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Fullmetal Alchemist Reload: Capitolo 41

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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 17/4/2012, 19:42




Eccezionalmente vi presento il nuovo capitolo di Fullmetal Alchemist Reload a soli 5 giorni dal precedente! E' come a natale! XD Buona lettura!
Commenti e opinioni sono i benvenuti!

CAPITOLO 41 – Ciò che corrompe l'anima
Gluttony tirò su il testone e annusò l’aria, poi si mise a tremare.
““Sta arrivando qualcuno”” mugolò.
““Non dire sciocchezze, questo posto è...”” iniziò Lust, ma s’interruppe quando un’esplosione disintegrò la porta d’ingresso.
Quando il fumo si diradò, Hohenheim Elric comparve sulla soglia.
“Benvenuto, signore!” lo salutò Lyra con un sorriso e un inchino, per niente turbata dall’ingresso poco delicato dell’uomo. “La mia padrona non c’é...”
“Quel corpo apparteneva a una persona chiamata Lyra, vero?” la interruppe Hohenheim. “Me l’hanno detto i miei figli. Ti avrei riconosciuto lo stesso, Sarah.”
L’espressione della ragazza si fece sarcastica.
“Bravo, mio caro Hohenheim. Come immaginavo non sei riuscito a dimenticarmi...”
L’uomo non raccolse la provocazione.
“Con quest’ultimo trasferimento, però, credo che tu abbia esaurito completamente la Pietra Filosofale di July...”
“Esatto. Ma come sai, sono un tipo previdente: grazie ai miei Homunculus ho gettato per tutto il Paese i semi della discordia. A questo proposito Pride è stato davvero insostituibile. Manovrare il governo di Amestris in modo che fosse sempre in guerra con qualcuno è stato più facile del previsto. Dove c’é guerra c’è morte, dove c’é morte c’é disperazione, e dove c’é disperazione c’é sempre qualche idiota pronto a cercare la Pietra Filosofale. E io devo solo raccogliere questi frutti deliziosi...”
“La Pietra Filosofale di Reole è al di fuori della tua portata” rispose immediatamente l’uomo. “Se pensi di usarla, sappi che sono pronto a impedirtelo con ogni mezzo.” La sua voce si raddolcì. “Devi smetterla di inseguire una falsa immortalità, cambiare corpo non significa vivere per sempre.”
La donna chinò il capo.
“Non ti preoccupare, quello l’ho già capito.” Hohenheim rimase sorpreso dalle sue parole. “È per questo che, mentre tornavo a Central City da Reole, ho stretto un patto con la Strega delle Dimensioni Yuuko Ichihara...”
-
“Scusa, Yuuko, ma quando sarebbe successo?” chiese Watanuki.
Lui e la Strega delle Dimensioni stavano seguendo la scena da una vasca di divinazione posta al centro del salotto del negozio.
“Hai presente quando ti ho mandato a comprarmi gli ingredienti per riempire la mia barchetta di sushi e sashimi?”
“Quale, quella barchetta che sembrava una canoa da quanto era grande?!”
“Proprio quella. Nel frattempo io ho sbrigato alcune faccende, tra le quali un incontro sul treno con madame Sarah Dante...”
“Perché non mi hai portato con te?”
“Mi saresti stato solo d’impiccio...”
“Yuuko!”
-
“Le ho chiesto la vera immortalità, Hohenheim, la giovinezza eterna!” esclamò lei, eccitata come una bambina che scarta un regalo di compleanno. “Questo corpo mi piace molto, mi ricorda un po’ Talia, ma più giovane! Se potessi averlo per sempre sarebbe perfetto! Potremmo tornare a essere una famiglia...”
“Ogni desiderio ha un prezzo, che cosa le hai dato in cambio?" la interruppe Hohenheim.
Lei rimase un attimo interdetta prima di rispondere.
“La Strega ha posto come pagamento che io rinunci a trasferire la mia anima in ulteriori corpi... e che apra il Portale verso il Mondo Reale qui, nella dimensione di Shambala. Visto che non sono una Strega delle Dimensioni, l’unico modo per riuscirci è trovare l’individuo Chiave: colui sul quale usando l’alchimia è possibile aprire il Portale.”
“E tu sarai in grado di trovare questa persona?” le chiese Hohenheim.
La donna sorrise paziente.
“Mio caro, l’ho già trovata. Si tratta di nostro figlio Matthew.”
“Che cosa?!”
La donna annuì.
“Yuuko mi ha raccontato come è nata la Dimensione di Shambala: sono stati due fratelli nati nel Mondo Reale, un maschio e una femmina. La femmina aveva solo 5 anni, e ha immaginato una propria alter-ego innamorata di un “principe bellissimo con gli occhi blu come il mare e i capelli neri come la notte”. Il tipico sogno di una bambina, non credi? Ora questa bambina è cresciuta e, indovina? È addirittura arrivata qui, nel mondo che lei stessa ha creato. E non è sola: con lei c’é anche il fratello maggiore.” Fece una pausa. “Sto parlando di Reina e Roy Mustang.”
Hohenheim sussultò.
“Ne sei certa?”
“Me l’ha detto Yuuko, perché avrebbe dovuto mentirmi?”
“Ma Matthew era innamorato di Karasu Akitsumi!”
“Già, che non è altri che l’alter-ego di Reina in questa Dimensione. Il suo alyas, insomma. È per questo che anche lei è attratta da Matthew e viceversa. Secondo Yuuko, il “principe” dovrebbe essere “la prima persona di Shambala ad essere stata creata nella fantasia della bambina” e dunque la “Chiave” della dimensione stessa. Matthew è il principe, quindi è anche la Chiave.”
Hohenheim scosse la testa.
“La fai troppo semplice: Matthew non è un principe, era un qualunque alchimista, forse più geniale della maggior parte di essi, ma pur sempre una persona normale...”
Dante scoppiò a ridere.
“Mio caro Hohenheim, essere immortale ti ha forse fatto dimenticare le tue origini? Io sarò anche stata una povera attricetta, ma tuo padre non era forse Yoshua, uno dei sette principi di Xerxes? Lo stesso sangue dei tuoi illustri antenati scorre nelle vene di nostro figlio. Anche se dovrei dire di mio figlio, visto che per anni lui non è stato altro che una cavia per te!”
“Non è vero!” replicò l’uomo, ferito dalle parole della donna.
“Perché sei qui, Hohenheim Elric? Non semplicemente per farmi la predica sulla falsa immortalità, giusto?”
“Ho ottenuto quello che volevo: mi hai svelato i tuoi piani. Ora posso tornare dai miei figli ed elaborare una strategia da usare contro di te. Per aprire il Portale hai ancora bisogno di una Pietra Filosofale, giusto? Peccato che le uniche due in circolazione abbiano forma umana e non abbiano nessuna intenzione di farsi usare da te...”
Dante si rabbuiò.
“Perché vuoi impedirmi di aprire il Portale? Non vuoi sapere com’é fatto il Mondo Reale? Purtroppo il mio accordo con Yuuko non prevede che io passi dall’altra parte, ma tu potresti farlo! Aiutami a convincere Matthew a tornare da me e le tue ricerche sull’alchimia e sui mondi paralleli saranno finalmente complete!”
“Non ti permetterò di usare Matthew come se fosse una tua proprietà, Sarah” replicò Hohenheim.
Senza nemmeno battere le mani, creò delle armature di cristallo che attaccarono la donna, la quale batté le mani e respinse le creazioni dell’uomo grazie ad un numero pari di gargoyle di pietra.
“Non ho voglia di giocare con te, sai bene che la nostra alchimia è allo stesso livello” disse Dante. “Anche se forse potrei far entrare in campo una delle mie pedine migliori... Sloth!” chiamò.
L’Homunculus, che si era allontanata insieme agli altri all’inizio dello scontro, fece il suo ingresso nella stanza.
Quando la vide, Hohenheim sussultò.
++++++
Una festa. La musica. Una mano tesa verso di lui.
Un prato. Un’altalena. I capelli castani della donna.
Un lago. I fiori. Il vestito bianco.
Un bambino biondo. Un bambino castano.
Uno specchio. Le fotografie. Quel volto che non cambiava mai nonostante passassero decine di anni.
Quella donna che non aveva mai chiesto nulla, limitandosi ad amarlo.
Quella donna dai profondi occhi verdi.
++++++

“Trisha... Sei e rimarrai sempre bellissima...” mormorò Hohenheim, fissando gli occhi viola di Sloth, l’Homunculus della donna che una volta amava.
“Ti ringrazio molto, Hohenheim” rispose lei con un sorriso. Approfittando della distrazione dell’uomo lo aveva bloccato avvolgendolo con il suo corpo liquido.
Dante gli si avvicinò.
“Non pensavo che bastasse un Homunculus per fermarti... Ti facevo meno sentimentale.” Gli girò intorno, poi gli accarezzò una guancia. “Allora, come potrei uccidere l’uomo che prima ha detto di amarmi e poi mi ha abbandonata?” disse. La carezza si trasformò in uno schiaffo. “Ci vuole qualcosa di doloroso... Qualcosa per la quale mi implorerai di ucciderti subito...”
“Non ce ne sarà bisogno, Sarah, perché io non morirò oggi” rispose l’uomo tranquillamente.
Senza preavviso, il suo corpo diventò incandescente. Sloth cercò di mantenere salda la presa su di lui, ma quando l’acqua che la componeva cominciò a evaporare gridò di dolore e lo lasciò andare. L’uomo fece esplodere una delle pareti della stanza per coprirsi la fuga con il fumo e scomparve.
““Devo inseguirlo?”” chiese prontamente Lust mentre Sloth si rialzava dolorante.
“Non importa, per il momento può anche scappare” rispose Dante. “Sono sicura che ritornerà da me... e non sarà solo.”

Il sole aveva quasi raggiunto lo zenit quando la figura solitaria di Hohenheim percorse la strada che portava verso l’officina Rockbell e suonò il campanello. Pinako lo fece entrare e richiuse in fretta la porta.
“Pensavamo di doverti venire a salvare” borbottò Ed, seduto al tavolo.
L’uomo si sedette di fronte a lui.
“So badare a me stesso. Ho fatto un’interessante chiacchierata con Dante...”
“Perché non ci hai detto che andavi da lei?! Potevamo approfittarne per attaccarla in massa!” sbottò il figlio.
“Non era ancora il momento. Volevo capire quali fossero i suoi piani...”
“Certo, ora verrai anche a dirmi che è stata così stupida da svelarteli!”
“Non stupida, solo ingenua. Sperava che io mi unissi a lei tentandomi con qualcosa che sapeva non avrei mai rifiutato: la conoscenza.” Raccontò brevemente ciò che Dante gli aveva detto a proposito della Chiave e del Mondo Reale, tralasciando i particolari che riguardavano i fratelli Mustang. Mentre parlava entrarono nella stanza anche Alphonse, Reina ed Envy, nella forma umana che aveva assunto mentre viaggiava. I tre si sedettero in silenzio al tavolo. “Sarah non aveva calcolato una cosa, però, e cioè che io sono la Pietra Filosofale: teoricamente posso fare qualsiasi cosa e accedere a qualsiasi conoscenza. Con me non esiste alcuna moneta di scambio.”
“Perché non l’hai ancora fatto?” intervenne Al. “Perché non hai ancora usato le tue capacità per avere la conoscenza?”
Il padre sorrise amaramente.
“E a che scopo? Il giorno in cui saprò ogni cosa sarà anche il giorno in cui non varrà più la pena di essere vivo...”
“Così sei tornato qui per organizzare il da farsi...” commentò Envy.
“Esatto. Ma prima c’é ancora una cosa di cui voglio assicurarmi.” Si voltò verso Reina. “Yuuko ha detto a Dante chi siete davvero tu e tuo fratello, e lei lo ha detto a me. Voglio sapere se è la verità.”
Reina impallidì.
“Smettila di infastidirla, vecchio” intervenne Envy bruscamente. “Se lei e suo fratello hanno voluto tenere nascosto questo segreto, qualunque esso sia, ne hanno sicuramente tutte le ragioni.”
Reina gli posò una mano sul braccio. Il suo sguardo era determinato.
“Ti ringrazio, ma credo sia ora che le persone di cui mi fido sappiano la verità. Visto che si trovano quasi tutte in questa stanza non vedo perché non dovrei approfittare di quest’occasione.” Prese un respiro. “Sì, siamo stati io e mio fratello a creare il Mondo di Shambala.”
Nella stanza cadde il silenzio. Dopo un po’ Alphonse alzò una mano.
“Aspetta, stai dicendo che tu e il colonnello Mustang provenite dal Mondo Reale?”
“Esatto. I nostri genitori sono morti in una zona di guerra. Io ero molto piccola e sarei finita in un orfanotrofio, ma né io né Roy potevamo sopportarlo. Abbiamo desiderato di rimanere uniti per sempre, e in quel momento è comparsa di fronte a noi la Strega delle Dimensioni, Yuuko Ichihara. Lei ci ha detto che era possibile esaudire il nostro desiderio, a patto che accettassimo due condizioni: la prima era quella di lasciare la nostra Dimensione natale per andare a vivere in quella che ci eravamo divertiti a creare insieme, ovvero Shambala, la Dimensione in cui esiste l’alchimia; la seconda era che per i primi 5 anni avremmo dovuto vivere in due Dimensioni diverse senza poterci mai mettere in contatto o avere notizie l’uno dell’altra...”
-
Nel frattempo, al quartier generale di Central City, Tara stava tornando verso il suo ufficio. Non vedeva l’ora di rimanere sola per poter riflettere in santa pace, ma non era destino, perché sentì dei passi alle sue spalle e d’istinto si voltò.
“Tenente colonnello T’ylhanhem, l’ho spaventata?”
“Generale Hakuro!” esclamò la donna, sorpresa. Si affrettò a fare il saluto militare.
“Riposo, riposo. Ho saputo di Reole e delle ingenti perdite di soldati, incluso quell’alchimista che mi aveva chiesto di assegnarle come sottoposto qualche tempo fa... Come si chiamava?”
“Fye D. Flowright” rispose lei con voce atona.
“Già... Proprio un bravo ragazzo. Le mie condoglianze” disse con tono sincero. Fece una pausa. “Ad ogni modo, mi sembrava che lei e il colonnello Mustang ora foste a capo del gruppo incaricato di dare la caccia ai fratelli Elric e a Reina Mustang. Cos’é successo?”
“Abbiamo setacciato tutto l’est, dove credevamo che si sarebbero nascosti i fuggitivi, ma era una falsa pista. Pare che i ricercati si siano diretti verso Aerugo. Il maggiore Armstrong si è subito diretto là, mentre io e il colonnello Mustang siamo venuti a Central City per fare rapporto.”
Hakuro abbassò la voce.
“Faccia attenzione, tenente colonnello: non so se ne è al corrente, ma qui al quartier generale il vostro gruppo di ricerca è guardato con sospetto. Si dice che stiate coprendo la fuga dei tre ricercati e seminando false piste. Siete tutti conoscenti dei fratelli Elric, non sono pochi quelli che credono alle voci che girano...”
“Incluso lei?” replicò la donna.
“Certo che no! Non sono che voci di corridoio! Quando mai c’é stato qualcosa di vero nelle dicerie? “Ho visto una statua di pietra che dava da magiare a un gatto...” “Mi è apparso un essere immortale...” Tutte fandonie.”
Tara lo fissò dritto negli occhi.
“E se alcune di esse non fossero fandonie?”
Hakuro aggrottò la fronte.
“Cosa sta cercando di dirmi?”
“Ad esempio, se la voce secondo cui il Comandante Supremo King Bradley e la sua segretaria Juliet Douglas sono Homunculus fosse vera?”
Il generale rimase in silenzio per qualche istante. Poi scoppiò in una risata.
“Adoro questi pettegolezzi, danno l’occasione di fare qualche battuta!” esclamò. “Mi segua, voglio che la racconti anche agli altri generali!”
“Signore, non credo che...” cercò di dire Tara, ma il generale Hakuro aveva già aperto la porta della sala riunioni e le stava facendo cenno di entrare. Riluttante, la ragazza entrò. La stanza era vuota a eccezione di un lungo tavolo al quale era già seduta una dozzina di alti ufficiali dell’esercito di Amestris, che la fissarono non appena mise piede nella stanza. “Generale, io non...”
“Su, racconti a tutti quella storiella” la incitò l’uomo. “Quella secondo cui l’esercito di Amestris sarebbe controllato dalla stessa persona che manovra gli Homunculus... È divertente!”
““Oppure è una calunnia”” disse la voce del Comandante Supremo, che fece il suo ingresso da una porta laterale. ““Allora, tenente colonnello T’ylhanhem? Mi sta forse accusando? Cerca di gettare discredito su di me?””
L’unico occhio visibile dell’uomo era freddo come il ghiaccio.
Tara si rese conto di essere finita in trappola: se la metteva in quei termini, poteva benissimo tapparle la bocca con un’accusa di insubordinazione... o chissà cos’altro. Nessuno le avrebbe mai creduto senza uno straccio di prova, e l’Homunculus non le avrebbe mai permesso di procurarsele.
Con uno scatto tentò di guadagnare l’uscita, ma King Bradley fu più veloce: in un attimo aveva sfoderato la spada e aveva colpito la donna alla nuca col pomo, tramortendola.
Prima di perdere i sensi, sentì che uno dei generali seduti al tavolo commentava:
“Che donna orribile ad accusarla così! Comunque non mi era mai piaciuto il fatto che una Celes facesse carriera così in fretta nell’esercito di Amestris...”

A casa Rockbell squillò il telefono. Rispose Winry, mentre tutti la guardavano preoccupati, ma quando riappese la cornetta era la meccanica di automail ad avere un’espressione preoccupata sul volto.
“Era tuo fratello da un telefono pubblico” disse a Reina. “Hanno arrestato il tenente colonnello Tara T’ylhanhem per insubordinazione: inoltre è sospettata di collaborare con il “gruppo terroristico denominato Homunculus”. Ha detto anche che gli è stato ordinato di recarsi immediatamente ad Aerugo, dove è stata segnalata la presenza di voi tre” aggiunse, lanciando un’occhiata anche ai fratelli Elric. “Con il pretesto che stanno nascondendo dei pericolosi ricercati, i suoi uomini e quelli del maggiore Armstrong dovranno attaccare il confine. Secondo Mustang, è solo uno stratagemma per tenere lui e Armstrong lontano da Central City, per non parlare del fatto che potrebbero accidentalmente cadere in combattimento...”
“Che notizie splendide!” esclamò Ed, sarcastico. “C’é altro?”
“Sì... Purtroppo mi ha anche avvisata del fatto che una truppa è stata inviata qui a est in perlustrazione. Resembool non è più un posto sicuro. Dovete andare via.”
Cadde il silenzio nella stanza.
“Fratellone, cosa facciamo?” chiese Al con voce incrinata.
“Hanno calcolato le loro mosse alla perfezione” disse Ed stringendo il pugno. Si alzò dal tavolo. “Non possiamo fare altro che andarcene. Reina, prendi le tue cose. Vecchio, tu vieni con noi. Envy... forse sarebbe meglio che tu restassi qui, se è vero che Dante ti vuole.”
L’Homunculus sospirò.
“Certo che sei davvero un tipo strano! Prima ti fai un sacco di problemi ad avermi dietro, poi mi chiedi di aiutarti e adesso ti rimangi la parola?”
“Ma se Dante ti cattura...”
“Non ci riuscirà mai” lo liquidò Envy. “E se questo può farti sentire più sicuro, fratellino, prometto solennemente che non farò niente di eroico: il mio compito sarà quello di assicurarmi che arriviate vivi di fronte a Quella Persona...”

Il treno pomeridiano diretto a Central City passando per Resembool ed East City era come sempre pienissimo. Quel giorno, poi, era ancora più pieno del solito per via della presenza eccezionale dell’esercito: il Comandante Supremo in persona aveva infatto ordinato che su ogni treno ci fosse almeno una squadra di soldati incaricata di controllare che i pericolosi ricercati Edward Elric, Alphonse Elric e Reina Mustang non fossero a bordo.
La squadra assegnata a quel particolare treno era composta da tre uomini e due donne, che al momento si trovavano legati, imbavagliati e, in tre casi, in mutande, nel vagone bestiame, circondati da pecore rumorose. Tre delle loro uniformi erano state infatti prese rispettivamente da Hohenheim, Ed e Reina, mentre Envy si era limitato a trasmutarsela addosso. Ed si era tinto i capelli di nero utilizzando semplicemente dell’acqua e un po’ di alchimia, Reina si era messa un paio di occhiali da vista finti e il cappello che faceva parte degli accessori opzionali della divisa femminile, Hohenheim si era semplicemente sciolto i capelli e tolto gli occhiali, che portava solo per abitudine, non perché gli servissero veramente. Inoltre si trascinava dietro quella che aveva tutta l’aria di una grossa e pesante cassa di armi e munizioni, ma che in realtà conteneva Alphonse.
I quattro si erano sostituiti in tutto e per tutto ai soldati di pattuglia e avevano ispezionato ogni vagone in cerca dei ricercati. Nessuno si era accorto di loro: la gente tendeva a tenere gli occhi bassi in presenza dell’esercito per paura di venire accusati di qualcosa.
Il gruppetto si riunì nel vagone a loro assegnato quando ormai era sera. Non osarono dirsi nulla ad alta voce, limitandosi a scambiarsi qualche cenno d’intesa. Ed e Reina presto si addormentarono, mentre Hohenheim, Alphonse ed Envy si preparavano all’ennesima notte senza sonno.

++++++
La bambina era seduta sul pavimento della sua stanza e leggeva un libro. Improvvisamente sollevò la testa e rimase in ascolto: le era sembrato di sentire il cigolio del grande cancello che si apriva. Si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza, diretta verso l’ingresso del palazzo reale. Nella foga non aveva neanche indossato un cappotto e il freddo pungente proveniente dal portone aperto la investì.
“Padre!” esclamò, vedendo l’imponente figura di re Ashura varcare l’ingresso del suo palazzo.
Stava per corrergli incontro, ma si bloccò quando vide che il genitore non era solo: con lui c’era un ragazzino poco più alto di lei. Indossava una tunica strappata e consunta, aveva i capelli biondi lunghi quasi fino al pavimento e non curati, il volto scavato e gli occhi di un bell’azzurro, ma spenti.
Ashura pose con dolcezza una mano sulla spalla del ragazzino.
“Il Mondo di Valeria è caduto senza che io potessi fare nulla per impedirlo. Questo bambino è l’unico sopravvissuto, perciò ho deciso di portarlo via con me… Tesoro, potresti aiutarlo a lavarsi e dargli dei vestiti puliti?”
Dopo un attimo di incertezza la piccola annuì.
“Vieni” gli disse, tendendogli la mano.
Il bambino la prese e lei lo condusse nelle sue stanze, dove gli riempì la vasca da bagno. Mentre lui si toglieva la tunica ed entrava con qualche difficoltà nell’acqua piacevolmente calda, la bambina si rese conto che era ancora più magro e debole di quanto sembrasse.
“Posso fare qualcos’altro per te?” gli chiese.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo.
“Vorrei… vorrei tagliare i capelli…” rispose in un sussurro.
“Posso farlo io se vuoi...”
Il bambino annuì e lei si mise al lavoro. Mentre recideva le lunghe ciocche vicino alle orecchie notò che erano tondeggianti e non a punta come le sue.
“Sei un essere umano!” esclamò. “Come ti chiami?”
“Fye…”
“È un bel nome! Io sono Tarat’ylhanhem…”

Re Ashura picchiò con forza il suo bastone magico sul pavimento della sala del trono e il suono rimbombò per tutto il castello.
“La principessa di Leval deve essere protetta. Lo capisci?” tuonò.
Fye strinse i pugni.
“La proteggerò io! Sono perfettamente in grado di farlo!”
“Mi dispiace, Fye, ma non sei ancora abbastanza potente. Credimi, vorrei davvero che fossi tu a occuparti di lei, ma per il momento è meglio se ci affidiamo a uno dei Maghi delle Dimensioni.”
Il ragazzino abbassò lo sguardo e strinse ancora di più i pugni.
“Permettetemi almeno di restarle accanto...”
“No. Tu devi finire il tuo apprendistato. Solo quando sarai pronto potrai ricongiungerti a lei.” Il re si alzò e si avvicinò al ragazzino, posandogli una mano sulla spalla. “Potrai accompagnarla il giorno della partenza, ma non potrai rivederla finché non sarai diventato ufficialmente un mago. Non sarà un’attesa troppo lunga: io credo nelle tue capacità.”
Fye si morse il labbro e non disse nulla.
Da dietro la porta, Tara aveva sentito tutto.

Una pioggia fitta e gelata si riversava dal cielo bagnando i loro abiti leggeri. Arya alzò la testa, stupefatta e incuriosita da quel nuovo mondo, e vide che il cielo era azzurro e non c’erano nuvole tali da poter far scendere quella pioggia.
“Lei è la Strega delle Dimensioni?” domando Shaoran, richiamando l’attenzione di Arya alla realtà.
Il ragazzo era inginocchiato a terra e teneva tra le braccia il corpo inerte di Sakura, la principessa del regno di Clow. I tre erano appena stati trasferiti in un’altra Dimensione da Yukito, fratello di Arya e mago di corte, dopo che Sakura aveva accidentalmente risvegliato il potere magico delle rovine del regno e aveva perso conoscenza.
“Sono conosciuta anche con questo nome” rispose la donna che li aveva accolti nel cortile di quella che sembrava una semplice villetta. Aveva lunghi capelli neri e occhi dalle iridi rosso scuro, e indossava un abito nero di foggia sconosciuta.
Arya osservò attentamente la donna e si rese conto che le sembrava di conoscerla, di averla già vista. Ma non era possibile.
“La prego, salvi Sakura!” esclamò Shaoran.
Ci fu un attimo di silenzio sotto lo scrosciare della pioggia. Dalla villa uscirono un ragazzo alto e magro coi capelli scuri e gli occhi azzurri nascosti dalle lenti di un paio di occhiali seguito da una bambina coi capelli neri e gli occhi scuri, che nel vedere i tre sconosciuti si nascose dietro le gambe del ragazzo.
La Strega si avvicinò a Shaoran e si chinò per accarezzare il viso di Sakura.
“Sakura è il nome di questa ragazza...”
“Sì. Io sono Shaoran.”
La donna alzò gli occhi per incontrare quelli di Arya.
“E tu sei... Arya, dico bene?”
La ragazza annuì, mentre la sensazione che anche quella donna la conoscesse si rafforzava.
La strega tornò a osservare Sakura.
“Questa ragazza ha perso qualcosa di molto importante, che è stata dispersa in molti mondi...” disse. “Di questo passo morirà.”
Shaoran e Arya sussultarono.
La donna si alzò e si voltò verso il ragazzo e la bambina.
“Watanuki, Reina, ho bisogno di una cosa che si trova nel magazzino. Andate a prenderla” disse loro. I due si scambiarono un’occhiata, poi lui la prese per mano e rientrarono insieme nella villa. La Strega si voltò verso Shaoran e Arya. “Volete aiutare Sakura?” chiese.
“Sì” risposero immediatamente i due.
“C’é un prezzo da pagare...”
“Se c’é qualcosa che posso fare, lo farò” esclamò il ragazzo senza esitazione.
“Anch’io. Sakura è mia amica” si unì la ragazza.
La donna sorrise, poi alzò la testa.
“Stanno arrivando...” disse solamente, prima che il tessuto dei mondi si piegasse e ai due lati dei ragazzi apparissero due nuove persone.
A sinistra un uomo alto coi capelli neri vestito come un guerriero orientale e con un lungo mantello scuro sulle spalle. Al fianco portava una katana che doveva essere affilata come il suo sguardo. A destra un giovane con addosso un pesante cappotto bianco e un bastone magico in mano. Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri e doveva essere un mago. Arya fissò quest’ultimo mentre per la seconda volta provava la curiosa sensazione di aver già visto prima quella persona. Il ragazzo si accorse della sua occhiata e le sorrise, così lei distolse subito lo sguardo.
“Voi chi diavolo siete?” sbottò il guerriero. “Dove sono?”
“Sei in Giappone, un Giappone diverso da quello che conosci” rispose la Strega semplicemente. Poi si rivolse al ragazzo biondo. “Tu invece sai già dove siamo, non è vero?”
“Sì, in un luogo dove i desideri vengono esauditi in cambio di un pagamento appropriato”
La donna annuì.
“Perciò se siete qui significa che volete che venga esaudito un vostro desiderio...”
“Voglio tornare immediatamente da dove sono venuto!” esclamò il guerriero.
“Voglio trovare una persona che si trova in un’altra Dimensione” disse contemporaneamente il mago, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dell’uomo.
La Strega inarcò un sopracciglio.
“E questa persona sarebbe...?”

“Tarat’ylhanhem di Leval” disse Fye mentre leccava un cono gelato. Passeggiava per le vie della città nella Repubblica di Hanshin in compagnia di Shaoran e Arya. Kurogane era sparito chissà dove con Mokona nella borsa, mentre Sakura era ancora priva di sensi ed era rimasta all’hotel dove il gruppo alloggiava, i cui proprietari erano ex clienti di Yuuko. “È la principessa del regno da dove provengo, ma per me è qualcosa di più... Un po’ come Sakura per te” aggiunse guardando Shaoran.
Il ragazzo avvampò.
“Guarda che non è così...”
“Ma dai, ho visto come la guardi!” rise il mago battendogli una mano sulla spalla.
Arya provò una nuova fitta di gelosia: Fye non faceva che parlare di questa ragazza, e adesso veniva fuori che era pure una principessa. Si sentiva così inferiore al suo confronto...

Erano tutte bugie: la Strega, Clow, persino Yukito, che credeva fosse suo fratello... tutti le avevano mentito. Arya non esisteva, non era mai esistita: lei era Tarat’ylhanhem di Leval, mandata nel regno di Clow con dei ricordi fasulli per proteggerla dalla guerra tra Selece e Shambala. E lei era furiosa: con suo padre, con la Strega, con Fye e anche con sé stessa perché si era lasciata convincere che fosse la cosa giusta.
Smise di correre. Si era allontanata abbastanza dal lago e non sembrava che l’avessero seguita. Si sedette con la schiena appoggiata al tronco di un albero e pianse lacrime di amarezza.

Avrebbero dovuto aspettarselo dalla prima volta in cui avevano fronteggiato il mago Kyle Rondart nel regno di Jade. Era sempre lui e non il suo alyas quello che li pedinava in ogni Dimensione in cui arrivavano: a Piffle, a Lecolt... e infine a Tokyo.
Ma l’avevano capito troppo tardi ed era successo tutto troppo in fretta.
Tara era seduta sul letto dove avevano fatto sdraiare Fye, con la sua testa appoggiata sulle ginocchia. Il ragazzo respirava affannosamente mentre il sangue continuava a sgorgare dall’orbita ora vuota del suo occhio sinistro, bendato in malo modo.
Era stato Kyle a strapparglielo: Fye lo aveva attaccato furiosamente dopo che l’uomo gli aveva rivelato di essere stato lui a portare alla distruzione la sua vita e il regno di Valeria. Era stato lui a gettare la maledizione di sventura sui nipoti del re, Yuui e Fye: da quando erano nati i due gemelli, il regno aveva assaporato solo carestie, epidemie e morte. I loro genitori si erano suicidati pochi anni dopo la loro nascita e il re loro zio li aveva imprigionati nella Valle dei Condannati, un luogo dove la magia non aveva effetto e il tempo perdeva di significato, in cui non c’era nulla tranne un’altissima torre: Fye era stato rinchiuso nella stanza più alta, Yuui ai suoi piedi. Ma nemmeno in questo modo la maledizione aveva perso la sua efficacia e dopo qualche tempo lo stesso re di Valeria aveva perso il senno e aveva sterminato i suoi sudditi per poi uccidersi a sua volta. A quel punto Kyle era riuscito ad aprire un Portale sulla cima della torre e aveva rivelato a Fye che la maledizione di sventura si sarebbe spezzata solo quando uno dei due gemelli fosse morto. In questo modo sperava di impadronirsi del potere magico del bambino che avesse scelto di morire e di rendere l’altro suo schiavo. Fye, però, aveva deciso di gettarsi dalla torre prima che Kyle potesse fare qualunque cosa, perdendo la vita ma liberando il fratello dalla maledizione. Re Ashura di Selece aveva avvertito la presenza del Portale a Valeria, un mondo che era stato posto in quarantena dal giorno della nascita dei gemelli, e aveva deciso di andare a controllare, trovandovi solo Yuui. Mentre Kyle si ritirava, Ashura portò con sé il bambino a Selece, dove questo decise di disfarsi del suo nome e di usare quello del fratello che era morto per lui.
Saputa la verità, Fye aveva attaccato l’altro mago, ma era stato troppo avventato e Kyle era riuscito a strappargli l’occhio, fonte della sua magia, e ad assimilarlo. Quello stupido mago avido di potere, però, non aveva calcolato che quel potere era troppo grande per lui, talmente grande da distruggerlo.
La battaglia era terminata, ma le conseguenze erano gravi: Fye era in fin di vita, il palazzo dove si trovavano aveva perso la protezione della piuma di Sakura, che la ragazza aveva assimilato, e stava per essere corroso dalle piogge acide che cadevano in quel mondo. La vita dei membri della comunità che risiedeva a Tokyo era a rischio.
C’era una sola persona in grado di fare qualcosa: Yuuko Ichihara, la Strega delle Dimensioni. Per contattarla, Mokona proiettò la sua immagine nell’aria grazie alla gemma che aveva sulla fronte.
“Il desiderio che hai richiesto è complesso” disse Yuuko. Indossava un semplice kimono, non uno dei suoi soliti abiti sfarzosi, e sembrava sinceramente preoccupata per qualcosa. “Una vita normale ha un valore preciso, ma la vita di Fye ha per te un valore troppo alto perché esista un prezzo che puoi pagare.”
Tara la guardò con rabbia.
“Non puoi dirmi questo, strega!” esclamò con rabbia. “Hai detto che puoi salvarlo, perciò fallo. Prenditi tutto, anche la mia vita se necessario!”
“…N… no” si oppose Fye debolmente. “…Non farlo… Non…”
“Non è necessario che tu muoia, Tarat’ylhanhem di Leval” aggiunse la strega. “Non posso salvare Fye ma posso fare in modo di salvarlo.” Tara la guardò confusa, mentre la strega aggiungeva: “Qualcun altro tra di voi ha un desiderio.”
“Io” rispose qualcuno. Tara si voltò: chi aveva parlato era uno dei gemelli vampiri che proteggeva gli abitanti del palazzo, Kamui. “Ci servono acqua e protezione. Di questo passo queste persone moriranno e non posso permettere che succeda.”
“Questo è un desiderio che posso esaudire, ma in cambio…” lo sguardo della donna si spostò su Fye “dovrete donare il vostro sangue a quel ragazzo.”
“Cosa?!” esclamò Tara, stupefatta.
“Se diverrà un vampiro, Fye vivrà. Ma tu dovrai pagare le conseguenze di questa tua azione.”
Tara deglutì.
“Come?”
“In questa Dimensione c’è un oggetto di cui necessito come pagamento per l’acqua. Dovrai andarla a prendere di persona” disse. “Da sola.”
Tara abbassò lo sguardo e non rispose.
“Andrò io!” esclamò Kurogane, che aveva assistito a tutto in silenzio, mentre Shaoran vegliava ancora su Sakura addormentata.
“No” disse Yuuko. “La principessa dovrà prendersi questa responsabilità, altrimenti non potrò dire di aver ricevuto un prezzo equo.”
Ci furono alcuni secondi di silenzio. Tara guardò Kamui, che la fissò con sguardo freddo, poi annuì. Tara annuì a sua volta, poi guardò la strega.
“Pagherò il prezzo.”
Non avrebbe mai più dimenticato il corpo di Fye che si contorceva dal dolore dopo aver ricevuto il sangue maledetto. Ma anche dopo anni era ancora convinta della scelta che aveva fatto: Fye era vivo, e questo bastava. Il resto prima o poi si sarebbe sistemato.
++++++

Tara aprì gli occhi. Ci mise qualche secondo a tornare al presente, ma poi riconobbe il soffitto della sua cella all’interno del carcere numero 2. Niente Sakura. Niente Shaoran. Niente Kurogane.
E niente Fye.
Scacciò immediatamente quel pensiero e si mise a sedere sulla sua panca.
-Spero che Mustang faccia in fretta ad arrivare- rifletté. -Se testimonia a mio favore e porta le prove che ha raccolto, Bradley potrà dire quello che vuole, ma le accuse a mio carico cadranno e lui si troverà in guai seri.-
In quell’istante sentì che la porta della sua cella veniva aperta e facevano il loro ingresso due soldati muscolosi che accompagnavano Juliet Douglas. L’Homunculus non disse nulla e attese che i due soldati ammanettassero la Celes senza tante cerimonie, quindi fece un cenno con la testa e aprì loro la strada fuori dal carcere verso il cortile recintato. Qui fece un altro cenno e i due soldati posizionarono Tara a circa due metri dal muro, di fronte a una decina di soldati armati di fucile. Il plotone di esecuzione.
“Fermi! Non potete farlo! Non c’é ancora stato un processo, nessuno ha ancora testimoniato a mio favore! Non sono ancora stata giudicata colpevole!” gridò.
““Invece sì, tenente colonnello Tara T’ylhanhem.”” Tara alzò lo sguardo e si accorse che King Bradley era appena stato raggiunto dalla sua segretaria sul palco d’onore. Non c’era nessun altro ad assistere. ““Per i poteri che mi sono conferiti dalla carica di Comandante Supremo, ti dichiaro immediatamente colpevole di alto tradimento e di cospirazione ai miei danni.”” Fece un sorriso. ““Mi dispiace molto perdere una così valente Alchimista di Stato, ma sono ancora più dispiaciuto per il tuo tradimento. Non posso permettere che un elemento come te rimanga impunito... ne va del mio orgoglio...””
Tara lo fissò disperata. Era finita: nessuno sarebbe venuto ad aiutarla. Mustang non ce l’aveva fatta, o forse avevano arrestato anche lui.
Uno dei soldati le si avvicinò con una benda in mano con l’intenzione di legargliela sugli occhi, ma lei scosse la testa.
“Non voglio essere bendata” disse, riacquistando il suo autocontrollo. “Voglio che mi guardi negli occhi mentre muoio” aggiunse, lanciando un’occhiata a Bradley, ancora sorridente sul suo palco con la Douglas al suo fianco.
“Caricare!” gridò il capitano del plotone di esecuzione.
Il rumore di dieci fucili che venivano caricati squarciò l’aria.
“Puntare!”
I soldati si inginocchiarono e presero la mira.
“Ha qualcosa da dire?” chiese il capitano rivolto a Tara.
Lei alzò la testa con fierezza e non smise di guardare negli occhi King Bradley.
“Anche io ho il mio orgoglio, Pride!” gridò. “Togliti la benda e tieni entrambi gli occhi fissi su di me, perché è così che muore Tarat’ylhanhem di Leval!”
“Fuoco!” gridò il capitano.
I dieci soldati spararono.
 
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Darkrystal Sky
CAT_IMG Posted on 18/4/2012, 18:19




Il finale di questo capitolo mi fa sempre rabbrividire...
Un conto e' immaginarlo, un'altro leggerlo. :)
 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 19/4/2012, 21:04




*Coff coff* Tossetta compiaciuta...
 
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Yue Hikari
CAT_IMG Posted on 20/4/2012, 21:49




CITAZIONE
Gluttony tirò su il testone e annusò l’aria, poi si mise a tremare.
““Sta arrivando qualcuno”” mugolò.
““Non dire sciocchezze, questo posto è...”” iniziò Lust, ma s’interruppe quando un’esplosione disintegrò la porta d’ingresso.
Quando il fumo si diradò, Hohenheim Elric comparve sulla soglia.

ENTRATA A EFFETTOOOOOOOOOOOO! In arrivo al tavolo 5!
CITAZIONE
“Esatto. Ma come sai, sono un tipo previdente: grazie ai miei Homunculus ho gettato per tutto il Paese i semi della discordia. A questo proposito Pride è stato davvero insostituibile. Manovrare il governo di Amestris in modo che fosse sempre in guerra con qualcuno è stato più facile del previsto. Dove c’é guerra c’è morte, dove c’é morte c’é disperazione, e dove c’é disperazione c’é sempre qualche idiota pronto a cercare la Pietra Filosofale. E io devo solo raccogliere questi frutti deliziosi...”

Facciamo un diagramma a torta, un cattivo ha la situazione/l'eroe in pugno, cosa fa?
99%=declama il suo malefico piano.
1%=passa all'azione senza troppi convenevoli.
CITAZIONE
“Devi smetterla di inseguire una falsa immortalità, cambiare corpo non significa vivere per sempre.”
La donna chinò il capo.
“Non ti preoccupare, quello l’ho già capito.” Hohenheim rimase sorpreso dalle sue parole. “È per questo che, mentre tornavo a Central City da Reole, ho stretto un patto con la Strega delle Dimensioni Yuuko Ichihara...”

Dum duum duuum DUUUUM!
CITAZIONE
“Scusa, Yuuko, ma quando sarebbe successo?” chiese Watanuki.
Lui e la Strega delle Dimensioni stavano seguendo la scena da una vasca di divinazione posta al centro del salotto del negozio.
“Hai presente quando ti ho mandato a comprarmi gli ingredienti per riempire la mia barchetta di sushi e sashimi?”
“Quale, quella barchetta che sembrava una canoa da quanto era grande?!”
“Proprio quella. Nel frattempo io ho sbrigato alcune faccende, tra le quali un incontro sul treno con madame Sarah Dante...”
“Perché non mi hai portato con te?”
“Mi saresti stato solo d’impiccio...”
“Yuuko!”

Così sembra un reality show...ò_ò
uh...
ah.

che pessimo gioco di parole...
CITAZIONE
“Ho ottenuto quello che volevo: mi hai svelato i tuoi piani. Ora posso tornare dai miei figli ed elaborare una strategia da usare contro di te. Per aprire il Portale hai ancora bisogno di una Pietra Filosofale, giusto? Peccato che le uniche due in circolazione abbiano forma umana e non abbiano nessuna intenzione di farsi usare da te...”

no, seriamente Papo-chan?<-< (continuerò a chimarlo così semplicemente perchè ha un nome inscrivibile...) Seriamente?
CITAZIONE
“Che donna orribile ad accusarla così! Comunque non mi era mai piaciuto il fatto che una Celes facesse carriera così in fretta nell’esercito di Amestris...”

è la scusa di insubordinazione più ridicola che abbia mai sentito, ma daltronde perchè dovrebbero renderla credibile? se la vogliono fare sparire la fanno sparire.
CITAZIONE
Erano tutte bugie: la Strega, Clow, persino Yukito, che credeva fosse suo fratello... tutti le avevano mentito. Arya non esisteva, non era mai esistita: lei era Tarat’ylhanhem di Leval, mandata nel regno di Clow con dei ricordi fasulli per proteggerla dalla guerra tra Selece e Shambala. E lei era furiosa: con suo padre, con la Strega, con Fye e anche con sé stessa perché si era lasciata convincere che fosse la cosa giusta.

ò_ò
Ok quuesta non me la aspettavo...
CITAZIONE
Lei alzò la testa con fierezza e non smise di guardare negli occhi King Bradley.
“Anche io ho il mio orgoglio, Pride!” gridò. “Togliti la benda e tieni entrambi gli occhi fissi su di me, perché è così che muore Tarat’ylhanhem di Leval!”
“Fuoco!” gridò il capitano.
I dieci soldati spararono.

Finale tragico e cliffhanger.
Vi amo e odio.

 
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GreenArcherAlchemist
CAT_IMG Posted on 22/4/2012, 15:42




CITAZIONE (Yue Hikari @ 20/4/2012, 22:49) 
CITAZIONE
Gluttony tirò su il testone e annusò l’aria, poi si mise a tremare.
““Sta arrivando qualcuno”” mugolò.
““Non dire sciocchezze, questo posto è...”” iniziò Lust, ma s’interruppe quando un’esplosione disintegrò la porta d’ingresso.
Quando il fumo si diradò, Hohenheim Elric comparve sulla soglia.

ENTRATA A EFFETTOOOOOOOOOOOO! In arrivo al tavolo 5!
CITAZIONE
“Esatto. Ma come sai, sono un tipo previdente: grazie ai miei Homunculus ho gettato per tutto il Paese i semi della discordia. A questo proposito Pride è stato davvero insostituibile. Manovrare il governo di Amestris in modo che fosse sempre in guerra con qualcuno è stato più facile del previsto. Dove c’é guerra c’è morte, dove c’é morte c’é disperazione, e dove c’é disperazione c’é sempre qualche idiota pronto a cercare la Pietra Filosofale. E io devo solo raccogliere questi frutti deliziosi...”

Facciamo un diagramma a torta, un cattivo ha la situazione/l'eroe in pugno, cosa fa?
99%=declama il suo malefico piano.
1%=passa all'azione senza troppi convenevoli.
CITAZIONE
“Devi smetterla di inseguire una falsa immortalità, cambiare corpo non significa vivere per sempre.”
La donna chinò il capo.
“Non ti preoccupare, quello l’ho già capito.” Hohenheim rimase sorpreso dalle sue parole. “È per questo che, mentre tornavo a Central City da Reole, ho stretto un patto con la Strega delle Dimensioni Yuuko Ichihara...”

Dum duum duuum DUUUUM!
CITAZIONE
“Scusa, Yuuko, ma quando sarebbe successo?” chiese Watanuki.
Lui e la Strega delle Dimensioni stavano seguendo la scena da una vasca di divinazione posta al centro del salotto del negozio.
“Hai presente quando ti ho mandato a comprarmi gli ingredienti per riempire la mia barchetta di sushi e sashimi?”
“Quale, quella barchetta che sembrava una canoa da quanto era grande?!”
“Proprio quella. Nel frattempo io ho sbrigato alcune faccende, tra le quali un incontro sul treno con madame Sarah Dante...”
“Perché non mi hai portato con te?”
“Mi saresti stato solo d’impiccio...”
“Yuuko!”

Così sembra un reality show...ò_ò
uh...
ah.

che pessimo gioco di parole...
CITAZIONE
“Ho ottenuto quello che volevo: mi hai svelato i tuoi piani. Ora posso tornare dai miei figli ed elaborare una strategia da usare contro di te. Per aprire il Portale hai ancora bisogno di una Pietra Filosofale, giusto? Peccato che le uniche due in circolazione abbiano forma umana e non abbiano nessuna intenzione di farsi usare da te...”

no, seriamente Papo-chan?<-< (continuerò a chimarlo così semplicemente perchè ha un nome inscrivibile...) Seriamente?
CITAZIONE
“Che donna orribile ad accusarla così! Comunque non mi era mai piaciuto il fatto che una Celes facesse carriera così in fretta nell’esercito di Amestris...”

è la scusa di insubordinazione più ridicola che abbia mai sentito, ma daltronde perchè dovrebbero renderla credibile? se la vogliono fare sparire la fanno sparire.
CITAZIONE
Erano tutte bugie: la Strega, Clow, persino Yukito, che credeva fosse suo fratello... tutti le avevano mentito. Arya non esisteva, non era mai esistita: lei era Tarat’ylhanhem di Leval, mandata nel regno di Clow con dei ricordi fasulli per proteggerla dalla guerra tra Selece e Shambala. E lei era furiosa: con suo padre, con la Strega, con Fye e anche con sé stessa perché si era lasciata convincere che fosse la cosa giusta.

ò_ò
Ok quuesta non me la aspettavo...
CITAZIONE
Lei alzò la testa con fierezza e non smise di guardare negli occhi King Bradley.
“Anche io ho il mio orgoglio, Pride!” gridò. “Togliti la benda e tieni entrambi gli occhi fissi su di me, perché è così che muore Tarat’ylhanhem di Leval!”
“Fuoco!” gridò il capitano.
I dieci soldati spararono.

Finale tragico e cliffhanger.
Vi amo e odio.

Finalmente qualche critica!
Qui ci si stava adagiando sugli allori...

Ci dica in modo serio e puntuale, con una dialettica aulica e rustica al tempo stesso, cosa esattamente non la convince nei punti che ha citato.
Perché Papo-chan continua a stupirti?

ps: se rispondi prima di martedì sera riesco anche a postare il capitolo nuovo, se no ciccia.
 
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4 replies since 17/4/2012, 19:42   45 views
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