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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 37

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 1/11/2011, 23:19




Ho appena finito un video a cui lavoravo da un mese e sono molto felice. Se commentate HR sarò ancora più felice!
Buona lettura!

CAPITOLO 37 – La Pietra Filosofale
Intorno a mezzogiorno i preparativi dell’esercito che avrebbe attaccato Reole furono sospesi per il caldo, e ricominciarono solo dopo che il sole ebbe cominciato la sua discesa verso l’orizzonte.
Tara uscì sul campo nel quale si stavano radunando i soldati sotto il comando di Frank Archer. Voleva fare un ultimo tentativo di convincere il Colonnello a non attaccare, perciò si avvicinò. L’uomo stava parlando con uno strano giovane vestito con una tunica blu. I due si strinsero la mano mentre Tara aggrottava la fronte: sembrava avessero appena concluso una qualche trattativa.
“Colonnello!” esclamò quando si fu avvicinata abbastanza. “Sospenda l’attacco!” Archer si voltò verso di lei ma non mutò espressione, così lei continuò. “Reole non ha mai avuto un esercito personale: attaccare con una tale forza dei cittadini indifesi o al massimo con armi di fortuna è troppo! Inoltre dalla città avranno già notato da giorni i preparativi per l’assalto: si saranno preparati o più probabilmente avranno evacuato la città!”
Archer non le sembrò prestare ascolto, anzi sorrise.
“L’Alchimista Scarlatto è stato mandato in avanscoperta per contrattare con la popolazione” spiegò. Tara alzò un sopracciglio: certo, mandare un pazzo bombarolo appena scarcerato come mediatore non sembrava proprio una scelta saggia. Piuttosto una scelta ‘da Archer’. “Nel caso di una risposta positiva da parte loro, non ci sarà nessun assalto. In caso contrario, o se sarà confermata la presenza di Scar, tutto proseguirà secondo i piani.”
La Celes non si arrese.
“Però deve prendere in considerazione l’idea che i cittadini abbiano preparato una trappola. In questo caso è compito suo assicurarsi della sicurezza dell’operazione: ci sono più di 700 soldati qui, e le loro vite dipendono da lei!”
Ovviamente non poteva riferire quello che Ed le aveva detto riguardo alla Pietra Filosofale, ma era suo dovere cercare di impedire che tutti quei giovani soldati morissero inutilmente.
Archer allargò il sorriso in modo inquietante.
“Ne sono cosciente. È per questo che ho assoldato Eliah.” Con un gesto della mano le indicò il giovane accanto a lui, che si inchinò leggermente portando il pugno destro chiuso alle labbra. Tara inarcò le sopracciglia, sorpresa, quando riconobbe il saluto che veniva usato a Selece rispetto alle persone di rango più alto. “Eliah è un Viaggiatore e un mago: il talismano che mi ha venduto mi proteggerà da qualunque tipo di attacco” le spiegò, mostrandole un piccolo oggetto ricoperto di simboli magici.
Tara storse le labbra con indignazione: ovviamente quell’uomo pensava solo alla propria sicurezza. Guardò veramente il ragazzo per la prima volta: aveva i capelli neri corti e occhi blu da occidentale. Le sorrise senza malizia e lei improvvisamente sentì una sensazione di calma.
“Ci siamo chiariti?” richiamò la sua attenzione Archer.
“S… sì” fece lei distogliendo lo sguardo dal misterioso Viaggiatore.
“Molto bene, se allora vuole scusarci…”
“Certo” rispose Tara allontanandosi verso il plotone.

Quella notte, approfittando dei preparativi dell’esercito, Al si recò nuovamente a Reole. La città sembrava deserta.
-Per fortuna sembra che l’evacuazione stia andando come previsto…- pensò, senza però riuscire a tranquillizzarsi.
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““Il Fulcro è stato distrutto, è vero, ma Quella Persona non si arrenderà facilmente”” disse Matthew.
“Ma allora perché diavolo siamo andati a distruggerlo?!” fece Edward, alzando il polso steccato per sottolineare la sua affermazione.
““In questo modo sarà più probabile che qualcosa vada storto: sottraendo gran parte della materia prima c’è la possibilità di un collasso alchemico.””
“Un collasso alchemico…” ripetè Ed, poco convinto da quelle parole.
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Al era lì per quello: per assicurarsi che Scar non tentasse ugualmente di creare la Pietra. In fondo, probabilmente non conosceva nemmeno l’esistenza del Fulcro. Era loro dovere assicurarsi che non succedesse un disastro.
Un’esplosione nella periferia della città attirò improvvisamente la sua attenzione: alcune case crollarono e si alzò una colonna di fumo.
Cominciò a correre, e poco dopo vide che un’intera parete di un edificio era crollata sulla strada. Doveva essere successo da poco a giudicare dalla nuvola di polvere che non si era ancora depositata.
Una seconda esplosione, più vicina, spaventò i cittadini di Reole che si trovavano ancora sul sagrato della chiesa, i quali cominciarono ad affluire disordinatamente verso l’interno dell’edificio.
“Andate” ordinò Scar a Rose e Lyra. “Resterò il tempo necessario per distrarli e attirarli in città, dopodiché… farò quel che va fatto: attiverò il cerchio.”
“Però… quei poveri soldati...” cominciò Rose.
“Gente disposta ad uccidere la propria gente per la gloria merita solo la morte” disse l’uomo freddamente.
Si incamminò nella direzione opposta sotto lo sguardo delle due ragazze.
Poco lontano, Kimbly era appena entrato in città, assieme ad alcune delle chimere di Tucker: queste avevano aspetto più bestiale che umano, ma una di loro si rivolse all’alchimista e parlò.
““Quali sono gli ordini?”” fece, con voce gutturale.
L’uomo ghignò, gli occhi folli.
“Sterminateli senza pietà.”
Il gruppo di chimere partì all’assaltò, affluendo nei vicoli e buttando giù le porte delle case, dalle quali presto si levarono grida e trambusto. Un gruppo di persone cercò di fuggire da un edificio, ma a Kimbly bastò alzare una mano, su cui brillava un anello con una pietra rossa incastonata, che l’edificio esplose, decimandoli. I pochi sopravvissuti corsero via, l’uomo li seguì camminando tranquillamente.
“Beh, sapete solo scappare?” fece con aria delusa. “La gente di Ishbar aveva la pelle come la vostra, ma hanno almeno avuto il coraggio di combattere!”
Una nuova esplosione finì il gruppetto.
Kimbly si guardò intorno con aria scontenta. Improvvisamente notò un movimento oltre il fumo che la sua stessa esplosione aveva causato: una figura si stava avvicinando. Le due chimere partirono all’assalto ma questi le distrusse non appena gli si avvicinarono: si trattava di Scar, e Kimbly sorrise compiaciuto.
“Lo sapevo che era opera tua, Alchimista Scarlatto!” disse Scar tra i denti, fissando con odio l’uomo che aveva di fronte.
“Mi ricordo di te…” mormorò con piacere Kimbly. “Quella cicatrice… è opera mia. E anche…” si interruppe, interdetto. “…Il tuo braccio destro.”
“Oggi ucciderò il mio ultimo Alchimista di Stato” annunciò l’uomo di Ishbar sollevando il braccio tatuato. “E sarai tu!” gridò, correndogli incontro.
Kimbly riuscì a causare solo un’esplosione con l’anello, perché Scar sbucò dal fumo alla sua destra. L’alchimista tese il braccio con l’anello mentre Scar il suo braccio tatuato: i tatuaggi si illuminarono di rosso mentre, con sconcerto di Kimbly, la pietra sull’anello andava in mille pezzi. I due si allontanarono: mentre Kimbly si alzava in piedi stupefatto, Scar era chino in preda al dolore mentre i frammenti penetravano nel suo braccio.
“Capisco…” fece l’alchimista. “Quel braccio è lo stesso che l’altra volta aveva assorbito la pietra rossa…”
Intanto i tatuaggi erano tornati scuri e Scar si stava rialzando.
“Quella pietra rossa la rinchiuderò interamente dentro di me… e nel mio stesso corpo trasmuterò la Pietra Filosofale!” esclamò, pronto di nuovo ad attaccare l’alchimista.
-
File ordinate di persona confluivano nei sotterranei della chiesa: come detto loro da Ed, lì cominciava un lungo tunnel sotterraneo che portava verso sud-est.
Gli uomini parlavano concitatamente tra loro: molti volevano combattere, ma erano ostacolati dagli ordini della Santa Madre, che diceva invece di fuggire.
“Cosa facciamo se Scar non riesce a raggiungerci?” domandò Rose a Lyra. “Senza Pietra Filosofale non potremo combattere…”
L’amica le sorrise.
“Quando tutto sarà finito andremo a Central City, solo io e te. Là informeremo la gente di quello che è accaduto: tutti devono sapere le atrocità commesse contro questa città!”
Rose annuì, in parte confortata.
-
Kimbly e Scar continuavano a combattere senza che l’uno riuscisse ad avere la prevalenza sull’altro, fino a che non si trovarono a faccia a faccia in una delle strade principali. Capendo che Scar non avrebbe attaccato a breve, Kimbly infilò le mani in tasca.
“Dì un po’, sei proprio sicuro di voler stare qui a perdere tempo con me mentre l’esercito avanza?” fece, rivolto a Scar.
“Adesso mi interessa solo vendicare mio fratello!” gridò con rabbia.
Ricordava molto bene il giorno in cui lui, suo fratello e tutta la loro carovana in fuga da Ishbar avevano incrociato l’Alchimista Scarlatto. Scar e suo fratello erano sopravvissuti a malapena, il primo perdendo il braccio destro e rimanendo sfigurato. Contro la sua volontà suo fratello gli aveva trapiantato il proprio braccio con l’Alchimia. Suo fratello, che era andato contro gli insegnamenti del dio Ishvara, suo fratello, che aveva perso la ragione cercando di riportare in vita la sua amata, suo fratello, sul cui corpo erano comparsi quegli strani tatuaggi mentre le persone sparivano e morivano. Suo fratello gli aveva salvato la vita ed era morto per colpa di Zolf J. Kimbly.
“Oh, ma è penoso!” esclamò Kimbly, riportandolo alla realtà. “Vuoi dire che tu combatti per vendetta?”
“Perche?! Tu invece per che cosa combatti?!”
“Per niente” rispose Kimbly soddisfatto.
“Ed è sempre per niente che hai sterminato il popolo di Ishbar?!”
“Dal mio punto di vista gli uomini non sono altro che ordigni esplosivi che hanno solo bisogno di qualche modifica. Gli esseri umani non sono nulla di eccezionale: vale per te e vale per me…” Fece una pausa. “Perché dentro noi siamo vuoti” ghignò.
“Sì, io posso dire di essere vuoto” esclamò a quel punto una voce che sembrava venire da sottoterra.
Kimbly abbassò lo sguardo e vide che attorno al punto in cui si era fermato vi era disegnato un cerchio alchemico. Scar apparentemente lo aveva notato prima di lui e lo aveva spinto lì, anche se evidentemente non era opera sua. Il cerchio si attivò ed una mano di pietra lo avvolse, immobilizzandolo. Da sotto un cumulo di detriti dove si era nascosto, Al si alzò in piedi davanti ai due.
“Sapevo che eri tu, Alphonse Elric” disse Scar.
“Signor Scar, adesso deve smettere! La Pietra Filosofale non va creata!”
“Non posso fermarmi” rispose Scar.
“Può invece: se necessario la fermerò io, ma non voglio più veder morire ancora della gente!” esclamò Al, risoluto.
Proprio in quel momento la mano di pietra esplose, lasciando libero Kimbly, che afferrò Al e lo spinse contro Scar, distraendolo quella frazione di secondo necessaria ad afferrargli il braccio sinistro. Con un bagliore di reazione alchemica la pelle divenne nera e si crepò. L’uomo di Ishbar si ritrasse, ma il braccio rimase inerte.
“Finalmente ce l’ho fatta! Una trasmutazione impeccabile!” scoppiò a ridere l’Alchimista Scarlatto. “Riesci a sentire il conto alla rovescia per la tua morte? Il tuo braccio si sta pian piano combinando con l’ossigeno contenuto nell’atmosfera e tra poco esploderà!”
-È la stessa tecnica che ha usato Matthew nei sotterranei!- pensò Al, impotente.
Scar, però, inaspettatamente, usò il braccio destro per strapparsi quello sinistro, sotto lo sguardo attonito di Al e quello sconvolto di Kimbly.
“Guarda bene, ti sembro forse vuoto?!” fece Scar mentre il sangue usciva a fiotti dal moncherino. “No ti sbagli: chi hai di fronte è un vero essere umano!”
Scar si lanciò verso Kimbly. Lui cercò di fuggire ma era troppo tardi: il braccio destro di Scar gli attraversò il petto. L’uomo cadde praticamente addosso ad Alphonse, il sangue che sgorgava copioso dalla ferita.
“L’ha ucciso?!” esclamò Al sconvolto.
“Tu stesso hai detto che era un assassino, no? Ora torna da tuo fratello: io farò quello che voi non siete riusciti a fare...”
Alphonse stava per ribattere, ma in quell’istante Kimbly, con le ultime forze che gli rimanevano, batté le mani e trasmutò l’unica cosa che aveva a portata di mano: l’armatura di Al.
-
Le truppe erano schierate e i cancelli aperti. Archer osservava da una finestra che dava sulla piazza d’armi l’esercito che lo avrebbe portato alla gloria. Nella stanza con lui c’era il Comandante Supremo in persona, dedito a sorseggiare una tazza di te servitogli dalla sua segretaria.
“L’esercito è pronto, signore: possiamo schiacciare Reole anche subito e senza nessun problema.”
Bradley finì di bere il te prima di rispondere, con un sorriso.
““Non c’è fretta. L’attacco sarà rimandato!””
“Che avete detto?” esclama Archer sorpreso
““Stando alle informazioni di Edward Elric sembra che la città sia tranquilla. E oltretutto è probabile che Reole sia disposta a dialogare con noi…””
“È troppo tardi perché sia possibile!” cercò di dire Archer, ma Bradley lo zittì alzando una mano.
““Non possiamo certo assaltare una città senza un valido motivo per farlo…”” disse pacato, mentre Archer tratteneva a stento la rabbia.
Dopo pochi secondi si ricompose.
“Come desidera, Comandante. Ora, con permesso…”
Fece il saluto militare e uscì dall’ufficio. Bradley invece si ritirò nelle sue stanze, giusto accanto all’ufficio, in cui stavano due ospiti particolari: Lust e Gluttony.
““Pride”” fece la donna, quando lo vide. ““Come mai hai deciso di rimandare l’attacco?””
““Hai qualcosa in contrario, Lust?””
““Scar sta soltanto aspettando l’ingresso dell’esercito, faresti meglio ad inviare i tuoi soldati!””
““È un ordine di Quella Persona.””
““Ha a che fare con la distruzione del Fulcro ad opera di quel traditore di Envy?””
““Non riesco a capire che cos’abbia in mente, ma non ha intenzione di abbandonare il piano solo a causa di ciò.””
-
Scar sollevò Kimbly per il bavero, allontandolo da Al.
“Cosa hai fatto, maledetto bastardo?!”
“La mia specialità consiste nel creare esplosioni, solo questo…” rispose Kimbly tossendo sangue, ma senza smettere di sorridere. “Dai, rimane ancora un po’ di tempo…” aggiunse con voce roca, accennando all’armatura di Al, che sembrava cominciare ad afflosciarsi sotto il suo stesso peso. “Ho fatto in modo che l’assorbimento dell’ossigeno avvenisse lentamente, molto lentamente… Pregusto già da ora il momento in cui esploderà in tanti piccoli pezzi…” disse con una luce folle nello sguardo. Ma subito dopo si spense, e gli occhi dell’alchimista si fecero vitrei.
Scar lo gettò a terra senza alcun riguardo.
“Il mio corpo…” mormorò Al, cercando di spostarsi, ma una delle due gambe cedette e si afflosciò. Cercò allora di appoggiarsi su un braccio, ma questo cedette a sua volta, lasciandolo immobile ed impotente a terra.
Scar gli si avvicinò.
“Alphonse Elric, questa notte ho avuto la mia vendetta. Se potessi salverei la tua vita, ma con questo braccio posso solo distruggere” disse tristemente. “Però…” Fece una pausa e guardò il cielo, che già cominciava a schiarirsi. “Forse c’é ancora qualcosa che posso fare per te.”
-
“Non riesco a mettermi in contatto con Kimbly e il Comandante Supremo ha bloccato le operazioni fino a domani mattina!” disse Archer a Tucker. I due si trovavano nei sotterranei. Si avvicinò ad una delle gabbie dove le chimere meno perfette stavano furiosamente cercando di liberarsi e sferrò un pugno contro le sbarre. Le chimere si fermarono alcuni secondi per poi ripartire all’attacco. “Non posso più aspettare!” disse tra i denti.
In quel momento la porta di metallo fu scossa da un potente urto, che ne piegò il metallo al centro. Tucker si voltò, spaventato, mentre altri colpi si susseguirono fino a che la porta d’acciaio non fu divelta.
““Salve, Dementarcher”” fece Envy, entrando nella sala. Alle sue spalle c’erano anche Roy Mustang e il Tenente Hawkeye.
“Guarda, guarda. Non solo la ragazzina, anche l’Alchimista di Fuoco era in combutta con te, homunculus.”
Roy non si fece sfiorare da quelle parole, invece si fece avanti.
“E così questo è il tuo Quartier Generale, Archer?”
Archer smise di sorridere. Intanto Riza aveva alzato la pistola e messo Tucker sotto tiro. La chimera si voltò, e la donna sussultò.
““Quello è Shou Tucker, altrimenti detto l’Alchimista Intrecciavite”” disse Envy al Tenente. ““Ed è una chimera”” concluse. ““Ecco, Colonnello”” disse poi, rivolto a Roy. ““Quello che voleva vedere: l’illegalità diffusa nell’esercito che lei apprezza tanto.””
Archer sorrise, arretrando verso la gabbia delle chimere imperfette.
“Non esiste esercito che possa fare a meno di ingiustizie e cattiverie” disse.
Nel mentre aveva estratto una chiave dalla tasca e aperto la gabbia alle sue spalle. Le chimere uscirono con un balzo e circondarono i tre incursori.
“Sei impazzito?! Che cosa diavolo speri di ottenere?!” fece Roy infilandosi il suo guanto speciale nel caso si fosse reso necessario difendersi.
“Nello stesso modo in cui tu hai dimostrato il tuo valore ad Ishbar, anche io, oggi, diventerò un eroe!” esclamò Archer, dirigendosi verso la porta e rivelando un altro meccanismo: una porta a scorrimento nascosta nel muro.
Tucker cercò di raggiungerlo ma Archer la chiuse e sigillò senza aspettarlo. Cercò di forzare il meccanismo, ma quello non s mosse di un millimetro. Ansimando, si voltò verso le chimere, e si accorse che una di loro lo stava puntando con aria feroce: somigliava vagamente a quella che aveva creato tempo prima trasmutando la sua stessa figlia.
““Nina…”” disse debolmente.
La creatura ringhiò e lo azzannò al collo, dal quale uscì un fiotto di sangue, mentre Tucker si afflosciava a terra.
Alcune chimere caricarono anche gli altri tre, ma dopo che Riza ebbe ucciso quelle che avevano cercato di attaccarli con precisi colpi delle sue pistole, anche le altre si fecero più caute.
“Cosa facciamo?”
““Tenetele in stallo. Io cerco di aprire quella porta…”” disse Envy. Mentre parlava gli cadde l’occhio su un vaso pieno fino a metà di Pietre Rosse e sorrise. ““Anzi, cambio di programma! Vuoi vedere qualcosa di straordinario, Colonnello?””
Roy sorrise a sua volta, intuendo le intenzioni del ragazzo.
“Stupiscimi, Earth Alchemist”
-
Scar appoggiò la mano destra sull’armatura di Al.
“Che cosa vuole fare?! Si fermi!”
Ma l’uomo non lo ascoltò e diede inizio ad una trsmutazione: i tatuaggio si illuminarono di luce rossa e la carne sembrò disfacersi. Con gran sofferenza di Scar, il braccio si ridusse in polvere luminescente e venne assorbito dall’armatura di Al, che si ricoprì interamente degli stessi simboli.
“Che cosa ha fatto?!” gridò Al, sconcertato, fissando l’uomo in preda al dolore, ormai privo di entrambe le braccia.
“Avevo ereditato quel braccio da mio fratello” spiegò alzandosi in piedi a fatica. “Lui... aveva fatto del suo corpo un cerchio alchemico e aveva raccolto dentro di sé molte vite della gente di Ishbar… Aveva intenzione di creare la Pietra Filosofale dentro di sé.”
“Ma…”
“Ho detestato a lungo mio fratello perché era andato contro gli insegnamenti del dio Ishvara. Ma voi fratelli… Voi vi proteggete l’uno con l’altro” constatò. “Mio fratello è morto, ma forse posso scontare l’odio proteggendo voi, e allo stesso tempo realizzerò il suo sogno.”
-
La colonna di abitanti di Reole era appena uscita dal sottosuolo. All’uscita del passaggio c’erano le rovine di un edificio che probabilmente un tempo era un posto di guardia. Poco lontano si vedeva il confine dove l’esercito di Aerugo stava preparando uno sbarramento più efficace.
Un messaggero corse verso di loro: indossava l’uniforme bianca e nera dei soldati di Aerugo. L’uomo si fermò davanti a Rose e Lyra, che si trovavano davanti a tutti gli altri. Era piuttosto giovane, con corti capelli castani e occhiali a mezzaluna.
“A nome del re Eliot Nightray, ci dichiariamo favorevoli a dare ospitalità e vitto agli abitanti della città di Reole finché lo desiderino!” disse, tutto d’un fiato, quasi avesse imparato il discorso a memoria.
Tra la gente si alzarono dei mormorii sorpresi e diffidenti.
“Ci date la vostra parola che a nessuna di queste persone sarà fatto danno?” chiese Lyra.
L’uomo annuì. Lyra guardò Rose, che annuì a sua volta e si voltò verso la folla confusa.
“Amici miei, abitanti di Reole. La gente di una terra straniera ci accoglie meglio di quanto non abbiano fatto i nostri stessi compagni. Accettiamo questo invito: il loro esercito è in grado di proteggerci molto meglio di quanto noi non sappiamo proteggere noi stessi. Riponiamo in loro fiducia!”
La gente la ascoltò, rapita, poi congiunse le mani in preghiera, per cominciare infine a defluire verso il campo.
Da poco lontano, Eliot seguiva la folla con un binocolo, che abbassò quando vide che la gente cominciava a venire nella loro direzione. Il giovane re sorrise soddisfatto.
“Ben fatto, Edward.”
Poco dopo, Rose e Lyra vennero fatte entrare nel suo ufficio, dove Rose ebbe la conferma di poter continuare a guidare la propria gente come aveva sempre fatto. Lyra invece chiese una piccola scorta in incognito per tornare a Central City e comunicare alla popolazione i recenti avvenimenti; le due ragazze non badarono a Leo, che, in disparte, continuava a fissare Lyra con astio.
-
Archer uscì dalla scalinata che portava alla stanza delle chimere e si avviò tra i commilitoni come se niente fosse. Arrivato sulla piazza d’armi constatò sorpreso che era presente il Comandante Supremo.
“Comandante!” esclamò, facendo il saluto militare.
““Oh, Colonnello, la stavo proprio mandando a cercare”” disse lui con tono quasi scherzoso.
“Ha bisogno, Comandante?”
““Le do il consenso. Parta all’attacco di Reole.”” L’uomo rimase di stucco alcuni secondi. ““Un mio informatore mi ha riferito che la trattativa dell’Alchimista Scarlatto non è andata a buon fine”” spiegò l’uomo.
“Ho capito, Comandante.”
““Ho fiducia in lei...””

Già pochi minuti dopo l’esercito era schierato di fronte alle prime case: Archer era in prima fila e giocherellava con il piccolo talismano datogli da Eliah. Un soldato che era andato verso la città in avanscoperta corse di nuovo verso il Colonnello.
“Scar ha ucciso l’Alchimista di Stato mandato per trattare con i ribelli!” disse agitato, indicando un punto alle sue spalle. “Il cadavere dell’Alchimista Scarlatto è proprio là, quell’assassino lo ha lasciato in segno di scherno.”
“Kimbly è morto?!” sbottò Archer. Si piazzò davanti al suo esercito coi pugni sui fianchi. “Voglio i carri armati tutto intorno alla città! La fanteria si occuperà di catturare Scar! Avanti!”
I soldati invasero la città, entrarono in tutti gli edifici e li trovarono vuoti. Ad un certo punto, un piccolo gruppo avvistò Scar in fondo ad una strada e cominciò a sparargli contro. L’uomo riuscì a sfuggire, richiamando sempre più uomini tra le case fatiscenti.
Archer non riuscì a reprimere un sorriso: tutto stava andando secondo i suoi piani.
“Fermi! Fermatevi immediatamente!”
Archer si voltò verso chi aveva gridato quelle parole: si trattava di Edward, che era giunto fin lì di corsa. Quando il ragazzo gli si fermò di fronte, non lo degnò neanche di uno sguardo.
“Credevo che Roy Mustang non ti avrebbe lasciato venire, visto che sei pure ferito” constatò.
“Roy Mustang al momento non è reperibile!” ribattè Ed. “Comunque, gli abitanti di Reole si arrendono! Resta soltanto Scar.”
Archer sorrise.
“Svegliati, ragazzo, l’attacco è già cominciato.”
“Per me faccia pure quello che le pare, ma per colpa della sua sete di gloria tutti i suoi soldati finiranno per…”
La frase di Ed fu interrotta dall’arrivo di uno Scout.
“È in corso uno scontro a fuoco con Scar!” riferì il giovane soldato.
Archer spinse via Ed malamente e si avviò verso la città per godersi la scena da vicino.
“No aspetti!” Edward fece per corrergli dietro, ma alcuni soldati, che precedentemente stavano vicino ad Archer lo bloccarono, impedendogli di muoversi.
-
Scar, gravemente ferito dai proiettili che non era riuscito ad evitare, camminava a stento lungo una via, alla fine della quale vedeva già la sua meta.
-Chi infligge dolore alle persone, non riuscirà a dormire mai più- pensò. -...Ma questa… è una verità che ormai non può più preoccuparmi...-
Arrivato dove intendeva, si lasciò cadere in ginocchio e poi lungo disteso a terra. Il suo corpo completava una sezione del cerchio alchemico precedentemente lasciata incompleta.
A partire dal suo corpo, il cerchio cominciò ad illuminarsi di rosso lungo tutta la città. L’armatura di Al, praticamente al centro del cerchio, si illuminò a sua volta. La luce rossa sprigionata dal cerchio si alzò verso il cielo, spandendosi rapidamente verso l’esterno. I soldati cercarono di fuggire, ma non appena la luce li sfiorava essi scomparivano, così come gli edifici si sgretolavano.
Fye si trovava tra loro, il bastone in pugno. Alzò lo sguardo verso la luce rossa che si avvicinava inesorabile, e con un sorriso amaro capì di non poter fuggire.
-
La trasmutazione raggiunse anche le truppe in attesa fuori dalla città. Edward si divincolò dalla presa dei soldati che lo trattenevano ed eseguì una trasmutazione avanti a sé che fermò, almeno in parte, l’avanzamento della luce rossa.
Archer stava per essere investito dalla luce, ma il talismano si illuminò e mentre i soldati attorno a lui scomparivano, lui rimase incolume all’interno del piccolo cerchio che si era formato ai suoi piedi. Sorrise soddisfatto, ma quasi immediatamente lunghi tentacoli d’ombra con mani alle estremità uscirono dal cerchio, afferrandolo e trascinandolo in basso. L’uomo fece solo in tempo ad inveire contro Eliah, prima di scomparire del tutto.
Al Quartier Generale, Mustang e i suoi sottoposti osservavano con ansia lo spettacolo mortale davanti ai loro occhi. Anche Eliah stava ammirando la portentosa trasmutazione, quando Tara lo raggiunse. Sentendola arrivare, lui si abbassò il cappuccio ed estrasse dalla tasca un paio di occhiali, che inforcò.
“Perché questa messinscena... Mago delle Dimensioni Clow Leed?” fece Tara. Clow sorrise, senza rispondere. “Che cos’hai dato a quell’uomo?” chiese ancora lei.
“Nel migliore dei futuri possibili è necessario che quell’uomo viva” rispose lui enigmaticamente. “Ma non in questo mondo.”
Velocemente come si era diffusa, la luce tornò a concentrarsi verso il centro del cerchio, per poi svanire. Davanti a Edward e ai soldati sopravvissuti si schierava uno spettacolo innaturale: la città era totalmente svanita nel nulla e davanti a loro si stendeva solamente una distesa piatta di sabbia.
Edward fissava sbalordito lo scenario. Come in trance si incamminò verso la città, senza accorgersi che, alle sue spalle, Reina ed Envy gli stavano correndo incontro.
“Cos’è successo qui?” chiese la ragazza, sconcertata, guardandosi intorno.
““Ho già visto scenari simili molte altre volte: Scar ci è riuscito. Ha creato la Pietra Filosofale.””
Reina deglutì.
“Ma allora lui dov’è? Dov’è la Pietra?”
Mentre camminava sulla sabbia, Edward notò una piccola cunetta di sabbia e vi si diresse, cominciando a scavare. Dopo pochi secondi dalla sabbia emerse l’elmo dell’armatura di Alphonse.
“Al!” chiamò Edward, preoccupato.
Accortisi che Ed aveva trovato il fratello, Envy e Reina corsero verso di loro, proprio mentre Al usciva a fatica dal cumulo di sabbia.
“Non avvicinarti!” esclamò allontanandosi. “Potrei esplodere da un momento all’altro!”
“Ma… cosa… stai dicendo?” fece Ed, stupito e confuso.
Al sembrò accorgersi solo in quel momento che era in piedi ed era integro.
“Ma cosa…?”
““E tu come diavolo fai ad essere ancora vivo?!”” fece Envy avvicinandosi. ““Eri al centro della trasmutazione, avresti dovuto essere assorbito anche tu!””
“Ma senti, sembra quasi che ti dispiaccia!” esclamò Ed, parzialmente ripresosi e soprattutto sollevato dall’aver trovato Al.
““Non è così: sono solo sorpreso. Come hai fatto a saltarci fuori?””
“Non lo capisco neanche io!” esclamò il ragazzino in armatura. “Kimbly mi aveva trasformato in una bomba, poi Scar ha detto che avrebbe potuto salvarmi e poi…” Al si interruppe, mentre un pensiero cominciava ad affiorare nella mente dei presenti.
““Alphonse, apri l’armatura”” gli ordinò Envy, serio.
“Eh?” fece lui
“Fai… Fai come ti ha detto…” ribadì Edward.
Al aprì la parte anteriore dell’armatura e subito da essa uscì una luce rossa del tutto simile a quella che aveva ingoiato la città: ciò che la emanava era una sostanza indefinita che galleggiava riempiendo l’armatura, restando ciononostante al suo interno.
“E questa… cos’è?” chiese, spaventato.
““È la Pietra Filosofale”” rispose l’homunculus. ““Ho già visto qualcosa di simile: la Pietra è stata trasmutata non in forma solida, ma all’interno del tuo corpo. Anzi, se vogliamo essere più precisi, è più adatto dire che ora il tuo corpo è la Pietra Filosofale. Non avendo tu un vero corpo, la Pietra fa quello che può per rimanere al tuo interno.””
I tre lo guardarono, troppo sconvolti per dire qualcosa.
““Ora sarà meglio andarcene. Tra poco mezzo mondo ti darà la caccia!””

Poco lontano, Tara stava correndo tra i sopravvissuti ancora sotto shock in cerca di Fye. Non lo vedeva dal mattino, quando aveva passato in rassegna le truppe e lui le aveva sorriso, già schierato col bastone magico in pugno. Gli aveva raccomandato di stare il più nelle retrovie possibile, ma aveva il timore che lui non le avesse ubbidito. Era tipico di Fye cacciarsi inutilmente nei guai.
-Tutti i suoi discorsi sul voler fare il possibile per aiutare gli abitanti... dimenticandosi del fatto che ci sono delle persone che tengono a lui!- pensò, mordendosi il labbro.
Raggiunse un giovane scout che sembrava fare del suo meglio per non scoppiare a piangere. Stringeva ancora in mano il fucile col caricatore vuoto.
“Scusa, per caso sai chi si sta occupando del registro dei superstiti?” chiese.
“Sì, signora. È quell’ufficiale laggiù” rispose lo scout dopo un attimo di stupore.
Troppo agitata per ringraziare, Tara si diresse verso l’uomo che le era stato indicato e fece il saluto militare.
“Chiedo il permesso di consultare la lista dei sopravvissuti” chiese tutto d’un fiato.
L’ufficiale la guardò con occhi tristi.
“È stato un massacro. Un inutile massacro” disse, scuotendo la testa. “Questa non è guerra. Non è niente.”
Le porse un foglio sul quale erano segnati tutti i partecipanti all’assalto divisi per comandante. Tara lo prese e notò che i nomi dei morti e dei dispersi erano stati cancellati dalla lista con un tratto di matita, mentre di fianco al nome dei feriti era stata apposta una x. Trovò l’elenco dei soldati agli ordini di Archer, scorse i nomi fino alla lettera F e il suo cuore perse un battito: il nome Fye D. Flowright era stato cancellato.
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 3/11/2011, 21:53




CITAZIONE
“L’Alchimista Scarlatto è stato mandato in avanscoperta per contrattare con la popolazione” spiegò. Tara alzò un sopracciglio: certo, mandare un pazzo bombarolo appena scarcerato come mediatore non sembrava proprio una scelta saggia.

ooooh, l'ironia...
CITAZIONE
“Ne sono cosciente. È per questo che ho assoldato Eliah.” Con un gesto della mano le indicò il giovane accanto a lui, che si inchinò leggermente portando il pugno destro chiuso alle labbra. Tara inarcò le sopracciglia, sorpresa, quando riconobbe il saluto che veniva usato a Selece rispetto alle persone di rango più alto.

Per caso avete letto Eragon?
CITAZIONE
“Mi ricordo di te…” mormorò con piacere Kimbly. “Quella cicatrice… è opera mia. E anche…” si interruppe, interdetto. “…Il tuo braccio destro.”

Lo dico e lo ripeto...OOOOH; L'IRONIA!
CITAZIONE
Scar, però, inaspettatamente, usò il braccio destro per strapparsi quello sinistro, sotto lo sguardo attonito di Al e quello sconvolto di Kimbly.
“Guarda bene, ti sembro forse vuoto?!” fece Scar mentre il sangue usciva a fiotti dal moncherino.

Scena splatterosa e di certo di effetto.
CITAZIONE
Ma l’uomo non lo ascoltò e diede inizio ad una trsmutazione: i tatuaggio si illuminarono di luce rossa e la carne sembrò disfacersi. Con gran sofferenza di Scar, il braccio si ridusse in polvere luminescente e venne assorbito dall’armatura di Al, che si ricoprì interamente degli stessi simboli.

Ok, mi sono persa...
CITAZIONE
Un messaggero corse verso di loro: indossava l’uniforme bianca e nera dei soldati di Aerugo. L’uomo si fermò davanti a Rose e Lyra, che si trovavano davanti a tutti gli altri. Era piuttosto giovane, con corti capelli castani e occhiali a mezzaluna.

Reim Lunettes...xD
CITAZIONE
Anche Eliah stava ammirando la portentosa trasmutazione, quando Tara lo raggiunse. Sentendola arrivare, lui si abbassò il cappuccio ed estrasse dalla tasca un paio di occhiali, che inforcò.
“Perché questa messinscena... Mago delle Dimensioni Clow Leed?” fece Tara. Clow sorrise, senza rispondere. “Che cos’hai dato a quell’uomo?” chiese ancora lei.
“Nel migliore dei futuri possibili è necessario che quell’uomo viva” rispose lui enigmaticamente. “Ma non in questo mondo.”

Clow?!O_o
CITAZIONE
Le porse un foglio sul quale erano segnati tutti i partecipanti all’assalto divisi per comandante. Tara lo prese e notò che i nomi dei morti e dei dispersi erano stati cancellati dalla lista con un tratto di matita, mentre di fianco al nome dei feriti era stata apposta una x. Trovò l’elenco dei soldati agli ordini di Archer, scorse i nomi fino alla lettera F e il suo cuore perse un battito: il nome Fye D. Flowright era stato cancellato.

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!
Non ci credo! Non ci credo!
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 4/11/2011, 13:23




Credici... TT___TT

Perché ti sei persa? Non è scritto abbastanza bene?
 
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Panchito
CAT_IMG Posted on 8/11/2011, 22:44




Vedo, vedo.
Vedo, vedo, vedo.
Accidenti, i combattimenti restano sempre uno dei vostri grossi punti deboli. Questa Scar vs Kimbly è stata decisamente confusa, da come l'avete descritta sembra che i due stiano sempre uno di fronte all'altro e perdano un scaco di tempo a guardarsi o a parlare.
Attenzione. In uno scontro alchemico del genere è fondamentale mantenere la distanza. Uno come Kimbly avrebbe più probabilmente attaccato Scar co nesplosivi dalla lunga distazna piutto st o che ingaggiarlo in corpo a corpo.
Ma vabbè, da quel che vedo, il combattimento è una parte minima.
La visuale da molteplici punti di vista aggiunge come al solito parecchia carne al fuoco e la trama va in modo davvero niente male. Vi consigli osolo di fare attenzione a non fare troppi cambi di punti di vista, potrebbe diventare difficile da gestire ad un certo punto.
Adesso mi darete del tedioso, ma per l'ennesima volta secondo me dovreste mantenervi più sui dettagli. Non si sente molto il destino tragico dei osldati diretti verso la morte.
Ma a parte questo, la trama resta uno dei punti forti e anche la caratterizzazione non è male u__u
Oggi mi è venuta una recensione pessima, ma capitemi, ho un mal di testa allucinante ç___ç
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 9/11/2011, 19:50




Non preoccuparti, mio caro. Anche emicranioso (esiste?) è sempre utile sentire la tua opinione (laudato sii, eccetera eccetera).

Allora... Allora... Ammetto di non essermi impegnata molto per il combattimento (come sai, odio descriverli). Probabilmente dovrei riguardarmi l'episodio per ispirarmi, ma al momento non ne ho il tempo. Probabilmente nella seconda versione verrà anche tagliato per dare più spazio alla parte dei soldati, che ora che me lo fai notare è davvero rosicchiata... O.O Per il resto vedo che il senso generale è "metteteci più impegno, che 'sta roba non è male!" e non posso che darti ragione...

E approposito... La domanda per tutti i lettori è: quando posteremo la seconda versione di Hagaren, riveduta e corretta... voi sareste disposti a leggerla? O è ancora presto per avere una risposta perché al momento siete tipo: "Sì, ma solo se finisce in un certo modo che mi soddisfi, altrimenti potete bruciare all'inferno"? *___*
 
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Panchito
CAT_IMG Posted on 9/11/2011, 21:40




Beh, credo che se lo migliorate, potreste tenere sia combattimento sia che tragicità.
Anzi, ancora melgio secondo me, potreste provare a mischiarli insieme.
facendo rivelare a Scar del cerchio e di come ciò non turbi Kimbly o qualcosa del genere, per esempio

Per la versione riveduta e corretta, penso che prima dobbiate finire questa, solo dopo si potrà vederla nel suo intero e capire gli errori. Il finale è importante, ma non dipende tutto da quello e poi potreste sempre modifcarlo x)
 
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5 replies since 1/11/2011, 23:19   106 views
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