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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 35

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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 20:32




E dopo una breve pausa estiva, rieccoci qua, con un nuovo capitolo totalmente new!!

AVVISO: Questo è uno dei capitoli più "vecchi", non stupitevi se rimangono tracce di bimbominchiaggine! Pongo le mie scuse in anticipo.

Per Green: Ho cambiato un paio di cose e anche l'attacco del capitolo successivo.

CAPITOLO 35 – Sotto Reole
Il sole era già tramontato quando Edward entrò nella città di Reole travestito da pellegrino con una casacca scura e una parrucca di capelli castani. Per le strade non c'era nessuno, le fontane secche, gli edifici abbandonati. Solo in lontananza si sentivano delle voci e si intravedeva il bagliore di un fuoco. Ed si avviò in quella direzione e presto giunse davanti ad un chiosco che conosceva bene: era il posto dove si era fermato la prima volta che era stato in quella città. Il barista, quando lo vide, gli fece cenno di avvicinarsi.
"Benvenuto, pellegrino!" lo salutò sorridente, quasi come se la situazione non fosse così disperata. Per fortuna non lo aveva riconosciuto.
Ed si sedette su uno degli sgabelli sgangherati.
"Grazie. Cos'è successo qui a Reole?" chiese, guardandosi intorno. "L'ultima volta che sono passato sgorgava vino dalle fontane!"
"Uhm? In effetti ho l'impressione di averti già visto..." rifletté l'uomo baffuto. Ed sperò che il barista non si soffermasse troppo a riflettere e che arrivasse alla conclusione che era semplicemente un pellegrino abituale. Per fortuna, quello sospirò e riprese: "Eh, già... Purtroppo la nostra bella città è caduta in rovina a causa delle rivolte e dell'esercito..."
Mentre il barista diceva così, si avvicinò al bancone un ragazzo del luogo dalla pelle scura e i corti capelli spettinati. Si chinò sul tavolo di legno puntando i gomiti e lanciando un'occhiata al barista di spalle.
"E anche per colpa di quel vicario di Leto" aggiunse.
Il barista si voltò e annuì.
"Già, quello vero non era migliore del primo..."
Ed sussultò.
"Qu... quello vero?!"
Il nuovo arrivato si voltò verso di lui.
"Un Alchimista di Stato smascherò il vicario, dimostrando che stava solo usando l'alchimia... ma in seguito apparve un altro uomo, identico a lui, che compiva miracoli senza usare la Pietra Filosofale."
Edward realizzò immediatamente chi potesse essere il "vero" vicario.
"Envy..." mormorò a denti stretti.
Intanto il barista aveva nuovamente dato loro la schiena per servire altri clienti. Il ragazzo moro si raddrizzò, si voltò appoggiando la schiena al bancone e incrociò le braccia.
"Un bello schifo, eh?" commentò.
"Uh?" fece Ed.
"Voglio dire, è bastato così poco per dividere in due la popolazione... Al resto ci ha pensato l'esercito" ridacchiò. Si voltò verso Ed e ammiccò. "Dovrei farmi i complimenti da solo, che dici?"
"Envy!" esclamò Edward in un grido strozzato. "Co... come diavolo hai fatto ad arrivare qui così presto?!"
La bocca dell'Homunculus si storse in un ghigno.
"Tu mi sottovaluti, umano..." disse lui, sottolineando l'ultima parola.
In quel momento si sentì un suono di campanelli e la gente della città si fermò in preghiera, incluso Envy, per lo meno per salvaguardare la sua copertura.
"Cosa succede?" chiese Ed al barista, anche lui a mani giunte.
"Arriva la Santa Madre" disse semplicemente l'uomo, mentre si avvicinava un corteo di fanciulle vestite di bianco, al centro delle quali stava una donna vestita di rosa con in mano un fiore del deserto.
"Non è possibile..." mormorò Ed, mentre il corteo usciva dalla sua visuale per via della gran folla.
"Cosa?" chiese Envy in un soffio, sempre fingendo di pregare.
"È Rose!" Edward si alzò di scatto e scomparve nella folla.
-Rose... è la Santa Madre?!-
Prima di riuscire a raggiungere la ragazza, però, si sentì afferrare il braccio con forza, si voltò per vedere chi era e incrociò lo sguardo con Scar.
Envy si era mosso pochi secondi dopo di Ed, ma era stato inevitabilmente trascinato nel corteo. Fu costretto a seguirlo per una ventina di metri, poi, quando passarono vicino ad un vicolo, vide di sfuggita Edward senza parrucca che si difendeva dagli attacchi dell'uomo di Ishbar.
-Merda! Ma quel piccoletto sa solo combinare guai?!- pensò, seccato.
Si fece strada attraverso la folla e si appiattì contro una parete, lasciando che il corteo si allontanasse, dopodiché corse indietro verso il vicolo, ma i due erano scomparsi, lasciando dietro li loro una scia di devastazione. L'Homunculus allora assunse le sembianze di un falco e si alzò in volo sopra la città. Non ci mise molto a identificare i due e scese in picchiata.
“Se sei venuto fin qui, significa che hai capito cosa ho intenzione di fare” stava dicendo Scar.
“Mi hanno detto che hai avuto l’assurda idea di creare la Pietra Filosofale... È vero?” disse Ed, senza rispondere.
Scar annuì.
“È il volere del dio Ishibara, io sono solo il suo tramite.”
Ed si rabbuiò.
“C’è una cosa importante che voglio chiederti da tempo: quattro anni fa, a Central City, c’era una chimera: una bambina fusa con un cane. Si chiamava Nina.”
“Sì, sono stato io a mandarla da Ishivara. Non avrei potuto fare nient’altro.”
“Certe cose non sei tu a deciderle!” gridò. “E con la stessa scusa... vuoi eliminare dalla faccia della Terra anche questa città?!”
“Tu non puoi capire...”
Con un grido, Edward si scagliò contro Scar. L’uomo gli afferrò il braccio di metallo cercando di distruggerlo, ma la sua tecnica non ebbe effetto. Approfittando della confusione dell’avversario, Edward gli tirò un calcio alla mascella. Mentre l’Ishbariano si massaggiava la parte ferita, Ed si rimise in posizione d’attacco.
“Ho trasmutato l’acciaio dei miei automail in un’altro metallo” spiegò. “Così la tua alchimia a metà non funziona.”
I due ripresero a combattere, con Ed quasi sempre in vantaggio. Ad un certo punto, però, l'uomo lo colpì allo stomaco, scaraventandolo in uno stretto vicolo senza uscita. Stava per colpirlo di nuovo, ma proprio in quell'istante una figura cadde dall'alto coi piedi sulle spalle dell'uomo, rimanendo in equilibrio. Era Envy, che aveva ripreso le sembianze del ragazzo di Reole.
"Ma che diavolo..." stava dicendo Scar, ma non ebbe la possibilità di continuare perché Envy, incrociate le caviglie intorno al collo dell'uomo, si lasciò cadere all'indietro e lo scaraventò lontano facendo leva sulle braccia.
L'Homunculus si alzò, spazzandosi la polvere dai vestiti, poi si voltò verso Ed.
"Vai via, a lui ci penso io!" esclamò.
Ed si rialzò e si avvicinò a grandi passi a Envy.
"Col cavolo! E poi chi ha chiesto il tuo aiuto?!" esclamò, infuriato.
Intanto Scar si stava rialzando.
"Non siamo venuti a Reole per Scar, e nemmeno per quella ragazza vestita di rosa, te lo sei scordato forse?” disse Envy tra i denti. “Cerca un modo per scendere nel sottosuolo!"
Ed rimase interdetto, ma poi annuì e corse via, allontanandosi più in fretta che poté. Percorse tutta la città in cerca di scale che portassero nel sottosuolo, senza trovarne. Le uniche che sembravano scendere portavano a diverse cantine o a magazzini sotterranei. Ad un certo punto, seccato, trasmutò lui stesso una scala che scendeva all’interno di una delle cantine. Dopo qualche metro il terreno sotto di lui si aprì e vide che qualcuno aveva costruito una specie di condotto, rischiarato solo da alcune torce appese alle pareti. Praticamente davanti alla scala che aveva costruito c’erano altre scale che scendevano. Si guardò intorno per cercare di capire dove fossero quelle che portavano in superficie, ma era troppo buio.
“Che cavolo di fortuna” commentò, osservando che le sue scale e quelle che scendevano erano praticamente una la continuazione dell’altra.
-
Envy, da parte sua, si stava divertendo un mondo contro Scar. L'uomo non aveva la minima idea di chi avesse davanti, e combatteva come se si trattasse di un semplice essere umano. Envy schivava con facilità i suoi attacchi, contrattaccando solo se necessario: che continuasse pure a crederlo un semplice umano particolarmente veloce... Quando udì un flebile suono di reazione alchemica si trasformò in una mosca, dando a Scar l'impressione di essere svanito nel nulla, e si allontanò ronzando. Riprese le sembianze del ragazzino di Reole solo quando fu abbastanza lontano dal vicolo, e cominciò a correre in cerca di Ed.
L'alchimista aveva risalito la sua scala e si era appostato sui primi gradini. Quando vide passare Envy, lo afferrò per la caviglia con l'intenzione di attirare la sua attenzione, ma l'Homunculus era più leggero di quanto si aspettasse e inciampò, finendogli addosso. Entrambi rotolarono giù per la scala di Ed e poi per la scala sotterranea. Un centinaio di gradini dopo, finalmente si fermarono, davanti all'imboccatura di un corridoio in pietra scura.
“Altro che fortuna, se avessi creato la scala appena qualche metro più in là non saremmo rotolati per così tanti gradini” si lamentò Ed.
Era pieno di lividi, sospettava di avere qualche costola rotta e, quando cercò di muovere il braccio sinistro lo attraversò una fitta di dolore intenso: si era rotto il polso.
"Pezzo di merda! Che cazzo pensavi di fare, eh?!" esclamò Envy, rialzandosi. Si massaggiò il collo. "Sono persino morto un paio di volte a causa della tua idiozia!" Gli tirò un calcio, non troppo forte ma che bastò per far mugugnare di dolore il biondo. Envy sembrò calmarsi un po'. "Ah, sei ferito... Dovevo immaginarlo, voi umani siete così fragili..." disse ironicamente. Prese una delle torce appese al muro, la spezzò e buttò via la parte infuocata, poi si strappò un lembo della casacca e con quel materiale di fortuna steccò il braccio di Ed.
"Per... ché?" mormorò questo.
"Non lo faccio per te, idiota..." ringhiò l'Homunculus. "Solo che se Reina viene a sapere che non ti ho aiutato, mi mena."
Edward sorrise e si alzò in piedi. Fortunatamente le gambe sembravano a posto.
“Dove siamo? È il passaggio di cui ha parlato Eliot?”
“Non penso…” l’homunculus strinse gli occhi.
Envy cominciò a percorrere il corridoio, seguito a ruota dal biondo. Come per le fiaccole del condotto e della scalinata, anche queste sembravano accese da poco.
-Non siamo soli- constatò l'Homunculus, e lanciò un'occhiata d'intesa a Ed.
Dopo aver camminato per un po', i due arrivarono in una sala quadrata al centro della quale si trovava un'elegante fontana che eruttava un liquido rosso, il quale fluiva in quattro canaletti disposti a croce verso i quattro angoli della stanza, scomparendo in quattro piccole aperture nei muri. Il pavimento era così diviso in quattro triangoli, ognuno di un colore diverso, e sulle quattro pareti si aprivano quattro portoni dello stesso colore del pavimento. Quello da cui erano arrivati era nero, alla loro destra c'era una porta rossa, ma il corridoio era ingombro di detriti, davanti a loro c'erano i resti della porta verde, che probabilmente era crollata un sacco di tempo prima, e l'unica che sembrava agibile era la porta blu alla loro sinistra.
"Che... che cos'è questo posto?" mormorò Ed guardandosi intorno.
"È il fulcro di Reole. In questo momento ci troviamo al centro esatto della città."
L'alchimista si avvicinò alla fontana e guardò il liquido rosso.
"Questa è... Acqua Rossa?" chiese indicandolo.
"Già."
"Ma cosa ci fa qui?!"
“Ogni città designata per creare la Pietra Filosofale viene prima ‘preparata’ da Quella Persona. Ricordi il laboratorio numero 5? Anche se la materia prima per creare la Pietra erano i carcerati, c’era comunque bisogno di Acqua Rossa come catalizzatore. Probabilmente qui scorre in un circuito chiuso.”
Edward deglutì: “Quindi se la distruggiamo…”
“Creare la Pietra sarà più difficile e magari avremo guadagnato un po’ di tempo per evacuare la città.”
Il biondo annuì: “Dì la verità: avevi intenzione di venire qui fin dall’inizio.”
Envy sorrise e immerse una mano nel canale più vicino, facendo scorrere la sostanza tra le dita. Improvvisamente si alzò in piedi, come se avesse avvertito qualcosa.
"Nasconditi, piccoletto!" esclamò a denti stretti. "Nel corridoio rosso!" aggiunse. Ed ubbidì e si nascose dietro un masso. Da lì riuscì anche lui a sentire dei passi che si avvicinavano.
Envy stava ancora guardando verso Ed, quindi non si accorse se non all'ultimo momento della figura che gli si stava avvicinando alle spalle ad una velocità sovrumana. Sentì un dolore lancinante al braccio, si voltò di scatto e vide che Gluttony glielo aveva strappato coi denti e lo stava inghiottendo.
-Merda!- pensò, e si portò una mano alla spalla, non tanto per il dolore, quanto per cercare di bloccare la rigenerazione. Infatti, se c'era Gluttony...
""Cosa ci fai qui, ragazzino?"" chiese una suadente voce di donna. Lust, c'era da aspettarselo. La donna fece il suo ingresso dalla porta blu e fissò Envy.
"Diciamo che... mi sono perso" disse lui, sorridendole.
""Da dove sei entrato?"" La voce della donna non era affatto amichevole.
Envy fece un cenno alla sua sinistra.
"Dalla porta nera." Resistere all'effetto della Pietra stava diventando insopportabile.
Lust sbuffò.
""Questo posto è troppo poco sicuro, ci toccherà chiedere a Quella Persona di chiudere gli ingressi... È davvero una fortuna che si trovi in città.""
-Cosa?!- pensò Envy.
Ma aveva altro a cui pensare.
""Mangialo, Gluttony!"" ordinò la donna.
Il ciccione si fiondò addosso a Envy, che però lo respinse con un potente calcio, mandandolo a sbattere contro la parete. Lust, che se ne stava andando, si fermò e si voltò a guardarlo stupita. Envy sorrise e si rilassò, lasciando che si ricostituissero le ossa, poi i muscoli, la pelle e infine la manica della maglia. Aprì e chiuse la mano un paio di volte prima di tornare a fissare Lust con aria annoiata.
""Ma tu... Envy?!"" esclamò la donna. L'espressione del ragazzo si tramutò in un ghigno. ""Non capisco... Perché non ci hai informati che venivi a Reole, e poi perché hai mascherato la tua identità davanti a..."" Lust s'interruppe, l'espressione sorpresa sostituita da una sospettosa. ""Quindi Sloth aveva ragione: ci hai traditi.""
"Ho solo deciso di pensare con la mia testa."
""Ma bravo! In questo modo non tornerai mai umano!""
Envy scoppiò a ridere.
"Sempre meglio che continuare a illudermi come te, vecchia!" esclamò, sedendosi sul bordo della fontana. Improvvisamente gli passò per la testa un'idea e sorrise malignamente. "Lo sai, Lust?" disse con aria furba. "La storia che gli Homunculus non possono usare l'alchimia... è una balla colossale!"
""Cosa?!"" esclamò Lust.
-Cosa?!- pensò Ed, che aveva seguito tutta la conversazione da dietro il masso.
"È solo molto pericoloso" continuò Envy. "Una reazione alchemica tende a consumare la Pietra Rossa che ci da vita..."
Lust inarcò le sopracciglia.
""Quindi è comunque impossibile, per noi...""
"Oh, beh, certo, di norma sì..."
Envy si rialzò e fissò il liquido all'interno della fontana.
Lust capì.
""No, fermati!"" gridò, avventandosi su di lui, ma era troppo tardi: Envy batté le mani come faceva Ed e affondò un braccio nella fontana, mentre l'altro lo appoggiò a terra.
Il pavimento nero tremò e si spaccò, mentre dal terreno sorgeva la statua di un uomo armato di due fruste, anch'esse di pietra. La statua schioccò le fruste, che ondeggiarono fluidamente tanto che sembrava impossibile pensarle di roccia, le quali si avvolsero intorno a Lust e Gluttony, intrappolandoli. A questo punto la statua si divise in due e prese le sembianze di due ragni di pietra che inchiodarono gli avversari alla parete.
-Quella tecnica!- gridò Ed nella sua mente.
Envy, apparentemente soddisfatto del proprio lavoro, abbassò lo sguardo sull'Acqua Rossa rimasta nella fontana: il suo livello era notevolmente calato, ma sembrava che qualche condotta ne immettesse altra. Batté di nuovo le mani per fare un'altra trasmutazione, e fece diventare nera la parete dove aveva inchiodato i due Homunculus, dopodiché corse via attraverso la porta rossa afferrando Ed per la treccia e tirandoselo dietro.
Dopo che si furono allontanati dalla sala, questa esplose con un fragore assordante. Fortunatamente si trovavano fuori dalla portata dei frammenti, e rallentarono l'andatura.
"Ho modificato la struttura molecolare del muro in modo che esplodesse a contatto con l'aria dopo un minuto circa... Beh, cosa c'è?" disse Envy, accorgendosi che Ed lo guardava come ipnotizzato.
"Quella che hai usato prima con la statua è alchimia della Terra…tu sai usare la tecnica dimenticata. Non vorrà mica dire che…tu sei…"
Envy sorrise e cominciò a cambiare aspetto.
"Beh, non era poi così difficile. Pensaci: ho 400 anni, una perfetta conoscenza dell'alchimia, sono il braccio destro di Quella Persona..." elencò. "Chi altro potevo essere?" concluse, una volta assunto l'aspetto di un giovane dai lunghi capelli neri e gli occhi blu fasciato da un elegante abito d'epoca: Earth Alchemist, il suo vero aspetto.
"Sapevo che il tuo nome era Matthew, ma non avrei mai immaginato che..." Ed non riuscì a continuare.
"Beh, suppongo che se vedi uno coi capelli verdi e un vestito strano la prima persona a cui pensi non è un geniale ma sfortunato Alchimista vissuto quattro secoli fa... E adesso che hai?" disse poi, accorgendosi che l'espressione di Ed si era fatta leggermente irritata. Quando aveva il suo solito aspetto, Envy era alto più o meno come Ed. Con le sembianze di Matthew Elric, invece, lo superava di una buona spanna. "Ehi, piccoletto?" lo chiamò, sventolandogli davanti alla faccia una mano guantata, poi si fermò, fissandola. "Ah, è per questo?" chiese, poi tornò al suo aspetto da Homunculus. ""E Reina non te lo aveva detto, eh? Quella ragazza continua a sorprendermi..."" Sospirò. ""Dai, adesso andiamocene di qui, e alla svelta!""
I due si allontanarono lungo il corridoio ingombro di macerie, sperando che alla fine di esso la scala fosse ancora utilizzabile: non erano sicuri di essere in grado di crearne una con l'alchimia. Envy, in particolare, era più preoccupato di quanto non desse a vedere, perché nell'ultima trasmutazione aveva esaurito l'Acqua Rossa prima di terminare la reazione e aveva dovuto utilizzare quella al suo interno, e gli effetti di quella stupidaggine cominciavano a farsi sentire.
Arrivarono alla scala, che fortunatamente era integra, ma mentre salivano Envy sentì che le forze lo abbandonavano. Non poteva abbassarsi a chiedere aiuto a Edward, umano e pure ferito, perciò quando finalmente arrivarono in superficie, si lasciò cadere a terra, senza fiato. La vista gli si offuscò, ma prima di svenire sentì che Edward lo chiamava, qualcuno che lo sorreggeva e un profumo familiare.

Si svegliò in un letto situato in una stanza completamente bianca. Sentiva di avere gli arti intorpiditi, e quando si alzò gli girò la testa. Lottò per un momento col senso di nausea, quindi si avvicinò alla finestra e vide giù in strada diversi soldati e carri armati: a quanto pare si trovava nel quartier generale provvisorio poco lontano da Reole. Il sole non era molto alto nel cielo, perciò doveva essere metà mattina.
Si passò una mano tra i capelli. Neri. Era tornato al suo vero aspetto, come ogni volta che perdeva i sensi, ma quello che lo preoccupava era che non riusciva a usare i suoi poteri per ritrasformarsi.
C'erano dei vestiti ai piedi del letto, se li mise e sbirciò nel corridoio: non c'era nessuno. Si richiuse la porta alle spalle e partì in ricognizione.
Non aveva fatto che pochi passi quando, nello svoltare l'angolo, incontrò Reina. Inizialmente lei proseguì ignorandolo completamente, poi si fermò e si voltò a guardarlo.
"O. Mio. Dio!" disse lei, il ragazzo non riuscì a non sorridere.
Reina gli si gettò addosso, abbracciandolo: “Ed mi ha raccontato tutto. Beh, quasi tutto” disse poi, “Però non credevo di poterti mai vedere…così!”
“Piccolo inconveniente” spiegò lui “Quando perdo i sensi o dormo torno al mio vero aspetto.”
“Io sono a favore dell’inconveniente, però” commentò lei maliziosamente, prima di baciarlo. Lui rimase immobile per alcuni secondi, poi la strinse tra le sue braccia dolcemente. Rimasero abbracciati finché un colpo di tosse non li avvertì che non erano soli, e si staccarono.
Dall'altra parte del corridoio c'era Lyra e li stava fissando.
Envy allontanò Reina da sé, allarmato. La ragazza, da parte sua, lo guardò stranita.
"Matthew, che c'è?" bisbigliò.
"Cosa ci fa lei qui?" chiese in un sussurrò.
"La signorina Lyra è un'amica della Santa Madre, e ha aiutato te e Edward quando vi ha trovati a Reole e vi ha portati qui..."
"Sono felice che tu ti sia ripreso" disse Lyra con dolcezza, apparentemente senza udire la conversazione tra Matthew e Reina. "Anche Edward sta molto meglio: in questo momento dovrebbe essere con suo fratello..."
Matthew la fissò in silenzio con un'espressione sospettosa in volto, dopodiché si allontanò dalla parte opposta del corridoio. Reina si scusò velocemente e lo seguì. Lyra li fissò per qualche secondo, poi se ne andò anche lei.
"Envy, cosa succede?" chiese la ragazza, raggiungendolo.
"Non fidarti di quella persona, Rei" la ammonì lui, serio.
"Cos... Perché?"
Lui scosse la testa.
"Tu non fidarti e basta."
"Va... bene..."
Envy si voltò per assicurarsi che Lyra fosse scomparsa, poi si rivolse alla ragazza.
“Ad ogni modo, cosa diavolo è successo? Perché mi trovo al Quartier Generale provvisorio dell’esercito di Amestris?”
“Dunque: quando siete usciti dai sotterranei, Edward ha trovato la signorina Lyra e Rose: ha spiegato loro quello che sapeva e ha chiesto loro aiuto per l’evacuazione dei cittadini. Il resto è stato grazie a Roy. Quando sei svenuto Ed non sapeva cosa fare, così ha chiesto a lui, che ha fatto in modo di farti arrivare qui di nascosto. Visto che le altre persone a conoscenza di quello che ti era successo erano la Santa Madre e la signorina Lyra, ha organizzato una loro visita al Quartier Generale, sai, per questioni religiose. Il loro furgone è entrato senza nemmeno essere perquisito, grazie al mio fratellone, e tu eri nascosto nel retro.”
“Fantastico... E tutto questo quando sarebbe successo?”
“Ieri. Sei rimasto privo di sensi soltanto per qualche ora.”
“Per fortuna...” commentò il ragazzo. "Cambiando argomento, che tu sappia esiste una riserva di Pietre Rosse qui al Quartier Generale?" disse poi.
Reina spalancò gli occhi.
"Non credo, no."
"Merda" imprecò l'Homunculus.
"Cosa succede? Ed mi ha raccontato qualcosa, ma non ci ho capito un tubo..."
"Ti basti sapere che se non trovo in fretta della Pietra Rossa non mi resta molto da vivere."
"CHE?!" gridò Reina, sconvolta. Poi abbassò la voce, visto che un soldato che camminava per il corridoio si era girato a guardarli. "È perché hai usato l'alchimia?"
Il ragazzo si fermò, sospirò e alzò le spalle.
"Già. Qualche idea?"
La ragazza si portò una mano al mento per pensare.
"Beh, forse non pubblicamente... ma forse, e dico forse, perché non ne sono sicura... Quindi non prendermi sul serio, perché non è detto..."
"Puoi arrivare al punto, per favore?!" esclamò il ragazzo, incavolato. Perché Reina non capiva la gravità della situazione?!
"Ok, ok..." fece la ragazza alzando le mani. "Stavo solo pensando che, se è stato l'esercito a ordinare la creazione della Pietra Rossa nel laboratorio numero 5, allora magari potrebbero averne una riserva da qualche parte..."
"Grazie, potevo arrivarci da solo..."
"Aspetta, non avevo finito: sai che Archer ha reclutato anche Tucker dopo la faccenda di Greed?"
"Dici che quello lì potrebbe averne? Ma dove si trova ora?"
"Non ne ho la più pallida idea, ma posso provare a ottenere informazioni. Quanto tempo abbiamo?" chiese la ragazza, nervosamente.
"Non molto... A Talia sono bastate poche ore..." Sbuffò. "Accidenti! Non avrei mai immaginato di trovarmi in questa situazione!" esclamò allontanandosi.
"Dove vai?" gli chiese Reina, allarmata.
"A cercare informazioni, no? E faresti meglio ad andare anche tu..."
"D'accordo. Non perderti, eh!" gli gridò dietro la ragazza, e lui si limitò a farle un cenno con la mano.
“Certo che non mi perdo!” sbottò l’Homunculus.
-C’è in ballo la mia vita!- aggiunse mentalmente.
Si voltò e camminò senza meta per i corridoi, in cerca di chiunque, ma il Quartier Generale sembrava improvvisamente deserto. Provò ad aprire diverse porte, ma erano tutte vuote oppure chiuse a chiave.
Dopo mezzora passata a vagare senza trovare uno straccio di indizio, cominciò a pensare che c’era solo una persona a cui poteva rivolgersi, sebbene fosse l’ultima persona alla quale volesse chiedere un favore. Scorse un soldato che era appena uscito da una stanza in fondo al corridoio e lo rincorse.
“Finalmente trovo qualcuno!” esclamò quando lo raggiunse. Il ragazzo, probabilmente una recluta, lo guardò sorpreso, ma fortunatamente non riconobbe Earth Alchemist. “Scusami, ma sto cercando una persona” continuò l’Homunculus. “Sapresti dirmi qual è la sua stanza?”


Yue, se vuoi prova a fare un disegno di Matthew: non ha mai avuto un design preciso, puoi provare a farlo tu!!
Bye bye! ^^
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 14:38




Gente hop letto soloche...non mi ricordo più niente! dovrò brileggerm,i il capitolo prima...
Uhm la faccenda si fa incasinata, nn so se è per questo che non capisco più dove sta andando a parare o cosa...
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 19:13




Sta andando a parare da qualche parte, tranquilla! XD
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 5/9/2011, 21:43




Vedo, BossaH. Poi dovrai mandarmi il capitolo successivo corretto.

Yue, chiedici pure tutto quello che vuoi: siamo qui per rispondere ad ogni tuo dubbio!
Spoiler esclusi.
 
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3 replies since 1/9/2011, 20:32   32 views
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