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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 31

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 25/3/2011, 14:04




Puntuale come un orologio svizzero, il conto al ristorante e l'appuntamento dal dentista, ecco a voi il nuovo, rampante capitolo di FMA Reload! Passato attraverso il rullo comprimi-bimbominkiaggine della sottoscritta, vi invito calorosamente a farci sapere se c'è qualcosa che non va e cosa ne pensate!

BossAH edit:
Lo faccio notare: da qui partono i capitoli NON reload: cioè, scritti completamente da noi. Ci sarà ancora qualche accenno alla trama originale, ma attenzione ai cambiamenti d'ora in poi!

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 31 – Assassino
La macelleria Meat era più silenziosa del normale. Shigu e Mason lavoravano come al solito, e anche Izumi, pur con la mano fasciata, stava facendo l’inventario delle scorte nel magazzino, ma nessuno pronunciava una parola. Fye e Tara avevano fatto sapere di essere tornati al quartier generale e che per un po’ sarebbero stati occupati a tenere a bada Archer, che dopo lo scherzetto di Envy si era fatto ancora più irritabile, perciò nel giardino sul retro della casa c’erano solo i ragazzi.
Winry era inginocchiata a terra con i suoi attrezzi da lavoro sparsi per il prato, e stava finendo di sostituire le parti distrutte dell’automail di Ed, che aveva il mento appoggiato sulla mano sinistra e l’espressione annoiata. Al accarezzava distrattamente un gatto randagio. Envy, in piedi con la schiena appoggiata ad un albero, li fissava alternativamente, mentre Reina, con le braccia dietro la schiena, fissava lui.
Nessuno aveva molta voglia di parlare dopo quello che era successo alla signora Dante. Si erano ritrovati a fare i conti con qualcosa che non si sarebbero mai aspettati.
“Vado a vedere se la maestra Izumi ha bisogno di una mano” disse improvvisamente Reina, quindi attraversò il giardino e scomparve all’interno del negozio.
Un uccello cinguettò da qualche parte sul ramo di un albero, ma per il resto il silenzio era pesante.
“Certo che Reina è proprio una ragazza forte” disse inaspettatamente Winry, mentre stringeva una vite. “Voglio dire... Ultimamente è successo di tutto, ma lei non sembra troppo sconvolta... Io non sono come lei, per me tutto questo è decisamente troppo.”
“Cosa vorresti fare, allora? Tornartene a Reesembol?” chiese Ed, con un tono forse un po’ troppo tagliente.
Winry gli lanciò un’occhiata ferita.
“Se mi stai chiedendo se voglio scappare a casa con la coda tra le gambe, beh, la risposta è sì!” sbottò. “Non sono fatta per queste cose, sono solo una meccanica di automail! Perciò... credo che andrò a comprare il biglietto per il primo treno di domani.”
Al si alzò di scatto, facendo scappare il gatto.
“Aspetta, Winry! Non essere precipitosa...”
“No, Al. Ho deciso. E poi, è meglio per tutti quanti. Come ho detto, sono solo una meccanica di automail, e il mio lavoro qui è finito.” Cominciò a raccogliere i suoi attrezzi e a rimetterli nella cassetta. “Vedi un po’ com’è il braccio, Ed, così quando torno dalla stazione al massimo te lo metto a punto.”
Si alzò e si spazzolò la gonna con le mani per ripulirla dall’erba, quindi s’incamminò verso il cancello.
“Aspettami, ti accompagno!” esclamò Al, rincorrendola.
Nel giardino rimasero solo Ed e Envy.
Ed si alzò e mosse un po’ il braccio per sentire se era a posto, e rimase soddisfatto. Batté le mani e lo trasmutò in una lama, quindi provò qualche affondo. Envy lo osservava in silenzio. Ad un tratto Ed si voltò e puntò la lama verso l’Homunculus, che si trovava a qualche metro di distanza e che non si mosse. I loro occhi s’incrociarono per aslcuni secondi, poi Edward batté di nuovo le mani e ritrasmutò l’automail nella sua forma originaria, rilassandosi.
“Ti avverto che se sei qui per spiarci o qualcosa di simile, sono pronto a combattere quando vuoi” disse con tono serio. “Al laboratorio numero 5 non avevo idea di chi avessi di fronte, ora invece sì...”
Envy rise.
“Tranquillo, Piccoletto d’Acciaio. Al momento non ho né la forza né l’intenzione di sconfiggerti” rispose. “Se sono qui è per un motivo mio personale: devo proteggere Reina.”
“Ah, sì? E chi te lo ha chiesto?” ribatté Ed. “Lei no di certo, è più che in grado di proteggersi da sola!”
Envy non smise di sorridere, sebbene il suo sorriso ora si fosse fatto più amaro, e chiuse gli occhi.
“Conosci l’arcipelago di Edo?” chiese.
“La terra che si trova ancora più a est di Xing? So quello che c’è scritto sugli atlanti, non molto altro...”
Envy si stiracchiò.
“Quando ero ancora umano, ho conosciuto una... diciamo una “regina” di uno dei feudi di Edo. Il suo nome era Karasu Akitsumi (Gli akitsumi-kami sono gli dei in terra NdGreen). Quando la vidi per l’ultima volta, mi raccomandò di proteggere una ragazza che... in qualche modo... le assomigliava. Si riferì a lei con l’espressione “piccola Regina”... e io credo che parlasse di Reina.”
“Come fai ad esserne così sicuro?” obiettò Ed.
“Lo so e basta” tagliò corto l’Homunculus. “È... difficile spiegarlo. Anche perché sta succedendo qualcosa che non avevo messo in conto: mi sto affezionando a Reina, come a suo tempo mi ero affezionato a Karasu, e non so più se la sto proteggendo per via della promessa che ho fatto o per mia volontà personale...” Si grattò la testa. “Non so se riesci a capirmi: suona strano anche a me.”
Ed lo fissò per qualche istante senza dire una parola.
“Non so cosa pensare, non riesco nemmeno ad immaginare una situazione come quella in cui ti trovi” disse alla fine. “Insomma... È già difficile digerire il fatto che tu sia un Homunculus, e quindi un mio nemico...”
“Mi consideri ancora tale?”
“Te l’ho detto, non so cosa pensare... Negli ultimi tempi sei stato dalla mia parte, e a quanto pare non solo Reina, ma anche Fye e Al lo sapevano, ma se non hanno fatto nulla vuol dire che si fidano di te... Questa storia si fa sempre più strana, ma... diciamo che ti credo” concluse.
Gli allungò la mano. Dopo qualche istante, Envy si avvicinò e gliela strinse.

Roy afferrò il telefono per la decima volta, e per la decima volta lo rimise a posto, sospirando. Riza, che stava transitando davanti alla sua scrivania con una pila di fogli tra le braccia, gli scoccò un’occhiata esasperata.
“Vuole decidersi a telefonare? O preferisce rodersi il fegato per un altro giorno?” sbottò infine.
Mustang aprì la bocca per risponderle, ma si morse la lingua in tempo: non le aveva raccontato proprio tutta la faccenda, perciò la Hawkeye credeva che il suo superiore fosse preoccupato per la sorellina che si era messa con un ragazzo sconosciuto e apparentemente pericoloso, e non doveva saperne di più. Se quello che Archer gli aveva detto era vero ed erano coinvolti gli Homunculus, non voleva che anche Riza finisse come Hughes.
L’uomo, perciò, sospirò e si prese la testa tra le mani.
“Non so... come chiederglielo...”
-Non so come chiederle se il suo ragazzo è un essere umano oppure no...-
Riza lo fissò per alcuni secondi.
“Lo chieda direttamente a lui.”
“Cosa?!” fece Mustang, alzando la testa di scatto.
“Da uomo a uomo. E poi deciderà cosa fare con sua sorella.”
“Ma...”
“E la smetta di fare il bambino! Ormai ha 29 anni!” sbottò infine, e senza aspettare una risposta uscì dall’ufficio, non prima di avergli scaricato sulla scrivania metà dei fogli che teneva in mano.
Roy rimase ancora qualche minuto a fissare il telefono, poi lo afferrò con aria decisa e digitò il numero che si era appuntato su un foglietto (che era costato al sergente maggiore Fury due giorni di appostamenti e l’inseguimento da parte di un cane enorme e particolarmente cattivo).
Dopo un paio di squilli, rispose una voce maschile piuttosto rude.
“Salve, qui è la macelleria Meat, sono Mason…”
Mason? Che fosse il nome con cui si faceva chiamare l’Homunculus? Non poteva chiderglielo direttamente...
Roy si schiarì la voce.
“Buongiorno. Per caso Reina Mustang è lì con voi?”
“Uhm... Sì. Chi la cerca?”
Reazione sospetta.
“Sono suo fratello maggiore” rispose, calcando bene sulle parole.
“Ah, certo! Gliela passo immediatamente!” rispose l’altro, gioviale. O era un bravissimo attore, o non era l’Homunculus.
Dopo pochi secondi, il telefono passò nelle mani di un’altra persona.
“Fratellone! È da un secolo che non ho tue notizie!” esclamò Reina. Fece una pausa. “Ehm... Chiami per un motivo particolare?”
Il suo tono si era fatto nervoso.
“Mah, guarda, giusto per sapere se le cose che mi ha riferito il tenente colonnello Archer sono vere o si è inventato tutto...”
Silenzio.
“Cosa ti ha detto?”
La voce della ragazza ora era decisamente tesa.
“Beh, vediamo... Che ti sei messa con uno...?” buttò lì con finta noncuranza. Ancora silenzio. “Reina?” fece Roy dopo un po’, preoccupato.
“Io… lo… ammazzo!” strillò la ragazza improvvisamente. “Se davvero ti ha detto una cosa del genere, lo sbudello in un vicolo buio e lascio il suo cadavere a marcire tra i topi, non prima di averlo torturato, avvelenato, sgozzato, tritato e privato chirurgicamente del suo caldo cuoricino per metterglielo sotto il naso nel momento della dipartita!”
Roy non si scompose, anzi, si rilassò: era abituato a minacce anche peggiori.
“Quindi vuol dire che non è vero?” disse, speranzoso.
“Certo che è vero!” sbottò Reina. Il fratello per poco non cadde dalla sedia. “Anche se non è proprio così semplice...”
Roy respirò profondamente.
“Voglio parlare con lui.”
“Perché?!” fece la ragazza con tono allarmato.
Molto sospetto.
“Perché sono tuo fratello maggiore, nonché il tuo tutore, e mi sembra normale interessarmi delle persone con cui esci...”
“Ma ti ho detto che... Oh, al diavolo! Matthew!” chiamò poi.
Matthew... Ecco il nome giusto.
“Rei, ma che cavolo...” si sentì in lontananza, poi il rumore del telefono che veniva passato di mano. “Pronto, chi è?” chiese una voce maschile.
Sebbene il suo interlocutore non potesse vederlo, Roy si gonfiò tutto.
“Sono il colonnello Roy Mustang” disse, serio.
“Oh, cazzo...” si sentì dall’altra parte. “Reina, è tuo fratello!!!”
“Lo so. Voleva parlare col ragazzo con cui esco...”
“Ma noi mica... Al diavolo.” Il ragazzo tornò a parlare nella cornetta. “Buongiorno, colonnello. Di cosa voleva parlarmi?”
Roy strinse i pugni.
“Ho saputo che tu e mia sorella andate in giro in... atteggiamenti amorosi. È la verità?”
“Cosa intende per atteggiamenti amorosi?” chiese l’altro, annoiato.
Mustang stritolò la cornetta, con stampato in faccia un sorriso tutto denti poco rassicurante. Peccato che quel Matthew non potesse vederlo.
“Ok, ricominciamo da capo” disse lentamente. “Reina è lì con te?”
“No.”
“Perfetto, non voglio che senta questa conversazione.” Prese un bloc notes. “Allora, come ti chiami?”
“Matthew El… Matthew.”
“Matthew. E il cognome? Avrai pure un cognome, no?”
“Sì, però… Forse è meglio...”
“Dimmelo.”
Silenzio.
“Elric. Matthew Elric” disse l’altro, nervoso.
Roy inarcò un sopracciglio.
“Come Earth Alchemist?”
“Esattamente.”
Pausa.
“Immagino che non sia una questione di omonimia...” buttò lì Roy.
“Ma che sta dicendo?! Cosa glielo fa pensare?”
“Le parole di un certo tenente colonnello di Amestris...”
“Archer...” ringhiò il ragazzo. “Maledetto rompiscatole...”
“Confermi le sue parole?” Silenzio. “Matthew?”
“Al diavolo! No, non è omonimia.”
Roy deglutì.
“Matthew... Elric? Earth Alchemist?”
“O meglio… quello che ne resta…” rise l’altro, amaramente.
“Allora è vero... Sei un Homunculus…”
“Già…”
“Perciò hai più di…”
“…400 anni, sì…”
“Ed esci con mia sorella.”
“Non è che usciamo... A dire la verità non facciamo un gran ché...”
Mustang si passò una mano tra i capelli.
“Dobbiamo parlare. Noi due da soli. Faccia a faccia.”
Matthew sbuffò.
“Ti pareva...”
Mustang finse di non averlo sentito.
“Siete a Dublith, giusto?”
“Sì... Che vuole fare?”
C’era un’ultima cosa che Roy voleva controllare. La più importante.
“Ti dice nulla il nome Maes Hughes?” chiese senza rispondere.
La risposta arrivò solo dopo parecchi istanti di silenzio.
“Sì...”
Roy strinse il pugno.
“E sai anche che è stato ucciso?”
“...Sì.”
“Sai perché?”
“Sì.”
“Matthew...”
“La prego di non usare quel nome…” lo interruppe l’altro.
“Come devo chiamarti, allora?”
Un’altra pausa.
“Mi chiami Envy.”
“Envy?!”
“Arrivederci!” esclamò l’Homunculus, e gli sbatté il telefono in faccia.
Roy fissò la cornetta, stupito: le uniche persone a sbattergli il telefono in faccia erano Reina e Hughes. Entrambe erano collegate a quel... essere. Envy... Non era il nome di uno degli Homunculus che avevano attaccato i fratelli Elric? Elric... Matthew Elric... Elric...
La porta si spalancò, facendo sobbalzare Mustang.
“Che succede, colonnello?” chiese Riza, sorpresa. Aveva altri fogli tra le braccia.
“Nulla, tenente...” rispose lui, mentre il suo battito cardiaco tornava regolare. Si accorse di avere ancora in mano la cornetta del telefono e la mise giù. “Piuttosto... Dobbiamo andare a Dublith. Prepara le tue cose.”
Riza lasciò cadere la pila di documenti sulla scrivania di Roy.
“È per sua sorella?”
“Sì.”
“Avrei detto che era per evitare di firmare i suoi due pacchi quotidiani di scartoffie...”
“Tenente Hawkeye!!!”

Il giorno dopo Ed, Al, Winry, Envy e Reina si trovavano alla stazione di Dublith. Winry era in partenza per Resembool, Al non era riuscito a farle cambiare idea, ma alla fine, in effetti, era davvero meglio così. Mentre gli altri erano occupati a salutarla, Envy non faceva che guardarsi intorno, nervoso. Aveva paura che il Colonnello di Fuoco avesse preso il primo treno per Dublith non appena messo giù il telefono, e la stazione lo metteva a disagio, ma non aveva potuto dirlo agli altri per non destare sospetti.
Il treno partì qualche minuto dopo, con la ragazza bionda che si sbracciava dal finestrino per salutarli, e i tre alchimisti che si sbracciavano a loro volta. Envy le fece solo un breve cenno, poi si rimise a guardarsi intorno, e per poco non gli venne un colpo: esattamente di fronte a lui c’erano un uomo moro e una donna bionda con una cartina in mano che li fissavano incuriositi. L’uomo somigliava a Reina in maniera impressionante.
-Bene, sono fottuto...- pensò.
“Rei! Che ci fai qui?” disse l’uomo, avvicinandosi.
Reina si voltò e rimase a bocca aperta.
“Fratellone! Potrei farti la stessa domanda! Non pensavo che saresti venuto fin qui!”
“Ecco, sai, avevo del tempo libero...” rispose il colonnello, sorridendo in modo poco credibile. “Ah, tu devi essere En... Matthew!” esclamò, cordiale, tendendo la mano al ragazzo.
C’era qualcosa di minaccioso nella presunta cordialità del colonnello, e l’Homunculus gli strinse la mano solo dopo che Reina gli ebbe pestato un piede.
“Colonnello...” borbottò Ed. Come al solito, la presenza di Mustang rendeva il suo umore pessimo.
“Oh, Acciaio, ci sei anche tu… Sei così piccolino che ti confondevi tra la folla!” disse Roy ridacchiando.
“CHI… CHI SAREBBE IL MICRO NANO STROBOSCOPICO CHE SI DISTINGUE A MALAPENA ANCHE TRA LE PERSONE PIÙ BASSE DEL PIANETA?!” strillò. (Ma esiste la parola “stroboscopico”? NdDark) (Forse l’ha inventata Ed! NdReina) (Io dico che Ed non sa cosa vuol dire “stroboscopico”... NdGreen)
Roy lo ignorò e tornò a rivolgersi a Envy.
“Allora, noi abbiamo due chiacchiere da fare, o sbaglio?” disse.
“Adesso?!” chiese Envy.
“Sì, adesso. Vi dispiace se ve lo rubo per un po’, ragazzi? Intanto vi lascio il tenente Hawkeye a farvi compagnia!”
“Perché non possiamo venire anche noi?” chiese Reina, nervosa.
“È tutto a posto, Rei” disse Envy, sorridendo. “Anche io ho delle cose da dire al colonnello.”
Reina gli lanciò un’occhiata significativa, e lui fece cenno di sì con la testa.
“Va bene. Vi aspettiamo qui. Cercate di non metterci troppo.”
“Il tempo di prenderci un caffé o qualcosa di più forte al bar della stazione, te lo prometto!” esclamò Roy, poi prese Envy per il braccio in un gesto che doveva sembrare amichevole, ma che palesemente non lo era, e i due sparirono nel locale.
Poco dopo si trovavano seduti ad un tavolo in un angolo della stanza con due bicchieri di scotch di fronte. Roy prese il suo, se lo rigirò tra le mani, ne bevve un sorso e lo rimise giù.
“Ho sentito diverse cose sul tuo conto… Envy” disse, alzando lo sguardo su di lui.
“Tipo?” chiese Envy, rigirandosi in mano il bicchiere in modo che il ghiaccio tintinnasse contro il vetro.
“Se sei un Homunculus, e se il tuo nome è davvero Envy... allora sei il mutaforma che ha attaccato mia sorella e i fratelli Elric al laboratorio numero 5.”
Envy smise di rigirare il scotch e prese un sorso.
“Molto bravo, colonnello Mustang” disse, rimettendo giù il bicchiere.
“Perché lo hai fatto?”
“Avevo i miei motivi.”
“E perché adesso li stai aiutando?”
“Ho i miei motivi.”
Roy lo fissò torvo. Quella strada non lo stava portando da nessuna parte.
“Puoi davvero imitare tutto di una persona?” chiese allora, cambiando argomento.
“Tutto.”
“Anche la voce?”
Envy sorrise.
“Anche la voce…” disse imitando la voce del colonnello Mustang, che rabbrividì.
“Sei... spaventoso.”
“Lo prenderò per un complimento...”
Mustang lo squadrò con occhio critico.
“Il tuo aspetto attuale non è quello che avevi al laboratorio. Chi è, una tua vittima?”
Envy mise giù il bicchiere con troppa forza, e il vetro s’incrinò. Lo scotch prese a colare dalla crepa, spargendosi sul tavolo.
“Per chi mi ha preso?!”
“Per un mostro.”
Envy si lasciò sfuggire una risata amara.
“Sarò anche un mostro, ma queste porcate di solito non le faccio.”
Di solito sta a indicare che ti è capitato di farle. E ora dimmi: ti capita spesso di ingannare le persone col tuo aspetto?”
“Se mi capita spesso? È il mio lavoro, colonnello. Ma questo non fa automaticamente di me un assassino...”
“È così che hai ucciso il tenente colonnello Maes Hughes, giusto?” lo incalzò Mustang.
Envy sussultò.
“Chi glielo ha detto? È stato Archer?”
“Queste sono informazioni riservate. Allora, è così? Hai preso l’aspetto di qualcun altro per fare in modo che lui non ti attaccasse, e lo hai ucciso?”
Envy ebbe un tremito, che poteva essere un singulto come una risata repressa.
Roy, che mentre parlava si era infilato il guanto col cerchio alchemico, si alzò di scatto e schioccò le dita, il viso contratto in una smorfia d’ira.
-
Poco distante dal bar, seduti in sala d’attesa, Riza, Ed e Al sentirono il boato e si alzarono in piedi di scatto, allarmati. Reina, invece, rimase seduta al suo posto.
“State tranquilli… Roy avrà avuto i suoi buoni motivi. E poi paga lui!” rise, anche se in cuor suo era preoccupata.
-
Il tavolo al quale fino a poco prima erano seduti Mustang ed Envy era in cenere, e la gente stava uscendo spaventata. Un uomo, probabilmente il proprietario, si diresse verso Roy con fare bellicoso.
“Cosa ha combinato?! Lo sa quanto le costerà questo macello?!” strillò.
Roy estrasse l’orologio d’argento e glielo ficcò sotto il naso.
“L’esercito le ripagherà tutto. Ora però si allontani…” disse, serio.
L’uomo annuì e si allontanò seguendo la folla.
In quel momento, una figura carbonizzata si alzò dalle macerie.
“Doveva proprio scatenare questo putiferio, colonnello?” domandò Envy, mentre le Pietre Rosse rigeneravano il suo corpo.
Roy lo puntò di nuovo.
“Non... muoverti!” esclamò, la voce vibrante d’ira.
“Se no cosa fa, mi uccide?” lo schernì l’Homunculus.
Mustang gridò e lo colpì di nuovo, perdendolo poi di vista tra le ceneri.
“Quante volte devo ucciderti per farti morire?!” urlò, conscio che l’Homunculus lo stava ascoltando.
Passarono alcuni secondi, durante i quali Roy non smise di tenere il braccio puntato verso l’ultimo luogo dove aveva visto l’avversario, poi una figura si alzò nuovamente dalle macerie.
“Sei un bastardo, lo sai?” fece Roy, con un sorriso amaro: Envy aveva assunto l’aspetto di Hughes.
-
“Le dico che ho bisogno di parlare con il Comandante Supremo!” sbraitava Archer al telefono. “Non intendo aspettare un momento di più! Un pericoloso prigioniero è fuggito ed è libero per la città! Non posso permettere che…” s’interruppe, interdetto. “COSA VUOLE CHE ME NE FREGHI DEL COMPLEANNO DI SUO FIGLIO!” gridò, per poi sbattere la cornetta. “Bastarda di una segretaria!”
-
“Ascoltami, Roy…” disse Envy, con la voce e l’aspetto del morto come scudo. “Se vuoi uccidermi, fai pure… ma in questo modo ucciderai anche tua sorella.”
Roy strinse gli occhi.
“Cosa vuoi dire?”
Envy riprese il suo aspetto da Homunculus.
““Che lei mi ama… Crede davvero che la mia morte non le causerà nessun dispiacere?””
Roy rimase bloccato.
“E così... la stai solo sfruttando?!”
Envy si rabbuiò.
““La pensa davvero così? Beh, allora non mi posso giustificare in nessun modo, tanto non mi crederebbe…”” Sorrise tristemente. ““Gli Homunculus nascono con un corpo e una mente, ma privi di anima. Invece a me fu impiantata un anima, esattamente come Ed ha fatto con suo fratello: nel mio caso, era l’anima di Earth Alchemist.””
Roy abbassò la mano.
“Quindi tu provi dei sentimenti…”
““Non solo… Io provo i suoi sentimenti… e Matthew Elric era innamorato di una donna che somigliava molto a Reina, sia di aspetto che di carattere. Non so se quello provo per lei sia vero amore oppure un’eco di quello che ricordo, sta di fatto che io la proteggerò, perché sono anche l’unico che può farlo.””
“Proteggerla? Da cosa?” lo incalzò Mustang.
Envy eluse la domanda.
““Nell’esercito sono infiltrati due Homunculus”” disse.
Roy sobbalzò.
-Possibile?!-
““Una di noi è Juliet Douglas.””
“La segretaria del Comandante Supremo?!” esclamò Roy, sempre più sconvolto.
““Esatto… L’altro invece non posso ancora dirglielo… Non so che ripercussioni avrebbe…””
Roy si lasciò cadere su una delle sedie rimaste integre, prendendosi il volto tra le mani.
“E così siete voi che per tutto questo tempo… Ma certo! Hughes doveva averlo scoperto, è per questo motivo che… che...” Non riuscì a continuare. “Perché mi dici tutto questo?” chiese poi, sollevando il viso.
““Forse non basterà per cancellare ciò che ho fatto, ma… per quanto mi sarà possibile, cercherò di porre fine ai piani di Quella Persona”” rispose Envy, serio.
“Quella Persona?”
Envy chiuse gli occhi.
““Colei che controlla gli Homunculus…”” Li riaprì di scatto, le pupille verticali assottigliate. ““Madame Sarah.””

Roy uscì dal bar semi distrutto come se non fosse successo nulla. A poca distanza lo seguiva Envy, di nuovo con l’aspetto da essere umano. Raggiunsero gli altri nella sala d’aspetto, ma qui furono intercettati dal proprietario del bar, che esigeva i soldi dei danni.
“Deve venire con noi al quartier generale per compilare alcuni moduli” lo informò la Hawkeye, efficiente come sempre. “Colonnello, suggerirei di sbrigare questa faccenda il prima possibile.”
“Sì, sì, ho capito...” bofonchiò lui. “Andiamo, allora.”
“Ma come, fratellone, te ne vai di già?” fece Reina.
“Sì. Dovevo solo scambiare due chiacchiere di persona con Matthew per mettere in chiaro un paio di cosette, ma direi che ci siamo capiti e che la mia presenza qui è inutile.”
“...E per capire questo hai distrutto mezza stazione?” gli fece notare la sorella.
“Incidenti di percorso. Il fine giustifica i mezzi, eccetera eccetera...”
“Allora se ne va?” mugugnò Ed.
Roy gli sorrise con aria poco amichevole.
“Sì, Acciaio. Per tua fortuna, ora me ne vado.”
“Spero di non rivederla mai più, colonnello dei miei stivali” disse Ed, sorridendo a sua volta. “Le auguro di rimanere sepolto sotto la valanga di scartoffie che marciscono nel suo ufficio!”
Roy finse di non averlo sentito.
“Ragazzi, è stato un piacere vedervi, ma il mio treno è già sul binario. Alla prossima!” salutò.
“Non far esplodere nulla, mi raccomando!” disse Reina, abbracciandolo. “Con oggi sei a posto per un bel po’ di tempo.”
“Non preoccuparti, Reina, ci penserò io a tenere d’occhio suo fratello” disse Riza, stringendole la mano.
“Grazie, tenente. So di poter sempre fare affidamento su di lei” rispose la ragazza.
“Ehi! Non trattatemi come un bambino!” protestò Roy.
Il gruppo si divise, non prima che il colonnello ed Envy si fossero lanciati un’ultima, significativa occhiata.
“Bene... Ora cosa facciamo?” chiese Al ad un certo punto.
“Proseguiamo col nostro viaggio” rispose Edward, deciso.
“Uhm... E dove stiamo andando, di preciso?”
“Dove eravamo diretti prima di essere intercettati dalla maestra: ad Aerugo.”
Envy lo guardò, sorpreso.
“Degli Amestriani ad Aerugo? E come pensate di andarci? Vi ammazzeranno!” disse mimando col dito indice il segno di una lama che passava sul collo.
“In un modo o nell’altro, ci arriveremo” liquidò Edward.
“Beh, il sottoscritto è già stato tra i “corvi”. Se volete il mio aiuto… vi basta implorarmi…” disse l’Homunculus con un sorrisetto.
“Col cavolo!” esclamò Edward.
“Per “corvi” intenti i Nightray? Sei già stato da loro? Quando?” chiese Al.
“È una storia lunga, non ho voglia di seccarmi la gola a raccontarvela... Non finché il piccoletto non si prostra ai miei piedi... Non dovrebbe essere difficile per lui: non è che si elevi gran ché dal pavimento...”
“CHI SAREBBE IL MICROSCOPICO GRANELLO DI POLVERE CHE NON RIESCE AD ELEVARSI DAL SUOLO?!” strillò Ed.
Envy ridacchiò, poi si mise a guardare fuori dal finestrino. Ben presto i suoi pensieri slittarono a sedici anni prima.
-Vincent…- pensò. -Se è ancora vivo… sarà un bel vantaggio...-
++++++
Il bambino era in lacrime. Intorno a lui il pavimento e le pareti erano imbrattate di sangue, ma i suoi abiti e le sue mani erano puliti. Continuava a chiamare un nome:
“Gil… Gil...”
Da dietro una colonna sbucarono come dal nulla le figure di Envy e Lust.
““Salve, Vincent!”” salutò Envy con aria soddisfatta. ““Dunque... Vuoi che salviamo tuo fratello?””
Vincent li guardò sorpreso, mentre una terza figura si avvicinava dal corridoio.

++++++
Quando arrivò la notte, Ed e Reina si addormentarono uno dopo l’altra. Al si mise a leggere un libro, mentre di fronte a lui Envy continuava a guardare fuori dal finestrino. I suoi occhi riuscivano a vedere quasi come alla luce, e le file di alberi che scorrevano davanti ai suoi occhi sembravano una fila di croci in un cimitero.
“Envy...” lo chiamò improvvisamente Al, a bassa voce.
L’Homunculus si voltò verso di lui, ma l’armatura aveva ancora la testa china sul libro e non lo guardava.
“Cosa c’è?” fece, anche lui a bassa voce.
Al alzò appena la testa.
“Tu... eri il figlio di Dante, non è così?”
A quelle parole, Envy spalancò gli occhi e si tese in avanti.
“CHI TE LO HA…?!”
“Nessuno, l’ho intuito… E abbassa la voce!” aggiunse, vedendo che Ed si era mosso nel sonno e aveva grugnito.
Envy tornò ad appoggiare la schiena contro il sedile del treno.
“Sì, è vero… Ero suo figlio, e lei lo sapeva” rispose dopo qualche secondo. “Comunque, preferirei non parlarne, soprattutto dopo quello che è le successo.”
“D’accordo, scusa... Ero solo curioso...”
Al tornò a dedicarsi al suo libro, ma Envy si era stancato di guardare fuori.
“Vado a fare due passi” disse alzandosi silenziosamente.
Attraversò tutto il treno e raggiunse l’ultimo vagone, quindi si sedette sulla pensilina esterna, si tolse il cappello e lasciò che il vento gli scompigliasse i capelli.
-Quell’Alphonse è davvero intelligente... Ed è solo un ragazzino! Ancora qualche anno e diventerà davvero pericoloso...- pensò.
“Envy...”
La voce di Reina lo fece voltare.
“Rei... Cosa ci fai qui? Credevo dormissi!” esclamò, sorpreso, vedendo la ragazza sulla porta del vagone.
“Ti ho sentito, prima... Ho sentito quello che vi siete detti tu e Al...”
Aveva l’aria turbata.
“Ti pareva...” borbottò Envy.
La ragazza si sedette di fianco a lui.
“Non capisco… Non è possibile che Dante fosse tua madre: tu sei Matthew Elric, giusto? Sei nato più di 400 anni fa!”
“Preferirei non parlarne, ok?” troncò il discorso lui.
Reina abbassò lo sguardo. Che Envy era stato Matthew Elric era certo, ma riguardo al fatto di essere il figlio di Dante… Non aveva senso! Eppure... Perché mentire e dire una cosa simile? Il comportamento suo e della vecchia sembravano confermare il fatto che tra di loro ci fosse un qualche legame… Tuttavia, era impossibile: la donna era umana, non poteva averlo messo al mondo 400 anni prima! E poi, ora era morta, e non avrebbe potuto rispondere alle sue domande neanche volendo. Non poteva affrontare l’argomento con Envy, perciò tenne i suoi dubbi per sé.
“Mi vuoi dire almeno cos’è successo con mio fratello?” chiese dopo un po’
Envy sospirò, e ci mise un po’ a rispondere.
“Il Colonnello di Fuoco ufficialmente mi odia, e non solo perché frequento sua sorella. Non so come, ma Archer sapeva che ho ucciso io Hughes... Probabilmente gliel’ha detto Tucker. A ogni modo, io non ho negato, perciò merito il suo disprezzo.” Reina aprì la bocca per parlare, ma l’Hominculus non aveva ancora finito. “Però sembra anche aver accettato questa cosa. Sono riuscito a fargli guardare oltre la maschera dell’assassino...” Reina sospirò, e lui le lanciò un’occhiata in tralice. “Cosa avresti fatto se fosse andata diversamente?” le chiese. “Se tuo fratello ti avesse proibito di stare con me?”
“Sarei rimasta con te comunque” rispose subito la ragazza. Poi arrossì. “Sai... Credo... di essermi innamorata di te” sussurrò.
Envy la fissò senza mostrare alcuna emozione. Poi lentamente passò un braccio intorno alle spalle della ragazza, l’attrasse a sé e la strinse forte al petto.


Edited by Darkrystal Sky - 25/3/2011, 14:55
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 25/3/2011, 22:04




CITAZIONE
Non so cosa pensare, non riesco nemmeno ad immaginare una situazione come quella in cui ti trovi” disse alla fine. “Insomma... È già difficile digerire il fatto che tu sia un Homunculus, e quindi un mio nemico...”
“Mi consideri ancora tale?”
“Te l’ho detto, non so cosa pensare... Negli ultimi tempi sei stato dalla mia parte, e a quanto pare non solo Reina, ma anche Fye e Al lo sapevano, ma se non hanno fatto nulla vuol dire che si fidano di te... Questa storia si fa sempre più strana, ma... diciamo che ti credo” concluse.
Gli allungò la mano. Dopo qualche istante, Envy si avvicinò e gliela strinse.

Mi sento una vecchia pignola...

CITAZIONE
“Lo chieda direttamente a lui.”
“Cosa?!” fece Mustang, alzando la testa di scatto.
“Da uomo a uomo. E poi deciderà cosa fare con sua sorella.”
“Ma...”
“E la smetta di fare il bambino! Ormai ha 29 anni!” sbottò infine, e senza aspettare una risposta uscì dall’ufficio, non prima di avergli scaricato sulla scrivania metà dei fogli che teneva in mano.

CITAZIONE
“È per sua sorella?”
“Sì.”
“Avrei detto che era per evitare di firmare i suoi due pacchi quotidiani di scartoffie...”
“Tenente Hawkeye!!!”

Tutto ciò mi fa venire in mente solo due parole:
coppia sposata.
xD
CITAZIONE
“Io… lo… ammazzo!” strillò la ragazza improvvisamente. “Se davvero ti ha detto una cosa del genere, lo sbudello in un vicolo buio e lascio il suo cadavere a marcire tra i topi, non prima di averlo torturato, avvelenato, sgozzato, tritato e privato chirurgicamente del suo caldo cuoricino per metterglielo sotto il naso nel momento della dipartita!”
Roy non si scompose, anzi, si rilassò: era abituato a minacce anche peggiori.
“Quindi vuol dire che non è vero?” disse, speranzoso.
“Certo che è vero!” sbottò Reina. Il fratello per poco non cadde dalla sedia.

Ma chi l'ha cresciuta Reina, uno scaricatore turco???xD
CITAZIONE
“Rei, ma che cavolo...” si sentì in lontananza, poi il rumore del telefono che veniva passato di mano. “Pronto, chi è?” chiese una voce maschile.
Sebbene il suo interlocutore non potesse vederlo, Roy si gonfiò tutto.
“Sono il colonnello Roy Mustang” disse, serio.
“Oh, cazzo...” si sentì dall’altra parte. “Reina, è tuo fratello!!!”

Epic scene.
CITAZIONE
“CHI… CHI SAREBBE IL MICRO NANO STROBOSCOPICO CHE SI DISTINGUE A MALAPENA ANCHE TRA LE PERSONE PIÙ BASSE DEL PIANETA?!” strillò. (Ma esiste la parola “stroboscopico”? NdDark) (Forse l’ha inventata Ed! NdReina) (Io dico che Ed non sa cosa vuol dire “stroboscopico”... NdGreen)

stroboscopico?xD Quoto la green...a meno che Ed non si consideri un nano a intermittenza...xD
CITAZIONE
“Se mi capita spesso? È il mio lavoro, colonnello. Ma questo non fa automaticamente di me un assassino...”

disse l'uomo che uccise un fioraio per un pò di sangue all'ingresso...
CITAZIONE
“Le dico che ho bisogno di parlare con il Comandante Supremo!” sbraitava Archer al telefono. “Non intendo aspettare un momento di più! Un pericoloso prigioniero è fuggito ed è libero per la città! Non posso permettere che…” s’interruppe, interdetto. “COSA VUOLE CHE ME NE FREGHI DEL COMPLEANNO DI SUO FIGLIO!” gridò, per poi sbattere la cornetta. “Bastarda di una segretaria!”

quest'uomo deve essere la gioia degli psicologi...
CITAZIONE
“Non preoccuparti, Reina, ci penserò io a tenere d’occhio suo fratello” disse Riza, stringendole la mano.
“Grazie, tenente. So di poter sempre fare affidamento su di lei” rispose la ragazza.
“Ehi! Non trattatemi come un bambino!” protestò Roy.

Ribadisco, coppia sposata.
CITAZIONE
Il bambino era in lacrime. Intorno a lui il pavimento e le pareti erano imbrattate di sangue, ma i suoi abiti e le sue mani erano puliti. Continuava a chiamare un nome:
“Gil… Gil...”
Da dietro una colonna sbucarono come dal nulla le figure di Envy e Lust.
““Salve, Vincent!”” salutò Envy con aria soddisfatta. ““Dunque... Vuoi che salviamo tuo fratello?””
Vincent li guardò sorpreso, mentre una terza figura si avvicinava dal corridoio.

Altro ch Will of the Abyss...sonoa cnhe qui. <.<
Peggio del prezzemolo. xD
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 26/3/2011, 20:14




CITAZIONE
Ma chi l'ha cresciuta Reina, uno scaricatore turco???xD

Yuuko. XD

CITAZIONE
Altro ch Will of the Abyss...sonoa cnhe qui. <.<
Peggio del prezzemolo. xD

Sai...
°L°
è un crossover...
E poi abbiamo semplicemente sostituito la figura di Miranda!


Yue, per tua gioia il prossimo capitolo è quello dedicato al crossover con Pandora!
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 27/3/2011, 11:21




CITAZIONE
Yuuko. XD

...
ciò spiega molte cose.
xD

CITAZIONE
Yue, per tua gioia il prossimo capitolo è quello dedicato al crossover con Pandora!

Yaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaay!!!!
^-^
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 29/3/2011, 18:49




Ahahah...
SPOILER (click to view)
*Ride perché si sta occupando di ricopiarlo a computer e intanto lo sta stupr... sistemando...*
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 30/3/2011, 20:45




Come la torta di american Pie?
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 31/3/2011, 10:29




Non ho visto American Pie, mi spiace... E non credo di voler sapere cosa fanno con la torta: posso immaginarlo.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 31/3/2011, 19:54




CITAZIONE (GreenArcherAlchemist @ 31/3/2011, 11:29) 
Non ho visto American Pie, mi spiace... E non credo di voler sapere cosa fanno con la torta: posso immaginarlo.

Concordo e sottoscrivo...
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 1/4/2011, 19:06




Manco io l'ho visto, la scena della torta è nel trailer! image
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 2/4/2011, 17:23




Davvero? Boh.
 
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9 replies since 25/3/2011, 14:04   60 views
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