, giusto?” chiese la donna.
““Decisamente no”” fu la risposta di Lust. Le sue unghie tagliarono il ghiaccio in un attimo, e anche Gluttony riuscì a liberarsi dallo spuntone, rigenerandosi. ““Però possiamo girarvi la domanda...””
Fye scoppiò a ridere.
“Non se ne parla nemmeno! Avete idea di quanto tempo ci abbiamo messo a trovarvi?!” Si voltò verso le chimere. “La vostra puzza è inconfondibile, e anche gli Homunculus non sono da meno, ma questa catapecchia è praticamente invisibile!” si lamentò.
“Fye, smettila di perdere tempo e tira fuori quella cosa...” intervenne Tara, sbuffando.
Il mago mise una mano in tasca, e quando la tirò fuori la teneva chiusa a pugno intorno a qualcosa.
“È tutta tua, Principessa!” esclamò, quindi aprì la mano: sul suo palmo c’era un cristallo di Acqua Rossa, molto più grande di quelli prodotti dai fratelli Tringham. Roa e Dolcetto fecero tanto d’occhi: nemmeno loro ne avevano mai visto uno così grande. (Troppi doppi sensi in così poche righe... NdGreen)
I due Homunculus fecero istintivamente un passo indietro.
““Sei pieno di sorprese, tu”” disse Lust.
“Che posso dire, mi piace sorprendere!” rispose Fye. “E pensare che questa l’ho ottenuta in cambio di un Avversaspecchio... Un vero affare, considerando che in una delle Dimensioni in cui sono stato non è un oggetto poi così raro...!”
“Figurati se la Strega delle Dimensioni ti avrebbe permesso di fare un affare!” disse Tara. “Probabilmente quella Pietra non vale molto, da sola...”
“Infatti appena ho un momento libero ho intenzione di migliorarla un pochino.”
Lust fece un altro passo indietro ridacchiando.
““Siete molto divertenti, voi due. Sembrate una coppietta.”” Fye e Tara le lanciarono un’occhiata di fuoco, ma Lust non smise di sorridere. ““Non dico che quella Pietra non stuzzichi il mio appetito, ma non credo che riuscirei a prendervela tanto facilmente. Avete il coltello dalla parte del manico, riconosco una sconfitta quando la vedo”” disse poi, tranquillamente.
All’improvviso, la donna allungò le unghie e tagliò di netto le travi che sostenevano il tetto della casa. Questo, privato del suo sostegno, crollò sui presenti, ma mentre Fye e Tara furono costretti a trasmutare un riparo per evitare che loro e le chimere rimanessero schiacciati, Lust e Gluttony riuscirono ad uscire indenni, allontanandosi in fretta.
““Perché scappiamo? Io volevo mangiare le chimere e la ragazza, sembravano gustosi!”” si lamentò Gluttony.
““Abbi pazienza, la prossima volta potrai mangiarli tutti... Questa volta era troppo rischioso, tanto più che Greed, il nostro obiettivo primario, è scappato... Piuttosto, riesci a capire dov’è?””
Gluttony sollevò il testone e si mise ad annusare in giro.
““Di là! Sono andati di là!”” esclamò alla fine, puntando in direzione della villa di Dante.
Quando arrivarono, la porta era spalancata ma dalla casa non proveniva nessun rumore. Lust si fermò a qualche decina di metri dalla casa e alzò lo sguardo sulle finestre buie.
““In fondo Greed è un bravo bambino...”” commentò. ““Si sta comportando come vuole Quella Persona... E sarà proprio Quella Persona a concludere questa storia.””
-
“Cosa vi è saltato in mente di attaccare da soli due Homunculus?!” esclamò Tara.
Lei e Fye avevano trasmutato i detriti che li circondavano in modo da liberare loro e le due chimere, che ora stavano riprendendo fiato seduti contro un albero.
““Beh, io sono stato fuso con un cane... E come tutti sanno, il cane è uno degli animali più fedeli”” disse Dolcetto, alzando le spalle, azione che gli provocò una fitta dolorosa alla spalla maciullata. ““Non potevo abbandonare il mio padrone nel momento del bisogno...””
“Sì, ma da qui a farsi ammazzare ce ne vuole...” commentò Fye.
““Piuttosto, voi cosa ci facevate qui?”” chiese Roa. ““Perché ci avete aiutati? Siamo i sottoposti dell’uomo che ha rapito Alphonse Elric...””
Tara li guardò entrambi. Dalla tasca prese un foglio di carta su cui aveva riportato con la sua scrittura precisa lo stralcio di un libro.
Colà nel buio ascoso dalli occhi
Hanno dimora cacciati dal mondo
Bestie fedeli ad un solo padrone
Da lui liberate per avida brama
Per lui strapperanno il segreto di sangue
Per lui nell’ingiusta battaglia cadranno.
Ma solo i tre veramente fedeli
Bue e cane, e serpente di cuore
Anche nel buio seguirlo dovranno
Fino alla morte di ciò che io vedo
Fino a quel bosco del Sud maledetto
Dove a suo tempo tutto ebbe inizio.
E quando l’avido uomo, ora spinto
Da nostalgia di un affetto perduto,
Si recherà di nuovo in quel luogo
Dove già allora fu invero sconfitto
Troverà Donna di tutti i Peccati
Con un inganno di volto già noto.
Lo porterà vicino alla morte
E Cuore d’Acciaio, ignaro di tutto,
Terminerà quel suo gioco mortale
Se non a grazia di bestie fedeli
Se non già caduti sotto denti e lame.

Le due chimere si guardarono, senza capire.
“È una strofa di un’antica profezia che sto cercando di far avverare” spiegò allora la donna. “In parole povere, significa che voi due e Greed dovete restare in vita.”
“Allora è questo il tuo famoso piano!” esclamò Fye.
“Diciamo di sì...”
““E tu credi ad una Profezia vecchia di secoli?! È ridicolo!”” esclamò Roa.
“Io so solo che il vostro capo, in questo momento, sta per finire in una trappola, e che voi siete gli unici che possono aiutarlo” rispose Tara, guardandoli negli occhi alternativamente. “Vi consiglio di muovervi, altrimenti potreste arrivare tardi...”

Greed aveva spalancato la porta della casa di Dante con un calcio ed era entrato. Da dietro l’angolo era subito spuntata Lyra, la cameriera di Dante, e l’Homunculus si era fermato.
““Ah? E tu chi saresti?”” le chiese, squadrandola da capo a piedi.
“Il motivo per cui sei venuto è perché questo è il posto in cui sei stato dato alla luce” disse lei, senza rispondergli.
““E a te che importa? Chi diavolo sei?!”” sbottò l’uomo, facendosi improvvisamente cupo. ““Sai, assomigli tantissimo ad una ragazza che conoscevo una volta... Talia Donovan. Era la cameriera di Dante.””
Lyra gli sorrise.
“Lo sapevo già” rispose. “Vieni, c’è una cosa che vorrei mostrarti...”
Gli fece un cenno con la mano, quindi si incamminò attaverso i corridoi dell’enorme casa. Dopo un attimo d’incertezza, Greed la seguì.
La ragazza lo condusse in biblioteca. Qui, mentre passavano di fianco agli scaffali pieni di libri, l’Homunculus improvvisamente avvertì una fitta di dolore al petto, come se qualcosa lo stesse soffocando. Alzò lo sguardo e vide che, su uno dei tavoli ovali dove Dante appoggiava i libri che aveva intenzione di leggere, era adagiato parte di uno scheletro umano. Il teschio, però, non c’era.
““Cosa sono quelle?!”” chiese, allarmato.
“Sono le tue ossa” rispose tranquillamente la ragazza.
Greed sussultò.
““Si può sapere cosa diavolo succede?! Dante ti ha raccontato qualcosa?!””
Lyra accennò con la testa ad un angolo della stanza.
“Se cerchi la signora, è laggiù...” disse con lo stesso tono di poco prima.
Greed si voltò nella direzione indicata, e rimase sconvolto: il cadavere della vecchia era steso sul pavimento in una pozza di sangue, squarciato a metà. Ripresosi dallo shock, si voltò lentamente verso la ragazza, che si era allontanata di qualche passo.
““Mi spieghi cosa significa?!”” gridò, ma in quel momento la luce azzurra di una trasmutazione illuminò il soffitto sopra di lui. Alzò lo sguardo, e vide che al centro del cerchio c’era il simbolo di un pentacolo, di una croce e di un serpente alato arrotolato ad essa. Il simbolo dei fratelli Elric. Il simbolo della loro maestra Izumi. Il simbolo di Dante. ““Non può essere!”” mormorò l’Homunculus. ““Una ragazzina come te... non può fare una cosa simile! Chi è stato a...”” Fu interrotto da un conato di vomito che lo costrinse in ginocchio e che gli fece sputare una manciata di Pietre Rosse che si liquefecero dopo pochi secondi. Scosso dai brividi, l’uomo alzò faticosamente la testa. ““Tu non sarai...””
Lyra lo guardò sorridendo, e Greed fu colto da un nuovo spasmo e vomitò altre Pietre. Lentamente riuscì a strisciare fuori dal cerchio, che si disattivò. Quando alzò nuovamente la testa, si accorse che la ragazza era scomparsa.
““Maledizione!”” ansimò, rimettendosi in piedi.
“Finalmente ti ho trovato, Greed!” esclamò una voce alle sue spalle.
L’Homunculus si voltò e vide che dalla porta della biblioteca era appena entrato Edward, con un’espressione determinata sul volto.
Sebbene sofferente, Greed riuscì a fargli un sorrisetto.
““Guarda un po’, Edward Elric... Non posso dire di essere sorpreso, anche se avrei preferito che tu fossi arrivato un po’ più tardi...””
Ed fece qualche passo all’interno della stanza e notò il cadavere di Dante.
“Cos’è successo qui?!” chiese, duro.
L’Homunculus alzò le spalle.
““E chi lo sa? È quello che vorrei sapere anch’io.
“Sei stato tu, non è così?”
Greed rise.
““Diciamo pure che sono stato io, per quello che m’importa...””
“Perché hai fatto una cosa del genere a...”
““Mi spieghi per quale motivo ti dai tanto da fare per liberare tuo fratello?”” lo interruppe l’Homunculus.
“Proprio perché è mio fratello, è ovvio!” sbottò Ed, dopo un attimo di sorpresa. “Dimmi dov’è! Lo rivoglio indietro subito!”
““Ah sì? Lo rivuoi indietro? Allora... sai cosa fare...””
Improvvisamente serio, Greed si sfilò il giubbino, mentre lo scudo nero gli ricopriva interamente il corpo. Da parte sua, Ed si mise in posizione di guardia.
I due si fissarono per qualche istante, poi Greed partì all’attacco. Sferrò un pugno in direzione di Ed, che lo parò con l’automail, poi un’altro e un’altro ancora. Il metallo del braccio meccanico prima produsse scintille, quindi si deformò, infine la protezione si staccò di netto. Edward perse l’equilibrio, e Greed ne approfittò per colpirlo con un diretto alla mascella. Il ragazzo si riprese subito e gli assestò un potente uppercut con l’automail, ma, sotto i suoi occhi increduli, le dita di metallo si frantumarono come vetro.
““Cos’hai? È tutto qui il tuo spirito combattivo?”” lo derise l’Homunculus. Lo colpì a mano aperta, scaraventandolo contro uno degli altri tavoli presenti nella stanza. ““Te l’ho già detto, mi sembra: se mi vuoi sconfiggere...””
“...Devo affrontarti con l’intento di ucciderti” concluse Ed, rialzandosi.
““Proprio così.””
Il ragazzo ridacchiò. Mosse una o due volte la mano meccanica, che cigolò, quindi, appurato che funzionava ancora, la strinse a pugno e corse verso il suo avversario.
Tentò di colpirlo con diversi pugni, che però andarono tutti a vuoto. In compenso, Greed riuscì ad afferrarlo per la giacca e a sollevarlo di peso. Proprio in quell’istante, Ed battè le mani e afferrò il braccio dell’Homunculus. Questo lo scaraventò via, mandandolo a schiantarsi sul pavimento, quindi si osservò il braccio, lievemente preoccupato. Non vedendo nessuna ferita, scoppiò a ridere.
““Non mi hai fatto nemmeno il solletico, ragazzino!”” esclamò. Poi gli si avvicinò, minaccioso. ““Adesso... è arrivato il mio turno...””
Caricò il braccio all’indietro, pronto a sferrare un nuovo pugno.
Edward batté le mani e trasmutò il metallo delle nocche dell’automail in piccoli spuntoni, simili a quelli di un tirapugni, quindi sferrò anche lui un pugno che intercettò quello del suo avversario. Per un secondo non accadde nulla, poi lo scudo sul braccio di Greed si frantumò, mettendo a nudo i muscoli sotto la pelle. L’Homunculus indietreggio tenendosi la mano ferita.
““Cosa hai fatto al mio scudo?!”” gridò.
Edward si raddrizzò.
“Niente si crea a partire dal nulla, il che significa che anche il tuo scudo lo crei a partire da qualcosa, e per tua stessa ammissione gli elementi che compongono il tuo corpo sono gli stessi di un essere umano. Tra questi elementi ce n’è uno che può essere trasformato in modo da renderlo estremamente duro e resistente... Un elemento che rappresenta un terzo del corpo umano... Il carbonio.” Greed sembrava colpito, ma non perse tempo e ricostituì il suo scudo sul braccio. “A seconda della solidità dei legami tra i suoi atomi, il carbonio cambia durezza: si passa da quella della mina di una matita a quella di un diamante” continuò Ed.
““Molto bravo, alchimista, ottima lezione...”” commentò Greed, battendo le mani.
Ed si lasciò sfuggire un sorrisetto.
“Una volta capito il meccanismo... il resto è facile per me!”
Senza preavviso, il ragazzo si lanciò contro il suo avversario. Lo confuse con una finta, quindi batté le mani e lo colpì al fianco rimasto scoperto, prima con la mano aperta, quindi con un pugno, che distrusse lo scudo e fece piegare in due dal dolore l’Homunculus.
“Devo dedurre che non mi resta che continuare a farti male finché non mi dirai dov’è Al, o sbaglio?”
Greed sollevò lo sguardo e lo fissò, sofferente.
“Già... Altrimenti... non sarebbe interessante...””
Si alzò con fatica. La mancanza delle Pietre Rosse cominciava a farsi sentire, e sebbene non avesse ancora perso, era chiaro chi sarebbe stato il vincitore di quello scontro. Non batté ciglio nemmeno quando Ed batté le mani e trasmutò l’automail in una lama.
-È così che deve finire?- si ritrovò a pensare. -Cento anni da prigioniero e poi... la morte?-
Edward gli corse incontro, pronto a dargli il colpo di grazia, ma proprio in quell’istrante la vetrata della biblioteca esplose in mille pezzi. Il ragazzo fece un salto all’indietro per schivare i frammenti, mentre Roa e Dolcetto facevano irruzione nella stanza.
““Signor Greed!”” esclamò Roa vedendo il suo capo ferito.
““Roa? Dolcetto? Siete ancora vivi voi due?!”” chiese Greed, sinceramente sorpreso.
““Gliene parleremo dopo, adesso andiamocene da qui!”” rispose Dolcetto, estraendo la spada.
L’Homunculus lanciò un’occhiata a Edward, che aveva tutta l’aria di voler riprendere il combattimento esattamente dal punto in cui erano stati interrotti, e poi verso la vetrata infranta. Stringendo i denti per il dolore, prese la rincorsa e saltò attraverso la finestra.
““Ci vediamo, Alchimista!”” salutò con un ghigno.
Ed si lanciò al suo inseguimento, ma Dolcetto tagliò con la spada i sostegni di alcuni scaffali e glieli spinse contro, seppellendolo di libri. Quando il ragazzo riuscì finalmente ad uscire, illeso ma irritato, i tre erano spariti.

L’Homunculus, seguito dai suoi sottoposti, corse attraverso il bosco finché non raggiunse la collina dove aveva lasciato Al e Martel. Mentre si avvicinava ansimando, si accorse che la ragazza era uscita dall’armatura e stava parlando con l’alchimista. Entrambi gli davano le spalle. L’uomo rallentò e si fermò, nascondendosi dietro ad un albero, e fece cenno a Roa e Dolcetto di fare lo stesso. Da lì le sue orecchie di Homunculus riuscivano a sentire tutto.
“Vedrai, sono sicuro che tornerà prima dell’alba!” stava dicendo Al con tono sicuro.
““Mmmh…”” mormorò Martel, seduta a terra con le gambe contro il petto. ““Al… Il fatto è che… io non sono semplicemente grata al signor Greed… Io lo ammiro dal profondo del cuore e, in fondo... sono convinta di amarlo.””
Dopo un primo attimo di sconcerto, Greed ridacchiò in silenzio.
- Povera, povera Martel…-
““…Non so come farei a vivere senza il signor Greed…”” concluse la chimera.
“Ma allora perché non glielo dici?” chiese Al.
““No… Sono contenta anche così… L’importante ora è che torni sano e salvo…””
Tra i due cadde il silenzio.
Lanciando un’occhiata alla sua ferita per controllare che si fosse rimarginata, Greed raddrizzò la schiena e uscì dal suo nascondiglio.
““Ehilà!”” esclamò come se niente fosse.
Martel si alzò subito in piedi.
““Signor Greed!”” esclamò, raggiante.
Lui le sorrise, poi si rivolse ad Al.
““Grazie di aver badato a lei, ragazzino. Puoi andare ora, tuo fratello ti aspetta alla villa. Digli che... no, lascia perdere. Lui è ancora convinto che sia io il cattivo... e forse è meglio così. Non dovete fidarvi di noi Homunculus.”” Vedendo che il ragazzino non si muoveva, gli fece un cenno con la mano. ““Sciò, vattene adesso!””
Al abbozzò un inchino, quindi corse via in direzione della villa. Passò di fianco a Roa e Dolcetto, che erano rimasti nascosti tra gli alberi, e fece loro un cenno di saluto, al quale i due risposero.
Greed osservò il ragazzino allontanarsi, quindi fece un gesto per richiamare le due chimere, che si affrettarono a raggiungerlo.
““Cancelliamo tutto quello che è successo qui e ripartiamo da zero”” disse, posando una mano sulla spalla di Martel e di Dolcetto. ““Ad Amestris non ci possiamo restare, è troppo rischioso. Aerugo… Non mi va di ritornare là, e soprattutto, vista la situazione politica, è meglio non arrischiarsi…””
““Ci sarebbe Xing, ma attraversare il deserto… non se ne parla nemmeno…”” proseguì Dolcetto.
““Potremmo andare verso i monti Briggs, a Drachma…”” intervenne Roa.
““Ma fa freddissimo!”” protestò Martel.
““Cosa vuoi che ce ne importi? Siamo mostri!”” rispose Dolcetto.
““Forse tu sei un mostro, sottospecie di cane da tartufo!””
““Senti chi parla, l’anaconda con le gambe!””
““Ragazzi, ragazzi...”” intervenne Greed. ““Sono io il capo, decido io, e io dico... Vada per Drachma!””
I tre fecero un cenno di assenso con la testa più o meno convinto, poi cominciarono ad incamminarsi verso la fine del bosco.
Prima di seguirli, Greed guardò indietro verso la villa.
““Buona fortuna Mostro Perfetto… Abbi cura della tua piccola regina…”” Abbassò la voce. ““Io... non sono riuscito a proteggere la mia Lust…””

Poco dopo, Edward, Alphonse, Winry, Reina e i coniugi Curtis erano davanti ad una tomba senza nome: la tomba di Dante. Un po’ distante dal gruppo c’era Envy, di nuovo con l’aspetto da umano, che guardava la scena con occhi freddi come il ghiaccio.
“La mia maestra... ha detto qualcosa?” chiese Izumi dopo un po’.
“No. Quando sono arrivato era già troppo tardi...” rispose Ed, tristemente.
“Capisco...”
Dopo un attimo, il ragazzo alzò lo sguardo verso il cielo.
“Chissà che fine avrà fatto Lyra... È scomparsa...”
Con quella domanda rimasta sospesa, il gruppo tornò lentamente al negozio.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 2/3/2011, 21:07




CITAZIONE
In fondo, mi sono divertito” le sussurrò, sorridendo. “In particolare nella parte in cui ho pestato quell’Homunculus tutto nero...”
“Quello che ti ha pestato a sua volta?” commentò la donna, spostando con la punta dello stivale un mucchietto di detriti.
“Spiritosa, colonnello” commentò lui, sempre sorridendo. Poi abbassò ulteriormente la voce. “Non pensi che sia ora di smetterla di prendere ordini come un cagnolino? Cosa direbbe tuo padre, se lo sapesse? C’erano dei Celes tra i clienti di questo locale, e intendo tra i clienti defunti...”
Tara chiuse gli occhi.
“Quando sono arrivata era già successo, non avevo idea che ci fossero altre persone oltre al gruppo di Greed, e così non mi sono opposta agli ordini di Archer. Comunque…” disse guardando Fye “non sto appoggiando le idee di Archer senza un motivo” concluse. “Ho un obiettivo, per raggiungerlo dovevo arrivare qui. Ti assicuro che è qualcosa per cui vale la pena ingoiare bocconi amari.”
Fye la guardò incuriosito.
“Dimmi tutto.”

Alleluhia, finalmente un pò di risposte!
CITAZIONE
-Questa informazione posso usarla a mio vantaggiò- rifletté. -In questo modo ce l’ho in pugno... Devo solo informare una certa persona...-
La voce di Reina interruppe i suoi pensieri.
“Se ha finito di parlare coi suoi nuovi amici, potrebbe avere la decenza di dirmi dove avete portato Matthew?!” sbottò la ragazza, avvicinandosi.
Archer si voltò lentamente verso di lei.
“È al sicuro” rispose, fissandola dritta negli occhi. “In una cella di massima sicurezza nei sotterranei di questo palazzo. E ci tengo a precisare che non ha opposto alcuna resistenza. A quanto pare ci tiene davvero molto a te...”
Reina non poté fare a meno di arrossire, e Archer sorrise con aria viscida.
-Che sorpresa! Questo significa che ho in pugno anche la ragazzina!-

Schifoso...uhfiudfrhiuehfgiudhgvdfhvfhgv...
CITAZIONE
.
“Non si preoccupi, ho tre notizie importanti da darle, le ruberò solo pochi minuti” rispose, senza cambiare tono di voce. “La prima è che la suddetta Reina Mustang sembrerebbe coinvolta in una relazione con un ragazzo…”
“Non sono qui per ascoltare pettegolezz… COSA?!” urlò Roy.
Dall’altra parte del filo, Archer sorrise: aveva toccato la corda giusta.
“Ha capito bene. La seconda è che questo ragazzo… ecco, non è un essere umano… È uno di quegli esseri che si fanno chiamare Homunculus…” continuò.
Roy non riuscì a ribattere.
“Ma che…” boccheggiò.
“E terzo…” incalzò il tenente colonnello. “Sembra che quest’Homunculus sia il responsabile della morte del generale di brigata Maes Hughes…” disse, aggiungendo ciò che gli era stato riferito poco prima da Tucker. Dall’altra parte del filo tutto taceva. “Tutto qui, ho finito. Arrivederci” concluse Archer con un sorriso soddisfatto stampato sul volto. La miccia era accesa, ora era sufficiente aspettare.

O:O
Ritiro quanto appena detto.
Non è un uhfiudfrhiuehfgiudhgvdfhvfhgv, è proprio un BASTARDO.
CITAZIONE
““Quello di chi è?!”” chiese allarmato.
“Della tua amichetta, no? Quasi tutti nell’esercito sanno che ha ricevuto dei favori dalle cariche più alte, altrimenti una ragazzina non sarebbe mai riuscita ad entrare nell’esercito…”
““E per l’Alchimista d’Acciaio non è forse lo stesso?!”” rispose Envy.
Archer fece un gesto annoiato.
“Tsk… Lei è una ragazza, è una cosa diversa… Le donne, a parer mio, non dovrebbero stare nell’esercito…” disse, mettendosi l’orologio in tasca.
Envy lo guardò male.
““Maschilista…”” commentò, quindi mise le mani a pupazzetto davanti a sé. ““Oh, Frank, tesoro, sposami!”” disse con tono femminile, muovendo la mano destra come fosse una bocca. ““Non posso, sono un maschilista all’ennesima potenza…”” esclamò con la voce del militare che gli stava di fronte, muovendo la mano sinistra.
“EHI!” esclamò Archer.
Ma Envy non aveva ancora finito.
““Ti prego! Io senza di te muoio!”” disse con la voce di donna. ““Allora schiatta!”” disse con la voce di Archer.

Ed è fatto apposta per farsi odfiare...

CITAZIONE
Armstrong rimase immobile per un po’, poi fece il saluto militare.
“Certo! Ai suoi ordini!” esclamò sorridendo sotto i baffi (letteralmente =_=’’ NdLadyGreedy) (Non credo sia possibile farlo sorridere sopra i baffi XD NdGreen). Anche lui aveva intuito che chi si trovava di fronte non era Archer, ma vedendo che Reina ridacchiava aveva capito che non era una persona pericolosa, quindi si allontanò insieme agli altri militari.

Tutti dei bonaccioni in quell'esercito...O.o

Questo capitolo è all'insegna dei buonisentimentitstiemalinconici, tutti amano qualcuno e l'hanno perso...ma non c'è proprio nessuno che si salva???
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 4/3/2011, 16:22




Eheheheh... *Ridacchia nell'ombra*
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 7/3/2011, 14:31




CITAZIONE
Questo capitolo è all'insegna dei buonisentimentitstiemalinconici, tutti amano qualcuno e l'hanno perso...ma non c'è proprio nessuno che si salva???

...
perchè mi sembra una cosa tanto negativa detta da te...?
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 8/3/2011, 19:36




O.o
Perchè ti sembra una cosa negativa detta da me?
Mi fai una tipa buonisentimentifeliciecontenti? xD
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 9/3/2011, 19:26




CITAZIONE
O.o
Perchè ti sembra una cosa negativa detta da me?
Mi fai una tipa buonisentimentifeliciecontenti? xD

Una cosa negativa riguardo alla storia, una cosa che vale la pena cancellare...
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 11/3/2011, 21:39




CITAZIONE (Darkrystal Sky @ 9/3/2011, 19:26) 
CITAZIONE
O.o
Perchè ti sembra una cosa negativa detta da me?
Mi fai una tipa buonisentimentifeliciecontenti? xD

Una cosa negativa riguardo alla storia, una cosa che vale la pena cancellare...

Io aggiungerei: ci dia consigli, o somma Yue!
p.s.: ma anche tu sei diventata lo spirito della Luna? XD
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 12/3/2011, 15:19




No cancellare no, però è che da parte di Armstrong mi suona un pò strano.
CITAZIONE
p.s.: ma anche tu sei diventata lo spirito della Luna? XD

Io per fortuna sono sopravvissuta ai miei 16 anni senza finire a fare la trota in un laghetto...xD
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 13/3/2011, 12:49




CITAZIONE
No cancellare no, però è che da parte di Armstrong mi suona un pò strano.

Davvero, Armstrong è sempre stato un bonaccione che cerca di aiutare anche chi non dovrebbe...quindi non mi sembrava tanto fuori tema...

CITAZIONE
Io per fortuna sono sopravvissuta ai miei 16 anni senza finire a fare la trota in un laghetto...xD

Ah ah ah!! XD
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 13/3/2011, 20:14




Cavolo, le mie (poche)"omonime" donne fanno sempre di quelle fini...
Una diventa lo Spirito della Luna, un altra perde la memoria e finisce su un altro pianeta...
Gli altri sono dei figoni, ma sono figoni maschi....xD

CITAZIONE
Davvero, Armstrong è sempre stato un bonaccione che cerca di aiutare anche chi non dovrebbe...quindi non mi sembrava tanto fuori tema...

Si vabbè ma qui non si tratta di uno qualunque delle bonaccionate, il soggetto è un homunculus psicopatico che nel loro primo incontra a quasi fatto fuori mezzo cast e ha assassinato un ufficiale dell'esercito di Amestris, non chè persona rispettata dal maggiore. Che li stia aiutando o no, mi sembra quantomeno un modo di fare un pò ingenuo, come fai a fidarti? Se vuoi lasciarlo andare almeno risparmiati la scenetta ebete e fai una cosa alla "ti terrò d'occhio" come gli altri.
Scusate se vado sempre a battere su questo tasto, eh!
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 14/3/2011, 20:17




Si può totalmente eliminare oppure cambiare come ha detto Yue...
Tu che ne pensi Green?
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 15/3/2011, 23:21




Io avevo inteso che Armstrong non fosse sicuro che "quel" mutaforma fosse proprio Envy (la Green ogni tanto tende a capire male) e che perciò alza le spalle e prosegue. Nel caso pensi sia lui, allora va davvero cambiata la sua reazione.
 
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11 replies since 27/2/2011, 21:54   46 views
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